kondor17
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domenica 23 febbraio 2014
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bello a metà
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VIrgil Oldman è uno stimato battitore d'asta ed estimatore d'antiquariato, che a volte si approfitta del suo nome per sottostimare quadri di inestimabile valore (ritratti di donna) ed acquistarli a prezzi irrisori grazie alla complicità dell'amico in sala, Donald Sutherland. Maniaco dell'igiene e solitario, ma soprattutto estremamente solo, Virgil passa quindi le serate nel suo rifugio ad ammirare uno ad uno gli sguardi di quelle donne, impescrutabili, irraggiungibili. Un giorno il suo segretario riceve la telefonata di Claire, giovane e misteriosa ereditiera di un patrimonio che i genitori, in punto di morte, prescrissero dovesse essere valutato esclusivamente dal sig.
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VIrgil Oldman è uno stimato battitore d'asta ed estimatore d'antiquariato, che a volte si approfitta del suo nome per sottostimare quadri di inestimabile valore (ritratti di donna) ed acquistarli a prezzi irrisori grazie alla complicità dell'amico in sala, Donald Sutherland. Maniaco dell'igiene e solitario, ma soprattutto estremamente solo, Virgil passa quindi le serate nel suo rifugio ad ammirare uno ad uno gli sguardi di quelle donne, impescrutabili, irraggiungibili. Un giorno il suo segretario riceve la telefonata di Claire, giovane e misteriosa ereditiera di un patrimonio che i genitori, in punto di morte, prescrissero dovesse essere valutato esclusivamente dal sig. Oldman in persona. Infastidito dall'insistenza e dalla mancanza di puntualità della cliente, ma allo stesso tempo incuriositone, Virgil decide quindi controvoglia di prendere in carico la cosa, con tutte le consegenze del caso. Claire, 27enne ereditiera, è infatti affetta da agorafobia, non esce di casa da 12 anni, non vede e non è vista da nessuno, nemmeno dal fedele maggiordomo, e si concede solo verbalmente all'estimatore, per telefono e da dietro una porta. Tra i due sembra nascere una sorta di empatia, ma che porterà a conseguenze inimmaginabili.
Per la prima ora il film è veramente ben fatto. Accattivante come pochi, ti incolla allo schermo senza possibilità di scelta. Le musiche di Morricone ed una splendida fotografia ne fanno poi solida cornice. Evidentemente però Tornatore non è molto avvezzo al thriller, nè tantomeno al genere "truffe ingani & co." . La seconda parte risulta pertanto raffazzonata e non scevra di lacune narrative, che trascinano in basso anche le performance dei pur bravi attori. Mancano troppi collegamenti ed alla fine ti resta in bocca un senso di amarognolo, per l'ottima occasione sprecata per un finale decisamente non degno dell'inizio. Se fossi in lui, lo rifarei senza tanti pupazzi animati e rigattieri tuttofare, ma proseguendo invece sul fantastico scavo psicologico intrapreso, ma poi scioccamente abbandonato.
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dandy
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venerdì 30 ottobre 2015
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un amore all'asta.
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Tornatore,autore anche della sceneggiatura riesce a fare qui quello che non era riuscito a fare con "La leggenda del pianista sull'oceano".Girare un film in inglese con attori americani che fosse intenso e appassionante.Una storia d'amore estrema,tra melodramma e thriller dove i due protagonisti si vedono separati dalla paura e delle proprie fobie.Di un'eleganza sontuosa,riuscitissimo nell'adesione al protagonista,fobico e schivo ma mai veramente antipatico,il cui amore è riservato esclusivamente ai ritratti di donne acquistati subdolamente alle aste da lui presiedute.Amore che perderà per scoperto l'amore "reale".Dopo una prima parte intrigante la rivelazione al pubblico di Claire la storia riesce a mantenere l'interesse sempre alto.
