tiberiano
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domenica 10 febbraio 2013
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tornatore, tra hitchcock e pirandello
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Premetto che il film è molto bello e il protagonista superlativo. Vi risparmio la trama, facendo qualche considerazione:
ORIGINALITA' - suggerisco la visione propedeutica di questi film: - 'Hugo Cabret' (Martin Scorsese) sarà che l'ho visto di recente, ma si riprende "pari pari" la storia della ricerca ossessiva dei pezzi di un antico automa, che -si intuisce- una volta ricostruito, fornirà un messaggio rivelatore nel finale del film.
Da vedere sopratutto i film di Alfred Hitchcock, cui Tornatore ha sfacciatamente attinto a piene mani: 'La donna che visse due volte' con Kim Novak nel ruolo della 'donna del mistero', 'Marnie' con il tema delle fobie e 'La finestra sul cortile' con il disabile che spia con meticolosità quanto gli avviene intorno (la donna deforme, nel film di Tornatore).
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Premetto che il film è molto bello e il protagonista superlativo. Vi risparmio la trama, facendo qualche considerazione:
ORIGINALITA' - suggerisco la visione propedeutica di questi film: - 'Hugo Cabret' (Martin Scorsese) sarà che l'ho visto di recente, ma si riprende "pari pari" la storia della ricerca ossessiva dei pezzi di un antico automa, che -si intuisce- una volta ricostruito, fornirà un messaggio rivelatore nel finale del film.
Da vedere sopratutto i film di Alfred Hitchcock, cui Tornatore ha sfacciatamente attinto a piene mani: 'La donna che visse due volte' con Kim Novak nel ruolo della 'donna del mistero', 'Marnie' con il tema delle fobie e 'La finestra sul cortile' con il disabile che spia con meticolosità quanto gli avviene intorno (la donna deforme, nel film di Tornatore). E c'è qua e là anche Pirandello, riguardo a vero e falso, identità e apparenza.
PERSONAGGI - Ben definito quello del protagonista (Virgil), tra arroganza e solitudine apparentemente compiaciuta, in una vita di lusso e bellezza, che ben si sa destreggiare tra opere autentiche e 'patacche', sia pure ben fatte. Sutherland fa da spalla, ma saprà giganteggiare dietro le quinte.
Gli altri (Claire, donna irraggiungibile, invisibile e sociofoba, è di una bellezza da quadro preraffaellita, Robert, il tecnico tuttofare, ci sa fare con le donne, oltre che con gli ingranaggi) tutti giovani, carini, stranieri e poco noti, sono esteticamente in linea con l'ambientazione, ma decisamente meno convincenti.
SCENEGGIATURA - Il punto debole di tutta l'opera.
Ci ho visto un sottofondo misogino (le uniche donne vere del film sono una bellissima (ma traditrice), l'altra sincera (ma deforme), le altre, tutte splendide, a centinaia, sono solo dipinte su tela. Il ritmo narrativo è all'inizio lento (quasi solenne, ma mai noioso), però poi corre nel finale e rivela tutto l'intrigo in pochi minuti.
Poco convincenti e fuorvianti alcuni elementi narrativi, alcuni posti ad arte per distogliere forse lo spettatore: l'aggressione sotto la pioggia, una delle ragazze di Robert che mette in guardia il protagonista, ma lui, anziano diffidente e uomo navigato tra il vero e il falso nel mondo dell'arte (assai meno su quello dei sentimenti), si fida comunque e se lo porta in villa a spiare una cena intima a due), e fa del ragazzo perfino il suo mentore, 'maestro di vita e di relazioni sociali (!), Claire, con il suo atteggiamento esageratamente volubile, che da fobica che era, arriva a farsi il bagno in vasca davanti a Virgil (per meglio sedurlo), la ricerca quasi ossessiva degli ingranaggi dell'automa, pezzi che alla fine ci sono quasi tutti, guarda un po' !
Si intuisce da subito che alcuni personaggi "non la raccontano giusta" e anche se non ci scappa il morto, il finale rimane tipicamente in stile Hitchcock. Ma non era un film di Tornatore ?
