Titolo originale | The Happy Prince |
Anno | 2018 |
Genere | Commedia, Drammatico, Storico, |
Produzione | Italia, Belgio, Germania, Gran Bretagna |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Rupert Everett |
Attori | Rupert Everett, Colin Firth, Colin Morgan, Edwin Thomas, Emily Watson, Tom Wilkinson Béatrice Dalle, John Standing, Edward Fox, Miranda Richardson, Daniel Weyman, André Penvern. |
Uscita | giovedì 12 aprile 2018 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | Vision Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 4 aprile 2019
Il soggiorno di Wilde con il compagno Douglas nel 1807, il viaggio che fece scandalo nella società del tempo. Il film ha ottenuto 1 candidatura agli European Film Awards, In Italia al Box Office The Happy Prince - L'Ultimo Ritratto di Oscar Wilde ha incassato 425 mila euro .
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The Happy Prince - L'Ultimo Ritratto di Oscar Wilde è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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CONSIGLIATO SÌ
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Dopo il periodo di successi letterari e teatrali Oscar Wilde è caduto in disgrazia. Processato per la sua esplicita omosessualità e condannato a due anni di lavori forzati è uscito dal carcere minato nella salute e nell'animo. Esiliatosi a Parigi, dopo un tentativo di ricostruire il rapporto con la moglie, torna ad unirsi al giovane Lord Douglas e precipita sempre più nel disastro totale. Gli restano solo le sue fiabe con le quali si conquista l'affetto di due ragazzi di strada.
Rupert Everett accarezzava da tempo il progetto di portare sullo schermo gli ultimi giorni di vita del suo autore preferito, Oscar Wilde. Ci è finalmente riuscito grazie a una coproduzione internazionale che ha visto in gioco numerosi soggetti che gli hanno consentito di dirigere e interpretare nel ruolo del protagonista il film.
Si sente in ogni inquadratura l'amore che Everett prova per questo grande autore colto ed accompagnato sulla strada dell'autodissoluzione costruita bicchiere su bicchiere di assenzio nella ricerca di un piacere che, di giorno in giorno, perde qualsiasi valenza estetica per tradursi in un disperato tentativo di confrontarsi con la morte in arrivo. Quella morte che aveva descritto magistralmente sotto aspetti diversi, da "Salomè" a "Il gigante egoista" e il cui arrivo ora centellina raccontando a due ragazzi di strada la fiaba della statua del principe felice che progressivamente si spoglia di ciò che ha e che viene abbattuta assieme alla morte della rondine che ha portato l’oro e le pietre preziose che lo rivestivano a chi ne aveva bisogno. Dio però chiede ad un angelo di portargli le due cose più preziose della città: il cuore di piombo del principe e la rondine stessa.
Everett utilizza la metafora per mettere in scena il suo Wilde. Un uomo ormai fiaccato nel corpo così come la statua del principe diviene priva di ornamenti. Oscar ha ormai perduto il suo appeal, quello che riempiva i teatri e faceva inneggiare all’autore. Ora canta, se richiesto, in locali di pessimo ordine e le sue tasche sono perennemente vuote. La malattia che lo porterà alla fine progredisce di giorno in giorno mentre passa dalla Francia all'Italia per poi fare ritorno in terra francese dove verrà sepolto con una scritta sulla lapide tratta dal libero di Giobbe: "Nulla osavano aggiungere alle mie parole, e su di loro stillava goccia a goccia il mio discorso". Solo di recente la Gran Bretagna ha fatto ammenda per la condanna inflitta allo scrittore. Questo film, senza fare sconti a nessuno (Wilde compreso) ci spinge a riflettere.