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Tornatore,autore anche della sceneggiatura riesce a fare qui quello che non era riuscito a fare con "La leggenda del pianista sull'oceano".Girare un film in inglese con attori americani che fosse intenso e appassionante.Una storia d'amore estrema,tra melodramma e thriller dove i due protagonisti si vedono separati dalla paura e delle proprie fobie.Di un'eleganza sontuosa,riuscitissimo nell'adesione al protagonista,fobico e schivo ma mai veramente antipatico,il cui amore è riservato esclusivamente ai ritratti di donne acquistati subdolamente alle aste da lui presiedute.Amore che perderà per scoperto l'amore "reale".Dopo una prima parte intrigante la rivelazione al pubblico di Claire la storia riesce a mantenere l'interesse sempre alto.E quando sembra finire in modo scontato si ribalta con una sorpresa non originale ma in questo caso davvero inaspettata, e amarissima.E l'ultima sequenza,con Virgil in un'attesa impossibile,è toccante.Magnifica interpretazione di Rush,e Sutherland è un personaggio solo apparentemente poco sfruttato.Azzardato e ambizioso,ma senza autocompiacimenti o vezzi registici fini a se stessi.Girato far Trieste,Milano,Praga,Fidenza,Alto Adige e Vienna.Un film che vale la pena di vedere,e che incredibilmente ha avuto successo al botteghino.Musiche di Ennio Morricone.
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fabio57
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martedì 10 maggio 2016
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bella lezione di vita
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Tornatore è regista di altissimo e indubbio livello, quest'opera pur essendo interessante non raggiunge però le vette cui ci ha abituato con i suoi capolavori.Tuttavia è una bella lezione di vita,un monito a non fidarsi dei sentimenti, ma fare affidamento solo sulla ragione.Per la verità la truffa perpetrata ai danni del protagonista, dalle persone a lui più care,non è fatto insolito nella vita reale, ma quello che invece colpisce è che capiti proprio ad un individuo accorto,scafato,scaltro ed esperto come il nostro sfortunato eroe.E' vero che il reggiro è ben congegnato, ma con l'abituale lucidità che lo contraddistingue, la vittima designata l'avrebbe sgamato in un batter d'occhio,invece è ottenebrato dall'amore,questo è il dato più realistico e sconfortante.
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Tornatore è regista di altissimo e indubbio livello, quest'opera pur essendo interessante non raggiunge però le vette cui ci ha abituato con i suoi capolavori.Tuttavia è una bella lezione di vita,un monito a non fidarsi dei sentimenti, ma fare affidamento solo sulla ragione.Per la verità la truffa perpetrata ai danni del protagonista, dalle persone a lui più care,non è fatto insolito nella vita reale, ma quello che invece colpisce è che capiti proprio ad un individuo accorto,scafato,scaltro ed esperto come il nostro sfortunato eroe.E' vero che il reggiro è ben congegnato, ma con l'abituale lucidità che lo contraddistingue, la vittima designata l'avrebbe sgamato in un batter d'occhio,invece è ottenebrato dall'amore,questo è il dato più realistico e sconfortante.Questo sentimento ottunde la capacità di giudizio e rende fragili e stupidi,la conclusione è ancora più sconcertante,lui per quanto beffato conserva un barlume di speranza,illudendosi di un ravvedimento ormai impossibile e attende "cornuto e mazziato"per usare un espressione nostrana.
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greatsteven
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lunedì 15 maggio 2017
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terza tappa per tornatore sulla bellezza dell'arte
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LA MIGLIORE OFFERTA (IT, 2013) diretto da GIUSEPPE TORNATORE. Interpretato da GEOFFREY RUSH, SYLVIA HOEKS, JIM STURGESS, DONALD SUTHERLAND
Virgil Oldman è un antiquario sessantenne che ha dedicato la propria vita alla passione per i mobili, i quadri e le opere d'arte in generale, bandendo aste da lui stesso presiedute, vendendo ad acquirenti internazionali capolavori di inestimabile valore e sopprimendo, al contempo, ogni impulso verso la socialità.
