ledyna
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martedì 22 gennaio 2013
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qualcosa di più....
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Visivamente il film è perfetto, bei primi piani, buone scenografie, bella la fotografia, originale la storia, sceneggiatura coerente, ma...quel che manca è la profondità della stessa, pur essendo la durata del film molto lunga Tarantino non è riuscito a dire bene ciò che doveva. Il senso di vendetta di Django è una scivolata che accompagna il protagonista da un certo punto del film fino alla conclusione, ma non suscita nello spettatore lo stesso sentimento. L'antagonista cattivo, molto cattivo, dove è? Django da parte sua è un pò appiccicato con la colla, perchè è così determinato, perchè in un crescendo di fatica non diventa un vero pistolero assetato di vendetta? Come e dove finiscono i "corpi" degli uomini uccisi dai due bounty killer? Vuoti narrativi incisivi, spezzettano l'attenzione.
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Visivamente il film è perfetto, bei primi piani, buone scenografie, bella la fotografia, originale la storia, sceneggiatura coerente, ma...quel che manca è la profondità della stessa, pur essendo la durata del film molto lunga Tarantino non è riuscito a dire bene ciò che doveva. Il senso di vendetta di Django è una scivolata che accompagna il protagonista da un certo punto del film fino alla conclusione, ma non suscita nello spettatore lo stesso sentimento. L'antagonista cattivo, molto cattivo, dove è? Django da parte sua è un pò appiccicato con la colla, perchè è così determinato, perchè in un crescendo di fatica non diventa un vero pistolero assetato di vendetta? Come e dove finiscono i "corpi" degli uomini uccisi dai due bounty killer? Vuoti narrativi incisivi, spezzettano l'attenzione. Troppo marcato l'aspetto dello schiavismo relegato a più camminate con le catene e servitù nei campi o nelle case, tutto con una sensazione di lontananza emotiva, che non giova al film, bensì lo rende spento. Così, nella sua complessività, non ha la caratteristica dell' avventura tipica del genere western, dei personaggi forti nel carattere e nei costumi. Ho visto tutti i film di Tarantino e lo ritengo un ottimo regista, creativo e coraggioso nelle scelte, ma questo film non era alla sua altezza.
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(di paranoidandroid)
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[+] la sepoltura dei morti ammazzati?
(di thecrow56)
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jack black 98
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martedì 22 gennaio 2013
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tarantino... un nome una garanzia
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Django Unchained.
Quentin Tarantino è tornato e con lui un altro dei suoi capolavori.
Prima di tutto questo regista è un po’ particolare e presenta uno stile registico tutto suo, quasi ogni scena di tutti i suoi film è esagerata nei comportamenti e nella violenza dei personaggi; questo è il tipico regista che collezione film che o adori o odi. (personalmente io punterei sulla prima scelta).
Un altra particolarità riscontrata in tutte le sue pellicole è: quasi tutte le scene sono lunghissime e potrebbero risultare interminabili ma questa cosa ha un suo perché: primo servono per far capire fino infondo quanto gli attori recitino alla perfezione (vedi Leonardo Di Caprio nella scena della trattativa a cena), secondo per far crescere la suspance e per far finire le suddette scene capovolgendo totalmente la situazione (vedi la scena della taverna in tedesco di bastardi senza gloria dove muoiono tutti alla fine).
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Django Unchained.
Quentin Tarantino è tornato e con lui un altro dei suoi capolavori.
Prima di tutto questo regista è un po’ particolare e presenta uno stile registico tutto suo, quasi ogni scena di tutti i suoi film è esagerata nei comportamenti e nella violenza dei personaggi; questo è il tipico regista che collezione film che o adori o odi. (personalmente io punterei sulla prima scelta).
Un altra particolarità riscontrata in tutte le sue pellicole è: quasi tutte le scene sono lunghissime e potrebbero risultare interminabili ma questa cosa ha un suo perché: primo servono per far capire fino infondo quanto gli attori recitino alla perfezione (vedi Leonardo Di Caprio nella scena della trattativa a cena), secondo per far crescere la suspance e per far finire le suddette scene capovolgendo totalmente la situazione (vedi la scena della taverna in tedesco di bastardi senza gloria dove muoiono tutti alla fine).
