alfredo patania
|
domenica 20 gennaio 2013
|
un classico
|
|
|
|
Se i sedicenti cinefili e tarantinofili fossero davvero dei cinefili e dei tarantinofili non saremmo costretti ad assistere all'orrendo spettacolo delle recensioni in cui, pur apprezzando il film, ne denunciano comunque la mancanza di "un non so che", quando non ne compiangono infantilmente la perdita del "Tarantino style", dei suoi "dialoghi assurdi", del suo inconfondibile tocco, eccetera. Infatti del Tarantino Style, a questo film, non manca assolutamente niente. I cinefili aprano le orecchie: si tratta semplicemente di un classico. Un classico firmato Tarantino. Che il nostro abbia abbandonato le strade della provocazione registica e drammaturgica - su tutti Pulp Fiction - e si sia avventurato nella terra della narrazione classica - tre atti, un eroe, una trama - non significa che non ci sia il suo marchio.
[+]
Se i sedicenti cinefili e tarantinofili fossero davvero dei cinefili e dei tarantinofili non saremmo costretti ad assistere all'orrendo spettacolo delle recensioni in cui, pur apprezzando il film, ne denunciano comunque la mancanza di "un non so che", quando non ne compiangono infantilmente la perdita del "Tarantino style", dei suoi "dialoghi assurdi", del suo inconfondibile tocco, eccetera. Infatti del Tarantino Style, a questo film, non manca assolutamente niente. I cinefili aprano le orecchie: si tratta semplicemente di un classico. Un classico firmato Tarantino. Che il nostro abbia abbandonato le strade della provocazione registica e drammaturgica - su tutti Pulp Fiction - e si sia avventurato nella terra della narrazione classica - tre atti, un eroe, una trama - non significa che non ci sia il suo marchio. Certo, è una narrazione che conosciamo meglio e in un certo senso siamo capaci di prevedere. Una narrazione che ci dice: non voglio provocare, soltanto raccontare. Una scelta del genere da parte di un artista intensamente provocatorio, una volta, sarebbe stata accolta dalla critica come "la maturità" del suddetto, la sua creatività adulta. Oggi, dove ci piace badare di più agli schizzi di sangue che alle storie e al loro significato, viene letta come una perdita. Una perdita di che? Tarantino ci mette da anni di fronte a storie di emancipazione e di liberazione. Dal gangster Jules e dal pugile Butch, che fuggono dai loro mondi violenti per rincorrere sè stessi, a una Black Mamba che lotta per diventare donna e madre, a una banda di americani che libera il mondo da Hitler, a questo meraviglioso e intenso Django, eroe classico che lotta per la libertà. Inutile stare a parlare dei dialoghi, che sono la cosa che di Tarantino salta sempre all'occhio superficiale, abbagliato da ciò che è messo lì per abbagliare, stupito dal sangue, spiazzato dai colpi di scena, divertito dalla colonna sonora. Questo è un film adulto, che parla di cose adulte, rivolto a gente adulta, cui non frega niente del Tarantino style, che lascerei tranquillamente ai tredicenni che cercano intrattenimento.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alfredo patania »
[ - ] lascia un commento a alfredo patania »
|
|
d'accordo? |
|
tristaaaannn
|
domenica 20 gennaio 2013
|
tarantino sa il fatto suo signori!
|
|
|
|
E' un capolavoro, senza dubbio. Erano anni che non vedevo un film fatto così bene al cinema. Bene bene bene sono ancora entusiasta di averlo visto. Pieni voti su tutto: attori, storia, ritmi, inquadrature, emozioni, alternanza drammaticità/ironia, colpi di segna, finale...
Insomma è da vedere e, vi assicuro, non lo scorderete appena risaliti in auto come purtropppo succede molto spesso in questi anni...
