jacopo b98
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martedì 18 giugno 2013
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un thriller raffinato da respiro internazionale
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Virgil Oldman (Rush), critico d’arte e battitore d’asta, è un uomo solo, triste e irascibile. Ha un solo amico, Billy (Sutherland), che si guadagna da vivere acquistando ritratti di donna per l’amico alle sue aste (alcuni di immenso valore venduti per nulla dall’amico che li valutava falsi). Quando una giovane ragazza agorafobica (Hoeks) gli chiederà una valutazione del suo patrimonio artistico Virgil scoprirà il vuoto della propria esistenza e inizierà con quest’ultima una relazione che in realtà si scoprirà essere un enorme messa in scena. Film internazionale quest’opera di Tornatore che ormai è un regista conosciuto e rispettato anche all’estero.
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Virgil Oldman (Rush), critico d’arte e battitore d’asta, è un uomo solo, triste e irascibile. Ha un solo amico, Billy (Sutherland), che si guadagna da vivere acquistando ritratti di donna per l’amico alle sue aste (alcuni di immenso valore venduti per nulla dall’amico che li valutava falsi). Quando una giovane ragazza agorafobica (Hoeks) gli chiederà una valutazione del suo patrimonio artistico Virgil scoprirà il vuoto della propria esistenza e inizierà con quest’ultima una relazione che in realtà si scoprirà essere un enorme messa in scena. Film internazionale quest’opera di Tornatore che ormai è un regista conosciuto e rispettato anche all’estero. Questo gli ha permesso di avere a disposizione un notevolissimo budget ed un cast di grande prestigio. Questo è positivo? Si e no: all’attivo c’è la notevole recitazione del cast e soprattutto la possibilità di esportare il cinema italiano all’estero (dove è apprezzato ma poco conosciuto), al passivo il fatto che il regista sembra badare di più alla perfezione scenografica, dei costumi e in generale al versante plastico del cinema che non alla storia; buona, talvolta geniale (il personaggio della vera Claire), ma davvero troppo perfetta e complessa per essere credibile. Il risultato è un film dissonante con alcune sequenze notevoli e altre un tantino ridicole (la Hoeks che si prova i vestiti: sembra di assistere ad una sfilata di moda). Se non altro il respiro internazionale del film può farci capire che il cinema italiano non è un’arte di nicchia, sebbene di primo piano nel mondo, seppur sempre più mal fatto. Tuttavia nel complesso l’opera è troppo perfetta per non essere promossa, seppur una maggior partecipazione del regista non avrebbe guastato. Sei David di Donatello su tredici nomination: miglior film, regia, scenografia, colonna sonora (Ennio Morricone), costumi e il premio del pubblico giovanile.
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maurizio melodia
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venerdì 4 gennaio 2013
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due al prezzo di uno
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Con chi ha vinto un oscar e ha diretto film memorabili è difficile non essere esigente. Se il film va valutato in confronto a quelli che per il momento sono programmati nelle sale può senz'altro meritare la sufficienza, ma se la valutazione deve essere in senso assoluto questo film è più vicino alla mediocrità. Sembra proprio che il film non sia di Tornatore nel senso che non è una sua creatura. Lui lo dirige, è vero, ma sembra evidente che la sceneggiatura di questo film sia stata scritta dai produttori che ci hanno messo i soldi.
Per carità, andate a vederlo, anche solo per contradirmi, anche perchè c'è poco in giro da vedere.
All'inizio lo spettatore si immerge in un film a sfondo psicologico, senza peraltro riuscire bene a definire la personalita del protagonista.
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Con chi ha vinto un oscar e ha diretto film memorabili è difficile non essere esigente. Se il film va valutato in confronto a quelli che per il momento sono programmati nelle sale può senz'altro meritare la sufficienza, ma se la valutazione deve essere in senso assoluto questo film è più vicino alla mediocrità. Sembra proprio che il film non sia di Tornatore nel senso che non è una sua creatura. Lui lo dirige, è vero, ma sembra evidente che la sceneggiatura di questo film sia stata scritta dai produttori che ci hanno messo i soldi.
Per carità, andate a vederlo, anche solo per contradirmi, anche perchè c'è poco in giro da vedere.
All'inizio lo spettatore si immerge in un film a sfondo psicologico, senza peraltro riuscire bene a definire la personalita del protagonista.