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antrace
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giovedì 4 luglio 2013
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una storia a tre dimensioni
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Giuseppe Tornatore ha fatto il botto, con un film che incide sulla platea, lascia ricordi acri, ma sazia la fame attuale di buone sceneggiature e interpretazioni pungenti. Ha scritto un giallo intimista, con gli accorgimenti ed i tempi giusti, con una lucida trasposizione dalle suggestioni affettive alla crudezza dell'inganno , convincendo la critica ed il pubblico per la sapienza e la meticolosità della sua opera . "La migliore offerta " è un racconto a tre dimensioni, l'amore, il tradimento, gli affari , e va seguito e compreso come si osserva un dipinto, con un'attenzione alle luci ed alle sfumature . E' la narrazione cifrata, pignolesca , minuziosa della simulazione umana , della deriva dei desideri ,dello scoglio duro della realtà .
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Giuseppe Tornatore ha fatto il botto, con un film che incide sulla platea, lascia ricordi acri, ma sazia la fame attuale di buone sceneggiature e interpretazioni pungenti. Ha scritto un giallo intimista, con gli accorgimenti ed i tempi giusti, con una lucida trasposizione dalle suggestioni affettive alla crudezza dell'inganno , convincendo la critica ed il pubblico per la sapienza e la meticolosità della sua opera . "La migliore offerta " è un racconto a tre dimensioni, l'amore, il tradimento, gli affari , e va seguito e compreso come si osserva un dipinto, con un'attenzione alle luci ed alle sfumature . E' la narrazione cifrata, pignolesca , minuziosa della simulazione umana , della deriva dei desideri ,dello scoglio duro della realtà .Virgel è un facoltoso, attempato battitore d'aste , cultore d'arte, che diffida degli incontri con le donne, degli scambi umani quotidiani, sino al punto da costruirsi con astuzia e sacrifici una privatissima , inimitabile galleria di volti femminili diafani ,cinti in quadri d'autore , come uno specchio dei sentimenti inespressi . Inconsapevolmente insegue un'avventura con una donna misteriosa, come quelle trasfigurate dai pennelli : si innamora di Claire , una ragazza colpita da un male subdolo, che afferma di non uscire mai di casa , e di vivere fuori dal mondo , dentro una villa antica , piena di oggetti preziosi, erede di un patrimonio familiare . Entrambi si calano in una vicenda irreale, incredibile, in cui l'approccio fisico è soltanto il culmine di un'intesa quasi iniziatica : la ragazza per molto tempo non si mostra al suo spasimante , e dialoga con lui attraverso gli affreschi delle pareti, creando nella distanza dei corpi un'attesa febbrile dell'incontro . Entrambi simulano , con intenti diversi . Virgel recita con consapevole abbandono la trama di un sogno vissuto in carne ed ossa, Claire finge di lasciarsi andare alle carezze curative dell'uomo . Dietro le vicissitudini della ragazza si nascondono i dettagli di un madornale raggiro, complici alcuni conoscenti del battitore d'aste , del quale conoscono le debolezze ed i patrimoni , per mettere le mani sui suoi quadri . Molto bravo il regista a coinvolgere tutti nella vicenda romantica ,dando spessore e forza a una tenue invenzione, ancora più abile nel riportare gli spettatori alla grama descrizione di una truffa. Se la vittima non riesce a superare lo choc, e continua a ricordare i baci e le promesse della ragazza, pure in sala si fa fatica ad uscire dalla dimensione onirica del racconto .
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wounded knee
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lunedì 7 gennaio 2013
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tornatore c'è
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Devo dire innanzitutto che questa volta sono andato a ri-vedere Tornatore grazie al passa parola di amici "fidati" nelle critiche cinematografiche: ho fatto bene.
Il film è godibilissimo e, seppure le ambientazioni sono molto ricorrenti (nella villa si svolge il più), sembra di viaggiare di continuo in ambientazioni diverse. La trama non è mai banale e non ci si rende conto di quello che stà per avvenire se non a circa 3/4 film. Fino ad allora si ha la sensazione di inoltrarsi nel dramma psicologico di un uomo che non ha mai risolto i suoi problemi con le donne e sublima con le donne nell'arte pittorica quello che non ha nel mondo reale.