(della serie se "vita di pi" ha 11 nomination agli oscar, questo ne dovrebbe avere almeno 45...)
|
|
[+] lascia un commento a tristaaaannn »
[ - ] lascia un commento a tristaaaannn »
|
|
d'accordo? |
|
gabriele.vertullo
|
sabato 19 gennaio 2013
|
un tarantino che si ripete e si diverte
|
|
|
|
Sebbene sarebbe stato logico aspettarsi distese sconfinate di piantagioni e moltitudini di schiavi sudanti e sanguinanti, ebbene questo non è e non vuole essere Django Unchained; come non lo fu Inglourious Basterds nell’Europa antisemita. Ma se il precedente film del regista Quentin Tarantino fu spietatamente vincente nell’ambiziosa e provocatoria riscrittura artistica di una delle più scabrose pagine della nostra storia, piegata e modellata secondo la violenta estetica tarantiniana e la sua peculiare visione cinematografica, in Django la lente si restringe drasticamente, perché questa è sostanzialmente una storia privata, sforzatamente parlando una storia d’amore, ma costruita e scandita secondo i medesimi schemi e stilemi del precedente film, così che non sarà difficile ravvisare scene speculari, con l’unica eccezione che qui la sostanza non è sufficientemente in grado di reggere la narrazione, e là dove avevamo l’efferato confronto tra ebrei e nazisti, ora caratteri decisamente più bifolchi e grossolani, a tratti macchiette anchilosate.
[+]
Sebbene sarebbe stato logico aspettarsi distese sconfinate di piantagioni e moltitudini di schiavi sudanti e sanguinanti, ebbene questo non è e non vuole essere Django Unchained; come non lo fu Inglourious Basterds nell’Europa antisemita. Ma se il precedente film del regista Quentin Tarantino fu spietatamente vincente nell’ambiziosa e provocatoria riscrittura artistica di una delle più scabrose pagine della nostra storia, piegata e modellata secondo la violenta estetica tarantiniana e la sua peculiare visione cinematografica, in Django la lente si restringe drasticamente, perché questa è sostanzialmente una storia privata, sforzatamente parlando una storia d’amore, ma costruita e scandita secondo i medesimi schemi e stilemi del precedente film, così che non sarà difficile ravvisare scene speculari, con l’unica eccezione che qui la sostanza non è sufficientemente in grado di reggere la narrazione, e là dove avevamo l’efferato confronto tra ebrei e nazisti, ora caratteri decisamente più bifolchi e grossolani, a tratti macchiette anchilosate.
Django (Jamie Foxx) è un vacillante e inesperto schiavo nero che viene emancipato dal giuridicamente corretto Dr. King Schultz (Christoph Waltz), cacciatore di taglie tedesco. Quella che avrebbe dovuto essere una tempestiva collaborazione si trasformerà ben presto in un solido sodalizio e un percorso di dirozzamento per il giovane Django. Con l’entrata in scena di Calvin Candie (Leonardo DiCaprio), il sadico negriero di marca aristocratica, il film volta decisamente pagina, si percepisce una decisa spaccatura con la prima parte: i personaggi di Django e Schultz subiscono un rovesciamento di ruoli nella condotta e negli atteggiamenti, e il soverchiante personaggio di Leonardo DiCaprio ripara alle molte deficienze della vicenda.
Il film si sostiene soprattutto sulla dialettica e la caratterizzazione d’eloquio dei personaggi “dotti”, in una sorta di sfida di creanza ed arte retorica. Al linguaggio pedante e cancelleresco del tedesco Schultz, si oppone la facondia sdottoreggiante e pretenziosamente letteraria di Calvin, così che risultano maggiormente agguerriti e avvincenti gli scontri a tavolino rispetto alle prevedibili e logorate sferzate e sparatorie.
Tra dinamiche meccaniche e inquadrature divertite Tarantino confonde e si confonde con risorse inspiegabilmente e ingiustificatamente contaminate e stridenti: si spazia da Morricone alla rap-music, da immagini western-retro alle sfarzosissime tappezzerie di casa DiCaprio;in un complesso di soluzioni rabberciate.
Per i cinefili più irriducibili non resta che fantasticare proiettando lo scontro tra Jamie Foxx (Ray) e Leonardo DiCaprio (The Aviator) all’ormai lontano Oscar 2004 quando inaspettatamente DiCaprio incominciò la sua sfortunata serie d’insuccessi, e se da un lato Django cavalca con gli occhialini da sole in stile aviatore, dall’altro non ci resta che ammiccare all’ennesima straordinaria interpretazione di Christoph Waltz, l’unico in gara quest’anno per una statuetta.
[-]
[+] sono d'accordo...
