paopao24
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mercoledì 23 gennaio 2013
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niente da dire, capolavoro
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davvero un film geniale e unico
[+] esagerato
(di mantaor)
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mantaor
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mercoledì 23 gennaio 2013
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nulla di che
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Il film si basa su Waltz e Di Caprio, entrambi molto bravi. Jackson, capace come sempre. Gli altri sono solo comparse. Il vero punto debole è la sceneggiatura banale oltre il sopportabile; sono passati i bei tempi di pulp fiction e jackie brown. Dopo questi 2 titoli nettamente sopra tutti gli altri, Tarantino vive di amicizie nel senso che imbottisce i suoi film di amici attori bravi e famosi e qualcosa di positivo ne esce fuori ma non certo per merito suo. Waltz e Di Caprio sono bravi attori a prescindere. Tornando al film, colonna sonora caotica e in ogni caso male assortita: da dies irae a pezzi hip hop. Sangue finto e slow motion a profusione nelle sparatorie, che noia. Bella la sigla, ovviamente è quella di Django del 66.
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Il film si basa su Waltz e Di Caprio, entrambi molto bravi. Jackson, capace come sempre. Gli altri sono solo comparse. Il vero punto debole è la sceneggiatura banale oltre il sopportabile; sono passati i bei tempi di pulp fiction e jackie brown. Dopo questi 2 titoli nettamente sopra tutti gli altri, Tarantino vive di amicizie nel senso che imbottisce i suoi film di amici attori bravi e famosi e qualcosa di positivo ne esce fuori ma non certo per merito suo. Waltz e Di Caprio sono bravi attori a prescindere. Tornando al film, colonna sonora caotica e in ogni caso male assortita: da dies irae a pezzi hip hop. Sangue finto e slow motion a profusione nelle sparatorie, che noia. Bella la sigla, ovviamente è quella di Django del 66. Comicità fuori luogo e la solite parolacce che non c'entrano niente. Sperimentare o osare sono decisamente altre cose.
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(di thecrow56)
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(di mantaor)
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derriev
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mercoledì 23 gennaio 2013
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tarantino... impegnato"
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Un film che sembra sancire la svolta "impegnata" di Tarantino: dopo l'Olocausto, la Schiavitù degli afroamericani.
La trama: 1860. Django è uno schiavo africano liberato da un tedesco arrivato in America, cacciatore di taglie; questi, di mentalità aperta, lo aiuterà a ritrovare la moglie, schiava di un altro proprietario.
Sfrondiamo subito i dubbi della frase di apertura: il film è in pratica un fumettone con personaggi a tutto tondo, al limite della caricatura, e situazioni sull'orlo del credibile.
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Un film che sembra sancire la svolta "impegnata" di Tarantino: dopo l'Olocausto, la Schiavitù degli afroamericani.
La trama: 1860. Django è uno schiavo africano liberato da un tedesco arrivato in America, cacciatore di taglie; questi, di mentalità aperta, lo aiuterà a ritrovare la moglie, schiava di un altro proprietario.
Sfrondiamo subito i dubbi della frase di apertura: il film è in pratica un fumettone con personaggi a tutto tondo, al limite della caricatura, e situazioni sull'orlo del credibile.
La grandezza di Tarantino, in fondo, è nell'avere la mano facile nella sceneggiatura, e ovviamente nei dialoghi che però qui sono meno scoppiettanti del solito, complice forse il "tema" più serio-so.
Per il resto alcune ingenuità in regia; l'uso delle "zummate" a periodi alterni (ovvio che sono "citazioni": ma se fossero rielaborate o "pensate", sarebbero usate in tutto l'arco del film e in modo creativo); i dettagli inutili, come un boccale di birra in riempimento; luce che non si sa da dove venga (tutta la sequenza iniziale notturna).
E poi quell'inutile truculenta poltiglia di sangue: che non mi si venga a dire, ma per me Tarantino è un po' deviato…
Che resta allora?
Il film sfrutta bene, per almeno due terzi, uno dei temi prediletti del regista: il desiderio e il compiersi della vendetta, con tensione e ritmo assicurati.
Peccato che per l'ultimo terzo del film la trama si attorcigli un po', rendendo il film più noioso e ripetitivo, per implodere in un finale davvero troppo "happy ending": loro due a cavallo, dopo un massacro, sorridenti e giulivi come "turisti per caso".
Un discreto film, quasi buono, ma siamo lontani eoni dalla grandezza di "Pulp fiction".
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marinabelinda
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mercoledì 23 gennaio 2013
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la 'd' è muta, ma il film urla
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Scrivere una recensione su Django Unchained è davvero cosa difficile.
