|
Ultimo aggiornamento venerdì 20 aprile 2018
Un docente di psicologia che non crede ai fenomeni soprannaturali. L'arrivo di una misteriosa lettera lo porterà a imbarcarsi in un viaggio alla scoperta di ciò che non può essere spiegato razionalmente. In Italia al Box Office Ghost Stories ha incassato 419 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
|
Il professor Philip Goodman è un investigatore televisivo del soprannaturale, che ritiene possa essere sempre smascherato come una truffa tutto ciò che appare inspiegabile. Ha un mito di gioventù, un altro uomo di televisione che faceva la stessa cosa, ma è scomparso da anni. Quando questi si mette in contatto con Philip, il professore vede il suo entusiasmo deluso nel trovare l'uomo non solo in disgrazia, ma pure convinto di aver sbagliato tutto e che il soprannaturale esista davvero. Affida a Philip tre casi per lui inspiegabili, sperando che sappia risolverli e gli dica di non aver gettato la sua vita. Il primo caso riguarda un guardiano notturno che ritiene di essersi imbattuto in un fantasma, il secondo un giovane che sostiene di aver incontrato una creatura demoniaca, il terzo è un uomo di successo la cui casa è infestata da poltergeist.
Costruito come una sorta di film a episodi racchiusi in un racconto cornice, Ghost Stories travalica la propria struttura usando i singoli capitoli come parte di un puzzle destinato a ricomporsi in modo irresistibile.
Del resto nasce dalla mente di Andy Nyman e Jeremy Dyson, il primo dei quali ne è anche protagonista, entrambi fanno parte della geniale troupe comica The League of Gentlemen, che ha avuto anche uno show su BBC dove non mancavano omaggi alla tradizione horror e gotica inglese. Prima di essere un film, Ghost Stories è stato una pièce teatrale che ha debuttato a Liverpool nel 2010, per poi arrivare a Londra, Toronto, Mosca, Sydney e altrove. Già ideata come una sorta di lettera d'amore per gli horror della Ealing incrociati al gusto più popolare della Hammer, trova ora sul grande schermo la sua forma per certi versi più naturale. D'altra parte questa trasmigrazione porta con sé un rischio: se a teatro gli stereotipi del cinema funzionano come un omaggio, al cinema rischiano di tornare a essere stereotipi.
Girata nello Yorkshire, non manca di citare in questa nuova versione anche altre opere, estranee alla tradizione inglese, come La casa di Sam Raimi, con la soggettiva quasi ad altezza terreno di una presenza demoniaca in corsa in mezzo a un bosco nella notte. Il protagonista Andy Nyman ha del resto famigliarità con l'horror anche splatter, era stato infatti tra gli interpreti di Dead Set di Charlie Brooker, che gli dedicava una fine particolarmente cruenta.
Ognuno dei tre episodi ruota intorno a un diverso interprete, il primo è il meno famoso fuori dai confini inglesi, il gallese Paul Whitehouse molto amato in patria per una sketch comedy. Il secondo è Alex Lawther, lanciato da serie Tv come Howard's End e soprattutto The End of the F***ing World, mentre il terzo è il più celebre Martin Freeman, che ha recentemente partecipato al travolgente successo di Black Panther. Ognuno di loro detta il tono del proprio racconto, il primo con un accento marcato e la decadenza dell'età e dell'alcolismo; il secondo con la frenesia paranoica che già aveva sfoggiato nell'episodio di Black Mirror intitolato Shut Up and Dance, qui coniugata al terrore per il soprannaturale. È Freeman però a essere il più sinistro, perché la sua apparenza da uomo qualunque e molto ordinato, rende il soprannaturale che lo circonda ancora più sorprendente e inquietante (del resto per questa stessa caratteristica era già stato usato anche da Edgar Wright in La fine del mondo, dove era controllato dagli alieni, e da Noah Hawley nella serie Fargo dove anche senza elementi fantastici diveniva un mostro).