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Devo dire innanzitutto che questa volta sono andato a ri-vedere Tornatore grazie al passa parola di amici "fidati" nelle critiche cinematografiche: ho fatto bene.
Il film è godibilissimo e, seppure le ambientazioni sono molto ricorrenti (nella villa si svolge il più), sembra di viaggiare di continuo in ambientazioni diverse. La trama non è mai banale e non ci si rende conto di quello che stà per avvenire se non a circa 3/4 film. Fino ad allora si ha la sensazione di inoltrarsi nel dramma psicologico di un uomo che non ha mai risolto i suoi problemi con le donne e sublima con le donne nell'arte pittorica quello che non ha nel mondo reale. Ad un certo punto si comincia a capire che il film non vuole trattare "solo" quell'argomento ma vuole aggiungere altro. Mi sono chiesto se era o no il caso di ricercare dove fosse il bandolo della nuova matassa o di vivere il film e basta, avevo optato per quest'ultima ipotesi. Poi però sono arrivati i colpi di scena, con le relative spiegazioni di tutto (in effetti anche troppe, non servivano tutte). Forse la componente "truffaldina" è stata introdotta come parte più commerciale, ed in effetti se non ci fosse stata quella componente, il film sarebbe stato un film di nicchia (per gli argomenti trattati). Comunque devo dire che non guasta per niente. Emblematica la scena finale al bar, dove riemerge nel suo dramma principale, l'argomento trattato, a mio avviso, più importante.
Alla fine mi sono alzato dalla poltrona veramente soddisfatto da un Tornatore ritrovato.
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daniela macherelli
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mercoledì 9 gennaio 2013
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uno sguardo che si apre alla vita
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Il bel film di Tornatore tratta, tra gli altri, il tema dello sguardo, interiore o esteriore, esercitato o subìto, in una storia che racconta un inganno amoroso geniale quanto crudele. Al protagonista Virgil, inizialmente centrato su se stesso ed incapace di vivere sia l'amore che l'eros, la ragazza, che dapprima si nega al suo sguardo suscitando il desiderio, riesce progressivamente a far abbassare le barriere difensive che lo isolavano psicologicamente ed emotivamente, e gli spalanca le porte di un universo nuovo dove sentire e sentirsi, vivere e viversi, si intrecciano in modo per lui inedito.
Virgil lascia crescere questo suo sentimento fino ad affidarsi totalmente alla donna che ama; entra così, però, a far parte di un ingranaggio, di cui il robot assemblato pazientemente dal suo truffatore è un eloquente simbolo, che lo porterà ad essere vittima di un raggiro che si disvelerà in tutta la sua crudeltà.
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Il bel film di Tornatore tratta, tra gli altri, il tema dello sguardo, interiore o esteriore, esercitato o subìto, in una storia che racconta un inganno amoroso geniale quanto crudele. Al protagonista Virgil, inizialmente centrato su se stesso ed incapace di vivere sia l'amore che l'eros, la ragazza, che dapprima si nega al suo sguardo suscitando il desiderio, riesce progressivamente a far abbassare le barriere difensive che lo isolavano psicologicamente ed emotivamente, e gli spalanca le porte di un universo nuovo dove sentire e sentirsi, vivere e viversi, si intrecciano in modo per lui inedito.
Virgil lascia crescere questo suo sentimento fino ad affidarsi totalmente alla donna che ama; entra così, però, a far parte di un ingranaggio, di cui il robot assemblato pazientemente dal suo truffatore è un eloquente simbolo, che lo porterà ad essere vittima di un raggiro che si disvelerà in tutta la sua crudeltà. Film intenso e coinvolgente, che predilige in più occasioni i piani ravvicinati ed i dettagli, con una camera che spia i personaggi mentre osservano di nascosto o sono osservati, e che costituisce un ulteriore sguardo agente all'interno del film, "La miglior offerta" ferisce la nostra sensibilità per un finale che potremmo definire un tragico risveglio da un bel sogno, nella consapevolezza, però, che quell'esperienza, in tutta la sua interezza, ha messo forse per la prima volta il protagonista veramente a contatto con la vita.