Tornando al film in questione, ogni singolo attore potrebbe essere premiato, primo di tutti Christofer Walz che regala dopo b.s.g. Un’altra delle sue meravigliose interpretazioni (da oscar!), Leonardo Di Caprio, personaggio quasi secondario nella storia ma che viene interpretato solo come Leo sa fare (insuperabile!), a Foxx non spettava un ruolo facile, Django è un personaggio complesso, è un uomo duro, gentile e profondamente innamorato, questo ruolo difficile non è stato un problema per Foxx che da la sua seconda miglior interpretazione dopo quella di Ray che gli valse l’oscar.
Ciò che Tarantino voleva veramente creare era uno spaghetti western che rimandasse alle atmosfere di “per un pugno di dollari”… e ci è pienamente riuscito!
La sceneggiatura è sicuramente una delle più curate che si siano mai viste, ma non mi pare che sia una novità per i film di Quentin quella di avere una sceneggiatura impeccabile.
Ciò che Tarantino sa fare meglio è mescolare alla perfezione scene di violenza sovra umana e scene di puro divertimento con battute spiritose e dissacranti, e di certo in questa pellicola c’è riuscito di nuovo.
Come stile questo film si può certo paragonare molto di più a Pulp Fiction ( che io considero il vero capolavoro di Tarantino) che a b.s.g., le scene pur avendo protagonisti e ambientazioni totalmente diverse dalla pellicola prima citata sono molto simili.
Ritroviamo dopo anni di inattività un Samuel L. Jackson più anziano (sia l’attore che il personaggio) ma di sicuro non meno talentuoso e perfetto per il personaggio; quel Jackson cinico e crudele che citava Ezechiele 25;17 ora è il miglore amico del “nemico”.
Insomma, Django Unchained, pellicola spettacolare sotto tutti i fronti, da apprezzare alla prima vistione e anche a tutte le successive.
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laplas
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martedì 22 gennaio 2013
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un po' di delusione
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Dopo il capolavoro Bastardi senza gloria sono rimasta un po' delusa nel vedere Django Unchained. Mi sono trovata di fronte ad una plot raccontata linearmente e con 0 colpi di scena, cosa che ha pregiudicato una storia interessante. All'inizio il film va molto a rilento salvo qualche sparatoria che ci fa svegliare; piano piano prende una sua forma anche se resta nascosta dietro un angolo un po' di noia pronta sempre a saltar fuori. Per fortuna ci sono gli attori che risolvono un po' la situazione e che sono riusciti a dare vita a dei personaggi strepitosi, primo fra tutti Christoph Waltz veramente eccezionale nell'interpretazione del Dr. Schultz. Un discorso a parte va fatto per il finale: davvero grandioso.
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Dopo il capolavoro Bastardi senza gloria sono rimasta un po' delusa nel vedere Django Unchained. Mi sono trovata di fronte ad una plot raccontata linearmente e con 0 colpi di scena, cosa che ha pregiudicato una storia interessante. All'inizio il film va molto a rilento salvo qualche sparatoria che ci fa svegliare; piano piano prende una sua forma anche se resta nascosta dietro un angolo un po' di noia pronta sempre a saltar fuori. Per fortuna ci sono gli attori che risolvono un po' la situazione e che sono riusciti a dare vita a dei personaggi strepitosi, primo fra tutti Christoph Waltz veramente eccezionale nell'interpretazione del Dr. Schultz. Un discorso a parte va fatto per il finale: davvero grandioso. La vendetta di Django era prevedibile, ma non importa perchè il modo in cui la porta a termine è veramente stupefacente. Non lo posso definire un capolavoro, ma neanche una schifezza, spero solo che il prossimo film di Tarantino sia un po' meno banale e un po' meno prevedibile.
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simonefi
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martedì 22 gennaio 2013
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l'unica pecca
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A mio avviso l'unica pecca è il ripetersi dello stile del personaggio del dottor Shultz rispetto al precendete "Bastardi senza gloria".
