gianleo67
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sabato 8 marzo 2014
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l'amore per l'arte e l'arte dell'amore
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Autorevole e solitario battitore d'aste di mezza età dedito al lavoro e prestigioso collezionista di ritratti femminili viene incaricato da una misteriosa ereditiera di curare l'inventario e la vendita dei preziosi reperti della villa di famiglia. Inizialmente riluttante, viene convinto dalla donna che vive reclusa in casa a causa di una grave agorafobia e che gradualmente riesce a conquistarne fiducia e sentimenti. L'autenticità della relazione e delle intenzioni della donna però sembra siano passibili di un grave problema di valutazione...
Dallo spunto certamente intrigante del soggetto (in ogni falso sembra esserci un fondo di verità e viceversa) e dalle eleganti (calligrafiche?) cadenze da 'thriller d'antiquariato' sempre inclini ad una immanente 'Sindrome di Sthendal', il buon Tornatore imbastisce lo sfarzoso set per un cast internazionale (Rush,Sutherland,Sturgess) in cui gli elementi decorativi e le suggestioni filologiche sembrano dominare la scena a scapito della linearità di una sceneggiatura che in più di un punto appare viziata dal grave pregiudizio dell'artificio e della mistificazione (come fa un esperto e sgamato professionista del settore a non sapere con chi fa affari? Come fa un ricco e facoltoso cinquantenne a non aver mai dormito con una donna? Insomma roba non da poco!).
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Autorevole e solitario battitore d'aste di mezza età dedito al lavoro e prestigioso collezionista di ritratti femminili viene incaricato da una misteriosa ereditiera di curare l'inventario e la vendita dei preziosi reperti della villa di famiglia. Inizialmente riluttante, viene convinto dalla donna che vive reclusa in casa a causa di una grave agorafobia e che gradualmente riesce a conquistarne fiducia e sentimenti. L'autenticità della relazione e delle intenzioni della donna però sembra siano passibili di un grave problema di valutazione...
Dallo spunto certamente intrigante del soggetto (in ogni falso sembra esserci un fondo di verità e viceversa) e dalle eleganti (calligrafiche?) cadenze da 'thriller d'antiquariato' sempre inclini ad una immanente 'Sindrome di Sthendal', il buon Tornatore imbastisce lo sfarzoso set per un cast internazionale (Rush,Sutherland,Sturgess) in cui gli elementi decorativi e le suggestioni filologiche sembrano dominare la scena a scapito della linearità di una sceneggiatura che in più di un punto appare viziata dal grave pregiudizio dell'artificio e della mistificazione (come fa un esperto e sgamato professionista del settore a non sapere con chi fa affari? Come fa un ricco e facoltoso cinquantenne a non aver mai dormito con una donna? Insomma roba non da poco!). Se dai dettagli del complesso quadro della narrazione si evince l'autenticità dell'opera e la sua credibilità artistica, allora il film del regista siciliano deve essere sicuramente un 'falso d'autore' in cui la mano dell'impostore sembra aver diabolicamente architettato le sembianze di una verosimile originalità cinematografica (il classico e prevedibile meccanismo del 'pollo da spennare') smarrendo però la strada tra incoerenze logiche e incostanza psicologica dei personaggi (almeno di quelli principali spesso alle prese con le ridicole schermaglie di un capzioso avvicinamento emotivo) laddove la forza della scrittura cinematografica risiede proprio nella congruenza di questi semplici elementi. Nel suggerire poi strade alternative al classico dilemma tra l'amore per l'arte e l'arte dell'amore (più intesa come arte di governare i capricci di una femminea dissimulazione) l'autore sembra cedere alla tentazione di un elegante meccanismo cerebrale in cui il percorso di conoscenza dell'una e dell'altra sembrano intrecciarsi nel fragile gioco di una pretestuosa ambiguità, laddove le imprevedibili passioni del cuore sembrano soverchiare fatalmente quelle razionali per il bello e per l'arte (intese come accumulo di beni commerciabili). Attraversato da una vena di amara ironia e di una involontaria misoginia, il film sembra dilungarsi oltre il consentito confermando la prolissità del cinema di un autore non del tutto privo di buone qualità ed irridendo beffardamente gli spettatori, similmente al grazioso espediente dell'automa di Vaucanson, con la reiterata litania di 'Wheelie and the Chopper Bunch' : 'Te l'avevo detto io! Te l'avevo detto!'.
