rubinho62
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domenica 13 gennaio 2013
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un galattico geoffrey rush, un buon tornatore
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Ambientato in una Vienna per niente anche solo tratteggiata (?!?) narra di un sessantenne grande competente d'arte e battitore d'asta, Virgil Oldman (interpretazione sublime di Geoffrey Rush che già da sola determina il livello del film), tra i più richiesti a livello mondiale, misogino, misantropo e con mille manie, nella cui esistenza solitaria e abitudinaria irrompe l'ereditiera Claire Ibbetson che gli conferisce l'incarico di vendere quadri, oggetti e mobilia di famiglia. Dopo una serie di appuntamenti mancati da parte di Miss Ibbetson con strane e fantasiose scuse, un sempre più irritato Virgil, scopre che in realtà la ragazza è malata di Agorafobia (la paura degli spazi aperti) e che conduce quindi una vita completamente ritirata all'interno della sua villa.
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Ambientato in una Vienna per niente anche solo tratteggiata (?!?) narra di un sessantenne grande competente d'arte e battitore d'asta, Virgil Oldman (interpretazione sublime di Geoffrey Rush che già da sola determina il livello del film), tra i più richiesti a livello mondiale, misogino, misantropo e con mille manie, nella cui esistenza solitaria e abitudinaria irrompe l'ereditiera Claire Ibbetson che gli conferisce l'incarico di vendere quadri, oggetti e mobilia di famiglia. Dopo una serie di appuntamenti mancati da parte di Miss Ibbetson con strane e fantasiose scuse, un sempre più irritato Virgil, scopre che in realtà la ragazza è malata di Agorafobia (la paura degli spazi aperti) e che conduce quindi una vita completamente ritirata all'interno della sua villa. Intrigato sempre più dalla ragazza e dai suoi problemi, Virgil, la cui avversione per le donne era stata determinata dalle suore dell'orfanotrofio che tuttavia punendolo continuamente a lavorare presso un artigiano restauratore ne avevano inconsapevolmente determinato la passione e la competenza per l'arte, muta progressivamente e radicalmente la sua vita mite e distaccata; riesce ad incontrare di persona la ragazza; con mille difficoltà l'aiuta a superare la grave fobia, se ne innamora, ricambiato, e la porta a vivere a casa sua mostrandole anche il suo più celato segreto e cioè una stanza blindata nella quale ha accumulato, in tutta una vita, una collezione, dal valore inestimabile, di ritratti di donna di tutte le epoche. Fin qui una bella storia in cui due personaggi problematici si incontrano e l'uno col nobile scopo di aiutare l'altra, finisce con l'aiutare anche se stesso ma ecco che anche se con indizi di cui ti rendi conto solo dopo, la storia prende una piega degna di Hitchcock mutando completamente le prospettive ed i connotati del film, fin li dati per scontati...
Personaggi apparentemente secondari sono:
Robert, un genio riparatutto che Virgil adopera per rimettere insieme i pezzi di un automa meccanico del settecento, trovati nella villa di Claire; il grande successo e l'intraprendenza di Robert con le donne porta Virgil a considerarlo suo confidente e "consulente" nella storia con Claire.
Billy (splendidamente interpretato da un Donald Sutherland che in questi ruoli, soprattutto nella maturità avanzata, è assolutamente perfetto), l'amico di una vita, complice di Virgil ad aggiudicarsi nelle aste pezzi pregiati per suo conto; si considera un pittore dotato ed ha sempre chiesto a Virgil di aiutarlo ad affermarsi ricevendone tuttavia sempre un netto rifiuto ed anche una buona dose di angherie. È anche colui che proclama la frase "i sentimenti umani sono come le opere, si possono simulare" la cui importanza si rivelerà solo alla fine del film...
i film di Tornatore non sono mai banali; ti lasciano sempre qualcosa dentro; ti invitano a riflettere ad interrogarti, a pensarci per ore/giorni senza mai provocare indifferenza. Questo poi è talmente ricco di splendide scene ed inquadrature (che confermano, se ancora ce n'era bisogno, il genio registico di Tornatore), di spunti, di elementi psicologici, di un raffinato gioco di specchi, di connotati caratteriali (pur nella pochezza numerica effettiva dei personaggi) e di particolari che scopri nel corso del film ed anche dopo, da vero ed assoluto capolavoro.
