Titolo originale | Tout s'est bien passé |
Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 113 minuti |
Regia di | François Ozon |
Attori | Sophie Marceau, André Dussollier, Géraldine Pailhas, Charlotte Rampling, Éric Caravaca Hanna Schygulla, Grégory Gadebois, Jacques Nolot, Laëtitia Clément. |
Uscita | giovedì 13 gennaio 2022 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Academy Two |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,64 su 39 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 14 gennaio 2022
Emmanuèle Bernheim racconta la propria storia con suo padre che le ha chiesto di aiutarlo a morire. Il film ha ottenuto 2 candidature a Lumiere Awards, In Italia al Box Office È andato tutto bene ha incassato 97,3 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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La vita di Emmanuèle Bernheim, scrittrice e sceneggiatrice francese, precipita con una telefonata. Il padre ha avuto un ictus e al suo risveglio chiede alla figlia di aiutarlo a morire. A sostenerla in quella missione impossibile ci sono Pascale, la sorella trascurata, e Serge, il compagno discreto. Debole e dipendente dalle sue ragazze, André è un uomo capriccioso ed egoista, incapace di comprendere il dolore che infligge alle figlie, mai amate come era necessario. Tra lucidità e terrore, Emmanuèle e Pascale navigano a vista nel dramma. Come rifiutare al proprio padre la sua ultima volontà? Ma come accettarla? Da bambina Emmanuèle ha sognato tante volte di 'uccidere suo padre', un genitore tossico e poco garbato, ma aiutarlo 'a farla finita' nella vita reale è un'altra cosa.
Tout s'est bien passé racconta il suo tragitto intimo, dal rifiuto iniziale all'accettazione, con un'intelligenza fedele al romanzo originale.
Alla precisione asciutta della storia autobiografica di Emmanuèle Bernheim, che si impone con la sua gravità, Ozon aggiunge esplosioni di umorismo, tutte a carico di André Dussollier. Il libro è di Emmanuèle Bernheim ma il film è decisamente di François Ozon. Sotto il racconto degli ultimi istanti dell'esistenza di un uomo, di un padre, Tout s'est bien passé è un'opera sulla narrazione e sulla scrittura, senza che nessuno scriva (o quasi) in campo, è un film di fantasmi, scritto proprio dal fantasma che abita ogni inquadratura. Morta nel 2017, Emmanuèle Bernheim era complice di Olivier Assayas e compagna di Serge Toubiana, aveva scritto nove sceneggiature di cui tre per Ozon (Sotto la sabbia, Swimming Pool, Cinque per due). Dietro di lei ha lasciato un'opera sensibile, sospesa tra letteratura e cinema, marcando il paesaggio letterario francese. Ozon rispetta la concisione della sua scrittura, lo spazio del silenzio e dei non detti, per rappresentare un fin di vita singolare. Certo, lo sono tutte le dipartite ma quella di André è definita da due frasi: "papà mi ha chiesto di aiutarlo a morire" ed "è andato tutto bene". Maestro nel trattamento delle norme sociali e delle disfunzioni familiari, Ozon affronta il tema del suicidio assistito con un cast sofisticato che interpreta il quotidiano concreto del paziente e dei suoi cari.
