gpistoia39
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giovedì 3 gennaio 2013
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la ninfa e il satiro
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Un capolavoro, non ho alcun dubbio! E perché no un triller sentimentale, pirandelliano fino in fondo. Ecco la sicilianitudine di Tornatore. L'inganno ad alto livello, studiato nei minimi particolari: C'è la vittima designata colui che non si riprenderà più. Tutto in una cornice meravigliosa.
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fierrrurussu80
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martedì 8 gennaio 2013
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semplicemente fenomenale.
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Tornatore come al solito non delude e ritorna alla carica con un film straordinario e una collonna sonora magnifica diretta dal suo fedele Ennio Morricone. La genialità di Tornatore è quella di intrecciare personaggi, situazioni e sentimenti dando spazio di interpretazione allo spettatore non solo durante il film ma soprattutto nel finale dove il protagonista, speranzoso di ritrovare la sua "amata", aspetta il suo arrivo...il finale poi ognuno lo immagina come meglio crede in base all'ottimismo o al pessimismo che è dentro in ognuno di noi, un ottimista immaginerà il suo arrivo, mentre un pessimista tutt'altro. Le citazioni che si riferiscono ai rapporti umani sono a dir poco stupefacenti..
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Tornatore come al solito non delude e ritorna alla carica con un film straordinario e una collonna sonora magnifica diretta dal suo fedele Ennio Morricone. La genialità di Tornatore è quella di intrecciare personaggi, situazioni e sentimenti dando spazio di interpretazione allo spettatore non solo durante il film ma soprattutto nel finale dove il protagonista, speranzoso di ritrovare la sua "amata", aspetta il suo arrivo...il finale poi ognuno lo immagina come meglio crede in base all'ottimismo o al pessimismo che è dentro in ognuno di noi, un ottimista immaginerà il suo arrivo, mentre un pessimista tutt'altro. Le citazioni che si riferiscono ai rapporti umani sono a dir poco stupefacenti...quella chiave è senza dubbio quella riguardante il matrimonio...anche qui ognuno potrebbe interpretarla a modo suo; personalmente credo che voglia dire che nella vita bisogna stare sempre sul chi va là...poichè potrebbe arrivare "la concorrenza" che potrebbe portarci via ciò che a noi è più caro...il nostro amore; qualcuno che per le sue qualità (intellettuali, fisiche, materiali) possa in qualche modo offrire maggiori garanzie...e quindi un maggiore appago; una sorta di legge della natura in cui vince il più forte; Il protagonista, interpetrato da un fenomenale Geoffrey Rush è un appassionato di arte, ma nello specifico ai ritratti di donna ed è ovvio che non è un caso. Lui, apparentemente cinico e disinteressato per l'altro sesso in realtà nutre una grande ammirazione, altrimenti avrebbe collezionato qualcos'altro; purtroppo la "paura" di sbagliare e l'insicurezza lo avevano portato a vivere una vita isolata e con la diffidenza ad instaurare rapporti umani sinceri; la beffa sta nel fatto che proprio la prima volta che si è lasciato andare ai sentimenti ha ricevuto proprio ciò che aveva sempre temuto da una vita e cioè una "fregatura"; Credo che moltissimi uomini si rivedano nei panni del protagonista che nonostante tutto si aggrappa a quel poco di "autentico" che ci potrebbe essere nel "falso". In conclusione l'arte è la donna e la donna è l'arte...ci sono opere d'arte vere e autentiche...ci sono donne tanto belle ma tanto false...Mi vengono i brividi a pensare alla forza di questo film.
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(di angelo umana)
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renato volpone
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giovedì 3 gennaio 2013
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senilità
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Tornatore abbandona il sud dell’Italia e le sue storie per dedicarsi ad un intricato giallo nell’ambito dell’arte. Non poi così intricato perché ad un quarto di film si sa già come andrà a finire. Virgil Oldman, un vecchio e ricco battitore d’asta si trova a dover catalogare il patrimonio di una misteriosa e nascosta ereditiera. Lui porta sempre i guanti e ha paura di toccare gli altri e le cose toccate dagli altri, lei soffre di agorafobia e vive nascosta in una stanza segreta in una vecchia villa.
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Tornatore abbandona il sud dell’Italia e le sue storie per dedicarsi ad un intricato giallo nell’ambito dell’arte. Non poi così intricato perché ad un quarto di film si sa già come andrà a finire. Virgil Oldman, un vecchio e ricco battitore d’asta si trova a dover catalogare il patrimonio di una misteriosa e nascosta ereditiera. Lui porta sempre i guanti e ha paura di toccare gli altri e le cose toccate dagli altri, lei soffre di agorafobia e vive nascosta in una stanza segreta in una vecchia villa. Un occhio attento svelerà ben presto i misteri nascosti dietro a queste due figure e agli altri personaggi perché la psicologia e la trama del giallo in questa sceneggiatura vengono prese ad un livello base, quasi infantile. Le scene sono protratte oltre ogni limite di accettabilità e dopo venti minuti lo spettatore comincia a guardare l’orologio e a misurare i tempi. L’eleganza raffinata e il fasto delle antiche opere appare solo come una lieve patina che, al primo alito di vento, viene sollevata lasciando trasparire una realtà asettica e davvero troppo inverosimile. Buona la recitazione di Geoffrey Rush, ma il regista non lo aiuta a venir fuori con un accento sopra le righe, rimane legato a vecchi canoni recitativi e le riprese lo relegano a ruolo di vecchia maschera. Bella e drammatica Sylvia Hoeks, ma troppo bella e troppo drammatica per essere una ragazza di 27 anni chiusa in una casa da quando ne aveva 12, poi la storia dirà che non è così e i tempi non sono rispettati, libertà poetica del regista. Il timbro del film in effetti punta il peso sulla poesia dell’amore vero rispetto alla passione e alla struggente solitudine, ma il regista, che ha scritto anche la sceneggiatura, non ha la delicatezza e la sensibilità per riuscire a rendere almeno un’emozione. Una stella per la musica e la fotografia è forse quasi già troppo.