Pecca venialmente però per tre elementi fondamentali: primo, della serie "ad ognuno il suo mestiere" non si capisce come una persona della levatura di Tornatore (capace di redigere un siffatto soggetto!) non si sia avvalso di sceneggiatori professionisti; gli ultimi trenta minuti sono un tormento di inutili e prolisse spiegazioni di cui il film, magnificamente complesso, non ha assolutamente bisogno; secondo, il montaggio dell'ultima mezz'ora è a dir poco sconcertante e rovina l'armonia fin li perfetta. Terza e purtroppo comune pecca anche con altri film di Tornatore è un'inutile dilatazione; si ingenera nello spettatore una sensazione di "voler allungare il brodo con l'acqua" assolutamente non veritiera. Leggenda narra che in occasione dell'Oscar, Nuovo Cinema Paradiso, sia stato sottoposto ad un opera di taglia/cuci da parte di un professionista Hollywoodiano; dove è finito costui?
Per ultimo la colonna sonora: le suggestioni ed il fascino di Morricone si sentono ma l'originalità dov'è finita? Addirittura in una delle ultime scene sembra di risentire davvero troppo similmente C'era una volta in America. È talmente evidente che viene da chiedersi se è voluto e perchè...
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dave san
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sabato 8 giugno 2013
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il bisbetico truffato
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Virgil Oldman (Geoffrey Rush) è un benestante ed eccentrico battitore d’asta. Collezionista appassionato di eleganti quadri di donne. E’ avvicinato per telefono da una misteriosa ragazza che si dice interessata alla valutazione di una proprietà. L’uomo vi si reca dopo non poche reticenze. Una volta lì, trova degli ingranaggi che lo incuriosiscono. La committente dal canto suo si cela allo sguardo dell’uomo e si fa solo sentire. La combinazione di questi elementi intriga Virgil che inizia a raccogliere gli ingranaggi disseminati nella tenuta. Egli discute e si confronta spesso con questa misteriosa commissionaria. Inizia quindi a costruire una creatura meccanica, montando il puzzle degli ingranaggi.
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Virgil Oldman (Geoffrey Rush) è un benestante ed eccentrico battitore d’asta. Collezionista appassionato di eleganti quadri di donne. E’ avvicinato per telefono da una misteriosa ragazza che si dice interessata alla valutazione di una proprietà. L’uomo vi si reca dopo non poche reticenze. Una volta lì, trova degli ingranaggi che lo incuriosiscono. La committente dal canto suo si cela allo sguardo dell’uomo e si fa solo sentire. La combinazione di questi elementi intriga Virgil che inizia a raccogliere gli ingranaggi disseminati nella tenuta. Egli discute e si confronta spesso con questa misteriosa commissionaria. Inizia quindi a costruire una creatura meccanica, montando il puzzle degli ingranaggi. L’intreccio si sviluppa sino alla composizione dell’automa e alla nascita di un sentimento nei confronti della misteriosa anfitriona, che più tardi si svelerà. Tutto sembra evolversi in un trait d’union tra due universi eccentrici ed elettivi (nel bene e nel male). Il cineasta decide però d’inscenare un’estorsione ai danni di Virgil. Donald Sutherland non è nuovo alle parti ambigue; sornione e impenetrabile. Gli altri personaggi eseguono un canovaccio che consiste essenzialmente in una mimesi. Se la storia fosse allegorica, si potrebbe ipotizzare che la superbia, la chiusura, l’agiatezza dell'uomo, (ubris?), siano stati colpiti da un malware che non sembra neanche chiamarsi Robin Hood. Il diritto, non redatto dai Rockefeller, darebbe piena ragione a Oldman. Non si escluda a priori la solidarietà verso Virgil. Nondimeno l’automa costruito da quest’ultimo, ricorda certi congegni mostrati nell’opera Felliniana sul Casanova; personalità ritenuta controversa dal regista Riminese. Anche in questo caso, Tornatore ci regala una pellicola visivamente ed esteticamente notevole.
