ladygodiva
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sabato 19 gennaio 2013
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un western spaghetti come non lo avete mai visto
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Una sceneggiatura perfetta, come quelle che solo Tarantino sa scrivere, è la solida base di questo western tutto costruito su dei personaggi pensati ed interpretati meravigliosamente.Una pellicola che vuole riaprire il dibattito sullo schiavismo e sul razzismo nei confronti degli afro-americani attraverso un percorso mai visto prima , tutto proprio di Tarantino. Se avete visto ed amato “Bastardi senza gloria”, “Django Unchained” vi farà impazzire in quanto ne riprende molti aspetti.
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Una sceneggiatura perfetta, come quelle che solo Tarantino sa scrivere, è la solida base di questo western tutto costruito su dei personaggi pensati ed interpretati meravigliosamente.Una pellicola che vuole riaprire il dibattito sullo schiavismo e sul razzismo nei confronti degli afro-americani attraverso un percorso mai visto prima , tutto proprio di Tarantino. Se avete visto ed amato “Bastardi senza gloria”, “Django Unchained” vi farà impazzire in quanto ne riprende molti aspetti. Anche in questo caso il regista porta in scena una storia di vendetta e di rivalsa dei deboli e delle vittime; anche in questo caso per farlo utilizza la tagliente arma dell’ironia.
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giordy.91
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sabato 19 gennaio 2013
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bahhhh...
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Tarantino è tarantino, ma questa volta non è proprio tarantino...
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luca992
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sabato 19 gennaio 2013
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la "d" è muta, bifolco!
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Il suo cinema o lo si ama o lo si odia; e' Tarantino stesso ad aver fornito tale definizione in riferimento alla sua stravaganza nel comporre film, ed in particolar modo nei confronti di coloro che spesso e volentieri lo criticano. Ma odiare quest' opera è davvero sintomo di pregiudizi. Marchio di fabbrica di uno che è cresciuto a "pane e spaghetti-western", la pellicola vuole essere un omaggio al "Django" del nostrano Corbucci ed al genere che ha reso celebre il nostro Paese nel mondo (basti pensare alle musiche firmate Morricone ed alla chiusura del film, con il protagonista che si avvia verso l'orizzonte delle sconfinate terre americane accompagnato dall'immortale fischiettio de "lo chiamavano Trinità").
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Il suo cinema o lo si ama o lo si odia; e' Tarantino stesso ad aver fornito tale definizione in riferimento alla sua stravaganza nel comporre film, ed in particolar modo nei confronti di coloro che spesso e volentieri lo criticano. Ma odiare quest' opera è davvero sintomo di pregiudizi. Marchio di fabbrica di uno che è cresciuto a "pane e spaghetti-western", la pellicola vuole essere un omaggio al "Django" del nostrano Corbucci ed al genere che ha reso celebre il nostro Paese nel mondo (basti pensare alle musiche firmate Morricone ed alla chiusura del film, con il protagonista che si avvia verso l'orizzonte delle sconfinate terre americane accompagnato dall'immortale fischiettio de "lo chiamavano Trinità").
Una trama tutto sommato lineare - Django viene acquistato e liberato per merito dello stravagante Dr. Schultz, un odontoiatra tedesco, ora cacciatore di taglie, che chiede il suo aiuto e promette di ricambiarlo aiutandolo a salvare la moglie, anch'ella schiava presso la tenuta del cinico e crudele signorotto di Candyland, Calvin Candle - ma che solo una mente folle come quella di Tarantino poteva concepire: un chiasmo di colpi di scena uno dietro l'altro, i soliti dialoghi raffinati che viaggiano fra l'esagerazione tarantiniana ed un'ironia spaventosa, e l' intuizione di mostrare al pubblico la vera faccia della schiavitù negli Stati Uniti, dura, violenta, un pugno allo stomaco, tant è che il regista, imperturbabile nei sentimenti, scaglia la sua frusta anche contro l'angelica figura di K. Washington. Indimenticabile l'immagine del rosso sangue di un bianco che si sparge sul fiore di cotone, metaforicamente riferito alla sofferenza subita dai neri. E come ciliegina sulla torta, un cast impeccabile: da un sempre più confermato Christoph Waltz, candidatissimo alla vittoria della seconda statuetta dorata, ad un Jamie Foxx / Django, freddo e tenace, passando per una superba prova di Leonardo DiCaprio, che nei panni dello spietato Candle regala una delle sue più intense recitazioni, basterebbe pensare alle circostanze con cui realmente è avvenuta la scena del taglio della mano (documentatevi) per attirare l'attenzione dell'Academy, cosa che purtroppo neanche quest'anno è accaduta. Consolidata l'alleanza ormai ventennale con il regista del Tennesee, in primissimo piano anche Samuel L. Jackson, irriconoscibile nel trucco, nei panni dell'astuto e malvagio "negro da cortile" Steven, forse il migliore del cast.