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beppe baiocchi
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venerdì 3 luglio 2015
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sicuramente intrigante, ma perde nel finale
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La prima volta che vidi "La Migliore Offerta" di Giuseppe Tornatore non azzardai a scrivere una recensione. Un regista che ho amato alla follia per i racconti generazionali di paesi di provincia come "Nuovo Cinema Paradiso" e il meno riuscito "Baaria". Un regista che mi ha stupido con l'intrigante "Uomo delle Stelle" o un regista che ha trasposto uno dei libri della mia giovinezza (migliorandolo, ed è cosa non da poco) come "La Leggenda del Pianista sull'Oceano".
Pertanto il mio giudizio, appena finito di vedere il film era superpositivo, quasi da esaltato.
Mi è servito rivederlo, per analizzarlo meglio e cercare di essere leggermente più obbiettivo.
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La prima volta che vidi "La Migliore Offerta" di Giuseppe Tornatore non azzardai a scrivere una recensione. Un regista che ho amato alla follia per i racconti generazionali di paesi di provincia come "Nuovo Cinema Paradiso" e il meno riuscito "Baaria". Un regista che mi ha stupido con l'intrigante "Uomo delle Stelle" o un regista che ha trasposto uno dei libri della mia giovinezza (migliorandolo, ed è cosa non da poco) come "La Leggenda del Pianista sull'Oceano".
Pertanto il mio giudizio, appena finito di vedere il film era superpositivo, quasi da esaltato.
Mi è servito rivederlo, per analizzarlo meglio e cercare di essere leggermente più obbiettivo.
Virgil Oldman (un sempre straordinario Geoffrey Rush), battitore di una casa d'aste di sua proprietà, schivo e alienato (indossa sempre i guanti per evitare il contatto umano), si troverà a eseguire una valutazione per una giovane ragazza di cui non conosce l'identità. Virgil incuriosito da questa committente nascosta, cercherà di scoprire il suo segreto.
Striminzita è la trama del film, (che può essere analizzata più affondo, perchè certo non manca di una certa profondità) perchè Tornatore, ci mette davanti una sottospecie di noir, e la prima regola dei film noir/gialli è non svelare niente della trama!
Un film visivamente potente, molto formale, ma sicuramente di impatto, dove l'unica cosa brutta da vedere in tutto il film sono i font dei titoli di testa.
La sceneggiatura è senza alcun dubbio intrigante. Il film desta curiosità e phatos, terrà incollato allo schermo ed ogni elemento, ogni scoperta fa parte di un sottile ingranaggio che alla fine del film verrà completato nel meccanismo "finale". Ed è proprio questa la più grande pecca del film, la parte finale, quando tutti gli ingranaggi verrano messi al proprio posto lo spettatore rimarrà con una nota di amaro in bocca.
Però il film è studiato bene, è analizzabile su vari piani di lettura, e le situazioni, i personaggi, le ambientazioni non sono messe a casaccio. Forse questo che può essere considerato un pregio è causa alla fine di questa amarezza che il film lascia. Una soluzione forse troppo forzata.
I temi principali del film sono due analizzati su due piani diversi, ma che comunque porteranno ad una soluzione univoca. L'alienazione e la simulazione. Per comprendere bene il film bisogna ricordare che il nostro protagonista, è una persona lontana dalla gente, che odia il contatto umano, ma che durante il film, a seguito di determinate situazioni, muterà pian piano il suo comportamento. E la simulazione, che proprio secondo il nostro protagonista, nell'arte e forse anche nella vita, la vera è propria simulazione non esiste, perchè anche un artista, quando compie un falso, tenderà sempre a metterci del suo. Basta un tocco, un simbolo, un qualcosa che farà trasparire la propria personalità, tramutando quello che doveva essere un falso, in un opera unica. In pochissime parole, in ogni falso c'è sempre qualcosa di autentico. Una cosa del genere.
Il cast è ottimo. Geoffrey Rush primeggia, ma anche gli attori di contorno (come Donald Sutherland e Jym Sturgess) recitano una parte più che discreta. Chi secondo me non è all'altezza è Syilvia Hoeks nel ruolo della protagonista femminile.
La musica è affidata al maestro Morricone, e basta questo.