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pacharan
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giovedì 3 gennaio 2013
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tornatore tra voyeurismo e introspezione
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La Migliore Offerta è un atto d’amore nei confronti del cinema e dei suo linguaggi che Tornatore mostra di saper facilmente padroneggiare facendo convivere con disinvoltura due grandi leit-motiv cinematografici: il voyeurismo e l’introspezione psicoanalitica.
Il voyeurismo iniziale è quello di noi spettatori e ci fa scoprire Mr. Oldman (Rush), stimato battitore d’asta borbottone e misantropo, studiato a fondo dal regista col gusto e l’attenzione tipica dei siciliani.
Tornatore ci lascia penetrare nella sua vita composta di lussi e distacco, il tutto ottimamente sintetizzato dagli impeccabili guanti da cui Oldman non si separa mai.
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La Migliore Offerta è un atto d’amore nei confronti del cinema e dei suo linguaggi che Tornatore mostra di saper facilmente padroneggiare facendo convivere con disinvoltura due grandi leit-motiv cinematografici: il voyeurismo e l’introspezione psicoanalitica.
Il voyeurismo iniziale è quello di noi spettatori e ci fa scoprire Mr. Oldman (Rush), stimato battitore d’asta borbottone e misantropo, studiato a fondo dal regista col gusto e l’attenzione tipica dei siciliani.
Tornatore ci lascia penetrare nella sua vita composta di lussi e distacco, il tutto ottimamente sintetizzato dagli impeccabili guanti da cui Oldman non si separa mai. Ci fa scoprire le nevrosi, l’amore viscerale per l’arte ma, soprattutto, ci lascia entrare nel suo più inconfessabile segreto, custodito in una stanza nascosta, dove è l’essenza stessa del personaggio ad essere sublimata.
Voyeurismo che passa dallo spettatore al protagonista quando, in una villa misteriosa, che tanto ricorda le baronali case di campagna siciliane, si dipana il mistero di una proprietaria (Hoeks) che non si mostra.
I piccoli ingranaggi arrugginiti che porteranno alla costruzione di un perfetto automa, ideato e costruito dal francese Vaucanson nel 1700, invece, spostano l’attenzione sull’aspetto psicoanalitico del film: l’automa è, ovviamente, metafora del protagonista, cui viene rimproverato di essere un individuo meccanicamente perfetto ma privo di sentimenti.
Soltanto la scoperta dell’amore porterà una ventata di vita nell’esistenza macchinosa e ripetitiva del protagonista ma, per arrivare a questo, sarà necessario rinunciare a tutto, letteralmente. La scena finale esemplifica il tutto a meraviglia.
Rush, come al solito, dimostra di essere nato per interpretare questo ruolo; poi lo ricordi logopedista o pirata dei Caraibi e capisci che è un grande attore. Molto più che una promessa il giovane Sturgess. Sutherland, prima scelta degli italiani, è bravo a mostrare il lato umano e imprevedibile dell’artista.
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anty_capp
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sabato 5 gennaio 2013
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un regista italiano ancora vivo!
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Il nuovo lavoro di tornatore pur rappresentando uno svolgimento già visto altrove anche oltralpe ha il grande pregio di sembrare davvero sentito dal regista ke interpreta con gusto cultura e curiosità un mondo assolutamente inedito per una sceneggiatura cinematografica. Quello delle aste e dei loro protagonisti così esclusivi. Sorprendendo e tenendo vivo x tutta la durata del film il tenore del soggetto. Rush baciato dal nostro doppiaggio è comunque espressivamente valido ed unico ed indiscusso protagonista. Riesce dinamicamente nel proprio staticismo, o se si vuole staticamente nel proprio dinamismo. Musiche studiate sufficientemente dal grade morricone un poco stanco forse.
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Il nuovo lavoro di tornatore pur rappresentando uno svolgimento già visto altrove anche oltralpe ha il grande pregio di sembrare davvero sentito dal regista ke interpreta con gusto cultura e curiosità un mondo assolutamente inedito per una sceneggiatura cinematografica. Quello delle aste e dei loro protagonisti così esclusivi. Sorprendendo e tenendo vivo x tutta la durata del film il tenore del soggetto. Rush baciato dal nostro doppiaggio è comunque espressivamente valido ed unico ed indiscusso protagonista. Riesce dinamicamente nel proprio staticismo, o se si vuole staticamente nel proprio dinamismo. Musiche studiate sufficientemente dal grade morricone un poco stanco forse. Una volta visionato non si comprende se possa essere dotato di una sua longevità alla hitchcock x intendersi. Da vedere ed assaporare con calma grazie alla bellissima fotografia, qualità delle scelte scenografiche e della ripresa probabilmente digitale ma utilizzata analogicamente.