Pare quasi che Tarantino, notando il grande successo di Hans Landa, abbia voluto riproporre il personaggio, questa volta nei panni del dottor Shultz, per catturare da subito e per tutto il film l'attenzione del pubblico.. Già fatto! Già in "Bastardi" Christoph Waltz era il primo personaggio che appariva, con la sua parlantina ammaliante, con la sua sfacciataggine, con la sua strasicurezza in sè stesso, e per giunta lo ripropone nuovamente in veste di tedesco! Per tutto il film mi aspettavo che il personaggio non fosse realmente così, che mutasse un pò il suo modo di essere, invece non ho avuto sorprese.
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A mio avviso l'unica pecca è il ripetersi dello stile del personaggio del dottor Shultz rispetto al precendete "Bastardi senza gloria".
Pare quasi che Tarantino, notando il grande successo di Hans Landa, abbia voluto riproporre il personaggio, questa volta nei panni del dottor Shultz, per catturare da subito e per tutto il film l'attenzione del pubblico.. Già fatto! Già in "Bastardi" Christoph Waltz era il primo personaggio che appariva, con la sua parlantina ammaliante, con la sua sfacciataggine, con la sua strasicurezza in sè stesso, e per giunta lo ripropone nuovamente in veste di tedesco! Per tutto il film mi aspettavo che il personaggio non fosse realmente così, che mutasse un pò il suo modo di essere, invece non ho avuto sorprese.. Ecco questa è l'unica pecca che mi sento di far notare.
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s. rizzo
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martedì 22 gennaio 2013
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tarantino e un'altra ciambella col buco ma ... (1)
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"Signori, avevate la mia curiosità... Ma ora avete la mia attenzione". E’ una delle frasi più celebri del film "Django Unchained" , il nuovo lavoro di Quentin Tarantino. E quanto a curiosità e attenzione sembrerebbe proprio che questo capolavoro ne abbia fatto il pieno sia da parte del pubblico sia della critica. Eh già ,un capolavoro: su questo è difficile discutere. Ma ,come spesso accade per tutti i “masterpieces “, spesso si tratta di una “targhetta” impegnativa e difficile da portare attaccata.
Tuttavia, andiamo con ordine. Dal punto di vista prettamente tecnico la pellicola è impeccabile ,sfiora la perfezione: la fotografia è ottimale ;i paesaggi e l’ambientazione sono superlativi e oltremodo appropriati per un western che si propone anche di richiamare la tradizione del genere; ma alla vera punta di diamante si collocano il montaggio e le colonne sonore.
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"Signori, avevate la mia curiosità... Ma ora avete la mia attenzione". E’ una delle frasi più celebri del film "Django Unchained" , il nuovo lavoro di Quentin Tarantino. E quanto a curiosità e attenzione sembrerebbe proprio che questo capolavoro ne abbia fatto il pieno sia da parte del pubblico sia della critica. Eh già ,un capolavoro: su questo è difficile discutere. Ma ,come spesso accade per tutti i “masterpieces “, spesso si tratta di una “targhetta” impegnativa e difficile da portare attaccata.
Tuttavia, andiamo con ordine. Dal punto di vista prettamente tecnico la pellicola è impeccabile ,sfiora la perfezione: la fotografia è ottimale ;i paesaggi e l’ambientazione sono superlativi e oltremodo appropriati per un western che si propone anche di richiamare la tradizione del genere; ma alla vera punta di diamante si collocano il montaggio e le colonne sonore. Fred Raskin ,al montaggio, e Wylie Stateman ,al montaggio sonoro, danno il meglio di loro mettendo in scena espedienti ,tecniche e risultati creativi strepitosi mentre le scelte musicali non potevano essere più azzeccate (a parte Elisa). Con la selezione di un compositore tanto legato al mondo dello “spaghetti western” come Ennio Morricone e con un’alternanza di buoni stili l’esito è scontato. Non stupisce ,pertanto ,che proprio il signor Stateman abbia ricevuto una nomination all’Oscar. Ma tra tutti i nomi legati a questo lungometraggio non è ovviamente il solo ad attendere la statuetta dall’Accademy :come non considerare ,infatti, Christoph Waltz! Già vincitore del Golden Globe, sicuramente è nel cast quello che merita di più grazie alla sua mimica spontanea e alla sua recitazione sui generis. Tra gli attori ,però, anche Leonardo Di Caprio si distingue ,a differenza di Jamie Foxx e Samuel Jackson ,i quali hanno espresso tutte le loro magnifiche capacità più in altre pellicole.