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alice1992
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mercoledì 9 gennaio 2013
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realtà e finzione, arte e vita
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Il nuovo film di Tornatore si avvale dell'arte come pretesto all'ambizioso fine d'indagine degli stati d'animo dell'uomo, dei suoi desideri repressi, della necessità di amore e della sottile linea di confine che verte tra finzione e realtà.
Il protagonista, uomo di avanzata età, è un ottimo antiquato e battitore d'asta, il migliore nel suo campo.
Il grande successo, la stima che lo accompagna e l'arricchimento non sono motivo di soddisfazione per l'anziano Virgin, che vive in uno stato di isolamento indotto dalla sua diffidenza verso il genere umano, stessa diffidenza che nutre nei confronti dei quadri e che lo porta ad essere in grado di notare ogni minima imprecisione così da saperne valutare l'autenticità.
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Il nuovo film di Tornatore si avvale dell'arte come pretesto all'ambizioso fine d'indagine degli stati d'animo dell'uomo, dei suoi desideri repressi, della necessità di amore e della sottile linea di confine che verte tra finzione e realtà.
Il protagonista, uomo di avanzata età, è un ottimo antiquato e battitore d'asta, il migliore nel suo campo.
Il grande successo, la stima che lo accompagna e l'arricchimento non sono motivo di soddisfazione per l'anziano Virgin, che vive in uno stato di isolamento indotto dalla sua diffidenza verso il genere umano, stessa diffidenza che nutre nei confronti dei quadri e che lo porta ad essere in grado di notare ogni minima imprecisione così da saperne valutare l'autenticità.
La sua ossessione per le donne e l'incapacità di relazionarsi a loro lo porta ad acquistare e collezionare, con l'aiuto dell'incompreso artista nonché amico Billy, le opere di maggior valore e prestigio rappresentanti volti di donna.
La vita piatta e monotona di Virgin viene meno alla richiesta di Clara, una misteriosa ragazza segregatasi volontariamente in un'ala della sua immensa villa, di stimare parte dei mobili e delle opere d'arte appartenenti ai defunti genitori.
L'uomo, inizialmente irritato dal desiderio della ragazza di non mostrarsi e mantenere l'anonimato, ben presto rimane affascinato delle insicurezze e dai problemi a relazionarsi della giovane in cui si riconosce pienamente.
L'iniziale motivazione che lo porta all'accettazione dell'incarico, gravante nella volontà di ritrovare i vari ingranaggi per la ricostruzione di un antico automa, si sostituisce all'irrefrenabile desiderio di vedere il volto di Clara e una volta ottenuto l'obbiettivo di aiutarla a superare la sua paura così da poter condurre 'una nuova vita' al suo fianco.
Quando l'uomo dopo i tanti sforzi riesce finalmente a sconfiggere la malattia di Clara, esponendola nuovamente dopo tanti anni alla luce, quello che sembrerebbe la coronazione di un sogno d'amore si trasforma in incubo.
Di ritorno dall'ultima asta, tenutasi a Londra, il protagonista si trova di fronte alla cruda realtà dei fatti; la sua inestimabile collezione di quadri è scomparsa ed al suo posto un quadro di scarso valore monetario, lo stesso quadro che c'era nella villa di Clara e che lei aveva detto rappresentare la madre defunta,e l'automa ricomposto dei suoi pezzi si affiancano nella ormai spoglia stanza.
Sul retro del quadro la dedica dell'incompreso amico Billy, a cui Virgin non aveva mai dato fiducia ne appoggiato, è la prova dell'inganno.
A questo punto il protagonista non può far altro che ripensare la frase, più volta ripetutagli da Billy, essenza del film :"In ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico"
Come è possibile comprendere se il 'ti amo' di Clara corrisponda ad un sentimento autentico?...Virgin completamente incapace di reagire e di capacitarsi di quanto accadutogli decide di attendere nella speranza di un ritorno, sebbene utopico, del suo unico amore.
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diegocampetella10
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giovedì 10 gennaio 2013
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" nuovo cinema tornatore"
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Dopo il ritorno alla sicilianità con il film Barìaa, Tornatore si cimenta in un genere " nuovo " per lui.