Il secondo capitolo della "trilogia della vendetta" è un lavoro impeccabile, la pistola del regista è carica come non mai. Guardatelo e godete.
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giovamixer86
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sabato 19 gennaio 2013
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bel film. ma non è il miglior tarantino
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Premessa. Credo di essere in italia il fan più accanito di Tarantino. In camera mia ho poster dei suoi capolavori ovunque. Tutta la filmografia in dvd e blu-ray. Quindi se ho messo solamente 3 stelle non è per partito preso. Ma anzi, ritengo di essere il più obiettivo possibile.
Registicamente parlando questa pellicola non ha nessuna sbavatura. Inquadrature e zoomate che richiamano i vecchi classici di capolavori western all'italiana. Fotografia e scenari da levare il fiato e ottimi personaggi. Ma tutto questo a che prezzo?
Bhe, sicuramente se fosse stato il Tarantino di qualche anno fa, la risposta sarebbe stata: "a nessun prezzo ovviamente".
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Premessa. Credo di essere in italia il fan più accanito di Tarantino. In camera mia ho poster dei suoi capolavori ovunque. Tutta la filmografia in dvd e blu-ray. Quindi se ho messo solamente 3 stelle non è per partito preso. Ma anzi, ritengo di essere il più obiettivo possibile.
Registicamente parlando questa pellicola non ha nessuna sbavatura. Inquadrature e zoomate che richiamano i vecchi classici di capolavori western all'italiana. Fotografia e scenari da levare il fiato e ottimi personaggi. Ma tutto questo a che prezzo?
Bhe, sicuramente se fosse stato il Tarantino di qualche anno fa, la risposta sarebbe stata: "a nessun prezzo ovviamente". Ma in questa sua ultima perla (perchè comunque stiamo parlando di una perla), si nota una leggera discesa di quella stella dissacrante che rappresentava il Tarantino Style.
Sia ben chiaro, sbudellamenti, sangue e morti assolutamente "inverosimili" ci sono eccome. Tecnicamente non fa una piega anzi, probabilmente è ancora più maturo e sicuro nella macchina da presa di prima. Ma ho constatato che non esistono più quei dialoghi assurdi e coinvolgenti che ci abituavano i suoi capolavori. Dove mi ricordo che rimanevo con lo sguardo fisso e la bocca aperta a sentire quei dialoghi imbarazzanti che si possono fare tranquillamente nei bar tra amici, e mi sentivo totalmente coinvolto con curiosità.
E purtroppo non sfornerà mai più personaggi come Vincent Vega, Robbie Ordell, Mr Wolf o Mr White.
La cosa che mi ha comunque sorpreso di questo film è stata la bella storia d'amore tra Django e la sua amata (mai una storia d'amore così profonda nei suoi film), e questo mi è piaciuto. Ho adorato anche i personaggi di Candie e Stevens (davvero schifosi, mai visto cattivi così schifosi con Tarantino) e di Mr Waltzh. Citazioni impeccabili a grandissimi film di genere per dimostrare ancora una volta la sua infinita cultura cinematografica.
Per questo il mio voto finale non può che essere assolutamente positivo. Rendiamoci però conto che, se come dice lui, intenderà smettere al numero di 10 film, bhe questa pellicola va proprio verso una minuscola, piccolissima, impercettibile direzione discendente.
Consigliato.
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(di thefluxter)
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(di thecrow56)
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ruspa machete
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sabato 19 gennaio 2013
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sempre il numero uno.
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Ho voluto riguardarlo una seconda volta prima di giudicare, probabilmente tornerò a vederlo ancora, in particolare in lingua originale.
Film enorme. Non il migliore di Tarantino sicuramente, ma comunque un altro gioiello. Sceneggiatura perfetta. Interpretazioni incredibili. Ignoranza messa al punto giusto. Tutto è al suo posto. Tarantino al 100%. Davvero io non posso fare altro che ringraziarlo...
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paranoidandroid
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venerdì 18 gennaio 2013
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film perfetto
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Altro capolavoro di Tarantino....fregatavene delle critiche e nadate a godervi uno dei film ppiù belli del decennio!
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koroba73
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venerdì 18 gennaio 2013
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trantino e' tarantino
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Inutile a dirsi, Quentin non si smentisce mai. La dote che piu' mi affascina di Quentin, oltre alle miriadi di citazioni inarrivabili, e' il modo di saper scrivere delle situazioni da cui sembra impossibile uscire, e poi rimediare con il carattere intrinesco dei personaggi, che, buoni o cattivi, hanno sempre uno stile e una connotazione incredibile.