Ciò che il film vorrebbe proporci è l'allegoria dell'amore come opera d'arte, un tema veramente affascinante. Il protagonista, secondo le intenzioni del film, dovrebbe essere un amante dell'arte che non riesce a rapportarsi con le donne fino a che non si imbatte naturalmente nella donna fatale.
Il protagonista che appare allo spettatore, però, è un intenditore di arte, non un amante dell'arte. Ciò che lo muove è solo esclusivamente il valore che le opere d'arte hanno. Egli è un uomo freddo, calcolatore al limite del truffatore, privo di normali sentimenti e di esigenze sessuali.
L'umanizzazione di quest'uomo da parte di questa donna fatale appare senza particolari motivazioni. Il fatto è che la donna fatale non è affatto fatale, anzi tutt'altro, è solo una donna bisognosa di cure psichiatriche. Ok, la follia affascina, ma solo le persone con normali sentimenti di pietà e generosità però. Costui, il protagonista è invece un uomo snob e con la puzza sotto al naso.
Per due ore ci imbattiamo in un film psicologico e ci sforziamo di capire le emozioni, i sentimenti e le ragioni che si agitano dentro il protagonista. Ricerca vana.
Il film nasce da una idea che avrebbe meritato una migliore sceneggiatura, ma ciò che inquieta di più è il colpo di scena finale.
Il film psicologico finisce ed inizia un giallo. Cosa c'entra? nulla, ma sarà piaciuto molto al produttore.
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molly :)
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sabato 5 gennaio 2013
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lascia tutti a bocca aperta!
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La migliore offerta. Un titolo che anticipa tutto e allo stesso tempo non anticipa nulla. In questo film, dove ogni dialogo, ogni paesaggio ed ogni oggetto sono stati scelti con minuziosa attenzione, prevale un'atmosfera un po' di ansia e curiosità alo stesso tempo. Quest'uomo che è diventato importante e famoso decide di fidarsi dei suoi amici e della misteriosa ragazza agorafobica, Claire che inizialmente parla soltanto attraverso una porta. Egli finirà per fidarsi ciecamente anche di lei e di mostrarle tutti i suoi segreti e le sue ricchezze. Ed è lì l'errore. Tutto un piano architettato dal suo migliore amico che, invidioso del suo successo, ingaggia degli attori per farlo cadere nella trappola.
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La migliore offerta. Un titolo che anticipa tutto e allo stesso tempo non anticipa nulla. In questo film, dove ogni dialogo, ogni paesaggio ed ogni oggetto sono stati scelti con minuziosa attenzione, prevale un'atmosfera un po' di ansia e curiosità alo stesso tempo. Quest'uomo che è diventato importante e famoso decide di fidarsi dei suoi amici e della misteriosa ragazza agorafobica, Claire che inizialmente parla soltanto attraverso una porta. Egli finirà per fidarsi ciecamente anche di lei e di mostrarle tutti i suoi segreti e le sue ricchezze. Ed è lì l'errore. Tutto un piano architettato dal suo migliore amico che, invidioso del suo successo, ingaggia degli attori per farlo cadere nella trappola. Virgil, il protagonista, crede di aver trovato l'amore e vuole rinunciare a tutto per lei. Ma, ahimè, alla fine si ritrova solo. E' stato ingannato da tutto e da tutti. Rubando tutti i suoi quadri i suoi "amici" gli hanno tolto la sua stessa vita e Virgil non riesce neanche ad avere più la forza per riprendersi. Un capolavoro.
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maria
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domenica 13 gennaio 2013
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perfezione formale e non solo
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Avrà pure le sue ragioni una parte della critica che definisce Tornatore, particolarmente in questo film, manierista , estetizzante e troppo raffinato. Tali "difetti" possono risolversi in altrettanti pregi se riescono a creare un film comne questo, dove l'assoluta perfezione della forma, l'attenzione quasi maniacale ai particolari e l'astrazione teorica, non solo non allontanano dalla storia ma la arricchiscono di pathos ed energia narrativa. Forse alcune sequenze sono un po' diluite e c'è a volte un certo compiacimento formale ma questo è il "suo" stile e ci dà in cambio il piacere di fotografie e scenografie stupende. Sul piano narrativo, mi ha colpito la capacità di rappresentare l'ambivalenza tra realtà e finzione, tra amore e inganno, non solo nella parte finale ma in tutto il film e nei personaggi; al punto da offrire strumenti di interpretazione più allo spettatore che al protagonista, bravo nel distinguere il falso dal vero nelle opere d'arte ma non nella sua vita.