André Dussollier incarna André Bernheim, gran borghese e collezionista d'arte che un ictus rende emiplegico e che sceglie di andare a morire in Svizzera. Le protesi deformano il volto dell'attore che trova la voce, le piccole risate e le considerazioni vertiginose, disegnando un personaggio umano troppo umano che diverte e infastidisce insieme. Alla sua impazienza infantile e alla sua crudeltà, replicano Sophie Marceau e Géraldine Pailhas (impeccabili e maestose), figlie salde e determinate a cui impone il suo addio. Restituiscono la battuta mai la pariglia, perché Emmanuèle e Pascale hanno doppiato da tempo quel padre autoritario e charmeur a cui è davvero impossibile dire di no. 'Uccidere il padre' e andare avanti. Indietro resta la madre di Charlotte Rampling, scultrice malata di tutti mali del mondo che addensa da sola i misteri della famiglia. Piantato al centro del film e della vita delle sue figlie come un interrogativo, André vuole andarsene e vuole farlo a modo suo, ammutinare la vita con dignità e magari sulle note di Brahms. Ozon si piazza invece dal côté della vita trovando il ritmo del suo film nella comicità delle situazioni. Mescolando lacrime e sorrisi, Tout s'est bien passé elude la gravità del suo soggetto e vola alto, superando la paura che ispirava al regista. Perché Emmanuèle Bernheim è un personaggio reale e un'amica perduta per l'autore. Ozon gira forse il suo film più classico, sottilmente perturbato dalle oscillazioni dei generi: dal burlesco, una sedia a rotelle che proprio non vuole entrare in ascensore, al polar, la necessità di nascondere l'ultimo viaggio di André alla polizia francese, passando per il dramma, l'igiene assistita di André, che ama talmente la vita da voler morire piuttosto che diminuirla. Alla luce di Estate '85 si oppone l'ombra di un film che tuttavia mantiene la buona distanza per mostrare lo smarrimento e la responsabilità che pesa sui familiari e l'illegalità a cui sono costretti. Duro e frontale, cinico e mordente, Tout s'est bien passé interroga gli aspetti più intimi della fine della vita, sofferta o scelta. Ancora una volta il lutto infonde l'opera di Ozon, scavando sotto la sabbia il tempo che resta. 'Suicida' e pudico come il suo protagonista, l'autore preferisce (sor)ridere che piangere. "Come fanno i poveri a morire?", domanda André a sua figlia commentando 'il costo' di una 'bella fine'. Tesa e ironica, Emmanuèle risponde: "Aspettano la morte...". Voilà, Ozon in purezza.
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Penso sempre che l’analisi di un tema così complesso debba assumere per forza la forma del “dibattito interiore” e che il diretto o la diretta interessati debbano trasformarsi necessariamente nella rappresentazione quasi di una “Persona” alla maniera di un film di Bergman per intenderci. Ed allora: Di chi è la vita? Mia? Della natura? Di Dio? Della società [...] Vai alla recensione »
Visto l'argomento abbastanza dibattuto il film si manifesta anche leggero, non pesante, tanti spunti di riflessione, che dire.....sono situazioni difficili, difficile non immedesimarsi, poi ognuno la pensa alla sua maniera, per lo meno le sorelle si volevano bene, però visto l'andazzo della pellicola pensavo che sul finale cambiava idea , incece era proprio determinato, forte anche [...] Vai alla recensione »
François Ozon fa un film all'anno, lo sappiamo e quasi lo diamo per scontato. Non lo è, soprattutto per un regista-sceneggiatore. Non lo è nemmeno nella Francia che il cinema lo sostiene e lo tutela: realizzare un film all'anno significa avere sempre garantite le condizioni produttive che consentiranno puntualmente l'avvio del progetto, altro presupposto tutt'altro che ovvio.
Dietro la storia del giovane poeta Lucien - che sbarca dalla provincia nella Parigi ottocentesca, mondo di finzioni e opportunismi in cui quella del profitto è la sola legge che conta -si intravede la genesi dello strapotere mediatico, la nostra attualità manipolata dall'istigazione all'opinionismo, dalle polemiche inventate ad arte, dalle fake news, dalla disinformazione intagliata come un'arma politica. [...] Vai alla recensione »
Tutto su mio padre. Il meglio e il peggio, lo humour e l' egoismo, il fascino e l' arroganza, il coraggio di andare fino in fondo e l' indifferenza per ciò che le proprie decisioni provocheranno negli altri. A partire dalla figlia prediletta, Emmanuèle (Sophie Marceau), che il vegliardo colpito da ictus (un istrionico André Dussollier) "elegge" a esecutrice delle sue ultime volontà.