Il primo plauso va a chi ha girato il trailer; Nessuno si sarebbe aspettato questo tipo di film...
Anche io, devo ammetterlo, nutrivo i miei dubbi ma, come disse il grande Rino Gaetano: " Mio fratello è figlio unico perchè non ha mai criticato un film senza prima vederlo". Uscito dalla sala il dubbio si è trasformato in meraviglia!
La sceneggiatura, magistralmente scritta da Tornatore stesso, incalza il ritmo crescente del film ove Geoffrey Rush offre un' interpretazione sublime al ruolo del protagonista.
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Dopo il ritorno alla sicilianità con il film Barìaa, Tornatore si cimenta in un genere " nuovo " per lui.
Il primo plauso va a chi ha girato il trailer; Nessuno si sarebbe aspettato questo tipo di film...
Anche io, devo ammetterlo, nutrivo i miei dubbi ma, come disse il grande Rino Gaetano: " Mio fratello è figlio unico perchè non ha mai criticato un film senza prima vederlo". Uscito dalla sala il dubbio si è trasformato in meraviglia!
La sceneggiatura, magistralmente scritta da Tornatore stesso, incalza il ritmo crescente del film ove Geoffrey Rush offre un' interpretazione sublime al ruolo del protagonista.
Nella filmografia del regista siciliano questo film entra di diritto al secondo posto, dietro solamente al capolavoro " Nuovo cinema paradiso".
Nel cinema italiano non è rimasto solo il falso, c'è qualcosa d'autentico che si nasconde e a volte emerge per mantenere viva questa sublime arte.
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olgadik
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giovedì 10 gennaio 2013
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un mondo particolare e poco noto
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L’autore ci introduce in un mondo particolare e poco noto, quello dell’antiquariato e delle aste, dove l’offerta migliore è quella più alta (in altre situazioni è quella più bassa) e dove falso e vero si mescolano strutturalmente. A questa dinamica – suggerisce il regista – non si sottrae nulla nella vita dell’uomo: nel falso c’è sempre qualcosa di vero e nella realtà qualcosa di falso. Nel gioco tra ciò che appare e ciò che è, di pirandelliana memoria, si trova il nucleo della narrazione di questo film, thriller senza delitto e senza sangue, ma alla fine amaro come il fiele. Testimonianza della capacità di eleganza raffinata e scenografica, come di una classicità di stile un po’ datato e suggestivo, nonché di una tensione narrativa quasi costante, è a mio parere, insieme a Nuovo Cinema Paradiso, La sconosciuta, La leggenda del pianista sull’oceano, uno dei film tra i più riusciti dell’autore.
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L’autore ci introduce in un mondo particolare e poco noto, quello dell’antiquariato e delle aste, dove l’offerta migliore è quella più alta (in altre situazioni è quella più bassa) e dove falso e vero si mescolano strutturalmente. A questa dinamica – suggerisce il regista – non si sottrae nulla nella vita dell’uomo: nel falso c’è sempre qualcosa di vero e nella realtà qualcosa di falso. Nel gioco tra ciò che appare e ciò che è, di pirandelliana memoria, si trova il nucleo della narrazione di questo film, thriller senza delitto e senza sangue, ma alla fine amaro come il fiele. Testimonianza della capacità di eleganza raffinata e scenografica, come di una classicità di stile un po’ datato e suggestivo, nonché di una tensione narrativa quasi costante, è a mio parere, insieme a Nuovo Cinema Paradiso, La sconosciuta, La leggenda del pianista sull’oceano, uno dei film tra i più riusciti dell’autore. Eppure nell’insieme si avverte qualcosa di manierato, di squisito formalmente e troppo pensato nei particolari, mentre nel secondo tempo si sarebbe potuta evitare la lungaggine delle successive “spiegazioni” ad uso dello spettatore che poteva farcela da solo. Del resto, questo in più magniloquente è quasi la cifra del regista che costruisce citando anche molto materiale filmico (La donna che visse due volte, La casa dalle finestre che ridono, il recente Hugo Cabret, ecc.). Tuttavia, nel panorama spesso insipido e ripetitivo del cinema italiano, ristretto nelle tematiche, quest’opera di stampo un po’ est-europeo (le locations sono in molte città, Trieste, Roma. Praga, Vienna), con pochi personaggi ma piuttosto originali, uno script accattivante, risulta nel complesso stimolante, anche se non sempre la teorizzazione sull’arte risulta convincente. Parte del merito va anche alla musica del