Ho iniziato ad apprezzare i film western dopo Balla coi Lupi, e ammetto di non aver mai preso troppo in considerazione gli spaghetti western. Mi dovrò ricredere.
Django trascende i generi. Parla dello schiavismo con alta moralità (come un western contemporaneo, da Piccolo Grande Uomo in avanti) e parla di vendetta (come uno spaghetti western e nell'ottica di Tarantino), ma quello che ne esce è un prodotto assolutamente originale.
La centralità del racconto è evidentissima, scandita da passaggi scritti, da flashback e da immagini quasi subliminali.
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Scrivere una recensione su Django Unchained è davvero cosa difficile.
Ho iniziato ad apprezzare i film western dopo Balla coi Lupi, e ammetto di non aver mai preso troppo in considerazione gli spaghetti western. Mi dovrò ricredere.
Django trascende i generi. Parla dello schiavismo con alta moralità (come un western contemporaneo, da Piccolo Grande Uomo in avanti) e parla di vendetta (come uno spaghetti western e nell'ottica di Tarantino), ma quello che ne esce è un prodotto assolutamente originale.
La centralità del racconto è evidentissima, scandita da passaggi scritti, da flashback e da immagini quasi subliminali.
La colonna sonora e la grafica d'antan sono spettacolari. Il cameo di Franco Nero è quasi un passaggio di testimone.
Gli attori sono bravissimi. E se è vero che Leonardo Di Caprio disegna un perfetto villain (peccato che abbia sempre il volto da adolescente, perchè è bravissimo), Samuel L.Jackson è straordinario. Odioso e trasformista in modo mirabile.
Ma la coppia Schultz - Django è perfetta sia per gli interpreti che per i pesonaggi. L'amicizia virile, l'aiuto di Schultz a far crescere Django sono descritti compiutamente da silenzi, fiumi di parole e sguardi. E bellissimo è il paragone di Django con Sigfrido.
Il dialogo è interessante, elegante e a volte addirittura spassoso.
Purtroppo non ho potuto apprezzare le citazioni, non avendo visto (faccio ammenda) i film isipiratori. L'unico parallelismo che ho percepito (e mi auguro non sia una mia sovrapposizione) è con Il Gladiatore e con Braveheart: entrambi i protagonisti vedevano la donna amata con gli occhi dell'anima, entrambi ricercavano la libertà con tutte le loro forze.
Quello che mi ha disorientato è la netta differenza tra il primo e il secondo tempo. Nella prima parte la violenza è più intuita che espressa; nella seconda parte, quasi per compensare, scorre il sangue. E' il marchio di Tarantino. Si ama o si odia, ma non si può non apprezzare. E lo spartiacque tra le due parti è il confronto tra Candie e Schultz: il formalismo contrapposto alla moralità, magari terribile (Schultz spara senza farsi troppi problemi) ma profondamente commossa e rispettosa della dignità: non è più necessaria la pantomima, si può finalmente dimostrare tutto il disappunto per un uomo spregevole vestito a festa.
Bellissimo. Da vedere assolutamente.
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(di boyracer)
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ratzo
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mercoledì 23 gennaio 2013
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splatter, west e rivalsa
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Dire che è un capolavoro, non mi pare il caso, detto questo è sicuramente un film da rivedere. Per me che non sono un amante del genere ma un appassionato di Trantino, non posso che togliermi il cappello difronte a questa pellicola, come non ho potuto non applaudire alla fine del film. La trama ho scoperto essere un remake di un altro film, contaminato da altri titoli che tratano tutti una storia simile. La pellicola è ambientata due anni prima della guerra fra nordisti e sudisti, l'unica guerra interna dalla costituzione degli stati uniti d'america. Il contesto è dei più spietati, la schiavitù porta i segni sulla pelle della propria indolenza e gli schiavi misurano la propria qualità di vita in base a quello.