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flyanto
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lunedì 7 gennaio 2013
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quando la troppa solitudine porta alla dannazione
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Film thriller in cui si racconta di un ricco anziano e schivo collezionista d' opere d'arte che instaura un rapporto, prima di carattere professionale, poi sentimentale, con una molto giovane e misteriosa ragazza. Con un finale, ovviamente, a sorpresa come giustamente si confà a tutti gli ottimi thrillers, l'ultima opera di Giuseppe Tornatore è molto ben girata, misurata e ritmata nelle varie scene sia di suspense che non. Una pellicola, direi, del tutto nuova nella sua tematica e nella sua ambientazione (non più la Sicilia di provincia, bensì la città di Vienna), rispetto alle produzioni precedenti del regista ma, appunto, molto ben riuscita.
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Film thriller in cui si racconta di un ricco anziano e schivo collezionista d' opere d'arte che instaura un rapporto, prima di carattere professionale, poi sentimentale, con una molto giovane e misteriosa ragazza. Con un finale, ovviamente, a sorpresa come giustamente si confà a tutti gli ottimi thrillers, l'ultima opera di Giuseppe Tornatore è molto ben girata, misurata e ritmata nelle varie scene sia di suspense che non. Una pellicola, direi, del tutto nuova nella sua tematica e nella sua ambientazione (non più la Sicilia di provincia, bensì la città di Vienna), rispetto alle produzioni precedenti del regista ma, appunto, molto ben riuscita. In alcune situazioni e soprattutto caratterizzazioni di alcuni personaggi (come, per esempio, quello della nana del bar) Tornatore si rifà lontanamente un pò ad alcune figure e situazioni dei films di Dario Argento. Ma è solo un accenno da cui poi il regista siciliano si distacca subito perchè qui manca totalmente la parte sanguinosa e cruenta del precedente maestro di films thriller. Ottima la recitazione di Geoffrey Rush nella sua figura di misantropo ed, ancor più, di misogino (se non solo a cospetto di dipinti raffiguranti figure femminili). Un uomo che prende le distanze da tutto ciò che ha a che fare con la realtà, indossando addirittura perennemente dei guanti per non venire "contaminato" dall'esterno ma che al primo richiamo di un contatto vero verrà drammaticamente rovinato. Patinato ed affascinante inoltre tutto l'ambiente che gravita intorno al favoloso mondo dell'arte.
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(di angelo umana)
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zoom e controzoom
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martedì 22 gennaio 2013
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alti costi e una villa con muro che non c'è
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Grande struttura compositiva per un film che ha avuto senza dubbio dei costi ragguardevoli (14 milioni di €), che è stato realizzato inoltre con i contributi di tre Film Commission nelle cui regioni sono state girate delle precise scene in location individuabili tra le quali la splendida villa Colloredo-Mels a Gorizzo di Camino al Tagliamento in Friuli (solo esterni: internamente è vuota).
L'ottimo Geoffrey Rush interpreta egregiamente il personaggio principale, Virgil Oldman , sia con l'espressività che con i movimenti misurati e perfetti (splendida la scena della torta di compleanno), se non fosse per i dialoghi che sono stati costruiti gli hanno costruito nel senso del procedere del film per la sua figura di uomo amante del bello.
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Grande struttura compositiva per un film che ha avuto senza dubbio dei costi ragguardevoli (14 milioni di €), che è stato realizzato inoltre con i contributi di tre Film Commission nelle cui regioni sono state girate delle precise scene in location individuabili tra le quali la splendida villa Colloredo-Mels a Gorizzo di Camino al Tagliamento in Friuli (solo esterni: internamente è vuota).