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LA MIGLIORE OFFERTA (IT, 2013) diretto da GIUSEPPE TORNATORE. Interpretato da GEOFFREY RUSH, SYLVIA HOEKS, JIM STURGESS, DONALD SUTHERLAND
Virgil Oldman è un antiquario sessantenne che ha dedicato la propria vita alla passione per i mobili, i quadri e le opere d'arte in generale, bandendo aste da lui stesso presiedute, vendendo ad acquirenti internazionali capolavori di inestimabile valore e sopprimendo, al contempo, ogni impulso verso la socialità. Vive senza moglie, né figli e pochi amici, fra cui un vecchio pittore di nome Billy al quale non ha mai riconosciuto un talento effettivamente autentico, e Robert, un giovane e abilissimo riparatore di marchingegni antichi, al quale nemmeno riesce a dare del tu. Un giorno riceve una misteriosa telefonata da parte di Claire Yvettson, una ragazza avvolta ancora di più nel mistero: è la ricca ereditiera di una famiglia nobile che ora intende vendere tutte le opere d'arte contenute nel suo edificio, da cui non esce da quindici anni, in quanto agorafobica. Dopo innumerevoli telefonate concitate e incontri andati a vuoto, Virgil comincia a provare simpatia per Claire, capendo anche i motivi che l'hanno spinta a rintanarsi nella solitudine e a cancelare definitivamente i suoi contatti col mondo. In lei l'anziano antiquario, tutto sommato deluso dalle sue scarse capacità sociali e dal senso di vuoto che da sempre lo ricopre, riconosce un'affinità che va oltre la semplice empatia. Quando poi, con uno stratagemma, riesce a vederla dal vivo, il rapporto fra i due migliora nettamente e si trasforma in amore, grazie anche all'aiuto esterno di Robert (che sta ricostruendo pezzo per pezzo un automa ottocentesco in grado di muoversi meccanicamente e addirittura di esprimersi con parole, grazie ad un nano che vi si può infilare dentro). Claire, che si mantiene scrivendo romanzi e racconti sotto pseudonimo, rivive, dopo un'esperienza amorosa giovanile finita in tragedia, la passione e l'affetto, trovando in Virgil un uomo che, benché maturo ma pur sempre estremamente analogo a lei, la comprende e non la giudica. Finora Claire non è mai uscita allo scoperto, ma quando l'antiquario, una notte piovosa, viene aggredito fuori dalla villa, la scrittrice si decide e lo porta al pronto soccorso. A questo punto sembra tutto pronto affinché i due vivano insieme in una casa-albergo dove Virgil ha trasferito, in una grande stanza, numerosi ritratti femminili che Claire adora, ma la ragazza scompare all'improvviso. Deluso e amareggiato, ma rincuorato dall'amicizia con Billy (che gli dona un bellissimo quadro dipinto da lui) e Robert (che, grazie a Virgil, è riuscito ad appianare le divergenze con la fidanzata mulatta), Virgil si reca a Praga, città visitata durante l'adolescenza da Claire, e la aspetta in un lussuoso ristorante. La carta vincente del film è l'accoppiata Tornatore-Rush, su questo non ci piove: il primo, dopo un capolavoro come Nuovo Cinema Paradiso e un gesto d'amore verso l'arte e l'individualità trionfante dell'artista come La leggenda del pianista sull'oceano, ritorna ad affrontare il discorso dell'importanza artistica nella vita dell'uomo: dopo un proiezionista e un suonatore di pianoforte, questa volta abbiamo a che fare con un esperto d'antiquariato, un organizzatore d'aste che cresce spiritualmente, dapprima interessato soltanto ai pezzi rari di cui conosce ogni minimo dettaglio, ma in seguito sempre più propenso ad allargare i propri orizzontali sentimentali, in senso sia amichevole che amoroso, e questo gli fa riscoprire un lato di sé onnipresente, ma rimasto troppo tempo spento e nascosto. Quanto a Rush, reduce dal bellissimo Il discorso del re e indossati per la quarta volta i panni del capitan Barbossa in Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare, qui regala un personaggio inquieto, sofferto, ma anche combattente, un uomo alla ricerca di un senso mai trovato, ma sempre percepito, per quanto afferrato esclusivamente in età tardiva. Le sue espressioni facciali, i suoi gesti e la sua intonazione vocale (lo doppia un Rodolfo Bianchi in forma smagliante) delineano i tratti di un carattere molto interessante: un individuo afflitto da solitudine cronica, la cui cultura non basta né serve a colmarne la solitudine, che rinverdisce i suoi giorni grigi venendo a contatto con una gioventù da un lato più aperta ed espansiva di lui (vedi il personaggio di J. Sturgess, un vivacissimo e simpatico meccanico di oggetti arcani) e dall'altro chiusa e retriva come lui (la pallida e smunta Claire dell'olandese Hoeks), ma in grado di superare le proprie paure. Per quanto soltanto Virgil riesca ad ottenere un successo completo: lui va felicemente in pensione e lascia con sorriso l'antiquariato, mentre la giovane gli tira un bidone nel momento stesso in cui le cose prendevano una piega decisamente più positiva di prima. Il film, in generale, sa affrontare con profondità e lucidità il tema dell'abbandono e della condizione cronica di uomini soli che non è poi così infrequente nel mondo moderno. Splendide scenografie (la villa dismessa ha un che di decadentistico), superbe musiche dell'ancora non premio Oscar Ennio Morricone, dialoghi densi che tuttavia evitano di appesantire la trama, e una galleria di personaggi secondari tutti con una funzione poetica, in particolar modo il portiere della villa e la nana con memoria fotografica e genio matematico: il primo è un uomo semplice che esegue gli ordini e non si cura di conoscere la persona per chi lavora, e dunque ne custode il segreto come un cane fedele al padrone, la seconda è invece una piccola mente geniale che analizza profondamente le cause che spingono l'animo umano a chiudersi in sé e non trovare poi una pratica e piena realizzazione dell'io. Nel complesso, evita con fortuna e soprattutto maestria le sfumature psicoanalitiche e consegna al pubblico un ritratto della pietà, della carità e dell'altruismo. Da vendere al miglior offerente. Ovvero a chiunque sappia condividere questi sentimenti e si dichiari disposto a svilupparsi in senso umano e umanitario insieme. Ottimo il personaggio di Sutherland: artista tutt'altro che fallito, convintissimo del proprio talento, che non è stato valorizzato dal signor Oldman, il suo stesso scopritore, che tuttavia non gli ha negato una sincera amicizia.