(di antonio montefalcone)
[ - ] sono d'accordo...
|
|
[+] lascia un commento a gabriele.vertullo »
[ - ] lascia un commento a gabriele.vertullo »
|
|
d'accordo? |
|
joker.bane
|
sabato 19 gennaio 2013
|
il colpo di frusta di django non lascia il segno
|
|
|
|
Tipico di Tarantino,almeno dal mio punto di vista,gettare buone basi per un film e poi non saperlo sviluppare a dovere. Ammetto di non amare particolarmente il suo stile cinematografico ma Django Unchained mi stuzzicava ,e non poco ma come afferma lo stesso Quentin il suo cinema o si ama o si odia.
Questa volta abbiamo a che fare con un film che utilizza come sfondo per raccontare la storia di Django Freeman in cerca di sua moglie, la schiavitù negli Stati Uniti durante il 1800 la quale viene trattata con un tono violento come è solito utilizzare Tarantino e allo stesso tempo ironico. Proprio questo è l'elemento che poteva essere innovativo tenendo presente anche la straordinaria interpretazione di Leonardo DiCaprio del malvagio Calvin Candie,gli ottimi costumi,la colonna sonora e chi più ne ha più ne metta; tutto ciò fa parte di una narrazione lenta e stamcante.
[+]
Tipico di Tarantino,almeno dal mio punto di vista,gettare buone basi per un film e poi non saperlo sviluppare a dovere. Ammetto di non amare particolarmente il suo stile cinematografico ma Django Unchained mi stuzzicava ,e non poco ma come afferma lo stesso Quentin il suo cinema o si ama o si odia.
Questa volta abbiamo a che fare con un film che utilizza come sfondo per raccontare la storia di Django Freeman in cerca di sua moglie, la schiavitù negli Stati Uniti durante il 1800 la quale viene trattata con un tono violento come è solito utilizzare Tarantino e allo stesso tempo ironico. Proprio questo è l'elemento che poteva essere innovativo tenendo presente anche la straordinaria interpretazione di Leonardo DiCaprio del malvagio Calvin Candie,gli ottimi costumi,la colonna sonora e chi più ne ha più ne metta; tutto ciò fa parte di una narrazione lenta e stamcante.
Django Unchained: un capolavoro sprecato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a joker.bane »
[ - ] lascia un commento a joker.bane »
|
|
d'accordo? |
|
pablito72
|
sabato 19 gennaio 2013
|
tarantino in risalita
|
|
|
|
Partiamo dal presupposto che si parla del regista più sopravvalutato degli ultimi 30 anni, se escludiamo il capolavoro Pulp Fiction (nulla da dire qui) e 2 buone pellicole come Le Iene e Jackie Brown, il resto sono tutti filmetti godibili e divertenti certo, ma autentiche americanate di serie B. Vi cito giusto qualche nome di grande maestro nonchè regista; Scorsese, Coppola, Fellini, Leone, Eastwood, De Palma, ecco il buon vecchio Quentin potrebbe giusto fare da porta borse a questi autentici mostri. Detto questo il film è più che buono, direi assolutamente originale, con svariati colpi di scena, anche se la trama per un western è un po forzata e ridicola se vogliamo, ma va detto comunque che il film scorre bene senza mai annoiare, sorretto da un cast eccezionale, anche questo va sottolineato.
[+]
Partiamo dal presupposto che si parla del regista più sopravvalutato degli ultimi 30 anni, se escludiamo il capolavoro Pulp Fiction (nulla da dire qui) e 2 buone pellicole come Le Iene e Jackie Brown, il resto sono tutti filmetti godibili e divertenti certo, ma autentiche americanate di serie B. Vi cito giusto qualche nome di grande maestro nonchè regista; Scorsese, Coppola, Fellini, Leone, Eastwood, De Palma, ecco il buon vecchio Quentin potrebbe giusto fare da porta borse a questi autentici mostri. Detto questo il film è più che buono, direi assolutamente originale, con svariati colpi di scena, anche se la trama per un western è un po forzata e ridicola se vogliamo, ma va detto comunque che il film scorre bene senza mai annoiare, sorretto da un cast eccezionale, anche questo va sottolineato. Insomma direi che dopo le ultime pellicole scialbe Grindhouse (forse il film più brutto e insignificante mai visto in vita mia) e Bastardi senza Gloria (divertente ma demenziale all'ennesima potenza) questa volta Tarantino ha dato un gran segnale di ripresa, un buon film, a tratti Pulp Fictionesco, ma ancora piuttosto lontano dall'unico grande capolavoro del regista.
[-]
[+] wow
(di alfredo patania)
[ - ] wow
[+] ma per piacere....