L'ottimo Geoffrey Rush interpreta egregiamente il personaggio principale, Virgil Oldman , sia con l'espressività che con i movimenti misurati e perfetti (splendida la scena della torta di compleanno), se non fosse per i dialoghi che sono stati costruiti gli hanno costruito nel senso del procedere del film per la sua figura di uomo amante del bello.
I dialoghi, i suoi approcci con le persone che con lui hanno rapporto, mal si identificano con quel personaggio schivo, sicuro di sè, profondo conoscitore senza scrupoli di persone e cose che non cerca ne amici ne compagni di viaggio perchè l'unico suo fine è avere per sè solo e unicamente la bellezza. Con la bellezza e, in senso più preciso, Virgil ha un problema ed è l'esistenza dell'universo femminile e questo problema lo tiene a distanza e da distanza lo vuole ammirare e adorare. In una sua reale ideale situazione. Quest'uomo, con questa complessività non può avvicinare e farsi tanto facilmente "abbindolare", da un giovane ragazzotto esperto di meccanismi meccanici e di donne. Non può esserci nei confronti di questo giovanotto, un approccio tanto goffo e soprattutto ingenuo da parte di VIrgil (questione questa di sceneggiatura intesa come dialoghista)
Qui stà la debolezza del film che si struttura esattamente su questo rapporto, sulla sua amissibilità. Con questo iniziale contatto, così improbabile, è difficile accettare che tutto quel che ne consegue, non abbia questa ingenuità, al suo servizio. Da qui viene meno il fattore amissibilità della sorpresa, il gioco filmico. Peccato: un piccolo errore che inficia le aspettative, creando una serie di possibilità, alcune delle quali portano esattamente al centro della storia. E' un fastidio che accompagna tutto il film senza però nulla togliere alla piacevolezza del montaggio gratificato dalle ambientazioni sia di situazioni (sala delle aste) che degli ambienti, soprattutto per gli interni perchè nella splendida villa, la ieratica scenografia della facciata, è stata rovinata da un inesistente muro che ha permesso d'inserirla in un ambiente urbano che in realtà non esiste, togliendole la magia di un suo effettivo isolamento che però forse al regista non interessava, ma che era più reale e inquietante di un reale ricostruito e inammissibile.
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gabriele.vertullo
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giovedì 3 gennaio 2013
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ossesione morbosa e compiacimento estetico
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Nella sua struttura complessiva il nuovo film di Giuseppe Tornatore è essenzialmente un soft-thriller artistico e sentimentale, dalla spiccata (a tratti smaccata) cura estetica e un estenuato compiacimento del lusso, sospeso in inquadrature fisse e spaziose, che indubbiamente riesce ad ammaliare e ipnotizzare lo spettatore, immerso e sommerso da una ragguardevole e stimabile quantità di dipinti e suppellettili storici.
Virgil Oldman è un illustre e acuto esperto d’arte che presiede a numerose aste di oggetti di antiquariato di considerevole valore e delle firme più celebri, e non senza astuzia e “fidate” collaborazioni riesce ad impossessarsi di pezzi pregiati e desiderati.
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Nella sua struttura complessiva il nuovo film di Giuseppe Tornatore è essenzialmente un soft-thriller artistico e sentimentale, dalla spiccata (a tratti smaccata) cura estetica e un estenuato compiacimento del lusso, sospeso in inquadrature fisse e spaziose, che indubbiamente riesce ad ammaliare e ipnotizzare lo spettatore, immerso e sommerso da una ragguardevole e stimabile quantità di dipinti e suppellettili storici.
Virgil Oldman è un illustre e acuto esperto d’arte che presiede a numerose aste di oggetti di antiquariato di considerevole valore e delle firme più celebri, e non senza astuzia e “fidate” collaborazioni riesce ad impossessarsi di pezzi pregiati e desiderati. La sua schematica e anodina vita subisce una scossa nel momento in cui viene contattata da Claire Ibeson, una ragazza misteriosa e nevrotica che vorrebbe far valutare e vendere il patrimonio familiare; emozioni e soprese si nascondo tra ritratti, corridoi e ingranaggi.