Nyman riserva per sé il pezzo forte del film, il finale in cui si riannodano i fili di un arazzo solo apparentemente sconclusionato, ed è qui che la regia ricorre a soluzioni semplici eppure originali, che perforano letteralmente la percezione di realtà del cinema. Ghost Stories riesce così a essere più di un film a episodi o di un semplice pastiche, regalando con gli ultimi colpi di scena il piacere di un'opera compiuta, non senza una bella dose di autoironia.
GHOST STORIES disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€9,99 | €12,99 | |||
€9,99 | - |
Due registi inglesi, Dyson e Nyman, per un film doppio, tipo The Others, che non è quello che vuol sembrare di essere. Come, durante tutto il film, è ripetuta la frase: “il cervello vede quello che vuol vedere”, così, in sala, si è convinti di assistere ad una pellicola horror inusuale e un po’ eccentrica, attraversata dalla tipica ironia anglosassone, [...] Vai alla recensione »
"GHsot Stories"(Jeremy Dyson e Andy Nyman, 2017, anche autori di soggetto e sceneggiatura-il fim è la trasposzione dela loro omonima opera teatrale), very british, ossia con quel sense of humor che altri(leggi in primis americani, nel senso di USA, speicilamente)non hanno, ossia la cpaacità di ridere anche del"soprannaturale", detto più chiaramente di ghost-stories, [...] Vai alla recensione »
Ghost Stories non è, a mio avviso, un film dell'orrore. O almeno, anche se lo è nella forma, non lo è nella sostanza. Non nel senso classico del termine. E, anche se tutto sembra condurre lo spettatore sui binari di una paurosa, ma forse scontata, storia di fantasmi, col tempo il velo cade e, nel finale, se ne comprende appieno il vero significato.
Ho avuto la grande fortuna di vederlo all'anteprima italiana seguita da un incontro con lo stesso Martin Freeman, perciò diciamo che è stata un'esperienza piuttosto emozionante e che dimenticherò difficilmente. "Ghost Stories" si presenta all'inizio come un horror sul soprannaturale molto, troppo, classico e, per questo, banale ma fin dai primi minuti, [...] Vai alla recensione »
Ci sono delle cose interessanti, però in generale parlerei di un film non pienamente riuscito. Peccato.
Il film è una occasione mancata, a tratti anche piuttosto banale nel suo sviluppo. Niente di che.
C'è qualcosa che non mi ha convinto in questo film. Non svelo niente della trama, ma ci sono delle cose che non tornano. Confesso che il trailer mi aveva incuriosito, però in sala le aspettative non sono state ripagate, ma è ovviamente una mia opinione personale.
Uno di quei film che vai a vedere con un certo tipo di aspettativa che però poi viene tradita. Con il genere horror capita spesso, purtroppo.
Il problema con film del genere è come viene venduto allo spettatore. La campagna promozionale alza a tal punto il livello delle tue aspetattive che non puoi che restare deluso. Il filmetto, perchè di questo si tratta, gioca con lo spettatore, ma qualcosa alla fine non torna. Il campionato dovrebbe essere quello di "Il sesto senso" o "the others" per la rivelazione [...] Vai alla recensione »
Direi un film imperfetto, pieno di falle, con qualche guizzo, ma niente più.
Un buon film con ottima ed insolita trama ma che lascia il segno. Buona interpretazione degli attori, diffidate dei giudizi negativi.
PIZZI MOVIE RECENSIONI: “GHOST STORIES”. L’usuale diatriba tra occulto e raziocinio narrata attraverso le meticolose ricerche di uno scettico professore di psicologia davanti a tre insoluti casi di attività paranormali. Un drammatico percorso di macabre ossessioni abilmente coese in un epilogo tanto diabolico quanto bizzarro; liberamente tratto da una piéce [...] Vai alla recensione »
Se c'è una tradizione letteraria tipicamente britannica, è quella delle storie di fantasmi. Molti autori di rilievo nella letteratura britannica hanno scritto storie di fantasmi nell'ambito della loro produzione. Tra i nomi più noti e riveriti ci sono quelli, per fare solo un paio di esempi, di Charles Dickens ed Henry James (quest'ultimo con, tra l'altro, il famosissimo "Giro di vite", più volte trasposto sullo schermo). Ci sono stati anche scrittori che si sono quasi interamente dedicati a questo sottogenere e il nome che viene sicuramente in mente a questo proposito è quello di Montague Rhodes James, autore di una lunga serie di racconti nei quali i fantasmi la fanno da padroni. Proprio M.R. James - come amava firmarsi - è forse l'autore che più ha plasmato questo tipo di narrazione, creando un format preciso e fortemente suggestivo. Molti racconti di M.R.James sono stati oggetto di versioni televisive o cinematografiche (la più famosa è il classico La notte del demonio di Jacques Tourneur) ed è curioso che un giovane Christopher Lee, futuro divo dell'horror, abbia avuto l'occasione di incontrare, durante i suoi studi universitari, proprio James, universitario di professione.
