giorpost
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venerdì 15 luglio 2016
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quando l'amore inganna l'arte
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In una non meglio definita città europea assistiamo alla storia di Virgil Oldman, famoso direttore di una rinomata casa d' aste e ricco mercante d'arte; quando non impegnato in sale strapiene di facoltosi individui intenti ad accaparrarsi opere di valore, Virgil trascorre il suo tempo in perfetta solitudine, senza unioni sentimentali, frequentazioni occasionali nè legami di sangue. Una scena che spiega esattamente lo status del protagonista è quella all'interno di un ristorante nel quale cena tutto solo alla vigilia del suo compleanno. Poco avvezzo ai sorrisi e poco incline al contatto, l'eccentrico battitore indossa perennemente guanti e non si azzarda a toccare telefoni altrui se non con l'ausilio di fazzoletti; non usa cellulari e vive in un lussuoso attico che potrebbe accogliere feste piene di gente, in verità frequentato soltanto dalla sua servitù.
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In una non meglio definita città europea assistiamo alla storia di Virgil Oldman, famoso direttore di una rinomata casa d' aste e ricco mercante d'arte; quando non impegnato in sale strapiene di facoltosi individui intenti ad accaparrarsi opere di valore, Virgil trascorre il suo tempo in perfetta solitudine, senza unioni sentimentali, frequentazioni occasionali nè legami di sangue. Una scena che spiega esattamente lo status del protagonista è quella all'interno di un ristorante nel quale cena tutto solo alla vigilia del suo compleanno. Poco avvezzo ai sorrisi e poco incline al contatto, l'eccentrico battitore indossa perennemente guanti e non si azzarda a toccare telefoni altrui se non con l'ausilio di fazzoletti; non usa cellulari e vive in un lussuoso attico che potrebbe accogliere feste piene di gente, in verità frequentato soltanto dalla sua servitù. Un giorno riceve una telefonata in ufficio da parte di una giovane donna, appena rimasta orfana, che gli chiede un sopralluogo presso la sua immensa residenza di famiglia, nella quale sono presenti numerose opere antiche da sottoporre a valutazione (e successiva vendita) da parte del noto battitore ed esperto di antiquariato. Questi, dopo un iniziale diniego dovuto allo strano comportamento della giovane (chiusa in casa da 12 anni, a suo dire, a causa dell' agorafobia), accetta l'incarico che durerà diverse settimane. Durante il lungo arco temporale nel quale farà sovente visita alla villa per inventariare le opere, trova degli strani oggetti meccanici semi arrugginiti (appartenenti ad un antico automa) che porterà all'attenzione di un esperto aggiustatore suo amico; Virgil farà anche la conoscenza, lenta ma approfondita, di Claire, la misteriosa abitante della villa dal triste passato, inizialmente attraverso una porta, poi in prima persona. Ma anche Oldman ha un segreto che, apparentemente, nessuno conosce: possiede centinaia di quadri raffiguranti ritratti di donna, all'interno di un'immensa cripta ricavata nel suo appartamento...
Giuseppe Tornatore ci regala un'opera dal sapore classico nella quale si respira un'aria internazionale, con un cast di un certo calibro che dona al lavoro efficacia ed un'impronta inaspettata. La migliore offerta (ITA, 2013) è una pellicola di rimando al quel Cinema d'illusione proposto da Leone dopo i western, e non solo per la colonna sonora curata da Morricone (forse, in questo caso, un po' ripetitivo); The best offer ricalca anche i thriller alla Pollack ma con la “mano” vellutata del regista siciliano, aiutato dalla bella fotografia che molto si avvicina a quella de La leggenda del pianista sull'oceano. Geoffrey Rush risulta interessante in un ruolo dal fascino antiquato e la sua mimica facciale, in alcune sequenze, mi ha ricordato sia il James Woods invecchiato in C'era una volta in America, sia il Tony Servillo di Le conseguenze dell'amore. Bravi anche gli altri, ma a guidare il lavoro è sopratutto la poetica, la storia che cresce di minuto in minuto e incuriosisce nonostante si prolunghi oltre il necessario e malgrado il ripetersi di alcune situazioni (la rabbia di Virgil a seguito di un mal torto subito da parte di Claire). E proprio nel nome del personaggio sta anche la verità del racconto: Virgil in inglese è quasi virgin, vergine, ed è proprio questa una delle caratteristiche che fanno scattare in lui la molla dell'amore e dell'attrazione. Il cognome Oldman, invece, si allaccia a quell'automa che poco per volta viene riassemblato e riportato in vita, pezzo dopo pezzo, alla stregua di Virgil che (passo dopo passo) rinnega il suo status, iniziando una lenta ma inesorabile trasformazione che lo porta ad accettare i capelli bianchi e ad allentare la morbosità per il suo lavoro, scoprendo, nonostante il colpo di scena, l'esistenza dell'amore carnale e reale, diverso da quello rappresentato da donne immaginarie.