(di paranoidandroid)
[ - ] ma per piacere....
|
|
[+] lascia un commento a pablito72 »
[ - ] lascia un commento a pablito72 »
|
|
d'accordo? |
|
donni romani
|
sabato 19 gennaio 2013
|
tarantino western, cinema puro!
|
|
|
|
Rilettura, omaggio, rielaborazione colta e divertita, parodia travolgente e critica sociale, Tarantino nel suo personalissimo western porta tutto il suo bagaglio culturale, tutto il suo genio creativo, tutto il divertimento di chi ama fare e guardare cinema allo stato puro e tutto il desiderio di dare vita - ridare vita - ad un genere che non è solo western, che non è solo epico, non è solo di denuncia, non è solo d'avventura, non è solo romantico e non è solo buddy buddy.
[+]
Rilettura, omaggio, rielaborazione colta e divertita, parodia travolgente e critica sociale, Tarantino nel suo personalissimo western porta tutto il suo bagaglio culturale, tutto il suo genio creativo, tutto il divertimento di chi ama fare e guardare cinema allo stato puro e tutto il desiderio di dare vita - ridare vita - ad un genere che non è solo western, che non è solo epico, non è solo di denuncia, non è solo d'avventura, non è solo romantico e non è solo buddy buddy. Perchè Tarantino non è solo regista, è anche grandissimo sceneggiatore (e infatti puntualmente è arrivato il Golden Globe per la sceneggiatura) e quindi porta i suoi dilatatissimi dialoghi in un contesto palesemente d'azione, ed è anche un cultore del passato, e quindi porta quel gusto old style di titoli rosso fuoco Anni 70, di musiche evocative a dir poco, di sguardi di ghiaccio e pistole di fuoco che nelle sue mani diventano materia nuova plasmata dalla sua arte. La scena si apre su una fila di schiavi condotti in catene nella notte. Da lontano arriva un uomo su un carretto sormontato da un dente, tale dottor King Schultz (un perfetto e carismatico Christoph Waltz appena premiato con il Golden Globe per questo ruolo), pesante accento tedesco (se potete godetevi il film in originale perchè i tanti accenti sono una chicca in più) e aria pacata e signorile, che non esita a far fuoco con una freddezza ed una precisione impressionante però, pur di liberare uno schiavo che può aiutarlo a catturare tre banditi. Perchè il mite dottore in realtà è un cacciatore di taglie spietato e meticoloso, e il nero Django è l'unico che conosce il volto dei fratelli Brittle., su cui pende una sstanziosa taglia. E così comincia un sodalizio umano e professionale fra i due, tanto più che Schultz promette a Django di aiutarlo a ritrovare la moglie Broomhilda, schiava in qualche piantagione del Sud. Col passare dei mesi Django apprende a sparare, a filosofeggiare, a vestire come un damerino del Settecento e più di tutto ad uccidere chi lo merita. Quando i due finalmente troveranno Broomhilda a Candyland, la tenuta di cui è proprietario Calvin Candie (un a dir poco strepitoso, diabolico e psicopatico Leo di Caprio) ci sarà una lunghissima, sanguinosissima e appassionatissima resa dei conti. Cinema allo stato puro quello di Tarantino, cinema d'evasione, perchè le battute sono tanto glaciali quanto fulminanti, cinema d'impegno, perchè la condizione degli schiavi è sottolineata con serietà e senso morale, cinema pulp come ci si aspetta dal re del pulp, con litri di sangue, pallottole che attraversano almeno tre corpi e lo stesso Tarantino - in una celebrativa partecipazione - che fa scintille grazie alla dinamite, ma soprattutto cinema di sostanza, con i dialoghi tarantiniani, con i personaggi tarantiniani - lo schiavo Stephen su tutti, ambiguo, sospettoso, maestoso nello sguardo torvo di Samuel L. Jackson - e la capacità di far sembrare 165 minuti un battito di ciglia, perchè il film vola talmente alto e talmente libero e talmente elegante che si desidera accompagnare Django ancora per un po' sul suo cammino di uomo cosciente di sè e del suo potere, libero e fiero, ma ancora capace di un gesto d'affetto per il suo amico Schultz in sottofinale. Immenso Tarantino che sfracella corpi, ci delizia con dialoghi degni di Beckett, ci ricorda l'orrore della schiavitù con poche crude scene spesso lasciate fuori campo come lo sbranamento da parte dei cani di uno schiavo fuggiasco, ma che sa con due o tre pennellate schive parlare d'amore e di amicizia come pochi altri.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a donni romani »