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Avrà pure le sue ragioni una parte della critica che definisce Tornatore, particolarmente in questo film, manierista , estetizzante e troppo raffinato. Tali "difetti" possono risolversi in altrettanti pregi se riescono a creare un film comne questo, dove l'assoluta perfezione della forma, l'attenzione quasi maniacale ai particolari e l'astrazione teorica, non solo non allontanano dalla storia ma la arricchiscono di pathos ed energia narrativa. Forse alcune sequenze sono un po' diluite e c'è a volte un certo compiacimento formale ma questo è il "suo" stile e ci dà in cambio il piacere di fotografie e scenografie stupende. Sul piano narrativo, mi ha colpito la capacità di rappresentare l'ambivalenza tra realtà e finzione, tra amore e inganno, non solo nella parte finale ma in tutto il film e nei personaggi; al punto da offrire strumenti di interpretazione più allo spettatore che al protagonista, bravo nel distinguere il falso dal vero nelle opere d'arte ma non nella sua vita. Al tempo stesso, e non in chiave consolatoria, gli viene lasciata la possibilità di lasciare una porta aperta dentro di sè al "vero che c'è in ogni falso".Geoffrey Rush eccezionale,non dico come nel "Discorso del re" ma quasi. Anche gli altri attori, due dei quali giovani, danno il giusto risalto ai loro ruoli di angeli-demoni, grazie al minuzioso lavoro del nostro bravo, serio e non sempre adeguatamente valutato regista.
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ndkcfl
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venerdì 2 agosto 2013
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perfido
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Avevo sentito tantissimi commenti positivi su questo film, gente che ne decantava le lodi a destra e a manca, perciò quando sono arrivata alla fine, non potevo essere più delusa. Sicuramente l’idea di fondo è molto originale, ma originale non è sinonimo di bello. Il protagonista è decisamente singolare: vecchio, fissato con l’arte e l’antiquariato, germofobico all’ennesima potenza e imbroglione. Il principale personaggio femminile non è da meno: affetto da una rarissima malattia che lo costringe a rimanere sempre barricato in casa e a non incontrare mai nessuno. La situazione dei due malati è a dir poco bizzarra -per tutto il film fanno a gara a chi è più matto- ed i sentimenti che provano l’uno per l’altra –considerando che si tratta di un vecchio ed una ventenne- fa ribrezzo.
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Avevo sentito tantissimi commenti positivi su questo film, gente che ne decantava le lodi a destra e a manca, perciò quando sono arrivata alla fine, non potevo essere più delusa. Sicuramente l’idea di fondo è molto originale, ma originale non è sinonimo di bello. Il protagonista è decisamente singolare: vecchio, fissato con l’arte e l’antiquariato, germofobico all’ennesima potenza e imbroglione. Il principale personaggio femminile non è da meno: affetto da una rarissima malattia che lo costringe a rimanere sempre barricato in casa e a non incontrare mai nessuno. La situazione dei due malati è a dir poco bizzarra -per tutto il film fanno a gara a chi è più matto- ed i sentimenti che provano l’uno per l’altra –considerando che si tratta di un vecchio ed una ventenne- fa ribrezzo. Per non parlare poi, delle innumerevoli incongruenze e stranezze tipiche dei lungometraggi, come ad esempio, quando la ragazza si prova i vestiti che l’uomo le porta in dono: un attimo prima ha i capelli in uno stato pietoso, un secondo dopo si è cambiata abito ed ha pure avuto il tempo di aggiustarsi la chioma in un perfetto chignon. Ma passi tutto questo, passino 100 minuti di film nel quale si susseguono stranezze d’ogni tipo, furti, bagni nudi e baci tra il vecchio e la ragazza, passino perché, volendo, il modo in cui i due malati si guariscono a vicenda è bello e romantico, perché in fondo il lungometraggio intriga, ma il finale… quello no, distrugge tutto. Dopo che per quasi due ore il regista ci ha rotto le scatole con questi stravaganti –e a tratti, inquietanti- personaggi, decide che il tutto deve rivelarsi solo un’enorme macchinazione. Proprio così, una truffa. Un raggiro ideato da quelli che l’anziano credeva essere i suoi due unici amici: un giovane dal talento eccezionale, che per tutto il lungometraggio