Tirando le somme, "La Migliore Offerta" e sicuramente un film da osservare (più che vedere), un film girato benissimo. Ti lascia cadere quasi in uno stato di trance, spinto dalla voglia di sapere ciò che succederà e di conoscere i misteri che devono essere svelati, ma che (purtroppo) alla fine dei conti (e nei film del genere è molto importante) ,quando tutti i nodi vengono svelati, può lasciare delusi.
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ritacirrincione
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giovedì 13 settembre 2018
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un meccanismo dagli ingranaggi perfetti
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Come il congegno settecentesco trovato nella villa di Claire, La migliore offerta è un meccanismo dagli ingranaggi perfetti sia nella prima parte, in cui si sviluppa la storia d’amore tra Virgil, il ricco ed affermato antiquario, e Claire, la misteriosa ragazza che lo contatta per una valutazione dei beni della sua villa, sia alla fine, quando si svela la colossale messinscena.
In un gioco tra verità e finzione, tra ciò che appare e ciò che è, tra falso e autentico, il film di Tornatore, a partire dal titolo, è un sistema a più livelli di significato, una successione di nascondimenti e rivelazioni.
Virgil, che ha una vita priva di relazioni sentimentali reali, maniacalmente, pezzo dopo pezzo, ha messo insieme una collezione di inestimabile valore di ritratti di donne e, nel chiuso di un caveau segreto, vive il suo rapporto con l’altro sesso contemplando in solitudine quel mosaico muto e rassicurante di bellezza e di femminilità.
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Come il congegno settecentesco trovato nella villa di Claire, La migliore offerta è un meccanismo dagli ingranaggi perfetti sia nella prima parte, in cui si sviluppa la storia d’amore tra Virgil, il ricco ed affermato antiquario, e Claire, la misteriosa ragazza che lo contatta per una valutazione dei beni della sua villa, sia alla fine, quando si svela la colossale messinscena.
In un gioco tra verità e finzione, tra ciò che appare e ciò che è, tra falso e autentico, il film di Tornatore, a partire dal titolo, è un sistema a più livelli di significato, una successione di nascondimenti e rivelazioni.
Virgil, che ha una vita priva di relazioni sentimentali reali, maniacalmente, pezzo dopo pezzo, ha messo insieme una collezione di inestimabile valore di ritratti di donne e, nel chiuso di un caveau segreto, vive il suo rapporto con l’altro sesso contemplando in solitudine quel mosaico muto e rassicurante di bellezza e di femminilità. La presenza femminile reale - ma ancora non incarnata - si presenta in modo spiazzante attraverso la voce di una donna, al telefono prima, proveniente da una stanza chiusa, dopo. Il gioco di vedo/non vedo, presenza/assenza, stuzzica e incuriosisce Virgil che si innamora della ragazza e, a poco a poco, smonta il suo corazzato e gelido modus vivendi per entrare in un altro, più umano ma anche più scivoloso e incerto. Quando finalmente il loro rapporto si concretizza, Virgil completamente in balia di Claire, è pronto ad abbandonare il mondo che fino a quel momento ha dato senso alla sua esistenza.
Nella scena centrale del film, quando entra nella stanza segreta e la trova spoglia, i livelli di narrazione deflagrano e si intrecciano: lo spettatore è trascinato in un lavoro attivo di decostruzione e ricostruzione di significati e per un attimo è portato a pensare che il feticistico puzzle di volti femminili, con l’arrivo di Claire, non ha più ragion d’esistere agli occhi di Virgil. Ma è un attimo. Immediatamente dopo si palesa l’inganno e tutti i personaggi e le vicende vengono rivisti alla luce di questa prospettiva: la villa, la valutazione, la ragazza, la sua malattia, l’amico di sempre, il giovane amico e confidente, il guardiano, tutto è una montatura, tutti sono implicati nella truffa, tutto è falso. Ma, come dice Claire in una scena del film, “in ogni falso si nasconde sempre qualcosa di vero” e la metamorfosi che è accaduta in Virgil (ma anche in Claire) è autentica! Somma beffa: a rivelare la “verità” sarà la vera Claire, una nana ritardata e voyeurista, proprietaria della villa che l’ha affittata alla banda di truffatori e che, dalla sua postazione dietro la finestra di fronte alla villa, ha osservato dall’alto tutta la messinscena.