fedelissimo e ottantaquattrenne Morricone e all’interpretazione da manuale di Geoffrey Rush (già comprimario ne Il discorso del re), attore di maniacale professionalità ma nel contempo umanissimo nel rendere i tic, le ingenuità amorose, la sofferenza di un amore mal riposto, il valore di alcuni dialoghi tra personaggi. E veniamo allo scheletro dei fatti che si dipanano per due ore in sala. Virgil Oldman è un gentiluomo vecchio stile, un po’ eccentrico, che ha fatto della sua professione di antiquario e battitore d’asta il centro di tutta una vita. Non gli si conoscono amori o altre passioni ma non è un misogino; semplicemente egli sublima nell’acquisto di ritratti magnifici di donne, la sua relazione con esse. Le conosce al tatto sulla tela ma non ha mai sfiorato un corpo femminile con tenerezza o sensualità. Quasi sessantenne viene contattato telefonicamente da una donna affinché si occupi dell’inventario e della vendita delle opere d’arte di famiglia, contenute in una vecchia villa. La giovane non si mostra mai e non esce dalle stanze che abita perché soffre di agorafobia, come Vigile saprà nei successivi incontri. Per uno strano contrappasso, attratto dalla ambiguità di questo rapporto e dal mistero iniziale, egli si innamorerà come un ragazzo di una persona che non riesce a vedere, con la quale può solo parlare… E qui ci fermiamo perché il resto della storia fa parte di uno scioglimento inatteso, di cui il regista semina vari indizi che lo spettatore più attento può cogliere. La simulazione alla base di tanti suoi acquisti d’asta tramite un amico compiacente, dovrà sperimentarla sulla sua pelle in un finale devastante.
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(di maria)
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jayan
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venerdì 18 gennaio 2013
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un capolavoro tra mente e cuore
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Questo film si differenzia nettamente dagli altri di Tornatore e dimostra la sua grande capacità di realizzare i generi più diversi. Un antiquario e battitore d'asta fa il suo lavoro in modo molto professionale ed è apprezzato da tutti. Con la complicità di un amico riesce a collezionare quadri di enorme valore pagandoli molto meno di ciò che valgono. A lui non interessa l'amore ma solo l'arte, estetica, ciò che può vedere e toccare. Vive nell'universo della mente in un mondo preciso, in cui cerca di tenere le distanze con tutto ciò che potrebbe sporcarlo (usa sempre i guanti). Non ha mai avuto una donna. Non sa cosa significhi innamorarsi. Questo finché non conosce una Claire, una donna ricca che vuole vendere i beni preziosi, mobili, quadri e oggetti della sua casa, ereditati dai genitori e di grande valore artistico.
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Questo film si differenzia nettamente dagli altri di Tornatore e dimostra la sua grande capacità di realizzare i generi più diversi. Un antiquario e battitore d'asta fa il suo lavoro in modo molto professionale ed è apprezzato da tutti. Con la complicità di un amico riesce a collezionare quadri di enorme valore pagandoli molto meno di ciò che valgono. A lui non interessa l'amore ma solo l'arte, estetica, ciò che può vedere e toccare. Vive nell'universo della mente in un mondo preciso, in cui cerca di tenere le distanze con tutto ciò che potrebbe sporcarlo (usa sempre i guanti). Non ha mai avuto una donna. Non sa cosa significhi innamorarsi. Questo finché non conosce una Claire, una donna ricca che vuole vendere i beni preziosi, mobili, quadri e oggetti della sua casa, ereditati dai genitori e di grande valore artistico. La donna lo farà innammorare e lo attirerà nella sua trappola. Lui resterà stravolto dall'apprendimento di questo nuovo mondo che non conosceva, quello del cuore. Purtroppo sarà una trasformazione che gli costerà cara, anche se sembra che non gli crei tanto danno, perché è felice di aver scoperto questa nuova dimensione della vita. L'attore Geoffrey Rush dimostra di essere un grande attore, come ultimamente appaiono in pochi sugli schermi del cinema internazionale. Il regista Tornatore dimostra ancora una volta la sua superiorità ed enorme talento con questo film che potrei considerare più di un capolavoro, "un'opera d'arte", da collezionare e conservare nel tempo. E' paragonabile solo a "Nuovo cinema Paradiso", "La sconosciuta" e "Una pura formalità", tutti film uno diverso dall'altro. Da non perdere!