R.Everett, autore, attore e regista di questo piccolo ed inestrimabile gioiello dedicato ad uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi, l'Esteta per eccellenza, il viveur ad ogni costo, dagli abiti eleganti e l'eloquio forbito ossia Mr.Oscar Wilde, da il meglio di sè descrivendo minuziosamente e senza filtri di sorta , gli ultimi giorni di un Poeta ,assai provato nello Spirito [...] Vai alla recensione »
Bellissimo film scritto diretto e interpretato da Rupert Everett, narra degli ultimi anni di Oscar Wilde, debilitato nel fisico e ridotto in povertà dopo due anni di prigionia e lavori forzati scontati per aver commesso il reato di immoralità nella Londra vittoriana e bacchettona di fine ottocento. Veristico nel rappresentare ambienti ed atmosfere di sordide taverne inglesi [...] Vai alla recensione »
Gli ultimi anni di Oscar Wilde sono caratterizzati dal dramma della condonna per omosessualità che lo portò in prigione per due anni. L’uomo che torna libero è distrutto più che dall’esperienza carceraria, ma dal ricordo di una folla che lo derise durante un trasferimento da una prigione ad un’altra. L’uomo è debole, fragile, diviso tra il [...] Vai alla recensione »
Ruper Everett si cimenta per la prima volta alla regia, dando vita a un personaggio a lui molto caro ,che ha affascinato e continua ad affascinare tuttora , forse il più grande scrittore dell'Inghilterra vittoriana, Mister Oscar Wilde, tralasciando però l'aspetto più conosciuto di dandy, flaneur e raccontando invece il periodo più buio e doloroso della sua [...] Vai alla recensione »
Rupert Everett dirige ed impersona in maniera magistrale l'ultimo e doloroso periodo di Oscar Wilde, fino al commiato finale confortato dagli amici più stretti, ma lontano da quella Londra, che dapprima aveva osannato il suo genio e poi messo all'indice,privato degli affetti familiari e condannato a due anni di lavori forzati:In tal senso il film è alquanto spietato [...] Vai alla recensione »
L'attore Rupert Everett, con "Happy Prince", si cimenta per la prima volta alla regia portando sullo schermo gli ultimi travagliati anni della vita dello scrittore Oscar Wilde. Dall'anno della sua condanna in quanto omosessuale e dai due conseguenti anni di dura prigione, Wilde, a cui nel frattempo è stato proibito di vedere i suoi due bambini, vive in condizioni [...] Vai alla recensione »
“A me mi piace vivere alla grande ma, girare tra le favole in mutande ma...”: questa parte di una canzone del semi sconosciuto Franco Fanigliulo del 1979 si potrebbe accostare al film The Happy Prince, sull'ultimo anno di vita di Oscar Wilde. Visse dal 1854 al 1900, una vita breve e bruciata come egli stesso in fondo la volle. Il genio distribuito ai contemporanei e ai posteri [...] Vai alla recensione »
“The Happy Prince” (id., 2018) è il primo lungometraggio dell’attore-regista inglese Rupert Everett. “Sto morendo al di sopra delle mie possibilità”. Le parole di Oscar Wilde escono come un pugno a se stesso e al mondo suo vicino. Siamo nel 1987 quando il ‘poeta-drammaturgo’ esce di prigione.
Il Divino Rupert, imbolsito e ingrassato (forse....) per ragioni sceniche , si cala con convinzione ( troppa) , nei panni tristi del Genio di Oscar Wilde,al tramonto, ferito a morte dal conformismo vittoriano che lo punì più per il pubblico scandalo che per la natura dello stesso. Girato e fotografato molto bene il film smette le sfavillanti atmosfere di altre opere sul [...] Vai alla recensione »
Il titolo "The Happy Prince" rinvia a una favola di Wilde che narra di un principe prossimo alla fine: è esattamente questa l'intenzione del film, voler narrare gli ultimi anni tormentati-decadenti di uno dei personaggi più brillanti e controversi dell'epoca vittoriana. Andrebbe chiarito sin dall'inizio che Il film non è assolutamente una biografia sulla vita [...] Vai alla recensione »
"La maggior parte di noi vive sguazzando nelle fogne, solo che alcuni lo fanno guardando le stelle... "Trovo "The Happy Prince" un film così sentito e riuscito da sembrarmi "vero" e anzi per estensione, verista in senso letterario, crudo, mi pare che ogni personaggio a partire dal grandissimo Rupert Everett sia così adeso al ruolo da non lasciare [...] Vai alla recensione »
Dopo averlo tanto bene interpretato nelle opere più brillanti, Rupert Everest, scrive e dirige un film in cui accompagna il suo scrittore fino alla dissoluzione: che passa da povertà, cattivo bere, amori fintamente corrisposti e socialmente impegnativi. Ma anche da punti di ripresa dissacranti, scenografie filologicamente curate e paesaggi tristi. Un film difficile e quasi ruvido nonostante la "leggerezza" [...] Vai alla recensione »
Fare politica con il corpo, sul corpo, nonostante il corpo, e produrre la propria identità sessuale e di genere in relazione alla società, alla cultura e allo spazio in cui ci muoviamo. La politica e l'identità di genere sono temi su cui il cinema riflette da tempo, prendendo spesso in prestito, come nel recente caso di The Happy Prince (al cinema dal 12 aprile) l'esempio di grandi figure storiche. Qui il "campione" che lotta contro il resto del mondo è Oscar Wilde, trasformato dal regista-attore Rupert Everett in una figura cristologica che alla fuga sceglie consapevolmente il sacrificio della condanna per omosessualità, nell'Inghilterra di fine Ottocento.