gli aveva dato consigli per conquistare la donna, ed un amico di vecchia data che per tutta la vita lo aveva aiutato a collezionare quadri preziosissimi. Al tutto, ovviamente, aveva partecipato anche la ragazza per cui, per la prima volta in tutta la sua vita, il protagonista aveva provato sentimenti d’affetto. Un bel giorno il vecchio, tornato da quella che, per amore di lei, aveva deciso sarebbe stata l’ultima asta della sua vita, ha ritrovato l’enorme stanza segreta, stracolma di dipinti preziosissimi, vuota, eccetto per un androide al quale aveva lavorato per tutto il tempo insieme all’ “amico”. Non nascondo di essere rimasta enormemente delusa da questo finale assolutamente inaspettato: nemmeno per un istante; infatti, mi ha sfiorato il sospetto che si potesse trattare di una imbroglio, poiché ritenevo sarebbe stato troppo contorto e perverso perfino per il regista e invece… Evidentemente, un lieto fine si sarebbe rivelato troppo comune e scontato per Tornatore, che in questo lungometraggio sembra aver inseguito, più che altro, lo strampalato. Non lo consiglio assolutamente –soprattutto se vi sentite depressi- ma se proprio volete guardarlo, vi suggerisco di saltare il finale.
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intothewild4ever
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lunedì 7 gennaio 2013
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gran bella offerta
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Un battitore d'asta di fama eccelsa, si trova in età avanzata ad affrontare quello che si dimostrerà il più impegnativo incarico professionale della sua vità, che lo porterà infine a cambiare profondamente il propio modo di essere, facendogli vivere la migliore e la peggiore stagione della sua vita.
La migliore offerta è un film che colpisce e che si vede tutto d'un fiato. Ha uno stile abbastanza inaspettato per un film di Tornatore, anche se, va detto, lo stesso aveva dimostrato una certa dimmistichezza col genere già ne "La Sconosciuta" .
La pellicola ha un respiro molto internazionale, una trama serrata senza la minima sbavatura, curata molto bene fin nei minimi particolari e tutto ciò rendono la proiezione di due ore per nulla pesante, ma anzi scorrevolissima.
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Un battitore d'asta di fama eccelsa, si trova in età avanzata ad affrontare quello che si dimostrerà il più impegnativo incarico professionale della sua vità, che lo porterà infine a cambiare profondamente il propio modo di essere, facendogli vivere la migliore e la peggiore stagione della sua vita.
La migliore offerta è un film che colpisce e che si vede tutto d'un fiato. Ha uno stile abbastanza inaspettato per un film di Tornatore, anche se, va detto, lo stesso aveva dimostrato una certa dimmistichezza col genere già ne "La Sconosciuta" .
La pellicola ha un respiro molto internazionale, una trama serrata senza la minima sbavatura, curata molto bene fin nei minimi particolari e tutto ciò rendono la proiezione di due ore per nulla pesante, ma anzi scorrevolissima. Goffrey Rush sostiene una prova di recitazione eccelsa. Il suo personaggio, pur fortemente predominate, riesce comunque a non oscurare gli altri protagonisti del film, anche se gli stessi godono comunque del suo riflesso. Ottime le ambientazioni, la fotografia e, al solito, la regia.
Da vedere!
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michela papavassiliou
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domenica 6 gennaio 2013
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il capolavoro dei sentimenti veri
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Interpretazione superlativa per Geoffrey Rush in questa pelllicola del 2012 di Giuseppe Tornatore, sigillata da una perfezione stilistica quasi impeccabile. L'Arte il filo conduttore di una intrigante storia dove Virgin Oldman, ormai attempato ma affascinante esperto d'arte e migliore battitore d'asta, scopre l'Amore. All'apice della sua gloriosa carriera, costellata di grandi successi, una collezione prodigiosa di dame sulla tela ed una profonda solitudine, il protagonista, algido nei sentimenti umani, cede alle emozioni vere. E' Claire, interpretata da Sylvia Hoeks, giovane ed affascinante ereditiera, affetta da una forma di agorafobia che la rinchiude in casa da anni, a conquistare il cuore dell'uomo.