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ennio
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lunedì 20 novembre 2017
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mr.oldman, un personaggio che rimane impresso
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Io mi sarei anche accontentato di godermi l'intensa e contrastata personalità del protagonista e le sue peripezie tardosentimentali tra il tragicomico e il comicopatico, e l'intensa interpretazione che di esso dà Geoffrey Rush. Il colpo di scena finale invece tinge di giallo tutta la storia, in modo si razionale ma non troppo prevedibile. Lo svenimento del protagonista nella sua camera segreta mi ha colto di sorpresa, pensavo avesse avuto un malore dovuto allo stress amoroso/emotivo che lo attanagliava, solo dopo mi sono accorto delle pareti spoglie. Bella storia, bello scoprire un ottimo attore non più nel fiore della giovinezza.
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(di rudy_50)
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elgatoloco
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giovedì 13 settembre 2018
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film più che interessante
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Questo"THe best Offer"_"La migliore offerta"(l'originale è comunque in inglese)di Giuseppe Tornatore del 2012 è il film senz'altro più interessante del regista, pur se in esso ricorre un elemento presente nella sua opera in maniera costante, quello della beffa, dell'inganno, volendo, almeno da"L'uomo delle stelle"in poi(devo ammettere che conosco poco e male la filmografia dell'autore, dove la mia conoscenza si limita al massimo a tre film, includendo questo); un elemento, che però qui viene declinato in maniera più profonda, come tassello del gioco più "globale"tra realtà(verità?)-finzione.
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Questo"THe best Offer"_"La migliore offerta"(l'originale è comunque in inglese)di Giuseppe Tornatore del 2012 è il film senz'altro più interessante del regista, pur se in esso ricorre un elemento presente nella sua opera in maniera costante, quello della beffa, dell'inganno, volendo, almeno da"L'uomo delle stelle"in poi(devo ammettere che conosco poco e male la filmografia dell'autore, dove la mia conoscenza si limita al massimo a tre film, includendo questo); un elemento, che però qui viene declinato in maniera più profonda, come tassello del gioco più "globale"tra realtà(verità?)-finzione....di borgesiana e non solo(shakespeariana, per non tornare troppo indietro nel tempo)memoria. Non a caso il protagonista(uno straordinario Geoffrey Rush)è un battitore d'asta e al tempo stesso esperto d'arte e collezionista, dunque in qualche modo l'esponente della quintessenza della tematica anzidetta. Forse la parte finale è la più"deludente", ma a ben vedere essa svela comunque il "gioco"continuo tra Eros e Thanatos che percorre tutto il film oltre al gioco"di specchi"tra realtà e finzione di cui si è detto. SUscettibile forse di ulteriori sviluppi(non conosco il film succesivo, "La corrispondenza", questo gioco"barocco"nell'accezione migliore del termine ci riporta ad altro, al meglio della produzione cinematrografica degli ultimi anni, da dopo , diciamo, i primi anni del Duemila. Di Rush sìè detto, ma sono da sottolineare anche le prove di Donald Sutherland(nel ruolo dell'"amico", dell'amata nascosta, in quanto affetta da agorafobia Claire, che è Sylvia Hoeks, di Jim Sturgess, che impersona il costruttore-riparatore di automi. Film comunque, appunto, in primis"interessante", il che vuol dire molto in un panorama cinematorgrafico frrancamente non sempre "esaltante".... El Gato
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(di rudy_50)
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elgatoloco
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lunedì 21 ottobre 2019
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teoria dell'are e cinema
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Tra riflessione sull'arte, sul vero e il falso, questo"La migliore offerta"di Giuseppe Tornatore(2012), realizzato in inglese è certamente il film più"toerico"del regista, per cui non è poi così importante, sopratutto nel finale del film, distinguere quali parti siano eventualmente "sognate"o comunque immaginate e quali invece"reali", anche perché al limite potremmo intendere tutto il film, anche oltre la quaestio fondamentlae del"fantasma filmico", come un"sogno", nel senso di un prodotto dell'inconscio, per cui il colto e "innamorato dell'arte ma represso nella vita"Virgil Oldman(questo cognome può essere anch'esso simbolico e come.