Una pellicola che resisterà al tempo, un film che ci riporta ai fasti del grande Cinema italiano. Non amo le etichette e quando leggo di un Tornatore “troppo siciliano” mi arrabbio: cosa vorrebbe significare? La classe ed il gusto presenti in quest'opera (ed in altri suoi lavori) sono frutto proprio della grande tradizione degli uomini di cultura delle nostre terre del Sud. Bravo Tornatore!
Voto: 8.5
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stefano capasso
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mercoledì 28 dicembre 2016
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il rischio di vivere
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Virgil è un antiquario e battitore d’asta di grandi capacità. Ha sessant’anni ed è solo, chiuso nel lusso della sua casa e delle sue fobie. Quando arriva la telefonata di Claire che gli propone di vendere tutto il suo patrimonio, comincia per Virgil un percorso inaspettato di revisione di sè, dei propri valori, oltre che del rapporto con gli altri.
Giuseppe Tornatore propone questo film che certamente ha una ottima sceneggiatura che tiene incollati allo schermo, coi suoi misteri che si svelano solo poco a poco. Il tema centrale della ricerca di ciò che è vero e ciò che è falso, si svolge sulle due aree importanti del film, quella dell’antiquariato e dell’amore, e lo spettatore è perfettamente coinvolto in questa dinamica di ricerca.
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Virgil è un antiquario e battitore d’asta di grandi capacità. Ha sessant’anni ed è solo, chiuso nel lusso della sua casa e delle sue fobie. Quando arriva la telefonata di Claire che gli propone di vendere tutto il suo patrimonio, comincia per Virgil un percorso inaspettato di revisione di sè, dei propri valori, oltre che del rapporto con gli altri.
Giuseppe Tornatore propone questo film che certamente ha una ottima sceneggiatura che tiene incollati allo schermo, coi suoi misteri che si svelano solo poco a poco. Il tema centrale della ricerca di ciò che è vero e ciò che è falso, si svolge sulle due aree importanti del film, quella dell’antiquariato e dell’amore, e lo spettatore è perfettamente coinvolto in questa dinamica di ricerca. Gli eventi contengono tutti allo stesso tempo una parte di vero e una parte di falso ed è grazie alla possibilità di riappropriarsi dei propri sentimenti che i protagonisti possono viverli e fare quell’esperienza di vita che contiene momenti di gioia ed altri drammatici. Ma è l’unica alternativa alla rigida stagnazione che provocano le paure di soffrire e perdere qualcosa di importante.
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valeria
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martedì 8 gennaio 2013
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un film elegante e raffinato
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Dopo un lungo silenzio, torno alle recensioni amatoriali di MyMovies con l’ultimo film di Tornatore: La migliore offerta. L’ho visto al cinema sabato scorso e dopo qualche giorno sono ancora qui a pensarci.
Non c’è che dire : è perfetto dal punto di vista formale. Curate la regia a partire dalla singola inquadratura , la fotografia e la colonna sonora firmata dal maestro Ennio Morricone. Azzeccata e d’effetto la scelta dell’ambientazione e originali le incursioni nel mondo dell’arte e delle aste.