Tout s'est bien passé", romanzo autobiografico di Emmanuèle Bernheim, è stato adattato e realizzato da François Ozon, e per protagonista nel ruolo di Emmanuèle, Sophie Marceau, che non ricordiamo mai così naturale, perfetta, oltre al fascino con cui onora i suoi anni. Anche il film è uno dei meglio riusciti di Ozon. Che il fraseggio della scrittura sia dei tempi migliori lo si rileva da subito, quando, [...] Vai alla recensione »
François Ozon è regista assai prolifico, capace di una ventina di film in due decenni. L' abbondanza non ha mai inficiato l' eleganza del suo lavoro, ma talvolta ha intaccato la sostanza, lasciando in bella posa il mestiere a scapito di complessione poetica e solidità drammaturgica. Ne è sempre uscito con dignità, in virtù di una raffinatezza formale che procede da una finezza di spirito: ultrasensibili [...] Vai alla recensione »
E come fanno i poveri?", chiede il vecchio genitore colpito da ictus e deciso a farla finita alla figlia che lo informa su quanto costa in Svizzera la pozione fatale: diecimila euro viaggio escluso. Ultimo tentativo di dissuasione. Inutile: i soldi in casa non sono un problema, e il cocciuto genitore André Dussollier alterna la disperazione allo humour nero.
Dopo un ictus che l'ha reso completamente in valido, un anziano André (Andrè Dus sollier) chiede a una delle sue figlie, Emmanuèle, di aiutarlo a morire. Dopo un iniziale rifiuto, dettato anche dalla dif ficoltà a dire addio alla persona che le ha donato la vita, la donna proverà a contattare una clinica svizzera, specializzata in fine vita, per andare incontro alla volontà del genitore.
Una telefonata, e la vita di Emmanuèle Bernheim, raffinata penna francese, subisce una scossa: il padre ha avuto un ictus, giace semi-infermo in un letto d'ospedale. Ai primi segnali di ripresa, l'industriale e collezionista d'arte ottantacinquenne chiede alle figlie (c'è pure Pascale) di aiutarlo a morire. Le due donne si scoprono così, ancora una volta, soggette all'attitudine capricciosa di questo [...] Vai alla recensione »
Dopo il tema della pedofilia nella Chiesa con Grazie a Dio, Ozon affronta quello dell' eutanasia adattando per lo schermo il libro autobiografico di Emmanuèle Bernheim È andato tutto bene (Tout s' est bien passé) confermando l' interesse per gli argomenti al centro dei più divisivi dibattiti politici, religiosi e mediatici: mentre il primo, però, era affrontato con estrema e faziosa gravità, il secondo [...] Vai alla recensione »
Non si rideva molto leggendo il romanzo autobiografico di Emmanuèle Bernheim da cui è tratto È andato tutto bene. Invece il film di François Ozon sorprende con delle esplosioni di umorismo crudele, soprattutto perché sono lanciate a bruciapelo da André Dussollier, un attore molto popolare e generalmente ritenuto rassicurante. La scienza del casting, nei film di Ozon, crea meraviglie.
Emmanuèle Bernheim (Sophie Marceau) è una scrittrice. È molto legata alla sorella Pascale (Gèraldine Pailhas) ed ha un rapporto di odio-amore con il padre André (André Dussolier), uomo burbero ma raffinato nei gusti. Colpito improvvisamente da un ictus, André non sopporta la propria condizione di malato non autosufficiente e, perduta la vitalità di un tempo, chiede ad Emmanuéle di aiutarlo a morire, [...] Vai alla recensione »
Onore al 50enne regista francese François Ozon per avere trattato con sensibilità, profondità e addirittura leggerezza un tema duro e difficile come il suicidio assistito. "È andato tutto bene", in concorso a Cannes, è la conferma della grande qualità di un regista versatile, che sa narrare con stile personale sia l'individuo, sia la società, oscillando fra il dramma, il giallo e la commedia ("Nella [...] Vai alla recensione »
Emmanuèle (Sophie Marceau) non ha mai avuto un buon rapporto con suo padre André (André Dussollier), grande intellettuale narciso e dispotico, troppo concentrato su sé stesso per riservare alle figlie tutto l'affetto di cui avrebbero avuto bisogno. Ora André è anziano e malandato, reduce da un ictus devastante, ma rimane un uomo al quale è assolutamente difficile dire di no.