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Dire che è un capolavoro, non mi pare il caso, detto questo è sicuramente un film da rivedere. Per me che non sono un amante del genere ma un appassionato di Trantino, non posso che togliermi il cappello difronte a questa pellicola, come non ho potuto non applaudire alla fine del film. La trama ho scoperto essere un remake di un altro film, contaminato da altri titoli che tratano tutti una storia simile. La pellicola è ambientata due anni prima della guerra fra nordisti e sudisti, l'unica guerra interna dalla costituzione degli stati uniti d'america. Il contesto è dei più spietati, la schiavitù porta i segni sulla pelle della propria indolenza e gli schiavi misurano la propria qualità di vita in base a quello. Chi ha segni visibili di punizione non può servire nelle case, quindi sarà costretto a lavori più umili. Il racconto si snoda intorno ad un duo improbabile per il tempo, ma non per questo irreale: un dentista che di mestiere fa il cacciatore di taglie ed uno schiavo afroamericano che verrà prima acquistato e poi liberato dallo stesso dentista. Lo schiavo, il nostro eroe Django, ha una moglie che vuole a tutti i costi liberare e per tutto il film avrà delle allucinazioni che la ritraggono in abiti eleganti ed in contesti romantici, oppure nuda immersa nell'acqua. Questo escamotage narrativo offrirà allo spettatore un'iniezione di tristezza e rammarico , quando ella verrà trovata. Schiava ed in punizione sotto terra, le moglie del nostro eroe verrà recuperata dal suo giaciglio di penitenza per un vezzo di compravendita. E' proprio questa la crudezza che maggiormente appare nel film, una pochezza umana che ha visto accadimenti inenarrabili agli occhi di spettatori ingenui, oggi, dopo film splatter ed horror di ogni genere, ci si può permettere di vedere e di realizzare la cattiveria nelle sue crude spoglie: dalle scudisciate a sangue freddo, alla violenza gratuita fra schiavi per il diletto dei loro proprietari, fino ad arrivare a scene dove, per negligenza, uno schiavo viene sbranata da una coppia di cani. Penso che sia anche questo l'apporto migliore di questo film, sottolineare come la vita umana possa essere considerata alla stregua di un pezzo di carne, un oggetto, una proprietà privata, come si potesse comprare e se ne potesse fare ciò che si voleva. Non c'è da stupirsi se Django proverà piacere a fare il cacciatore di taglie, tutti bianchi.
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tiamaster
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mercoledì 23 gennaio 2013
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maestri davanti e dietro la cinepresa
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Il grande Quentin Tarantino, uno dei più grandi registi contemporanei torna dietro la cinepresa a tre anni dal suo ultimo capolavoro "bastardi senza gloria" per rendere omaggio a un genere che ha sempre influenzato le sue opere: il western. Inutile dire che il risultato è stratosferico. "Django Unchained" oltre
ad essere diretto da favola, sempre con gusto, originalità e ironia vanta un cast di attori stellari, che spiazzano da una nuova stella del cinema contemporaneo, Christoph Waltz, vincitore del Oscar per bastardi senza gloria e altrettanto straordinario nel capolavoro "carnage", che già è uno degli attori che apprezzò di più negli ultimi tempi al grande Leonardo di Caprio, che ci regala un villain folle e sadico con un interpretazione veramente d'applausi (vergognosa la mancata nomination al Oscar, e ancora più vergognoso il fatto che non ne abbia mai vinto uno) e và sottolineata la superba prova di Jamie Foxx, attore che in genere non amo.
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Il grande Quentin Tarantino, uno dei più grandi registi contemporanei torna dietro la cinepresa a tre anni dal suo ultimo capolavoro "bastardi senza gloria" per rendere omaggio a un genere che ha sempre influenzato le sue opere: il western. Inutile dire che il risultato è stratosferico. "Django Unchained" oltre
ad essere diretto da favola, sempre con gusto, originalità e ironia vanta un cast di attori stellari, che spiazzano da una nuova stella del cinema contemporaneo, Christoph Waltz, vincitore del Oscar per bastardi senza gloria e altrettanto straordinario nel capolavoro "carnage", che già è uno degli attori che apprezzò di più negli ultimi tempi al grande Leonardo di Caprio, che ci regala un villain folle e sadico con un interpretazione veramente d'applausi (vergognosa la mancata nomination al Oscar, e ancora più vergognoso il fatto che non ne abbia mai vinto uno) e và sottolineata la superba prova di Jamie Foxx, attore che in genere non amo. Quali sono i difetti di Django? Nessuno in particolare, in quanto è un'opera che rasenta la perfezione (tra l'altro il mix dei generi western-pulp/splatter è sublime), si ha solo la sensazione che manchino "quei colpi di genio in più" che avevano invece Pulp Fiction (uno dei miei film preferiti), Kill Bill (anche), le iene e bastardi senza gloria, ma il prodotto finale è qualcosa di veramente rarissimo nel panorama cinematografico contemporaneo.