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Tra riflessione sull'arte, sul vero e il falso, questo"La migliore offerta"di Giuseppe Tornatore(2012), realizzato in inglese è certamente il film più"toerico"del regista, per cui non è poi così importante, sopratutto nel finale del film, distinguere quali parti siano eventualmente "sognate"o comunque immaginate e quali invece"reali", anche perché al limite potremmo intendere tutto il film, anche oltre la quaestio fondamentlae del"fantasma filmico", come un"sogno", nel senso di un prodotto dell'inconscio, per cui il colto e "innamorato dell'arte ma represso nella vita"Virgil Oldman(questo cognome può essere anch'esso simbolico e come...)potrebbe in qualche modo anche proiettare la fantomatica Claire,a ffetta da agorafobia e difficoltà relazionale quale archetipo della donna tout court. Film ambizioso, certamente più interessante ed enigmatico di altre opere di Tornatore, fatto salvo il primo(credo)"Nuovo cinema Paradiso", "The best offer"non fa in alcun modo "sentire"-percepire la propria lunghezza(è "ipermetro"rispetto allo standard di film attuale), valorizzando il suo estetismo, che alcune persone troveranno/avranno trovato"decadente", che altri invece apprezzano, forse, perché "decadenti"a loro volta... Geoffrey Rush e il suo"doppio", l'amico sottovalutato Donald Sutherland, Sylvia Hoeks e Jim Sturgess sono interpreti decisamente adeguati. Altre due notazioni: è da fare attenzione al tema del"doppio", che si esprime in due forme particolari: il nome CLaire è dela protagonista dapprima invisibile, poi materializzantesi ma anche della nanetta che ha capacità menstiche straordinarie, in specie per i numeri e poi nell'automa, che l'amico tecnico riesce a costruire o meglio a ricostruire a partire da un celebre modelllo settecentesco. Un film, questo, dopo il quale Tornatore verrà valutato rispetto a questa sua opera, considerando se un film successivo risulterà su questa linea oppure"tornerà indietro"verso le opere precedenti e ciò senza alcun giudizio di valore, ma semplicemente di valutazione tematica, altrettanto importante. Qui il genere è drammatico, con punte"mystery"più che semplicemente"thriller"... El Gato
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psicosara
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lunedì 23 marzo 2020
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ritratti di sentimenti
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Titolo originale: The Best Offer
Regia: Giuseppe Tornatore
Genere: Drammatico - Italia, 2012
Colore nero predominante per la locandina del film, un ambiente scuro in cui la luce filtra solo sui lineamenti del viso, quasi fossero quadri, ritratti di volti.
Ritratti dei tre protagonisti principali dello splendido film di Giuseppe Tornatore.
L’ambiente è scuro, quasi a descrivere fin da subito quel torbido inganno che Claire e Robert ordiscono a sfavore dell’inconsapevole Oldman.
Vediamo chi sono ad uno ad uno i personaggi rappresentati in locandina:Claire Yvettson (Sylvia Hoeks) è la giovane erede di una ricca famiglia che intende far valutare le opere e gli antichi cimeli di famiglia detenuti in una grande villa, in cui la stessa più che vivere si nasconde da 15 anni.
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Titolo originale: The Best Offer
Regia: Giuseppe Tornatore
Genere: Drammatico - Italia, 2012
Colore nero predominante per la locandina del film, un ambiente scuro in cui la luce filtra solo sui lineamenti del viso, quasi fossero quadri, ritratti di volti.
Ritratti dei tre protagonisti principali dello splendido film di Giuseppe Tornatore.
L’ambiente è scuro, quasi a descrivere fin da subito quel torbido inganno che Claire e Robert ordiscono a sfavore dell’inconsapevole Oldman.