È inarrestabile il regista francese François Ozon, anche in tempi di pandemia quando la sua media di un progetto all'anno potrebbe essere messa in discussione: dopo aver completato Estate 85 in tempo per Cannes 2020, con bollino del festival nonostante quell'edizione non abbia poi avuto luogo, è tornato sulla Croisette nell'estate del 2021 con questo È andato tutto bene, e nel momento in cui il suo [...] Vai alla recensione »
Tra vita e morte sussiste di per sé una linea di demarcazione che diventa solco e acquisisce profondità mano a mano che lo si indaga. Con la profondità va a braccetto la complessità. Il miglior modo per risolvere l'impasse è inventarsi un personaggio che possa sostenerne il peso, ed è questo il caso. È andato tutto bene è un film che vola con ali di colomba sopra l'abisso, riuscendo a indagare le pieghe [...] Vai alla recensione »
Il titolo non deve tranquillizzare. Nasconde una punta di cinismo tenuta in piedi da un paradosso. Il tema - l' eutanasia - è quanto mai attuale e c' è chi preferisce chiamarlo «suicidio assistito». Ma se «è andato tutto bene» c' è poco da stare allegri. E il film è l' adattamento di un romanzo con lo stesso titolo in cui il regista francese François Ozon gioca, per così dire, in casa.
Nonostante qualche progresso dopo un ictus, un protervo industriale (Dussolier corpo&anima) chiede alle figlie l'eutanasia in Svizzera. Come accettare? Come procedere? Nuovo tema di petto nella lista di Ozon. Da un romanzo autobiografico, ricostruisce preciso passaggi e modalità, accogliendo standard di commedia nel finale improprio. Un film francese tra Bella addormentata, Quelques heures de printemps [...] Vai alla recensione »
Un padre e una figlia, lui narcisista, affascinante, egotico, lei che ha preso le distanze dalla sua voracità esistenziale e al tempo stesso non può o forse non vuole sottrarsi del tutto. È da qui che comincia Tout François Ozon, in Italia col titos' est bien passé il nuovo film di lo È andato tutto bene - era in concorso allo scorso festival di Cannes - nel quale questa relazione filiale prende forma [...] Vai alla recensione »
Se François Ozon ha alternato film drammatici con altri di tono più leggero, col tempo la sua poetica si va incupendo. È andato tutto bene è l' adattamento del romanzo autobiografico di Emmanuèle Bernheim dove si racconta il travaglio interiore di una figlia il cui padre, vecchio e malato, chiede di morire. Pur non toccando le sommità di Haneke in Amour , Ozon realizza un film eccellente su un tema [...] Vai alla recensione »
Nel 2021 È andato tutto bene è passato in concorso a Cannes senza clamore, accolto dignitosamente, ma bollato come un Ozon minore, ovvero come una sorta di film omaggio alla scrittrice Emmanuèle Bernheim, scomparsa nel 2017. Parere troppo riduttivo: intanto l' omaggio è davvero sentito e poi Ozon è un regista che lavora sull' onda di un' autentica motivazione persino quando gioca di artificio cinefilo. [...] Vai alla recensione »
Alla domanda della figlia, Emmanuèle (Sophie Marceau), sul perché in passato sia rimasta con il padre malgrado quel che le ha fatto passare, la madre, Claude (Charlotte Rampling), affetta dal Parkinson e da una grave depressione, risponde semplice, chiara, banale: «Ma perché l'amavo. Stupidina». Ozon non è Pialat. Ozon è semplice, chiaro, banale. Tuttavia la sua banalità è una forma di fede: la fede [...] Vai alla recensione »