E arriviamo dopo tutto ciò al grande Quentin ,che con qualche scena ci regala pure un cameo dedicato alla sua originale figura e un’uscita di scena “esplosiva”! Tarantino è un regista di primo livello, dietro la macchina da presa è in grado di competere con i big della storia del cinema e con “Django” lo dimostra eccome. Sa omaggiare il western con degli zoom che non si vedevano da un pezzo e sa mantenere una certa continuità con le peculiarità dei suoi precedenti lavori. Cionostante, si può dire che in questo film qualcosa cambi. Qualcuno potrebbe asserire che sia il più “normale” delle opere tarantiniane ,sempre un po’ definite “strane”. E in effetti diverse sperimentazioni che hanno segnato i suoi esordi cedono il passo a talune forme anche troppo classiche per uno come lui. Tali riscontri sono rilevanti soprattutto quando si parla in termini di sceneggiatura. Tra Tarantino regista e Tarantino sceneggiatore ,difatti, vi è una linea ;sottile ma c’è. I dialoghi di “Django Unchained” sono sì accattivanti ,geniali e divertenti ma in alcuni tratti manca loro quel poco in surplus di folle, delirante e provocatorio che connotava per esempio “Bastardi” ma anche “Pulp Fiction” o ”Le iene”. Non è ,comunque, una macchia nera ,solo una macchietta per quanto riguarda il bianco copione di Quentin. Allo stesso modo, di macchietta si può parlare in merito a certe aspettative che non sono state soddisfatte. E’ il caso dell’irriverente protagonista ,dal quale forse ci si sarebbe attesi un maggiore approfondimento della sua psicologia ,della sua storia e del suo comportamento. Restano scarsamente motivate alcune sue trasformazioni troppo repentine ,come quella da schiavo liberato a spaccone ammazza-tutti, e restano vagamente mostrati tratti di umanità ,che magari si potevano accentuare. Copensano il tutto ,ad ogni modo, il personaggio dell’affabile e caricaturale dottor King Shultz e quello dell’enigmatico e prevaricatore Calvin Candie.
(continua con la parte 2)
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boffese
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martedì 22 gennaio 2013
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tarantino a candyland
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Django Unchained e' un omaggio passionale al cinema spaghetti western italiano degli anni passati , una miriade di citazioni filmografiche che vanno dal grandissimo Sergio Leone fino a Corbucci e Barboni.
E' bizzarro , ma e' proprio su questo punto che s'infrange il regista del Tennesse , perche' a forza di omaggiare , si dimentica a tratti dell'originalita' e dei colpi di genio che solitamente ci ha conquistati nei precedenti film .
Django e' una grande pellicola , ma è la meno "Tarantinata", forse per questo non la si puo' considerare un vero capolavoro come successe per Pulp Fiction e Bastardi senza gloria.
Qualcosa gli e' sfuggito di mano , forse a livello registico ci si aspettava di piu'.
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Django Unchained e' un omaggio passionale al cinema spaghetti western italiano degli anni passati , una miriade di citazioni filmografiche che vanno dal grandissimo Sergio Leone fino a Corbucci e Barboni.
E' bizzarro , ma e' proprio su questo punto che s'infrange il regista del Tennesse , perche' a forza di omaggiare , si dimentica a tratti dell'originalita' e dei colpi di genio che solitamente ci ha conquistati nei precedenti film .
Django e' una grande pellicola , ma è la meno "Tarantinata", forse per questo non la si puo' considerare un vero capolavoro come successe per Pulp Fiction e Bastardi senza gloria.