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Interpretazione superlativa per Geoffrey Rush in questa pelllicola del 2012 di Giuseppe Tornatore, sigillata da una perfezione stilistica quasi impeccabile. L'Arte il filo conduttore di una intrigante storia dove Virgin Oldman, ormai attempato ma affascinante esperto d'arte e migliore battitore d'asta, scopre l'Amore. All'apice della sua gloriosa carriera, costellata di grandi successi, una collezione prodigiosa di dame sulla tela ed una profonda solitudine, il protagonista, algido nei sentimenti umani, cede alle emozioni vere. E' Claire, interpretata da Sylvia Hoeks, giovane ed affascinante ereditiera, affetta da una forma di agorafobia che la rinchiude in casa da anni, a conquistare il cuore dell'uomo. La scusa, un inventario di opere e sculture preziose da mettere all'incanto. Il filo d'Arianna che svela il mistero, dei piccoli ingranaggi di metallo arruginito, da riassemblare. Complice, un promettente Jim Sturgess, nel ruolo del giovane confidente Robert, esperto di orologi. Sempre fedele il vecchio amico di battute di caccia alla scoperta di masterpieces, il simpatico Donald Sutherland, nei panni di Billy pittore senza talento, consapevole di esserlo. Sul palcoscenico di una dimora d'altri tempi di matrice siciliana, tra muri scrostrati e affreschi magici, la cromia di un finale a sorpresa, tutta da scoprire. L'automa firmato Jaques de Vaucanson, infine ricomposto mima la solitudine umana se privata dei sentimenti e della bellezza dell'Arte. Il rischio di questo film e' forse di cadere, soprattutto nella seconda parte, in un certo manierismo. L'attrazione fatale verso l'oasi di incassi al botteghino a tanti zeri, quella di seguire alcuni stereotipi, ben collaudati oltreoceano, alla maniera del Codice da Vinci, che dissolvono la potenzialita'di atmosfere autentiche della buona cinematografia italiana. Potrebbe essere lecito dopotutto in "La migliore offerta", "The Best Offer", dove capolavoro e copia, veri sentimenti e false emozioni, si rincorrono e scambiano come un maldestro gioco di riflessi. 124 minuti tra dramma ed estasi, da vedere.MP
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graisano
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giovedì 10 gennaio 2013
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una "senilita'" ben collocata, anche a trieste.
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Scrive lo stesso regista di NUOVO CINEMA PARADISO, in occasione di una visita alla Regione Friuli Venezia Giulia documentata oggi dal "Gazzettino": "La amo molto, ho un rapporto d'incanto con Trieste. Nel 2006 l'ho scelta per girare La Sconosciuta e ho subito capito che li' avrei voluto vivere. E' la piu' italiana delle citta' straniere e la piu' straniera delle citta' italiane; sospesa tra una serenita' senza tempo e un'efficienza precisa e frenetica". Gli esterni triestini caratterizzano questo elegante film - una chiesa luterana a Largo Pamphili e una Piazza Oberdan diurna e notturna - che addirittura rivela suggestioni letterarie, lo Svevo di SENILITA' ad es.
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Scrive lo stesso regista di NUOVO CINEMA PARADISO, in occasione di una visita alla Regione Friuli Venezia Giulia documentata oggi dal "Gazzettino": "La amo molto, ho un rapporto d'incanto con Trieste. Nel 2006 l'ho scelta per girare La Sconosciuta e ho subito capito che li' avrei voluto vivere. E' la piu' italiana delle citta' straniere e la piu' straniera delle citta' italiane; sospesa tra una serenita' senza tempo e un'efficienza precisa e frenetica". Gli esterni triestini caratterizzano questo elegante film - una chiesa luterana a Largo Pamphili e una Piazza Oberdan diurna e notturna - che addirittura rivela suggestioni letterarie, lo Svevo di SENILITA' ad es.; "La mia ammirazione per le donne e' pari al timore che ho di loro", cosi' si presenta Virgil, il protagonista, battitore di casa d'aste di successo. Nel film si descrive con ambiguita' e stile raffinato la sua "love story" con Claire, una proprietaria giovanissima, spesso ribelle alla sua competenza. Ma questo film rivela anche l'andamento di un "noir", non immune da echi dell'ormai accasatissimo, a Trieste, scrittore di gialli V. Heinichen: Virgil nel finale viene aggredito ed addirittura derubato, come in un romanzo di I. Pears, lo scrittore inglese di Oxford inventore dell'analogo protagonista J. Argill. Ma aveva un "complice" irregolare, che truccava le sue aste, impersonato da un vecchio D. Sutherland. In una affollatissima Rep. Ceca, nelle ultime inquadrature, sembra ritrovare se stesso. Anche Virgil, sospeso tra serenita' ed efficienza, confessa in alcune sequenze il suo obliquo rapporto con le donne: "L'incapacita' di un sereno rapporto tra uomo e donna - normale in eta' adolescenziale, piu' allarmante in eta' adulta o in terza eta' come avviene oggi sempre piu' di frequente - e' lo stesso Tornatore a definirlo - ci da' uno spaccato sulla realta' postfemminista, claustrofobica nei confronti dei sentimenti". E' la amara maschera di Virgil a contrappuntare nel film appunto questa incapacita'. Molto buoni gli attori, da G. Rush, il cui narcisismo colpisce quasi come in Losey - lavora con i guanti, in un'asta si fa deridere dal pubblico - alla giovane Hoeks, una rivelazione, efebica e spirituale, agli altri.