[ - ] lascia un commento a donni romani »
|
|
d'accordo? |
|
lordjoker
|
sabato 19 gennaio 2013
|
liberate le catene
|
|
|
|
Chi si aspettava che Django Unchained fosse un remake di Django si è sbagliato di grosso , in comune con il film "Django" di Corbucci con protagonista Franco Nero c'è solo il nome del protagonista e il western . Già Proprio il western ,Tarantino amante di questo genere e dei nostri spaghetti western si cimenta per la prima volta nel suo genere preferito giostrandolo a modo suo in modo straordinario . Il film racconta la storia dello schiavo Django liberato dal Dottore Tedesco King Shultz ,un cacciatore di taglie, lo schiavo vuole liberare la moglie Broomhilda che è tenuta prigioniera a Candyland ,piantagione comandata dal perfido Calvin Candie.Dopo aver accennato alla trama passiamo alla regia di Tarantino che è assolutamente magistrale ,sceneggiatura a dir poco favolosa ,una scenografia superba e degli effetti sonori a dir poco strepitosi curati dal leggendario Premio Oscar Ennio Morricone.
[+]
Chi si aspettava che Django Unchained fosse un remake di Django si è sbagliato di grosso , in comune con il film "Django" di Corbucci con protagonista Franco Nero c'è solo il nome del protagonista e il western . Già Proprio il western ,Tarantino amante di questo genere e dei nostri spaghetti western si cimenta per la prima volta nel suo genere preferito giostrandolo a modo suo in modo straordinario . Il film racconta la storia dello schiavo Django liberato dal Dottore Tedesco King Shultz ,un cacciatore di taglie, lo schiavo vuole liberare la moglie Broomhilda che è tenuta prigioniera a Candyland ,piantagione comandata dal perfido Calvin Candie.Dopo aver accennato alla trama passiamo alla regia di Tarantino che è assolutamente magistrale ,sceneggiatura a dir poco favolosa ,una scenografia superba e degli effetti sonori a dir poco strepitosi curati dal leggendario Premio Oscar Ennio Morricone.Tarantino crea il suo solito film pieno di omaggi (su tutti gli omaggi a Stanley Kubrick) stavolta molto più vicino al suo Bastardi Senza Gloria che ai dialoghi irresistibili di Pulp Fiction ,infatti Django è dominato da un gran Montaggio Sonoro e da meno dialoghi rispetto a Pulp Fiction ,Tarantino in Django fa emergere come tema centrale il Razzismo (affrontato nella parte più delicata della storia americana) utilizzando la solita violenza Tarantiniana, stavolta nel tentativo di rappresentare la schiavitù dei neri di quell'epoca. Infine Affrontiamo il cast , con Jamie Foxx nei panni di Django che interpreta molto bene i panni del protagonista con un'ottima espressione , King Shultz interpretato magistralmente da Christopher Waltz (interpretazione che gli è valso il secondo Golden Globe e la seconda nomination all'Oscar), un maestoso Leonardo DiCaprio(purtroppo ancora una volta snobbato dall'Academy) che interpreta in modo perfetto il perfido Calvin Candie , un immenso Samuel L.Jackson che addirittura nel finale è il migliore del cast entrando perfettamente nei panni del cattivo Stephen (capo della servitù di Calvin Candie),infine una buona prova di Kerry Washington che interpreta Broomhilda (la moglie di Django) anche se nettamente inferiore alle prove degli altri. Film dalla durata lunga (dura quasi 3 ore) ma che non viene sentita per niente vista la grande azione ,in sostanza FILM DA VEDERE ASSOLUTAMENTE .
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lordjoker »
[ - ] lascia un commento a lordjoker »
|
|
d'accordo? |
|
belskin88
|
sabato 19 gennaio 2013
|
tarantino fa centro ancora...
|
|
|
|
Appena appaiono i titoli di testa già si intuisce che il film che ci si appresta a vedere è un grande omaggio al western all’italiana, particolarmente caro, e si vede, a Tarantino. Django Unchained inizia con una chicca per appassionati del genere ovvero tra le note di Luis Bacalov colonna sonora di Django di Sergio Corbucci e si conclude con una traccia decisamente più popolare come “Lo chiamavano Trinità” di Franco Micalizzi.