Vediamo chi sono ad uno ad uno i personaggi rappresentati in locandina:Claire Yvettson (Sylvia Hoeks) è la giovane erede di una ricca famiglia che intende far valutare le opere e gli antichi cimeli di famiglia detenuti in una grande villa, in cui la stessa più che vivere si nasconde da 15 anni. Viene rappresentata con uno sguardo che è tutt’altro che pauroso, è freddo. E lucido.
Virgil Oldman(Geoffrey Rush) è un eccentrico quanto rinomato battitore d’asta e collezionista, con il fiuto particolare per le opere rare, che viene incaricato proprio da Claire di effettuare una valutazione del patrimonio artistico contenuto nella villa.
Robert(Jim Sturgess) è un giovane e geniale artigiano col talento nel riparare qualunque tipo di marchingegno meccanico danneggiato. E’ rappresentato (non a caso) indaffarato a organizzare qualcosa, con lo sguardo corrugato, sembra volersi accertare che tutto vada liscio.
Virgil non ha amori né amici, tranne il socio e complice Billy (Donald Sutherland), che gli è indispensabile nelle sue spericolate ricerche di capolavori trascurati e nascosti. Perché proprio Billy, l’unico amico e socio di Virgil non è presente nella locandina?
E’ una scelta di indulgenza?
Per rispondere alla domanda sarebbe utile chiedersi il perché Billy tradisce Virgil. La spinta al solo vantaggio economico non è sufficiente. C’è di più. L’ipotesi più credibile è che Billy sia rimasto in qualche modo deluso/ferito dall’amico: Billy è convinto del proprio talento ma Virgil non ha mai riconosciuto né sostenuto le ambizioni artistiche del socio. Tale senso di frustrazione perpetrato nel tempo può aver mosso le azioni di Billy, generando in lui l’idea di doverla in qualche modo “far pagare” all’amico.
Forse Billy non viene riportato in locandina nell’estremo tentativo di proteggerlo, di tenerlo comunque “fuori” dalla vicenda. Ci deve essere del buono in una persona che più volte aveva provato a mandare un segnale a Virgil, lanciando (inconsciamente) il suo allarme: "I sentimenti umani sono come le opere, si possono simulare”. Come se volesse mettere in guardia l’amico, nonostante la sua delusione e il successivo rancore.
Dall’analisi dei volti dei personaggi in locandina emergono dei dettagli interessanti: Virgil si presenta come un uomo elegante, non c’è che dire, ma il suo sguardo rivela un’indole diffidente, se non sospettosa. E in effetti Virgil è un uomo solitario, esigente e misantropo. La sua unica emozione è nel possesso di capolavori d’arte. Una ossessione lo insegue e lo perseguita in ogni opera: la figura femminile.
Virgil ha sublimato il femmineo accumulando riproduzioni pittoriche: le colleziona, lui, le donne. Letteralmente. In una stanza segreta. Affollando le pareti di relazioni mai vissute, ma solo desiderate. E sono loro (quei ritratti) le sue relazioni, il suo affetto, il suo bisogno di compagnia, tutto ciò che ha è in quella stanza segreta.
Gli abbracci non sono che vernice. E come per contrasto, quest’uomo a sessant’anni vivrà la sua prima Sindrome di Stendhal non di fronte a un quadro, bensì di fronte al volto (celato) di una donna vera: Claire, la giovane Claire. “Pallida. Come un'incisione del Duhrer” la descriverà poi Virgil dopo averla vista. Claire, che a soli 27 anni è chiusa nel suo mondo di paure.
O almeno così dichiara.
Claire comunica infatti solo attraverso una parete o al telefono, rifuggendo da ogni contatto diretto e personale. Dichiara di soffrire di una malattia (una grave forma di agorafobia) che non le permette di uscire di casa.
Robert sembra un personaggio marginale, anche per il piccolo spazio che gli è stato riservato nell’immagine di locandina. Ma marginale non lo è affatto. E’ lui a dirigere e scandire i tempi della complicata vicenda. Forse è proprio lui il regista di tutto il raggiro. Con il pretesto della ricostruzione di un antico automa, incita Virgil ad andare nella villa a recuperarne i pezzi, dirige la curiosità di Virgil a vedere com’è fatta Claire. Fomenta l’interesse di Virgil nei confronti di Claire (un interesse progressivamente crescente), esattamente come insegue i pezzi del meccanismo che Oldman incontra in alcune stanze della villa di Claire e che si rivelano indispensabili affinché l’automa diventi completo.