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mimmo mollica
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venerdì 25 gennaio 2013
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il 'vero 'problema rimane pagare l’imu
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21/01/2013 – Ci sono ottime probabilità che ‘La migliore offerta’, l’ultimo film scritto e diretto da Giuseppe Tornatore, con Geoffrey Rush ottimo protagonista, non voglia essere un discorsetto moralistico in chiave thriller sull’amicizia tradita, sul fato che punisce sempre i collezionisti di guanti, i boriosi, i superstiziosi col conto in banca.
Del resto, chi è incline a tradire l’amicizia spesso non va a cinema. Identiche probabilità sul fatto che il film di Tornatore non intenda affrontare la famosa tematica Deandrèana, o Mastersiana, che "un nano è una carogna di sicuro, perché ha il cuore troppo vicino al buco del culo".
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21/01/2013 – Ci sono ottime probabilità che ‘La migliore offerta’, l’ultimo film scritto e diretto da Giuseppe Tornatore, con Geoffrey Rush ottimo protagonista, non voglia essere un discorsetto moralistico in chiave thriller sull’amicizia tradita, sul fato che punisce sempre i collezionisti di guanti, i boriosi, i superstiziosi col conto in banca.
Del resto, chi è incline a tradire l’amicizia spesso non va a cinema. Identiche probabilità sul fatto che il film di Tornatore non intenda affrontare la famosa tematica Deandrèana, o Mastersiana, che "un nano è una carogna di sicuro, perché ha il cuore troppo vicino al buco del culo".
Ne ‘La migliore offerta’ di Giuseppe Tornatore, la ‘nanezza’ è l’unico sistema per trovare nella vera Claire, autentica proprietaria della decadente ma sontuosa villa in cui è girato in buona parte il film, affetta da sindrome dell'idiota sapiente (“idiot savant”), una sventurata tanto idiota da accettare di sobbarcarsi il conto dell’IMU sulla casa, che ogni tanto affitta a produzioni cinematografiche (credute tali) e a ingegnosi truffatori, che si presume abbiano truffato anche lei.
Oddio, forse nel film di Tornatore c’è pure la questione dell’artigianato in estinzione, per cui trovare un bravo orologiaio, capace di rimettere in sesto un antichissimo marchingegno per la ‘nanezza’, è roba da miliardari. Film nel quale il massimo dell’amicizia è comunque roba da impostori, sorretta e corroborata com’è dagli affari, dal denaro e dall’impostura. La stessa che c’è nell’arte e nell’amore?
L’unico gesto ‘disinteressato’ sarà quello di Robert, il giovane restauratore di marchingegni, che oltre a compiere il ‘miracolo’ di rendere funzionante la ‘macchina della nanezza’, gli… rende indietro l’assegno con cui Virgil Oldman, il protagonista, lo aveva liquidato, per scarso ‘rendimento’. Il conto, Robert, glielo presenterà dopo...
Un riferimento nel film è pure alla vita sontuosa, al lusso, all’arte mercantile, al gusto del bello, della ricchezza, del lussurioso e ingordo senso del possesso. Virgil Oldman è uno di questi. Un uomo che non cercherebbe mai il paradiso terrestre nei vigneti o nelle foreste, e malgrado la non più tenera età non ha ancora imparato che alle giovani donne affette da gravissime forme di agorafobia non si regalano mai mazzi di fiori, né raffinati vestiti, né acconciature da fiaba. Alle bellissime giovani donne gravemente affette da agorafobia bisogna regalare tutti se stessi, semmai. Per come si è, per come si sente di amare. A costo di soffrire, a costo di nascondersi dietro ai putti, dietro alle statue di marmo in amore. Mai portarsi dietro giovani ‘amici’, mentori di un amore che quando è tale è dentro di noi, come la milza, come il dolore, come la stupidità, come la sapienza.