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ch.soccini
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venerdì 18 gennaio 2013
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un omaggio a cineasti e cinefili italiani
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Sublime. Un capolavoro. Un omaggio appassionato ai nostri grandi del cinema e un'accusa rabbiosa contro le prepotenze e gli orrori di cui sono capaci gli uomini. Interessante il collegamento nemmeno troppo sottaciuto fra il sadismo verso le persone e le sevizie che uno dei fratelli Brittle infligge nel granaio alle galline prima di assistere a quelle che suo fratello si appresta a fare su una schiava. E il nome che tarqntino da al personaggio di franco Nero che richiama chiaramente alla mente quello di Amerigo Vespucci. Un amore mai negato per il genio italiano quello di Tarantino. Attori sublimi, personaggi di grande corposità, sceneggiature ricercate e attente. nessun eccesso, solo grande realismo.
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Sublime. Un capolavoro. Un omaggio appassionato ai nostri grandi del cinema e un'accusa rabbiosa contro le prepotenze e gli orrori di cui sono capaci gli uomini. Interessante il collegamento nemmeno troppo sottaciuto fra il sadismo verso le persone e le sevizie che uno dei fratelli Brittle infligge nel granaio alle galline prima di assistere a quelle che suo fratello si appresta a fare su una schiava. E il nome che tarqntino da al personaggio di franco Nero che richiama chiaramente alla mente quello di Amerigo Vespucci. Un amore mai negato per il genio italiano quello di Tarantino. Attori sublimi, personaggi di grande corposità, sceneggiature ricercate e attente. nessun eccesso, solo grande realismo. La differenza fra il western italiano di allora e la rilettura in chiave moderna fatta da Tarantino, cinefilo appassionato e colto. Da vedere tutti i titoli di coda, al termine dei quali un omaggio di Quentin a chi, appassionato gourmet come lui, non staccherebbe mai gli occhi dallo schermo.
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(di graziano bianco)
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tetox67
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venerdì 18 gennaio 2013
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django la d e' muta......
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Tarantino è come sempre unico e in quetso film ha fatto del suo meglio,merita veramente per la storia e tutto il resto,è un film ma in quel periodo storico era veramente difficile..sopravvivere se eri nero...buona visione.
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regi1991
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venerdì 18 gennaio 2013
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meraviglia tarantiniana
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Django Unchained è una pellicola diretta dal regista e sceneggiatore Quentin Tarantino, che ci riporta al western all'italiana degli anni 60 70 i classici spaghetti western. Django, uno schiavo nero liberato da un dottore/cacciatore di taglie Schultz, lotta contro il potentissimo Calvin Candie per liberare sua moglie Broomhilda dalla schiavitù.
La grandezza di Tarantino sta nel produrre un film di rara bellezza come questo, che centra in pieno il genere western italiano senza perdere assolutamente il tocco di classe dello stile tarantiniano. Vengono trattati temi importanti e delicati come la schiavitù dei neri e la violenza, ma Tarantino sa bene come gestirli al meglio, non li rende pesanti perchè, con le sue immancabili gag che lo spettatore adora, rende tutto più piacevole, divertente e scorrevole.
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Django Unchained è una pellicola diretta dal regista e sceneggiatore Quentin Tarantino, che ci riporta al western all'italiana degli anni 60 70 i classici spaghetti western. Django, uno schiavo nero liberato da un dottore/cacciatore di taglie Schultz, lotta contro il potentissimo Calvin Candie per liberare sua moglie Broomhilda dalla schiavitù.
La grandezza di Tarantino sta nel produrre un film di rara bellezza come questo, che centra in pieno il genere western italiano senza perdere assolutamente il tocco di classe dello stile tarantiniano. Vengono trattati temi importanti e delicati come la schiavitù dei neri e la violenza, ma Tarantino sa bene come gestirli al meglio, non li rende pesanti perchè, con le sue immancabili gag che lo spettatore adora, rende tutto più piacevole, divertente e scorrevole. La regia è impeccabile, come anche la fotografia, la recitazione e soprattutto la musica, azzeccatissima in ogni istante. Impossibile non adorare il dottor King Schultz/Christoph Waltz, impossibile non ammirare la ormai già nota bravura di Di Caprio in personaggi come Calvin Candie che ricorda molto Howard Hughes in The Aviator, impossibile non tifare per il temerario nero libero Jamie Foxx/Django ed impossibile non complimentarsi con Samuel L. Jackson, il negriero di casa Candie. Tarantino realizza un western che tiene appiccicato il pubblico allo schermo per 165 scorrevolissimi minuti, e alla fine lascia tutti con un senso di soddisfazione, questo è CINEMA!
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