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august
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martedì 1 gennaio 2013
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se il buongiorno si vede dal mattino
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la migliore offerta e forse il miglior film di Tornatore bellisisma la fotografia di fabio Zamaronin come le musiche di Ennio Moroccone servono a confezionare un 'opera che ricorda il miglior Visconti ma anche il miglior Hitckhock. Bravissimo geoffry Rush nel ruolo del metodico collericoe tirranico Virgin uomo che non sopporta nessun conatto. Ancora più brava anche se sembra uscita da uno dei tanti quadri Sylvia Hoeks nel ruolo della finta reclusa Clair . Si tratta di un'immagine molto ben prodotto della donna che fa esaltare i platoinici. Bravissimo anche il resto del cast dal finto giardiniere zoppo Fred inteprettao da Philip al etiope Liya Kebede nel ruolo di sra a lambertt intepretato benisssimo da Dermot Crowleye al diabolico jJim Sturges nel ruolo di robert oltre che al sempre verde Donald Sutherland nel ruolo di Billy forse ideatore di tutto un congenio.
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la migliore offerta e forse il miglior film di Tornatore bellisisma la fotografia di fabio Zamaronin come le musiche di Ennio Moroccone servono a confezionare un 'opera che ricorda il miglior Visconti ma anche il miglior Hitckhock. Bravissimo geoffry Rush nel ruolo del metodico collericoe tirranico Virgin uomo che non sopporta nessun conatto. Ancora più brava anche se sembra uscita da uno dei tanti quadri Sylvia Hoeks nel ruolo della finta reclusa Clair . Si tratta di un'immagine molto ben prodotto della donna che fa esaltare i platoinici. Bravissimo anche il resto del cast dal finto giardiniere zoppo Fred inteprettao da Philip al etiope Liya Kebede nel ruolo di sra a lambertt intepretato benisssimo da Dermot Crowleye al diabolico jJim Sturges nel ruolo di robert oltre che al sempre verde Donald Sutherland nel ruolo di Billy forse ideatore di tutto un congenio. Bellissimo la'utoma e forse anche il finale che si apre su molti mondi possibili forse ci sará un seguito. Che aspettat andate subito al cinema
Robert Fogelberg Rota
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[+] no spoiler please!!!
(di k. s. stanislavskij)
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[+] stai spolierando!!
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mauriziocasula
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domenica 6 gennaio 2013
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vediamo un po se tornatore è stato originale
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Sarebbe bello chiedere a Tornatore, se è farina del suo sacco oppure ha
letto un libro di 331 pagine uscito nel 2010 dal titolo L'ULTIMO DEI
WEYNFELDT, letto da Vania recentemente dove ti allego una piccola
trama. ti rammento che il protagonista non usa cellulare:
Adrian, cinquantenne piacente, l’ultimo dei Weynfeldt, ha ricevuto in
eredità dal padre un solido e vasto patrimonio, e dalla madre dei
«danni educativi irreparabili»: così lui chiama la rigidezza dei modi,
lo scrupoloso rispetto delle forme, il dominante impulso a compiacere,
insomma una personalità e un comportamento che, in effetti, si ergono
ineccepibili a barriera tra lui e gli altri, anche con chi varrebbe la
pena di avere quale autentico e semplice amico.
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Sarebbe bello chiedere a Tornatore, se è farina del suo sacco oppure ha
letto un libro di 331 pagine uscito nel 2010 dal titolo L'ULTIMO DEI
WEYNFELDT, letto da Vania recentemente dove ti allego una piccola
trama. ti rammento che il protagonista non usa cellulare:
Adrian, cinquantenne piacente, l’ultimo dei Weynfeldt, ha ricevuto in
eredità dal padre un solido e vasto patrimonio, e dalla madre dei
«danni educativi irreparabili»: così lui chiama la rigidezza dei modi,
lo scrupoloso rispetto delle forme, il dominante impulso a compiacere,
insomma una personalità e un comportamento che, in effetti, si ergono
ineccepibili a barriera tra lui e gli altri, anche con chi varrebbe la
pena di avere quale autentico e semplice amico. È in fondo la sua
difesa dalla vita, la quale, senza mai maltrattarlo, mai lo ha davvero
accarezzato. Artista senza genio, ha ripiegato nell’expertise di
pittura per un’importante casa d’aste. Le sue giornate sono
disciplinate dalla regola inflessibile che più sono uguali l’una all’
altra, più il tempo rallenterà la sua corsa spietata. Naturalmente, la
vita supera tutte le barriere. E infatti il destino gli presenta la
giovane Lorena, una modella del tutto sregolata, che in più ricorda ad
Adrian irresistibilmente il suo unico e tragico amore. Negli stessi
giorni, un amico gli ha affidato per una vendita all’asta un quadro del
pittore Félix Vallotton, dipinto dotato di un’affascinante, inusuale
sensualità. Da questo momento, per caso e per necessità, il viaggio di
Adrian attraverso l’esistenza cambia forma: da uguale routine dorata
diventa una movimentata commedia di scambi, equivoci, suspense; e la
distaccata, elegante rassegnazione si tramuta in una saporosissima
vendetta del desiderio. Dapprima zimbello, il quieto esperto d’arte si
scopre regista di una complessa cospirazione fortemente hitchcockiana.