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simianrogue
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lunedì 14 gennaio 2013
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tornatore in grande stile
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"Finalmente un gran bel film italiano", ecco cosa ho pensato appena uscito dalla sala. Regia e cast al servizio di una trama intrisa di mistero. Un Tornatore con la T maiuscola, che tiene bene le briglie ad una storia che poteva disarcionarlo in pochi minuti. E sopratutto un Geoffrey Rush da Oscar, interpretazione elegante, sublime, perfettamente incastrato nel meccanismo molto complesso del ruolo di Virgil. Un plauso anche a Sylvia Hoeks (Claire) che ha saputo interpretare benissimo il suo ruolo, certamente non facile. Bellissima la fotografia del film curata da Fabio Zamarion.
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marezia
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domenica 6 gennaio 2013
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il più bel tornatore per un oscar già vinto se
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se i critici dell'Anica lo scegliessero per rappresentare l'Italia. Trattansi di CAPOLAVORO per varie ragioni: la bellezza estetica delle immagini, la superba interpretazione degli attori, la resa talmente CREDIBILE del doppiaggio da renderlo plausibile fino al colpo di scena finale, il ritmo lento ma lineare dell'intreccio ma soprattutto per una: l'INTELLIGENZA di Tornatore, il suo sguardo GENIALE che gli permette di parlare CONTEMPORANEAMENTE di più argomenti senza che stridano. Non è solo un film sull mondo dell'arte e sulla percezione dell'opera d'arte da parte dello studioso o del cultore ma anche sull'amore inteso come mistero; una forza che chiama, attira, seduce e ti strega.
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se i critici dell'Anica lo scegliessero per rappresentare l'Italia. Trattansi di CAPOLAVORO per varie ragioni: la bellezza estetica delle immagini, la superba interpretazione degli attori, la resa talmente CREDIBILE del doppiaggio da renderlo plausibile fino al colpo di scena finale, il ritmo lento ma lineare dell'intreccio ma soprattutto per una: l'INTELLIGENZA di Tornatore, il suo sguardo GENIALE che gli permette di parlare CONTEMPORANEAMENTE di più argomenti senza che stridano. Non è solo un film sull mondo dell'arte e sulla percezione dell'opera d'arte da parte dello studioso o del cultore ma anche sull'amore inteso come mistero; una forza che chiama, attira, seduce e ti strega... come un dipinto o un mobile, impolverato, chissà di chi, magari centenario ma sempre vivo. Vivo ma alle volte menzognero, una "crosta" ingannevole, proprio come può esserlo una donna sfuggente e improvvisamente fuggente... Molti critici hanno accolto sfavorevolmente gli ultimi 20' considerandoli un eccesso di informazioni date in fretta e furia e invece no, si tratta di ben altro: di una scelta INTELLIGENTE funzionale al senso di smarrimento del protagonista, un vero e proprio shock che con violenza il protagonista subisce e che con violenza ci viene restituito. Si può essere così cretini? Evidentemente sì. Chi esamina un quarto d'ora alla volta non capirà mai l'insieme e di gente abituata ad andare a mezze ore ce n'è tanta. Troppa.
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