Nucleo e catalizzatore della storia è inequivocabilmente Virgil (interpretato da un sempre convincente Geoffrey Rush), figura maniacale e ossessiva, che vive secondo i suoi inossidabili schemi concettuali, i quali volutamente tradiscono una sprezzante e distaccata superiorità artistica e morale, tradotta in vacillanti e assenti rapporti sociali e affettivi. La sua ideologia e le sue abitudini vengono intaccate dal fascino primitivo e morboso di Claire, poiché il tenace solipsismo di Virgil non è più solido della condizione patologica e vulnerabile di Claire, sono sostanzialmente due individui soli e bipolari, che sebbene presentino la stessa carica magnetica, vengono irreversibilmente attratti.
Lo spettatore accompagna il processo di scoperta e crescita emotiva e sessuale del protagonista. La relazione che intercorre tra i due amanti è caratterizzata da tappe singolari e anomale, si alternano fasi di attrazione intellettualistica e razionale a momenti di erotismo velato e sensualità contemplata, in una cornice di sublimità ovattata che percorre tutto il film. Ma quella con Claire non è l’unica interfaccia di confronto caratteriale ingaggiata da Virgil, cruciale per lo sviluppo del racconto è la sua interessata amicizia con il giovane dongiovanni Robert, inevitabile è l’ incontro-scontro generazionale.
La Migliore Offerta non è privo di punti deboli e strascicanti, spesso le soluzioni e/o le complicazioni dello (s)nodo narrativo si rivelano replicazioni evitabili, e non mancano cadute di acerbo sentimentalismo ed eccessivo patetismo, probabilmente accessorie nella preparazione del finale a sorpresa e nella constatazione che l’esplosione emotiva si trasporta non pochi danni.
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jacktwist
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venerdì 4 gennaio 2013
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l'amore come (in)autentica opera d'arte
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L'Amore come fisica dello svelamento e percezione mentale, prima che materiale("come accade per i giovani davanti al computer, prima si conoscono, poi si svelano"). L'Amore come metafora dell'Opera d'Arte, intesa come inautentica perfezione di un capolavoro che rivela la sua natura effimera nel momento in cui è totalmente svelato. Ma l'Amore è stimabile? e la migliore offerta è sempre quella reale? Gioca con l'illusorietà dei rapporti e dei sentimenti, come i preziosi oggetti d'arte battuti all'asta dall'ingenuo/truffaldino Virgil - che simulano anche quando sono autentici e sono autentici anche quando simulano - l'ingegnoso talento di Tornatore, audace conoscitore della caducità della Verità, che torna a intrigarci, commuoverci, con un puzzle cinematografico di autentico valore artistico.
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L'Amore come fisica dello svelamento e percezione mentale, prima che materiale("come accade per i giovani davanti al computer, prima si conoscono, poi si svelano"). L'Amore come metafora dell'Opera d'Arte, intesa come inautentica perfezione di un capolavoro che rivela la sua natura effimera nel momento in cui è totalmente svelato. Ma l'Amore è stimabile? e la migliore offerta è sempre quella reale? Gioca con l'illusorietà dei rapporti e dei sentimenti, come i preziosi oggetti d'arte battuti all'asta dall'ingenuo/truffaldino Virgil - che simulano anche quando sono autentici e sono autentici anche quando simulano - l'ingegnoso talento di Tornatore, audace conoscitore della caducità della Verità, che torna a intrigarci, commuoverci, con un puzzle cinematografico di autentico valore artistico. Da vedere e rivedere.
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mauriziocasula
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sabato 5 gennaio 2013
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la migliore offerta per la comprensione dell'amore
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LA MIGLIORE OFFERTA (2013)
Tornatore torna a colpire il centro della nostra esistenza.
L’AMORE!!
Virgil Oldman, un grande e sofferto Geoffrey Rush é un esperto d'arte, apprezzato e conosciuto in tutto il mondo.
L’incontro di una donna che chiede di avere una perizia della sua villa che vuole vendere, sarà l'inizio di un rapporto simbiotico che sconvolgerà per sempre la sua esistenza.
Con il pretesto di un film giallo, ben architettato dallo stesso Tornatore, il film cela tutte le paure dello stesso regista che ha per le donne.
Mai come in quest’ opera ci fa capire quanto sia labile e spesso il diaframma che divide l’uomo TORNATORE dalla donna.