Le interpretazioni dei protagonisti -e su tutte spiccano quelle di Geoffrey Rush e Donald Sutherland- sono impeccabili e da sole valgono la visione del film. Ma quello che a distanza di alcuni giorni mi lascia ancora perplessa e con l’amaro in bocca è qualche impercettibile smagliatura nella trama della sceneggiatura.
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Dopo un lungo silenzio, torno alle recensioni amatoriali di MyMovies con l’ultimo film di Tornatore: La migliore offerta. L’ho visto al cinema sabato scorso e dopo qualche giorno sono ancora qui a pensarci.
Non c’è che dire : è perfetto dal punto di vista formale. Curate la regia a partire dalla singola inquadratura , la fotografia e la colonna sonora firmata dal maestro Ennio Morricone. Azzeccata e d’effetto la scelta dell’ambientazione e originali le incursioni nel mondo dell’arte e delle aste.
Le interpretazioni dei protagonisti -e su tutte spiccano quelle di Geoffrey Rush e Donald Sutherland- sono impeccabili e da sole valgono la visione del film. Ma quello che a distanza di alcuni giorni mi lascia ancora perplessa e con l’amaro in bocca è qualche impercettibile smagliatura nella trama della sceneggiatura. E’ possibile risolvere in poche battute e in un arco temporale relativamente breve l’agorafobia cronica e prolungata della protagonista e allo stesso modo far guarire dalla misantropia patologica il protagonista, giustificando il tutto con un innamoramento precoce? Non so …
E’ vero sì che di finzione si tratta. E il tutto ruota intorno al grande inganno che colpisce l’ignaro, incolpevole (forse) e ingenuo battitore d’aste interpretato da Geoffrey Rush, ma ancora mi chiedo: è possibile che un uomo sì solitario, ma scafato e così refrattario ai rapporti umani e ancor più a quelli amorosi, così abituato per mestiere a distinguere tra il vero e il falso, e così bravo a sua volta nella dissimulazione, cada così banalmente nella trappola che gli si sta costruendo attorno? E’ possibile che non scorga gli indizi di una troppo facile guarigione? Un innamoramento può annebbiare così fortemente i sensi? Forse sì …
E se è vero che solo l’amore, nella sua forma più potente può toglierti ogni residua capacità di discernimento, dopo l’unica soluzione concepibile è sicuramente la follia.
Per il resto, “La migliore offerta”, rimane comunque un bel film, nell’ accezione proprio estetica del termine, una pellicola elegante e raffinata. Un thriller avvincente e teso. Forse uno dei migliori film di Tornatore.
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(di dr. stranamore)
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cinefila99
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martedì 8 gennaio 2013
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una buona offerta
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Virgil Oldman è un battitore d’aste affermato ormai sessantenne agli apici della sua carriera. Una vita estremamente lussuosa la sua, ma di certo solitaria e abitudinaria. Tipiche del soggetto sono delle insicurezze dovute a un passato da orfano che sfociano in assai strane manie come quella di indossare costantemente i guanti a protezione da oggetti e persone. Tutto ciò però verrà presto stravolto dalla bizzarra richiesta delle giovane Claire, una 27enne che avendo perso entrambi i genitori si trova a dover vendere la proprietà e i beni di famiglia. Tuttavia nonostante sia una procedura a cui Oldman è abituato questa volta, pur avendo fatto della vista e del tatto le sue virtù, dovrà abituarsi ad utilizzare l’udito a causa della fobia a cui la ragazza è oramai da anni costretta.