È la sua sfida alla vita. Martin Suter, è scrittore di sarcastiche
commedie capaci di sorridere suadenti al lettore, (L’ultimo dei
Weynfeldt è stato per settimane il più venduto in Germania). Il suo
piglio è quello di strappare, pazientemente e metodicamente, ogni
centimetro di superficie levigata alle prevalenti ipocrisie sociali (in
questo del tutto interno alla graffiante tradizione letteraria svizzera
che ha avuto in Dürrenmatt il suo apice poetico). Per lasciare in
piedi, crollate quelle, solo un anarchico rimescolamento di bene, male
e felicità.
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mirko77
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mercoledì 16 gennaio 2013
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se è troppo bello, probabilmente non è vero
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Un affermato critico d'arte che sa discernere un falso dall'originale in base a minuzioni particolari, che però non è in grado di svelare la macchinosa trama cospiratoria che lo trae in inganno. Il critico, interpretato da un ispiratissimo Geoffrey Rush, è talmente ingenuo da non vedere che l'unico vero amico che aveva, non era altri che l'umile collaboratore (di cui non ricorda neppure che è sposato da trent'anni). Il gioco di identità contrapposte, che piano piano si avvivinano come per affinità elettiva, è davvero originale. Poco originale è, a dire il vero, il finale. Come in The Others, Il Sesto senso o Strange Days, gli ultimi sviluppi dle film constringono lo spettatore a re-intepretare ogni singola scena delle due ore precendenti di film.
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Un affermato critico d'arte che sa discernere un falso dall'originale in base a minuzioni particolari, che però non è in grado di svelare la macchinosa trama cospiratoria che lo trae in inganno. Il critico, interpretato da un ispiratissimo Geoffrey Rush, è talmente ingenuo da non vedere che l'unico vero amico che aveva, non era altri che l'umile collaboratore (di cui non ricorda neppure che è sposato da trent'anni). Il gioco di identità contrapposte, che piano piano si avvivinano come per affinità elettiva, è davvero originale. Poco originale è, a dire il vero, il finale. Come in The Others, Il Sesto senso o Strange Days, gli ultimi sviluppi dle film constringono lo spettatore a re-intepretare ogni singola scena delle due ore precendenti di film. In La migliore Offerta, però, l'effetto sorpresa è abbastanza 'citofonato'. In parallelo con Strange Days della Bigelow, La Migliore Offerta condivide anche la scelta del cospiratore (spoiler: il migliore amico) nonchè l'idea della serie di indizi che vengono dipanati nel corso del film, e che servono a condurre la vittima verfso il suo destino: i video-squid nel film della Bigelow, i meccanismi del robot di Vocaxon per Tornatore. Nle complesso un buon film, a dimostrazione che il cinema italiano non è morto.
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gioygio
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venerdì 17 maggio 2013
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e' un'opera d'arte!
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Avverto ancora una forte emozione provocata da questo capolavoro! Tornatore è un Maestro del cinema italiano, questo si sa, e La migliore offerta ne è un'ulteriore prova.
La sceneggiatura è un connubio delicato e simbolico nato da due storie mai realizzate che Tornatore aveva in mente da tempo: la storia di una ragazza con gravi disturbi agorafobici e la storia di un famoso battitore di aste. I due protagonisti sono delineati alla perfezione nelle loro fobie, nella sensibilità d'animo e nella paura di relazionarsi con il mondo. Un thriller rosa, in cui suspance e sentimento si intrecciano armoniosamente tenendo lo spettatore incollato alla storia, bramoso di raccogliere altri indizi, provare nuove emozioni.
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Avverto ancora una forte emozione provocata da questo capolavoro! Tornatore è un Maestro del cinema italiano, questo si sa, e La migliore offerta ne è un'ulteriore prova.