Basti ricordare come venivano rappresentate le donne in MALENA (2000) o nel cinema nella prima versione de CINEMA PARADISO (1988), ne LA SCONOSCIUTA (2006), se facciamo caso, nella maggior parte dei suoi film le Donne sono delle prostitute o comunque con grandi difficoltà e difficili da raggiungere ed essere amate.
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LA MIGLIORE OFFERTA (2013)
Tornatore torna a colpire il centro della nostra esistenza.
L’AMORE!!
Virgil Oldman, un grande e sofferto Geoffrey Rush é un esperto d'arte, apprezzato e conosciuto in tutto il mondo.
L’incontro di una donna che chiede di avere una perizia della sua villa che vuole vendere, sarà l'inizio di un rapporto simbiotico che sconvolgerà per sempre la sua esistenza.
Con il pretesto di un film giallo, ben architettato dallo stesso Tornatore, il film cela tutte le paure dello stesso regista che ha per le donne.
Mai come in quest’ opera ci fa capire quanto sia labile e spesso il diaframma che divide l’uomo TORNATORE dalla donna.
Basti ricordare come venivano rappresentate le donne in MALENA (2000) o nel cinema nella prima versione de CINEMA PARADISO (1988), ne LA SCONOSCIUTA (2006), se facciamo caso, nella maggior parte dei suoi film le Donne sono delle prostitute o comunque con grandi difficoltà e difficili da raggiungere ed essere amate.
Molte le scene simbolo che identificano la fragilità.
Guanti, Quadri e le inquadrature di sottomissione/adorazione alle donne impresse nelle tele, asetticità degli ambienti dove Virgil, bellissime le scenografie di Sabatini, abita, la ricerca di un vestito di estrema femminilità.
Degne di nota sono la fotografia di Zamarion, sempre presente il montaggio di Massimo Quaglia che ricorda molto il lavoro di quando era assistente al montaggio dello stesso Tornatore in veste di Editor nel film UNA PURA FORMALITA (1994).
Su Morricone che dire. Niente! Impeccabile, sinistro, e melanconico come sempre nelle produzioni del suo AMICO.
Valutazione
*****
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lo stopper
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sabato 5 gennaio 2013
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meccanismo crudele e la difficile arte del vivere
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Ottimo film. Tornatore cattura l'attenzione dello spettatore dalla prima all'ultima scena, prima mettendolo in attesa di veder svelato il mistero che circonda la protagonista, poi spiazzandolo completamente, e trasformando una complicata storia d'amore in un giallo dalle tinte fortissime. L'ambiente dell'antiquariato e dei collezionisti d'arte si conferma una location ideale per racconti dai forti contorni psicologici, complicati dalla brama del possesso contrapposta all'incapacita' di condurre normali relazioni interpersonali. C'e' anche una fortissima nota di crudelta' in grado di travolgere sentimenti e complicate costruzioni di rapporti, che appaiono completamente diversi da quelli che sono in realta' e che soltanto alla fine saranno rivelati.
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Ottimo film. Tornatore cattura l'attenzione dello spettatore dalla prima all'ultima scena, prima mettendolo in attesa di veder svelato il mistero che circonda la protagonista, poi spiazzandolo completamente, e trasformando una complicata storia d'amore in un giallo dalle tinte fortissime. L'ambiente dell'antiquariato e dei collezionisti d'arte si conferma una location ideale per racconti dai forti contorni psicologici, complicati dalla brama del possesso contrapposta all'incapacita' di condurre normali relazioni interpersonali. C'e' anche una fortissima nota di crudelta' in grado di travolgere sentimenti e complicate costruzioni di rapporti, che appaiono completamente diversi da quelli che sono in realta' e che soltanto alla fine saranno rivelati.
"L'offerta" di Tornatore e' davvero molto interessante ed il racconto si dipana con estrema precisione, in una sorta di studiato contrappunto alla costruzione dell’automa meccanico che lentamente prende forma nella bottega del co-protagonista Robert (un Jim Sturgess dallo sguardo inquietante), consigliere e unico amico del collezionista d’arte e banditore d’aste Virgil Oldman (Geoffrey Rush). L'antico meccanismo ricostruito si rivelera’ perfetto, cosi’ come la trama ordita per compiere il crimine che cambiera’ la vita di tutti i personaggi.
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