La scena più epica ed emozionante del film è la scena in cui Virgil nel pieno della crisi (Claire è scomparsa) si presenta ad un’asta tutto trafelato, con i capelli sconvolti; confonde le opere fra di loro tra le risate generali e lo sguardo incredulo del socio Billy.
In quella scena, che è insieme comica e tristemente dura, si coglie tutta la ‘vera’ tragedia dell’Amore. Di un amore scoppiato così per caso, nella clausura, nella misantropia, nella condivisione di un disagio.
Un amore capace di trasformarti: da battitore d'asta professionalmente impeccabile a uomo inesperto e vulnerabile, distrutto e disorientato, ottenebrato dall’Amore.
Un amore che ti rende cieco: quando il tormento di Virgil diventa carne, quando il pathos proviene da una donna reale e non più da donne immaginarie bidimensionali, quel suo occhio tanto attento a riconoscere la Bellezza non riesce però a cogliere l’enorme falso che va costruendosi intorno a lui. Proprio lui. Così esperto nel mondo dell’Arte a discernere fra verità e contraffazione. E invece, così impreparato di fronte all’Amore. Il suo nome (Virgil) in inglese suona quasi come virgin, vergine appunto.
Non c’è nessun happy ending per questo film, anzi, il protagonista rimane solo. Disperato perché ha capito (tardi) l’enormità del raggiro che ha subìto. E certamente il dolore maggiore non sta in quei ritratti di donna andati perduti, ma nella truffa da parte dell’unica donna che lo abbia mai non-amato ma ammaliato.
Va in quel bar a Praga, quel bar che Claire gli aveva descritto come l’ultimo posto in cui era stata felice prima della ‘malattia’. Constata che quel bar con gli orologi esiste davvero: forse è l’unica cosa vera che Claire gli abbia mai detto. In fondo, se Claire ha raccontato anche solo una cosa vera, allora tutto il resto è stato una reale menzogna. Compreso l’amore.
Lui entra, e fra lo smarrito e l’incredulo si siede, fa apparecchiare per due, perché “sta aspettando una persona”. E’ un’attesa impossibile ma (solo) lui lo sa.
Perché – come diceva il assistente di Virgil: "Vivere con una donna è come partecipare ad un'asta. Non sai mai se la tua è l'offerta migliore".
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elgatoloco
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lunedì 25 ottobre 2021
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gioco verità-finizione senza"infingimenti"
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Con questo"La migliore offerta")(Giuseppe Tornatore, anche soggetto e sceneggiarura da solo, 2013)il regista--autore realizza un play notevole sul rapporto verità.finzione-creduta"verità", partendo dalla storia di un anziano battitore dìasta, restio al mondo, che coltiva una stanza segreta con ritratti fmeminili di grnade valore, sui quali rivesa una sorta di "amore contemplativo" assoluto. Contattato da una ragazza riguardo a una stima che concerne una villa che lei è stata lasciata in eredità, l'uomo si infuria quando non riesce ad incontrarla né ad avere dettagli sulla questione. Riuscirà a vederla"di strafugo", ma la donna, che soffre, a quanto afferma, di agorafobia, non si svela e non si"rivela".
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Con questo"La migliore offerta")(Giuseppe Tornatore, anche soggetto e sceneggiarura da solo, 2013)il regista--autore realizza un play notevole sul rapporto verità.finzione-creduta"verità", partendo dalla storia di un anziano battitore dìasta, restio al mondo, che coltiva una stanza segreta con ritratti fmeminili di grnade valore, sui quali rivesa una sorta di "amore contemplativo" assoluto. Contattato da una ragazza riguardo a una stima che concerne una villa che lei è stata lasciata in eredità, l'uomo si infuria quando non riesce ad incontrarla né ad avere dettagli sulla questione. Riuscirà a vederla"di strafugo", ma la donna, che soffre, a quanto afferma, di agorafobia, non si svela e non si"rivela". Lui cercheràdi "stanarla" in ogni modo, essendosene ormai innamorato. Subirà un furto"totale", fose oridto in particoalre da un artista che si è sempre sentito ignorato dall'uomo, una nana affetta da sindrome del"savant"gli riveletà verità forse"sconcertanti", finirà in clinica psichiatrica in preda a catatonia, cercherà la ragazza in un bar praghese e ... Il film dell'"engima"di Tornatore appare la sua opera per convicente, per quella capacità di giocare su sfumature che stanno tra il vero, il falso, il possibile, il probabile, l'assurdo, il "forse", l'impossibile, che il vero cinema possiede. Negli ultimi anni, anzi decenni, l'unico film italiano(ma realizzato in inglese)che possa, almeno pazialmente, valere quale"copolavoro" ,, facendo sperare che l'autore riesca a ritrovare la froza espressiva che aveva in questo film, Film di allusisoni, di metafore, ma non di allegorie, "La migliore offerta"valorizza il protagonista Geoffrey Rush, come quell'interprete straordinario ma generalmente trascurato che è stato ed è Donald SUtherland, nella parte del pittore"olvidado".negletto, Sylvia Hoeks la"woman in nothing"che si volatilizza, altri ancora tra cui Jim Sturgess, il collaboratore del battitore d'asta. Le musiche di Ennio Morricone, scomparso in realtà nel 2020, sono tra le ultime composizioni del Maestro e hanno avuto riconsocimenti non inferiori al film dal punto di vista registico e della sceneggiatura., Idem per fotografia e scenografia, a conferma del momento felice del regista El Gato
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tiziana2013
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lunedì 7 gennaio 2013
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un'ottima offerta
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Scrivo nuovamente la recensione in quanto nella precedente ho dimenticato di aggiungere il voto in stelle.