Ambiguità, understatement, un tocco di ironia quando serve, un genuino senso del macabro, lo sgomento di fronte all'inesplicabile e all'ultraterreno: questi gli ingredienti principali delle ghost stories della tradizione, cui spesso, ma non sempre, si aggiunge una morbosità che attraverso febbrili metafore tocca il tema della repressione sessuale tipicamente vittoriana (e anche post-vittoriana, per la verità).
Un'altra tradizione britannica, ben più recente, è quella dei film horror a episodi, la cui nascita si può probabilmente far risalire al famoso Incubi notturni - un film collettivo degli anni '40 che ha anticipato i tempi e creato diversi luoghi poi diventati molto comuni - ma che ha trovato ampia fioritura soprattutto a partire dagli anni '60 con la serie di film prodotta dalla Amicus, casa rivale della Hammer, e iniziata con Le cinque chiavi del terrore di Freddie Francis.
"Quando mi fermano per strada di solito mi chiamano Watson" , afferma Martin Freeman, a Roma per presentare il thriller Ghost Stories di cui è coprotagonista. "Qualcuno mi chiama ancora Bilbo Baggins, c'è chi mi ricorda per il ruolo di Tim Canterbury in The Office o per quello di Lester Nygaard in Fargo. I fan gli si avvicinano e gli chiedono un autografo (che lui concede con grazia) e selfie (che invece detesta), perché Martin Freeman è uno di quegli attori britannici meravigliosamente accessibili nonostante la fama internazionale.
È impossibile descrivere il suo personaggio in Ghost Stories senza fare spoiler: basti dire che il gentiluomo di campagna sessista e senza scrupoli che interpreta ha più di un segreto da tenere nascosto.
Ghost Stories nasce dall'omonimo spettacolo teatrale "che faceva cagare sotto gli spettatori", come ricorda Freeman nel suo tipico mix di raffinato eloquio British e parolacce da scaricatore di porto. Gli autori dello spettacolo sono gli stessi del film, Jeremy Dyson e Andy Nyman, e Nyman interpreta anche il protagonista, un cacciatore di finti sensitivi che dovrà fare i conti con la sua personale visione dell'occulto.
Fantasmi e diavoli scatenati, terrorizzanti e metafisici, urlanti e sbeffeggianti. È l'agguato che l'aldilà tende al professor Philip Goodman, anchorman campione di scetticismo che ha costruito le sue fortune televisive smascherando truffe nel paranormale. Ma l'osso si fa duro quando s'incaponisce su tre casi difficili da smontare. Così in altrettanti capitoli e un epilogo zeppo di prodigi, neppure [...] Vai alla recensione »
Tratto dall'omonima opera teatrale, il film ha come protagonista il professor Goodman, uno di quei personaggi che ha fatto carriera smascherando i ciarlatani del soprannaturale. Il suo predecessore, però, lo contatta sottoponendogli tre casi irrisolti che parrebbero dire il contrario. Giocato molto sulle penombre, sui Jumpscare e ricco di indizi da cogliere per arrivare al sorprendente finale, Ghost [...] Vai alla recensione »
Forse non solo per il clan degli adepti, «Ghost stories» costituisce una sorpresa elettrizzante dimostrando come una pièce teatrale britannica intelligente e raffinata possa tradursi in una mini-antologia dell'horror demistificante e cattivista. Nel segno delle sempre affascinanti storie «di spiriti e presenze» si parte da una lettera contenente informazioni su tre casi inesplicabili che induce il [...] Vai alla recensione »