Qualcosa gli e' sfuggito di mano , forse a livello registico ci si aspettava di piu'. Ci sono ottime riprese , ma poco personali ,poco caratterizzate dalla mano del geniale regista.
Sulla sceneggiatura c'è poco da dire , e' uno script fantastico ,originale , grottesco e divertente. La scena dei cappucci del Ku Klux Klan vale da sola il prezzo del biglietto.
Il cast e' stellare e ogni personaggio calza a pennello il viso e le gesta degli attori.
Il Dottor King Schultz interpretato dal bravissimo Christoph Waltz e' un personaggio in stato di grazia .
Anche il resto del cast fa la sua parte alla grande, con un Di Caprio mai visto prima nei panni del cattivo latifondista Calvin Candie , Samuel L. Jackson che interpreta il malvagio Stephen, il capo della servitu' e Jamie Fox nella parte di Django , che nell'ultima parte del film e' maestoso e si riprende la scena che per buona parte del film e' nelle mani , nel viso e nella lingua del Dottor King Schultz.
Geniale la colonna sonora che varia dal maestro Ennio Morricone e Luis Bacalov ,a James Brown e Jhonny Cash, fino ad arrivare al rap di Rick Ross e Rza.
Le musiche sottolineano il carattere della pellicola che mischia tradizione ed innovazione.
Django Unchained rimane un grandissimo film , una rappresentazione drammatica della schiavitu' in salsa Tenessee spettacolare , originale e sorprendente.
Aspettando Killer Crow che dovrebbe essere la chiusura spettacolare della trilogia della vendetta storica ideata dal regista piu' influente del cinema degli ultimi venti anni .
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tiziana2013
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martedì 22 gennaio 2013
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tarantino non delude mai!
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Django unchained non so se sia il miglior film di Tarantino, ma e’ senza dubbio un ottimo film fatto con ingredienti di primissima qualita’. Due ore di film che trascorrono velocemente tra dialoghi esilaranti e riflessioni indotte sul tema del razzismo e della schiavitu’.Puro divertimento, nel senso piu’ nobile del termine, divertimento visivo e mentale che trasforma la storia in ‘’un’altra storia’’,una storia resa ancor piu’ incisiva proprio perche’ esasperata e magistralmente scavata nelle sue dinamiche. Puo’ piacere o non piacere ma sicuramente fa discutere e affascina.. Tarantino parte con una dichiarazione d’amore nei confronti di un genere cinematografico, il western all’italiana e ci accompagna in una storia dissacrata e dissacrante, tra situazioni probabili ed improbabili, ma sicuramente non impossibili, filtrandole attraverso uno sguardo ironico.
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Django unchained non so se sia il miglior film di Tarantino, ma e’ senza dubbio un ottimo film fatto con ingredienti di primissima qualita’. Due ore di film che trascorrono velocemente tra dialoghi esilaranti e riflessioni indotte sul tema del razzismo e della schiavitu’.Puro divertimento, nel senso piu’ nobile del termine, divertimento visivo e mentale che trasforma la storia in ‘’un’altra storia’’,una storia resa ancor piu’ incisiva proprio perche’ esasperata e magistralmente scavata nelle sue dinamiche. Puo’ piacere o non piacere ma sicuramente fa discutere e affascina.. Tarantino parte con una dichiarazione d’amore nei confronti di un genere cinematografico, il western all’italiana e ci accompagna in una storia dissacrata e dissacrante, tra situazioni probabili ed improbabili, ma sicuramente non impossibili, filtrandole attraverso uno sguardo ironico.
La violenza s’ingentilisce e si acutizza quando i fiocchi di cotone si tingono di rosso. La storia si ribalta quando il nemico peggiore e’ un servo che ha dimenticato o finto di dimenticare le proprie origini. Si va per paradossi, si va per dialoghi sorprendenti ed esilaranti, si va per eccessi e sempre sopra le righe, ma tutto appare in un equilibrio perfetto.L’equilibrio dell’eccesso costante.. La sceneggiatura, il linguaggio, la musica, l’eccentricita’, tutto funziona alla perfezione. Indimenticabili i due improbabili cacciatori di taglie Resteranno nel nostro immaginario!.