André (André Dussollier) è sempre stato un uomo dal carattere ingombrante, "un padre cui è impossibile dire di no" direbbe la figlia Emmanuèle (Sophie Marceau). Dopo essere stato ricoverato per un ictus, che gli ha bloccato una parte del corpo, l'uomo consapevole delle sue condizioni chiede a Emmanuèle, per prima, coinvolgendo inevitabilmente anche l'altra figlia Pascale (Géraldine Pailhas), di aiutarlo [...] Vai alla recensione »
Il titolo va preso per antifrasi o forse no: dipende dai punti di vista. Giovedì 13 gennaio arriva nelle sale, con Academy Two, "È andato tutto bene" di François Ozon e c'è da augurarsi che il pubblico si faccia incuriosire, anche se non sono giorni buoni per il cinema in sala. Benché la pubblicità punti tutto sul bel sorriso di Sophie Marceau, il film è di quelli che richiedono impegno, pure un po' [...] Vai alla recensione »
Dopo la nostalgica estate di Estate '85, dove una morte precoce apriva le danze al ricordo di una stagione vissuta nel fiore dell'età e delle forze, François Ozon sposta ora la sua cinepresa per raccontare la storia di un uomo anziano, stanco, pronto a separarsi da questa terra. Nessuna discoteca, nessun innamoramento, nessuna vacanza indimenticabile segnata da un tragico avvenimento, in Tout s'est [...] Vai alla recensione »
Sotto la sabbia, Swimming Pool, CinquePerDue - Frammenti di vita amorosa e Ricky - Una storia d'amore e libertà. No, non è una filmografia alquanto parziale di François Ozon, sono le sceneggiature firmate da Emmanuèle Bernheim, autrice nel 2013 del romanzo Tout s'est bien passé. È lei l'Emmanuèle del film, eroina involontaria di un viaggio verso la buona morte.
Folgorato da un ictus, l' anziano Andrè si riprende ma i debiti della malattia sono tanti. Troppi. La condanna è di quelle inevitabili e lui si rivolge alla figlia Emmanuèlle perché lo accompagni ad andarsene... Tout s' est bien passé di François Ozon è il primo film a portare i grandi temi sociali sulla Croisette. La morte è parte della vita e la scelta appartiene all' uomo, tesi laica.
Al talento debordante ma non sempre produttivo di Leos Carax si oppone quello sicuramente fruttuoso di François Ozon. I cosiddetti cinefili che vanno in delirio per il primo non si scaldano ai racconti giudiziosi, ma sempre partecipati del secondo. E i festivalieri hanno paura di non essere à la page se non si allineano. Ozon ce la mette tutta (una pellicola all' anno) ma gli ingiustificati pregiudizi [...] Vai alla recensione »
Emmanuèle è una scrittrice che vive in una bella casa con il suo compagno, un critico cinematografico spesso in trasferta per organizzare retrospettive e omaggi. La sua vita cambia piega quando, improvvisamente, il padre ha un ictus che gli paralizza metà corpo e gli rende la vita, fino ad allora agiata, una copia scialba e dolente di quella precedente.
L'incedere del cinema di François Ozon ha numeri impressionanti: venti film in poco più di due decenni. Ma nel suo generoso percorso il regista francese ha saputo reinventarsi, restare ogni volta fedele a sé stesso per poi immergersi in nuove fasi creative. La Storia, l'erotismo e l'identità umana sono solo alcuni dei temi che ha affrontato dietro la macchina da presa.