Il binomio amore uguale fasci di rose rosse, amore uguale diamanti, funziona con tutte (forse), tranne che con le bellissime, anonime scrittrici stremate dall’agorafobia. Perché l’amore (è vero) oltrepassa pure i cancelli e le porte chiuse, ma proprio per questo traspare come la fede, luccica come l’oro, evapora e vince come la sensualità naturale.
Se Virgil Oldman, un tempo il più richiesto battitore d’aste, potesse tornare indietro, nella bellissima pellicola di Giuseppe Tornatore, venderebbe tutta la sua collezione personale di dipinti originali che la falsa Claire (non la vera Claire, quella è "idiot savant" ed impegnata a calcolare l’IMU) gli fa sparire con un colpo degno de ‘La Stangata’?
Se lo facesse, se lo avesse fatto per amore, ora (chissa?) non avrebbe motivo di appendersi a quella macchina girevole della rieducazione psichica e motoria, nel centro riabilitativo dove non si portano nemmeno le nane "idiot savant". Nemmeno se costrette su una sedia a rotelle. Il problema, certo, rimane sempre l’IMU…
Mimmo Mòllica
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josephinebird
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venerdì 4 gennaio 2013
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un ingranaggio perfetto
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Ritorna il Tornatore dai soggetti enigmatici, coinvolgenti, che scrutano le debolezze umane, le ansie, le frustrazioni, ma anche i mutamenti, le trasformazioni.
Un film che va aldilà della fotografia, primo amore del regista (comunque ben fatta) e si concentra completamente sul soggetto.
Il film svela in tutta la sua spettacolare fluidità che l’individuo serio, inavvicinabile, interpretato da Geoffrey Rush sia al contrario, difronte la malattia curiosa della ragazza coprotagonista, sensibile, sincero e quindi vulnerabile,attaccabile.
Si vive un escalation di eventi che, partendo dalla realtà del protaginista fatta solo di solitudine e arte, intesa come "imitazione della natura", perfetta quindi solo da vedere e non da vivere, passa attraverso una realtà che comincia a diventare tangibile nel senso proprio del termine (inizialmente Virgin il protagonista indossa sempre dei guanti per paura del contatto), non appena conosce Clair, questa donna misteriosa come i soggetti dei quadri che colleziona, sente la necessità di viverla,toccarla.
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Ritorna il Tornatore dai soggetti enigmatici, coinvolgenti, che scrutano le debolezze umane, le ansie, le frustrazioni, ma anche i mutamenti, le trasformazioni.
Un film che va aldilà della fotografia, primo amore del regista (comunque ben fatta) e si concentra completamente sul soggetto.
Il film svela in tutta la sua spettacolare fluidità che l’individuo serio, inavvicinabile, interpretato da Geoffrey Rush sia al contrario, difronte la malattia curiosa della ragazza coprotagonista, sensibile, sincero e quindi vulnerabile,attaccabile.
Si vive un escalation di eventi che, partendo dalla realtà del protaginista fatta solo di solitudine e arte, intesa come "imitazione della natura", perfetta quindi solo da vedere e non da vivere, passa attraverso una realtà che comincia a diventare tangibile nel senso proprio del termine (inizialmente Virgin il protagonista indossa sempre dei guanti per paura del contatto), non appena conosce Clair, questa donna misteriosa come i soggetti dei quadri che colleziona, sente la necessità di viverla,toccarla....Il seguito è una spirale di affetti, inganni, dove i principi messi in in ballo sono le fondamenta stesse della nostra vita...., l'amore, l'amicizia, la professione,la casa.
Gli ingranaggi che ingannano lo spettatore sono un marchingegno perfetto, come l’automa meccanico che il protagonista cerca di ricostruire insieme al suo inaspettato aguzzino e che del film diventa paradigma.
Da vedere assolutamente per il ventaglio di sensazioni che suscita e i moniti che sussurra.
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