Per finire: il cameo di Don Johnson, il personaggio di Samuel Lee Jackson e la scena comica del klu klux klan sono il massimo, e anche il tema della schiavitù, a differenza di quanto dice qualcuno, è trattato con molto rispetto e comunque ne vengono descritti gli orrori anche se non chiaramente come qualcuno vorrebbe, per intendermi, la crudissima scena dello schiavo che viene fatto sbranare dai cani non è messa dentro a caso come potrebbe sembrare, ma di esempi c'è ne sono a non finire, e solo che vengono narrati "alla tarantino" e non tutti lo capiscono....
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paopao24
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mercoledì 23 gennaio 2013
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capolavoro assoluto del cinema moderno
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Se questo non è un capolavoro? Qualcosa di indescrivibile, emozionante per 165 minuti
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domi shultz
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mercoledì 23 gennaio 2013
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django !
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Il Dottor King Schultz(Waltz)libera Django (Foxx) con in cambio il suo aiuto per trovare dei banditi. In seguito Django si dirige insieme al dottore per liberare sua moglie (Washington) schiava del perfido Calvin
Candie (Di Caprio).Tarantino non poteva sbagliare con il suo genere
preferito,infatti ci regala un vero e propio capolavoro del western.
Con il suo cinema Quentin fa entrare nel suo mondo folle e ricco
di citazioni.Sorregono il film la regia , la sceneggiatura (splendide)le battute taglienti,le interpretazioni di Waltz e
Di Caprio e la colonna sonora.La pellicola inizia alla Tarantino prosegue alla Tarantino e tra lo sviluppo e la fine
c'è una parte che si puo definire più riflessiva e drammatica.
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Il Dottor King Schultz(Waltz)libera Django (Foxx) con in cambio il suo aiuto per trovare dei banditi. In seguito Django si dirige insieme al dottore per liberare sua moglie (Washington) schiava del perfido Calvin
Candie (Di Caprio).Tarantino non poteva sbagliare con il suo genere
preferito,infatti ci regala un vero e propio capolavoro del western.
Con il suo cinema Quentin fa entrare nel suo mondo folle e ricco
di citazioni.Sorregono il film la regia , la sceneggiatura (splendide)le battute taglienti,le interpretazioni di Waltz e
Di Caprio e la colonna sonora.La pellicola inizia alla Tarantino prosegue alla Tarantino e tra lo sviluppo e la fine
c'è una parte che si puo definire più riflessiva e drammatica.La conclusione sprigiona vendetta , violenza e colpi di scena.Bellissima anche la fotografia e le scenografie . Una piccola critica da fare è il finalissimo esagerato
forse troppo anche se parliamo parliamo di un film di tarantino.Quindi in poche parole Django Unchained è BELLISSIMO !
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domi shultz
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mercoledì 23 gennaio 2013
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django !
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Il Dottor King Schultz(Waltz)libera Django (Foxx) con in cambio il suo aiuto per trovare dei banditi. In seguito Django si dirige insieme al dottore per liberare sua moglie (Washington) schiava del perfido Calvin
Candie (Di Caprio).Tarantino non poteva sbagliare con il suo genere
preferito,infatti ci regala un vero e propio capolavoro del western.
Con il suo cinema Quentin fa entrare nel suo mondo folle e pieno
di citazioni.Sorregono il film la regia , la sceneggiatura (splendide)le battute taglienti,le interpretazioni di Waltz e
Di Caprio e la colonna sonora.La pellicola inizia alla Tarantino prosegue alla Tarantino e tra lo sviluppo e la fine
c'è una parte che si puo definire più riflessiva e drammatica.
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Il Dottor King Schultz(Waltz)libera Django (Foxx) con in cambio il suo aiuto per trovare dei banditi. In seguito Django si dirige insieme al dottore per liberare sua moglie (Washington) schiava del perfido Calvin
Candie (Di Caprio).Tarantino non poteva sbagliare con il suo genere
preferito,infatti ci regala un vero e propio capolavoro del western.
Con il suo cinema Quentin fa entrare nel suo mondo folle e pieno
di citazioni.Sorregono il film la regia , la sceneggiatura (splendide)le battute taglienti,le interpretazioni di Waltz e
Di Caprio e la colonna sonora.La pellicola inizia alla Tarantino prosegue alla Tarantino e tra lo sviluppo e la fine
c'è una parte che si puo definire più riflessiva e drammatica.La conclusione sprigiona vendetta , violenza e colpi di scena.Bellissima anche la fotografia e le scenografie . Una piccola critica da fare è il finalissimo esagerato
forse troppo anche se parliamo parliamo di un film di tarantino.Quindi in poche parole Django Unchained è BELLISSIMO !
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19evvai
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mercoledì 23 gennaio 2013
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non ho parole
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Questo film è poetico, bello e profondo
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