Il punto di partenza del film è proprio quel Django del ’66 diretto da Sergio Corbucci; Tarantino infatti ne adotta la colonna sonora e recluta nel suo cast l’allora protagonista Franco Neri dandogli tuttavia una piccola parte.
[+]
Appena appaiono i titoli di testa già si intuisce che il film che ci si appresta a vedere è un grande omaggio al western all’italiana, particolarmente caro, e si vede, a Tarantino. Django Unchained inizia con una chicca per appassionati del genere ovvero tra le note di Luis Bacalov colonna sonora di Django di Sergio Corbucci e si conclude con una traccia decisamente più popolare come “Lo chiamavano Trinità” di Franco Micalizzi.
Il punto di partenza del film è proprio quel Django del ’66 diretto da Sergio Corbucci; Tarantino infatti ne adotta la colonna sonora e recluta nel suo cast l’allora protagonista Franco Neri dandogli tuttavia una piccola parte.
Django Unchained non è chiaramente un western classico, è un mix tra spaghetti western e lo splatter alla Tarantino. Il risultato è una modernizzazione del genere, più cruento, spettacolare e decisamente entusiasmante.
Alcuni dei protagonisti:
Christoph Waltz: Un esagerato Dr. Schultz. In “Bastardi senza gloria” interpretava uno spietato ufficiale delle S.S. ora invece un cacciatore di taglie dotato di una pungente ironia testimoniata anche dall’ultima frase che pronuncia prima di morire e prima di uccidere Calvin Candie (Di Caprio) “..non ho potuto resistere..”.
Leonardo Di Caprio: E’ nato per interpretare il cattivo senza pietà è un ruolo che gli cade a pennello, perfetto come la sua giacca da Mr. Candie.
Jamie Foxx: Oltre a possedere un fisico da vero duro è oggettivamente “scatenato” ciò che combina a Candieland è esagerato e in pieno stile Tarantino. E’ il vero cavaliere romantico che si batte per la sua libertà e per quella della sua amata.
Kerry Washington: La sua è una bellezza particolare frutto dello sfruttamento, della paura, della sofferenza per la precarietà della sua condizione ma anche dell’amore spassionato che la lega a Django.
Samuel L. Jackson: Gli anni passano anche per lui.. Anni fa in Pulp Fiction era Jules e questo bastava, ora è un vecchietto, se così si può dire, di tutto rispetto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a belskin88 »
[ - ] lascia un commento a belskin88 »
|
|
d'accordo? |
|
bedtimedavide
|
sabato 19 gennaio 2013
|
tarantino,una garanzia!
|
|
|
|
La formula è sempre la stessa dei suoi ultimi lavori,ma chi lo dice che bisogna sempre rinnovarsi per colpire il pubblico e realizzare un bellissimo film?Tarantino inserisce i temi a lui cari,vendetta,ribellione,violenza (ma quella dei 'buoni' non è mai ingiustificata),realizzando un altro classico per la sua carriera,se non superiore a meraviglie come Kill Bill,Pulp Fiction o Bastardi Senza Gloria,sicuramente al loro livello.Questa volta la vendetta si inserisce nel contesto delle oppressioni sui neri nell'America ottocentesca pre-guerra civile,un periodo duro,un tema difficile come quello della schiavitù smorzato dalla solita ironia che riesce a tirar su un sorriso anche nelle scene più crude del film.