Tarantino, ancora una volta, ha dimostrato di essere inimitabile, ineguagliabile, visonario, creativo e di andare oltre la storia, nella ‘’ sua ‘’ storia. Non a caso e’ presente come attore nel film.. Una ulteriore firma di autenticita’, se mai ce ne fosse biosogno!
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owanone
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martedì 22 gennaio 2013
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145 minuti, ma perchè?
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Tarantino si sa è un regista specializzato in parodia di generi e quindi lo spettatore ha questo in mente quando va a vedere un suo film. E lo stesso accade anche per Django. Mentre guardi il film ti aspetti che prima o poi la storia esca dal percorso della trama per approdare ad una serie di scene pulp, splatter, gore o semplicemente di sparatorie insensate e tanti morti ammazzati con teste che esplodono e amenità del genere. Con questa idea in mente, mentre si guarda Django, lo spettatore viene sorpreso perchè la trama c'è e la storia scivola via bene. Da sottolineare il tema della inaudita ferocia degli schiavisti e la sofferenza dei neri sottomessi. Nella storia del cinema sull'oppressione dei bianchi sui neri Django aggiunge veramente qualcosa di nuovo e questo è degno di nota sicuramente la parte migliore del film.
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Tarantino si sa è un regista specializzato in parodia di generi e quindi lo spettatore ha questo in mente quando va a vedere un suo film. E lo stesso accade anche per Django. Mentre guardi il film ti aspetti che prima o poi la storia esca dal percorso della trama per approdare ad una serie di scene pulp, splatter, gore o semplicemente di sparatorie insensate e tanti morti ammazzati con teste che esplodono e amenità del genere. Con questa idea in mente, mentre si guarda Django, lo spettatore viene sorpreso perchè la trama c'è e la storia scivola via bene. Da sottolineare il tema della inaudita ferocia degli schiavisti e la sofferenza dei neri sottomessi. Nella storia del cinema sull'oppressione dei bianchi sui neri Django aggiunge veramente qualcosa di nuovo e questo è degno di nota sicuramente la parte migliore del film. Lo spettatore riesce a provare angoscia guardando le scene che si svolgono nelle piantagioni del sud. Ma l'indole adolescenziale di Quentin non poteva non saltar fuori, quasi una pulsione irrefrenabile che esplode alla fine in fase di chiusura dopo 2 ore e 5 minuti circa. Django scatenato per l’appunto quindi una mega sparatoria con esplosione finale. Non solo spari ovviamente ma schizzi di sangue in abbondanza tanto per non smentirsi.
Insomma un modo qualsiasi per chiudere la storia e non si tratta solo di citare altri più famosi western.
Ma visto che QT gira film per i suoi fan e se voi foste uno di loro, non starete aspettando altro. Io personalmente mi sono fatto prendere dalla trama e per un attimo ho pensato che questa volta il film si chiudesse in modo credibile anche se un tantino sopra le righe invece no.
Altra cosa: il film ha una durata pazzesca 145 molti dei quali per lasciar spazio a dialoghi che non aggiungono proprio nulla alla storia.
Degna di nota l’ottima interpretazione di Leo di Caprio per rendere un proprietario schiavista perfido, cattivo e sadico, la parte del film dove c’è lui è sicuramente la migliore anche perché ci porta nel vivo della vita nella piantagione. Sacrificato Jamie Foxx che parla poco perché deve esprimersi dai gesti e dalla mimica facciale per esigenze di copione. Buono anche il lavoro svolto da Cristoph Walz e intensa anche se breve la partecipazione di SL Jackson che rende molto bene la figura del nero maggiordomo della casa padronale che vede nascere i padroncini bianchi per diventarne amico e confidente sempre che accetti di trattare male tutti gli altri e lo status quo. Molto azzeccati i personaggi dei cattivi di contorno, ma dove le ha trovate quelle facce?
Non sono un fan di QT e lo ammetto per cui mi scuso con loro se dico che se perdete questo film non ne soffrirete.