La sceneggiatura è un connubio delicato e simbolico nato da due storie mai realizzate che Tornatore aveva in mente da tempo: la storia di una ragazza con gravi disturbi agorafobici e la storia di un famoso battitore di aste. I due protagonisti sono delineati alla perfezione nelle loro fobie, nella sensibilità d'animo e nella paura di relazionarsi con il mondo. Un thriller rosa, in cui suspance e sentimento si intrecciano armoniosamente tenendo lo spettatore incollato alla storia, bramoso di raccogliere altri indizi, provare nuove emozioni. Un film sulla dualità intrinseca nelle cose, nei rapporti, nei sentimenti, tutto ciò espresso poeticamente attraverso le storie di due persone problematiche, sole, intimiste i cui unici affetti e fonti vitali sono le opere d'arte e i libri. D'improvviso Virgin (il battitore d'aste) e Claire (l'ereditiera agorafobica) si innamorano e si scrollano di dosso tutte le loro paure, si aprono al mondo e alla felicità... ma ecco arrivare il colpo di scena finale, in cui tutto ciò che sembrava puro, sublime e naturale si rivela essere altro... Nonostante ciò, l'ultima scena ci lascia con una speranza, una volta che l'amore o in senso più lato la gioia di vivere ha fatto breccia nell'animo umano, nulla potrà tornare come prima e nel cuore rimane aperto uno spiraglio di speranza!
Un ottimo cast internazionale, ma un film tecnicamente tutto italiano che ha dato prova di una sensibilità filmica di grande spessore: nel soggetto, nella regia ovviamente, nelle splendide scenografie e nelle musiche inconfondibili di Ennio Morricone.
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linus2k
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martedì 4 giugno 2013
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negli ingranaggi dell'automa
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Jacques de Vaucanson fu un illuminato inventore del XVIII secolo presso la corte francese, celebre per la creazione di mirabilanti automi ancora oggi non superati per versatilità.
Ed è un presunto suo atoma che diventa il fil rouge dell'ultima opera di Giuseppe Tornatore.
In un complesso ingranaggio si dipana un intenso e perfettamente cadenzato thriller che ci riporta ai tempi de "La sconosciuta".
Siamo a Roma, e Virgil Oldman, freddo e calcolatore battitore d'asta si ritrova a confrontarsi con una giovane donna problematica e dal passato (e presente) alquanto oscuri e tormentati. Virgil ormai è avanti con l'età e, inaridito dalla solitudine, ritrova la sua umanità solo al confronto con le grandi opere del passato ed in particolare con i grandi ritratti femminili.
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Jacques de Vaucanson fu un illuminato inventore del XVIII secolo presso la corte francese, celebre per la creazione di mirabilanti automi ancora oggi non superati per versatilità.
Ed è un presunto suo atoma che diventa il fil rouge dell'ultima opera di Giuseppe Tornatore.
In un complesso ingranaggio si dipana un intenso e perfettamente cadenzato thriller che ci riporta ai tempi de "La sconosciuta".
Siamo a Roma, e Virgil Oldman, freddo e calcolatore battitore d'asta si ritrova a confrontarsi con una giovane donna problematica e dal passato (e presente) alquanto oscuri e tormentati. Virgil ormai è avanti con l'età e, inaridito dalla solitudine, ritrova la sua umanità solo al confronto con le grandi opere del passato ed in particolare con i grandi ritratti femminili.
La storia dell'incontro tra 2 anime che sono diventate chiuse e sterili dai rispettivi passati e la graduale scoperta di sentimenti assopiti, evolve parallelamente alla scoperta di ingranaggi che ricompongo un automa di Vaucanson, meravigliosa riproduzione di un umano e come l'automa dovranno fare i conti con il rapporto tra realtà e sua riproduzione.
Tornatore costruisce un intenso e misterioso thriller psicologico dalla doppia lettura.
La prima, quella più evidente, sui rapporti umani, sui rapporti di fiducia e sul sentimento intergenerazionale.
La seconda lo avvicina invece all'ultimo cinema di Kiarostami che già ci aveva presentato con il suo "Copia conforme" il tema del rapporto tra arte e realtà, tra la riproduzione della realtà e la realtà stessa, sicuramente con appiglio meno filosofico e forse più disincantato e amaro.