Brevemente la trama.
Virgil Oldman e’ un famoso battitore d’asta. Ama le donne solo attraverso l’immagine dipinta da pittori. Nella sua casa infatti c’e’ una stanza enorme, spettacolare, in cui colleziona esclusivamente ritratti femminili. Ma l’amore vero non lo ha mai provato.Misogino ricchissimo,eccentrico, geniale nella sua professione,, vive in solitudine e tocca la realta’ solo filtrandola attraverso un paio di guanti, ossessionato dall’igiene. Quando si innamora di una donna giovane, bella, misteriosa e con problemi di agorafobia ne esce ’ ovviamente sconvolto e trasformato.
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Scrivo nuovamente la recensione in quanto nella precedente ho dimenticato di aggiungere il voto in stelle.
Brevemente la trama.
Virgil Oldman e’ un famoso battitore d’asta. Ama le donne solo attraverso l’immagine dipinta da pittori. Nella sua casa infatti c’e’ una stanza enorme, spettacolare, in cui colleziona esclusivamente ritratti femminili. Ma l’amore vero non lo ha mai provato.Misogino ricchissimo,eccentrico, geniale nella sua professione,, vive in solitudine e tocca la realta’ solo filtrandola attraverso un paio di guanti, ossessionato dall’igiene. Quando si innamora di una donna giovane, bella, misteriosa e con problemi di agorafobia ne esce ’ ovviamente sconvolto e trasformato.
Se esiste la possibilita’ di una ‘’sindrome di Stendhal’’ capovolta, questo film ne e’ l’esempio Non e’ il quadro a sconvolgere, ma la realta’. L’arte, la finzione sono rassicuranti perche’ sono come noi li vediamo, immutabili.Non ci chiedono di essere toccati..ma solo guardati. Il reale invece ci coglie impreparati, all’improvviso e ci chiede di metterci in gioco. Talvolta perfino di mettere in discussione la nostra vita intera. Questo e’ cio’ che accade al protagonista del film.
La migliore offerta e’ un thriller, un noir sorprendentemente leggero pur nella sua tragicita’. Un thriller dell’anima, dove tutto non e’ come appare. Lo spettatore e’ avvolto da un’atmosfera rarefatta, irreale, fuori da ogni riferimento spazio-temporale. Ma su tutto prevale il senso della bellezza , le inquadrature, i colori, la musica, la scenografia, l’eleganza.
La ricostruzione dell’intera vicenda nel finale e tecnicamente molto bella, una sovrapposizione perfetta di fatti, di immagini, che segue la logica di chi all’improvviso capisce tutto. Poco importa se lo spettatore in realta’ ha gia’ capito. Cio’ che ci interessa e’ la psicologia di Virgil, cosi’ ingenuo e fragile da intenerirci.Velocita’ fibrillante di ricordi, di’emozioni.. E infine il ritorno alla solitudine iniziale. Circolarita’ senza rassegnazione ed infinita attesa? O piuttosto ripartire da zero?
Ottima l’interpretazione di Geoffrey Rush, tanto da non riuscire ad immaginare un altro attore in questo ruolo.
Per tutti questi motivi ritengo che ‘’La migliore offerta’’ sia davvero un’ottima offerta.
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