E chiudo dicendo che per me i suoi film migliori rimango a tutt’oggi Le Iene, Pulp Fiction e Jackie Brown e questo è l’ultimo prima della deriva fumettistico-spaghettowestern-bmovies-anni60.
Domanda: ma nel 1858 i neri già usavano l'espressione Motherfucker?
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[+] indole adolescenziale?
(di paolo salvaro)
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[+] tre punti deboli
(di thecrow56)
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(di boyracer)
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(di gengio87)
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pik84
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martedì 22 gennaio 2013
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davvero un bel film....
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Tarantino non si smentisce mai e dopo un altro epico film come bastardi senza gloria continua con Django. Christopher Waltz davvero eccezionale, da ricordare la scena di di caprio con il teschio.Jamie fox fa la sua bella figura, però secondo me, ci si ricorderà soprattutto di waltz e della sua ironia e di Monsieur Candy. In generale è davvero un bel film pieno di colpi di scena(chi non li ha trovati non so che film ha visto.....). Tarantino ripercorre la storia dello schiavismo dei negri e tremite musiche davvero azzeccate riesce nel suo intento. Pieno di scene belle e divertenti (come nel caso dei cappucci bianchi e il cavallo di shultz che saluta ahaha) e ovviamente pieno di scene crude com'è nel suo genere.
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Tarantino non si smentisce mai e dopo un altro epico film come bastardi senza gloria continua con Django. Christopher Waltz davvero eccezionale, da ricordare la scena di di caprio con il teschio.Jamie fox fa la sua bella figura, però secondo me, ci si ricorderà soprattutto di waltz e della sua ironia e di Monsieur Candy. In generale è davvero un bel film pieno di colpi di scena(chi non li ha trovati non so che film ha visto.....). Tarantino ripercorre la storia dello schiavismo dei negri e tremite musiche davvero azzeccate riesce nel suo intento. Pieno di scene belle e divertenti (come nel caso dei cappucci bianchi e il cavallo di shultz che saluta ahaha) e ovviamente pieno di scene crude com'è nel suo genere. Un film lungo ma intrigante e appassionante. Poi la colonna sonora finale di trinità conclude in bellezza. Non voglio sostituire Tarantino....ma io avrei chiuso il film con il sorriso finale di Django dopo l'esplosione.
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joker 91
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martedì 22 gennaio 2013
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django
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Tarantino riporta con forza il genere western a livelli epici. il cast è incredibile,bravissimi Walz ed Leonardo di Caprio in un villain hamleto perfetto mentre Foxx è abbastanza sottotono.
Il film di Tarantino è un concentrato di cultura,pop,azione,riflessione ed soprattutto affronta una bellissima storia d'amore fondendo il tutto con miriadi di citazione al grande western all'italiana passando da Corbucci a Leone,la presenza del grande vecchio django Franco Nero non è un caso. Il film si avvale di una sceneggiatura che dimostra l'ottima l'autorialità tarantiniana dove cultura ed umorismo si miscelano. Il monologo di Di Caprio col teschio è da antologia sia per la recitazione che per il significato.
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Tarantino riporta con forza il genere western a livelli epici. il cast è incredibile,bravissimi Walz ed Leonardo di Caprio in un villain hamleto perfetto mentre Foxx è abbastanza sottotono.
Il film di Tarantino è un concentrato di cultura,pop,azione,riflessione ed soprattutto affronta una bellissima storia d'amore fondendo il tutto con miriadi di citazione al grande western all'italiana passando da Corbucci a Leone,la presenza del grande vecchio django Franco Nero non è un caso. Il film si avvale di una sceneggiatura che dimostra l'ottima l'autorialità tarantiniana dove cultura ed umorismo si miscelano. Il monologo di Di Caprio col teschio è da antologia sia per la recitazione che per il significato. Il tema della schiavitù nera in epoca moderna è affrontato nel migliore dei modi mettendo a nudoquella brutalità ed quel mondo su cui moltissimi registi hanno fatto la loro fortuna. Un film con messaggio e critica sociali,citazionistico,divertente,umoristico ma anche culturalmente utile e pieno di
significato-tutto questo è DJANGO
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