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Virgil Oldman è un battitore d’aste affermato ormai sessantenne agli apici della sua carriera. Una vita estremamente lussuosa la sua, ma di certo solitaria e abitudinaria. Tipiche del soggetto sono delle insicurezze dovute a un passato da orfano che sfociano in assai strane manie come quella di indossare costantemente i guanti a protezione da oggetti e persone. Tutto ciò però verrà presto stravolto dalla bizzarra richiesta delle giovane Claire, una 27enne che avendo perso entrambi i genitori si trova a dover vendere la proprietà e i beni di famiglia. Tuttavia nonostante sia una procedura a cui Oldman è abituato questa volta, pur avendo fatto della vista e del tatto le sue virtù, dovrà abituarsi ad utilizzare l’udito a causa della fobia a cui la ragazza è oramai da anni costretta. A tutta questa storia partecipa con incredibile coinvolgimento Robert, un giovane aggiusta tutto che si vedrà parte integrante della vita di Virgil. Sullo sfondo di questa storia vi è anche il ritrovamento di moltissimi pezzi che comporrebbero un automa del diciottesimo secolo costruito probabilmente da Jacques de Vaucanson. Un abilissimo Tornatore si lascia alle spalle la sicilianità autoimposta per via delle sue origini girando il film in giro per l’ Italia e l’Europa con padroneggiante sicurezza nelle inquadrature e nella sceneggiatura. Il rigore della narrazione lascia spazio a mirabolanti colpi di scena che elevano il film a una delle migliori offerte del regista.
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armonica
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sabato 12 gennaio 2013
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la migliore offerta:la solitudine violata
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La migliore offertadi Giuseppe Tornatore.
La solitudine violata
Quando ognuno di noi entra in un cinematografo e scosta le pesanti tende della sala di proiezione stringe un tacito patto con se stesso:per un breve lasso di tempo parteciperà ad un viaggio in un mondo completamente diverso che è fatto soprattutto di luce e di storie che ci riguardano.
Le immagini che scorrono sullo schermo diventano il nostro specchio o un nuovo sguardo sulla vita...ognuno vive ciò che vede secondo la sua esperienza e sensibilità. Durante la visione capiamo se il meraviglioso artificio che chiamiamo cinema ci consente di trascendere per poche ore lo spazio e il tempo, facendoci vedere quali speranze e paure riponiamo nel profondo della nostra coscienza.
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La migliore offertadi Giuseppe Tornatore.
La solitudine violata
Quando ognuno di noi entra in un cinematografo e scosta le pesanti tende della sala di proiezione stringe un tacito patto con se stesso:per un breve lasso di tempo parteciperà ad un viaggio in un mondo completamente diverso che è fatto soprattutto di luce e di storie che ci riguardano.
Le immagini che scorrono sullo schermo diventano il nostro specchio o un nuovo sguardo sulla vita...ognuno vive ciò che vede secondo la sua esperienza e sensibilità. Durante la visione capiamo se il meraviglioso artificio che chiamiamo cinema ci consente di trascendere per poche ore lo spazio e il tempo, facendoci vedere quali speranze e paure riponiamo nel profondo della nostra coscienza.
La coscienza appunto … come dice Amleto: lo spettacolo ecco la cosa con cui catturerò la coscienza del Re.
Il cinema di Tornatore ci cattura perché riesce a creare, nei suoi film, un mondo tutto suo. Un mondo incredibilmente umano, con le sue regole e le sue forme: lo spettatore può entrarvi e godere della sua bellezza e dei suoi drammi oppure restarne fuori e non apprezzarlo.
Anche La migliore offerta, l’ultimo dei mondi che Tornatore ci regala, mantiene interamente la promessa di catturare le coscienze presentandoci una storia che ci pone molte domande : Che valore hanno per noi le persone? Che cosa sono gli oggetti e quali desideri scatenano? Siamo disposti a rischiare il fragile equilibrio della vita quando le emozioni diventano passioni forti e sconvolgenti? Esiste un modo per vivere senza ferirsi o ferire?
Il film , come nelle antiche tragedie greche, inizia con un prologo che presenta il protagonista e il filo che ordisce la trama del film e continua con una vicenda ricca di colpi di scena e di eventi raccontata assumendo sempre il punto di vista del personaggio principale. Il pubblico sente e prova tutte le emozioni di Virgil Oldman, grande esperto d’arte e battitore di aste importantissime, affabile ed astuto nel lavoro ma soprattutto gelido con le donne alle quali non rivolge manco lo sguardo.