C'è da dire che forse non tutti gli ingranaggi dell'automa di Tornatore alla fine si muovono in maniera corretta e qualche piccola imperfezione e disattenzione sottolinea come l'automa perfetto non sia ancora stato creato, di certo nel complesso il film si dipana con il giusto pathos, il ritmo perfetto e la giusta dose di colpi di scena ben calibrati, tanto da mettere in secondo piano quei piccoli difetti di fabbrica che sono comunque notabili più da attenta e pignola analisi.
I protagonisti, un meraviglioso George Rush (premio Oscar per "Il discorso del Re") ed una magnetica Sylvia Hoeks duettano in maniera convincente ed affascinante, aiutati da una fotografia a dir poco perfetta (l'ultima scena meravigliosa) e da una colonna sonora del Maestro Morricone.
Da vedere
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the thin red line
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giovedì 22 gennaio 2015
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colpevolmente snobbato
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Virgil Oldman è un uomo retto, devoto in maniera maniacale al suo lavoro di battitore d'aste e sconosciuto al mondo dell'amore. Viene incaricato da una giovane donna con disturbi mentali per valutare il proprio patrimonio artistico pezzo per pezzo. Ma la donna non si presenta mai agli appuntamenti insospettendo il vecchio Oldman. Durante i sopralluoghi nei sotterranei della grande casa trova parti meccaniche antiche che destano in lui curiosità. Sarà l'inizio di una catena di eventi inaspettata e sconvolgente.
Giuseppe Tornatore torna dietro la macchina da presa, e con quale mirabile risultato, un film di una rara delicatezza e innaturale cura dei particolari.
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Virgil Oldman è un uomo retto, devoto in maniera maniacale al suo lavoro di battitore d'aste e sconosciuto al mondo dell'amore. Viene incaricato da una giovane donna con disturbi mentali per valutare il proprio patrimonio artistico pezzo per pezzo. Ma la donna non si presenta mai agli appuntamenti insospettendo il vecchio Oldman. Durante i sopralluoghi nei sotterranei della grande casa trova parti meccaniche antiche che destano in lui curiosità. Sarà l'inizio di una catena di eventi inaspettata e sconvolgente.
Giuseppe Tornatore torna dietro la macchina da presa, e con quale mirabile risultato, un film di una rara delicatezza e innaturale cura dei particolari. Come il protagonista anche il regista cerca la perfezione assoluta nei movimenti di macchina, nella fotografia e soprattutto nella sceneggiatura audacissima e misteriosamente sconosciuta finora al bravissimo autore siciliano. I protagonisti sono curati e ben caratterizzati e Geoffrey Rush si sente a casa in mezzo a tutta questa poetica bellezza. La sconosciuta misteriosa che non si mostra al protagonista è per lui come una scultura del Donatello ancora da scoprire, ne è affascinato e innamorato ancor prima di poterla ammirare in tutta la sua bellezza. Lo svolgimento del narrato è perfetto e ben congeniato, una quasi troppo perfetta storia d'amore tra il vecchio esperto d'arte e colei che custodisce un tesoro tutto da scoprire con un finale thrilling a cui lo spettatore può reagire solo restando a bocca aperta indeciso tra la sensazione di sconforto o la venerazione di un evento inaspettatamente crudele per un film che rasenta quanto di più reale possa sembrare. Nello squallido panorama di un cinema italiano alla deriva qualche carta vincente ce la possiamo ancora giocare decisamente, finche ci saranno i Tornatore, i Sorrentino e i Salvatores possiamo mirar un po' più in alto anche nel mondo e non solo in Italia. Un dovuto plauso di bravura al grande Rush che colleziona, dai tempi di "Shine", interpretazioni di spessore assoluto.
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riviera
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sabato 30 maggio 2015
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intrigante sui segreti interiori
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Magnifico film del grande Tornatore che mette a nudo i misteri del profondo di ognuno di noi. Il protagonista muta con il tempo e si umanizza conoscendo per la prima volta l'amore.Sublimi le riprese dei quadri conservati nel caveau, nei primi piani ripetuti.Perfetti gli attori.Dopo "La leggenda del pianista sull'oceano" Tornatore ritorna a considerare la paura umana di vivere in spazi molto più ampi di quelli in cui ci si è collocati per anni.Il pianista ne "La leggenda del pianista sull'oceano" non scenderà mai dalla nave per paura dell'ignoto e così Claire,falsamente, si cela dietro una malattia che la tiene distante dal mondo!
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