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(di eusebio abbondanza )
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stavanger
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domenica 6 gennaio 2013
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pessimo film, da dimenticare.
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Sbalorditivo...un regista che, dopo tanti anni di esperienza ( avrà pur imparato qualcosa), ci regala una patacca inguardabile e soporifera, con una storia bislacca, piena di buchi e ridicoli colpi di scena, con una scenegiatura di livello amatoriale, e un dialogato veramente di bassissimo livello, confezionando un prodotto che un pò di pompa estetica negli interni e il genio di Morricone non riescono a salvare neanche in parte.
I personaggi sono abbozzati e assolutamente non credibili, e il film si snoda in una stiracchiata progressione di scene sempre troppo lunghe.
Il pubblico in sala sospirava già dopo 20 minuti, e questa la dice lunga; il film sotto tantissimi punti di vista è scadente, ma sopratutto la qualità della scrittura cinematografica, qui usata, è intollerabilenmte bassa; grande delusione nel complesso, e un pò di sconcerto.
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gofishfi
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venerdì 4 gennaio 2013
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un film italiano (?)
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Forse cerco il pelo nell'uovo. Questo è un discreto film, ben fotografato, con un Jeffrey Rush che, come sempre, dà una prova superba di attore, belle musiche molto imperniate sulla vocalità femminile, splendide e giustamente patinate ambientazioni, barocche come il sangue siciliano di Tornatore, pullulante di simboli e metafore, ma anche rimandi, citazioni banalotte, situazioni un po' "già viste" (forse ormai non c'è più niente da inventare) e da metà film già ci si immagina come si evolverà la vicenda. Si accusa di aver voluto spiegare troppo allo spettatore...a mio parere rimangono degli elementi nella storia un po' trascurati dallo sceneggiatore, tirati per i capelli e incoerenti. Ma è un film surreale.
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Forse cerco il pelo nell'uovo. Questo è un discreto film, ben fotografato, con un Jeffrey Rush che, come sempre, dà una prova superba di attore, belle musiche molto imperniate sulla vocalità femminile, splendide e giustamente patinate ambientazioni, barocche come il sangue siciliano di Tornatore, pullulante di simboli e metafore, ma anche rimandi, citazioni banalotte, situazioni un po' "già viste" (forse ormai non c'è più niente da inventare) e da metà film già ci si immagina come si evolverà la vicenda. Si accusa di aver voluto spiegare troppo allo spettatore...a mio parere rimangono degli elementi nella storia un po' trascurati dallo sceneggiatore, tirati per i capelli e incoerenti. Ma è un film surreale. Il cast comprende una bambolotta Lolita esageratamente insopportabile da chiedersi come l'algido e astuto Virgil se ne sia potuto invaghire (ma le vie della seduzione sono imperscrutabili), un riparatore di marchingegni troppo bellino, quasi disneyano,e la vecchia gloria Donald Sutherland oserei dire perfetto (anche se....).
Ora le domande a cui mi do già delle risposte: l'ambientazione è un pastiche mitteleuropeo con ad esempio la villa friulo/giuliana che si affaccia su una strada di una Vienna non esplicitata....questo film poteva essere girato in Italia? con attori italiani? Forse non si vendeva bene all'estero;...forse non ci sono attori del calibro di Rush? non credo che un Servillo sarebbe stato da meno....così come per i comprimari....Guardando un film come "Quasi amici" si avverte di vedere un film francese, se si vede "La parte degli angeli" di Ken Loach si sente il sangue britannico...qui si vede un film che si sa essere italiano ma , se non per il Tornatorismo che qua e là affiora, sembra una pellicola "senza terra".Forse è un pregio. Muccino docet?
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redeyesinthesky
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venerdì 4 gennaio 2013
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sconvolgente , un capovoloro che non lascia indiff
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Piu' che un film un opera d arte , a cominciare dalla storia : originale e personalmente sconvolgente.
Un film che colpisce al cuore , di nascosto.
Sceneggiatura e regia d autore per una narrazione che lascia intendere e illude i romantici ( me compreso )
Intrigante e coinvolgente incolla gli occhi e il cuore allo schermo .
Valori come l amicizia , l arte , l amore , pitturati o meglio dire scarabocchiati in una tela pregiata , con maestria .
Tutta la vita dentro un film , la migliore vita , ma con un finale che solo Tornatore poteva darci .
Emozioni cosi intense per un film le ho provate davvero poche volte .
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(di giannimag)
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