[+]
La formula è sempre la stessa dei suoi ultimi lavori,ma chi lo dice che bisogna sempre rinnovarsi per colpire il pubblico e realizzare un bellissimo film?Tarantino inserisce i temi a lui cari,vendetta,ribellione,violenza (ma quella dei 'buoni' non è mai ingiustificata),realizzando un altro classico per la sua carriera,se non superiore a meraviglie come Kill Bill,Pulp Fiction o Bastardi Senza Gloria,sicuramente al loro livello.Questa volta la vendetta si inserisce nel contesto delle oppressioni sui neri nell'America ottocentesca pre-guerra civile,un periodo duro,un tema difficile come quello della schiavitù smorzato dalla solita ironia che riesce a tirar su un sorriso anche nelle scene più crude del film.Un'altra certezza di qualità è indubbiamente Christopher Waltz,attore eccelso in grado di focalizzare tutta l'attenzione su di sè nonostante non sia propriamente l'attore protagonista,insieme a Di Caprio rappresentano i personaggi che più ho amato e su cui sono costruiti i dialoghi migliori (ho adorato le scene a Candy Land per l'appunto),stupito di come un grandissimo attore come Leonardo Di Caprio non abbia ancora ricevuto un oscar,è di una versalità pazzesca e ce lo dimostra ancora una volta lavorando per la prima volta con Tarantino che gli cuce addosso un personaggio spietato,folle ed inquietante lontano dal dolce Jack del Titanic o l'Aviator di Scorsese.C'è tanto sangue,c'è da aspettarselo considerando il regista,ma nonostante le scene a volte tanto crude e forti, la forza motrice del film è positiva,è l'amore provato da Django per la sua Brunhilda.E' un sentimento puro che prescinde al tema della ribellione alla schiavitù,al razzismo e alla discriminazione (tra l'altro non solo tra bianchi e neri,ma anche solo tra 'neri'),è la purezza di Djanco che controbilancia la crudeltà di molte scene.Da sottilineare l'ottima colonna sonora,il pezzo di Elisa scritto con Morricone lo reputo il migliore della sua carriera e valorizza tantissimo il nostro bagaglio musicale su scala mondiale,e la fotografia (alcuni giochi di luci davvero mozzafiato).In conclusione,consiglio a tutti questo film,ai fan del genere e a che si appresta per la prima volta ad un film di Quentin.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a bedtimedavide »
[ - ] lascia un commento a bedtimedavide »
|
|
d'accordo? |
|
fabris piermaria
|
sabato 19 gennaio 2013
|
django unchained, da non perdere.
|
|
|
|
1858, Stati Uniti del sud, il Dr King Schultz, ex dentista diventato cacciatore di taglie, si aggira per cittadine, valli e praterie per catturare ricercati e riscuotere la ricompensa. Per riconoscere tre pericolosi criminali libera lo schiavo Django, promettendogli la libertà a lavoro finito. I due, però non si separano e formano un vero e proprio sodalizio al fine di liberare la moglie di Django, schiava del cattivissimo mr Candy.
Tarantino dimostra per l'ennesima volta di essere un regista eccezionale, confrontandosi con una tematica delicata come il razzismo e trattata in modo impeccabile (alla faccia delle critiche gratuite di Spike Lee, che nemmeno ha visto la pellicola).
[+]
1858, Stati Uniti del sud, il Dr King Schultz, ex dentista diventato cacciatore di taglie, si aggira per cittadine, valli e praterie per catturare ricercati e riscuotere la ricompensa. Per riconoscere tre pericolosi criminali libera lo schiavo Django, promettendogli la libertà a lavoro finito. I due, però non si separano e formano un vero e proprio sodalizio al fine di liberare la moglie di Django, schiava del cattivissimo mr Candy.
Tarantino dimostra per l'ennesima volta di essere un regista eccezionale, confrontandosi con una tematica delicata come il razzismo e trattata in modo impeccabile (alla faccia delle critiche gratuite di Spike Lee, che nemmeno ha visto la pellicola). Lo stile inconfondibile di regia non deluderà i più appossionati grazie alla presenza di lunghi piani sequenza, del mexican standoff (probabilmente la tecnica preferita dal regista), della grande quantità di violenza e delle tantissime citazioni, tratto caratteristico dei film di Tarantino. Il cast è eccezionale, in particolare Cristoph Waltz e Leonardo DiCaprio sono autentici fuoriclasse che si sposano a meraviglia con i dialoghi e la sceneggiatura, ma anche Jamie Foxx non sfigura offrendo un'ottima prova. Menzione speciale, a mio parere per Samuel L. Jackson, vero e proprio amuleto di Tarantino, eccezionale nel ruolo delo schiavo Stephen. La colonna sonora, altro elemento curato maniacalmente in ogni film, è bellissima con pezzi classici ed altri creati appositamente da RZA, John Legend e dal maestro Ennio Morricone.
PS Consiglierei alla recensione principale di evitare Spoiler (ce n'è uno pazzesco che fortunatamente ho letto solo dopo aver visto il film), poichè potrebbero rovinare la visione allo spettatore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabris piermaria »
[ - ] lascia un commento a fabris piermaria »
|
|
d'accordo? |
|
|