Sembra privo di passioni ma scopriremo che ne ha una predominante :come il Don Giovanni mozartiano tiene un suo personale catalogo di donne sotto forma di una raccolta, imponente e straordinaria , di ritratti femminili dipinti dai migliori pittori di tutti i tempi . In una stanza blindata e monacalmente arredata Virgil Oldman colleziona e ammira, solo e felice, tutte le donne del mondo. Virgil, antiquario nell’anima, tocca e accarezza con le sue mani solo quei ritratti e gli oggetti d’arte. Con il resto degli oggetti e dell’umanità usa invece guanti di tutte le fogge per non avere nessun contatto fisico.
Tra Oldman e il mondo comune c’è un velo invisibile ma potente che lo salva dal caos. Anche il luogo dove si svolge l’azione è spiazzante:un mosaico di città europee barocche e moderne. La vera casa di Virgil è la cripta blindata con i ritratti.
Un critico intelligente ha scritto che Tornatore è un Nomoteta cioè imprime nel nome del personaggio quasi il sigillo e il nucleo della storia…magari non è sempre così… però Virgil Oldman è Virgilio …non un banale Gino bensì un Virgilio , vecchio e saggio, che non soffre e che sta sulla soglia dell’inferno e del paradiso.
Virgil è bravissimo nel suo lavoro, persino scaltro e furfante quando c’è da soddisfare il suo collezionismo, ma la sua solitudine beata ha piedi d’argilla. Come è giusto presto incontra un’anima opposta e gemella: una ragazza, Claire , che violerà la solitudine di Virgil. Pure il nome di Claire contiene tutta la storia… anzi persino nel cognome Ibbetson (un amico mi suggerisce che forse rimanda al film di Hathaway appunto Peter Ibbetson del 1935).
Con l’incontro-scontro tra Virgil e Claire scatta un dramma narrativo che conduce al di-svelamento circolarmente perfetto della vicenda.
Notava il buon Aristotele che attraverso peripezie e riconoscimenti il racconto deve suscitare pietà o paura producendo purificazione nello spettatore :nel caso de La migliore offerta sia Virgil che il pubblico restano avvinti dalle straordinarie geometrie emotive mostrate da immagini visivamente stupende congegnate e montate da Tornatore con una cifra formale e narrativa che sintetizza il miglior cinema d’autore insieme al genere giallo/thriller ( psicologico aggiungerei). Quanto cinema ci sia nei film di Tornatore è materia ovvia come chiedersi quanta letteratura ci sia nei romanzi di Mann o Tolstoj: ogni artista parla la lingua della sua arte e la buona conoscenza della grammatica filmica e della storia del cinema non costituisce di per sé una garanzia di stile ma per fortuna non è mai il caso di Tornatore. Il regista bagherese respira aria di cinema da sempre e tutta la sua opera è ispirata da uno sguardo stilistico che rende i suoi personaggi e le sue storie diversi e sempre fedeli ad un’idea del cinema come il grande spettacolo nel quale attirare la coscienza del pubblico per farlo vivere in un mondo artisticamente diverso ma tanto più vero della realtà quotidiana.
Non è la sede adatta per discutere con buone ragioni ( che ci sono) l’autorialità di Tornatore nel cinema mondiale però chiunque può notare come la galleria di personaggi e di storie raccontate e mostrate in tanti film abbiano spesso una valenza interessantissima e quasi sempre presente: una polarità tra ordine e disordine esistenziale che è dell’intelligenza e delle passioni e che ha come teatro di guerra gli spazi dell’esistenza individuale e le strutture della società oppressiva sia nelle strutture architettoniche che sociali.
Anni fa scrissi a proposito de La leggenda del pianista sull’oceano che molti dei personaggi che Tornatore ha creato sono spinti da una tensione tra il principio Speranza, che è il sogno di una vita compiuta e perfetta , e la disperazione causata da eventi non sempre prevedibili e difficilmente controllabili che sconvolgono il loro equilibrio interiore.
Ne La migliore offerta l’irrompere dell’amore sgretola la maniacale esistenza di Virgil Oldman provocando in lui reazioni contrastanti e dolorose. Qual’è la migliore offerta?