Ma la chiave dei grandi personaggi storici non è l'unica con la quale il cinema ha imparato a declinare il complicato rapporto tra sessualità e società.
Storia degli ultimi anni di vita di Oscar Wilde, uscito di prigione dopo aver scontato il carcere per omosessualità, The Happy Prince di Rupert Everett è un film fortemente politico nel porre l'accento sul sacrificio compiuto dall'artista inglese, primo ad accendere la miccia dell'esplosiva battaglia per i diritti degli omosessuali. "La sua è stata la prima storia di omosessualità davvero pubblicizzata. Dopo di lui il mondo intero ha iniziato a parlarne: all'epoca era ancora tabù - ha detto Everett in un'intervista - Wilde ha segnato l'inizio del movimento di liberazione omosessuale e Lgbt. L'omosessualità è diventata un tema dopo la sua morte. Le libertà per cui abbiamo tanto combattuto sono iniziate con i suoi sacrifici".
Quando scrisse Il Principe felice, Oscar Wilde non era ancora stato colpito dallo scandalo di una condanna per indecenza che avrebbe distrutto la sua carriera e la sua vita familiare. Eppure quel folgorante racconto è come un presagio dell'imminente destino di sofferenza del grande irlandese, passato nel giro di niente da applaudito beniamino della folle a esecrato oggetto di disprezzo.
Esordio alla regia per Rupert Everett con un progetto coltivato a lungo: Happy Prince, il principe felice, un racconto per bambini di Oscar Wilde che la madre gli leggeva da bimbo. Il rapporto stretto che Everett ha con questo film, scritto, diretto e interpretato è sottolineato dal fatto che lo accompagni in ogni festival, perché per Rupert è un omaggio a un antesignano.
Per Rupert Everett, il ruolo inseguito da una vita. Al cinema, dove si è fatto almeno in tre: attore, sceneggiatore, regista (possiamo aggiungere produttore, per via dell'ostinazione). A teatro aveva già recitato in "The Judas Kiss" di David Hare: gli anni miserabili di Oscar Wilde, dopo l'arresto, il processo, i due anni ai lavori forzati. Il padre del suo amante Bosie gli aveva scritto un bigliettino [...] Vai alla recensione »
Wilde chez Everett. Si può dire debole la pressione diretta dell'opera di Wilde (1854-1900) e acquisite e non cresciute certe importanti passioni amorose, ma nessuno potrà dire che non sia un ritratto personale e onestamente scavato, nel sublime come nel reietto, di un ribelle rivelatore delle catene morali, genio e martire precursore dei tempi. Presa nei tre anni oscuri prima della morte, esiliato [...] Vai alla recensione »
La sceneggiatura l'aveva pronta da dieci anni. Ma all'epoca non aveva soldi per girare il film. Oggi sì, assieme al fisico bolso e invecchiato. E così Rupert Everett può finalmente mettere tutto se stesso e la propria omosessualità nell'interpretare l'ultimo Oscar Wilde, disfatto e (in)felice. La recitazione è massiccia, come il fisico dello scrittore-attore.