"Ma come fanno i poveri?", chiede André quando la figlia Emmanuèle lo informa del costo della pratica di suicidio assistito nella clinica svizzera che ha contattato. Una battuta. Breve, sottile, amara. François Ozon sceglie di portare così sullo schermo il libro nel quale Emmanuèle Bernheim - scrittrice e sua cosceneggiatrice in più di un film - ha raccontato come si è trovata ad assecondare la richiesta [...] Vai alla recensione »
Emmanuelle, scrittrice, è informata che il padre ha avuto un ictus ed è grave in ospedale. Al capezzale arriva anche la sorella, non altrettanto amata dal genitore, e il compagno. Una famiglia intellettuale. L'anziano genitore recupera ma esprime un desiderio: voler morire, perché ormai la vita gli sta togliendo tutto. Ma non si può. L'unica scelta è andare in Svizzera.
Il cinema di François Ozon è un cinema palpitante di corpi, di sensualità, colti con uno sguardo carico di morbosità. Un cinema ossessionato tanto dai fisici acerbi, come quello, su tutte e tutti, di Ludivine Sagnier, quanto dal fascino di quelli maturi, vedi quelli di Charlotte Rampling o di Valeria Bruni Tedeschi. Nella centralità della fisicità, della carne, c'è spazio anche per la sua consunzione, [...] Vai alla recensione »
Colpito da un ictus, André chiede alla figlia di morire: con l'eutanasia (il tema!) si liquideranno un po' di questioni sospese. Ozon evidenzia le implicazioni etiche e legali della scelta, modula da par suo la drammaturgia su ellissi e rivelazioni, certo. Ma, partendo da un'opera autobiografica, evita il film dossier e tinge imprevedibilmente il dolore dei colori della commedia (scivolando addirittura [...] Vai alla recensione »
E a Cannes irrompe il tema dell' eutanasia, con il film (in concorso) Tout s' est bien passé di François Ozon, in cui Sophie Marceau interpreta il ruolo di una figlia cinquantenne a cui il padre malato chiede di aiutarlo a morire. Il film è tratto dal romanzo Tutto è andato bene, l' autobiografia scritta da Emmanuèle Bernheim prima di morire, storia che aveva dato origine anche al documentario, presentato [...] Vai alla recensione »
«Per raccontare questa storia avevo bisogno di appropriarmene, io e Emmanuèle ci conoscevamo bene, sapevo che non mi avrebbe mai censurato». Emmanuèle è Emmanuèle Bernheim, scrittrice, sceneggiatrice, che insieme a Ozon ha lavorato su diversi film - Sous la sable (2000), Swimmin Pool (2004), morta nel 2017 per un cancro. Insieme a lei stava lavorando Alain Cavalier, l' idea era di fare un film dal [...] Vai alla recensione »
Ricco padre (Dussollier), imprenditore e gallerista, rimane mezzo paralizzato dopo ictus. Un joker al contrario, peraltro addirittura meno simpatico del nemico di Batman, con occhio, labbra e parte destra del corpo sciolti e calanti come gli orologi di Dalí. È forse tempo di morire? Chiede alla figlia prediletta Manue (frizzante Marceau, la cosa più bella del film) di farla finita e lei inizia il percorso [...] Vai alla recensione »
François Ozon emoziona la Croisette: il regista francese torna in concorso al Festival di Cannes con «Tout s'est bien passé», secondo film in competizione firmato da un autore transalpino dopo Leos Carax con «Annette». Alla base di «Tout s'est bien passé» c'è il romanzo omonimo di Emmanuèle Bernheim, che ha raccontato la propria storia con suo padre: un uomo che, dopo un ictus, chiede alla figlia [...] Vai alla recensione »
L'eutanasia, perseguita come un crimine dai nostri ordinamenti legislativi, è sempre un tema caldo per il cinema. Con "Tout s'est bien passé", secondo titolo della folta schiera francese in corsa per la Palma d'oro, Francois Ozon l'affronta nella chiave intima, familiare che Denis Arcand ha consacrato con "Le invasioni barbariche". Dietro il film, l'omonimo romanzo dichiaratamente autobiografico di [...] Vai alla recensione »