Tutti siamo chiamati a fare offerte nell’asta della vita: Virgil ci osserva e aspetta solo un nostro cenno; lui la migliore offerta l’ha già fatta!
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ennas
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lunedì 14 gennaio 2013
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l'oro del mondo
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“ e noi ci dimostriamo amanti illusi di tutto ciò che brilla sulla terra” questa frase di un tragico greco mi sovviene pensando al film “la Migliore Offerta” di Tornatore. Dalla mole dei commenti e dalle code ai cinema questo film avrà sicuramente un record di presenze e incassi.
Con una storia apparentemente banale il regista ci propone con impeccabile maestria un giallo girato in un contesto agli antipodi di “Nuovo Cinema Paradiso”, dove l’ambientazione era all’insegna della penuria, in “la migliore offerta” l’ambiente scelto dal regista rappresenta la quintessenza della ricchezza.
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“ e noi ci dimostriamo amanti illusi di tutto ciò che brilla sulla terra” questa frase di un tragico greco mi sovviene pensando al film “la Migliore Offerta” di Tornatore. Dalla mole dei commenti e dalle code ai cinema questo film avrà sicuramente un record di presenze e incassi.
Con una storia apparentemente banale il regista ci propone con impeccabile maestria un giallo girato in un contesto agli antipodi di “Nuovo Cinema Paradiso”, dove l’ambientazione era all’insegna della penuria, in “la migliore offerta” l’ambiente scelto dal regista rappresenta la quintessenza della ricchezza.
Che cos’è infatti, nell’immaginario comune, quel favoloso mondo delle aste dove la gara fra chi è più ricco e quindi candidato a “possedere” si declina in cifre pazzesche nella sua potente e sfacciata distanza? Questa ricchezza simboleggiata dalle aste non è soltanto il “vil denaro” tout court ma il “patrimonio” inteso come “roba” posseduta e da possedere.
Quest’ambientazione volutamente barocca avvolge lo spettatore in un’atmosfera di stupore come
entrasse in un recinto vietato “ ai non addetti”. Ma il regista rincara la dose proponendoci un personaggio, Virgil Oldman ( un magistrale, inarrivabile Geoffrey Rush ) iperbolico nella sua brillante resa filmica.
E’ una specie di alieno: rapporti umani inesistenti – se non quelli con un complice di sotterfugi truffaldini-, misogino,teme le donne, fobico del tatto e del contatto, iperspecializzato in un campo – battitore d’aste ed esperto d’arte – dove i confini fra vero e falso sono lo sfondo rarefatto della sua vita. La sua galleria di ritratti, cuore segreto della sua ipertrofica e compassata opulenza è una delle “sorprese” più geniali di questo film.
Essa comprende infatti non solo esclusivamente ritratti di donne ma capolavori celeberrimi sparsi nei musei dell’intero pianeta. Se non li riconosciamo al volo basta scorrere l’elenco nei titoli di coda.
Nessun arcimiliardario della terra ,di quel 10% di persone che detiene tirannicamente la fetta più grossa del patrimonio del pianeta può possedere ( per fortuna!) un simile “patrimonio dell’umanità”.
In questo assoluto, dove il confine fra vero e falso mostra tutto il suo fascino perverso, si declina a mio avviso, il messaggio centrale del film.
E’ conseguenza naturale, in una storia costruita con questi ingredienti che l’amore, il più umano e potente dei sentimenti, faccia crollare questo impero illusorio e riduca il fantastico protagonista ad un bambino vacillante. Tutto procede in modo lineare con le premesse, l’amore, “figlio di Penia , la povertà e di Poros, l’espediente” diceva il vecchio Socrate, si manifesta all’inizio con “l’assenza” poi via via con il desiderio dell’altro, un altro da scoprire nella sua irriducibile alterità.
Che anche l’amore , in questo caso, sia un falso, una truffa ai danni del protagonista è anch’esso nell’ordine delle cose di questa storia filmica: alla fine dopo che un’intero romanzesco mondo si disintegra sotto gli occhi dello spettatore, cosa ci si può aspettare per il solitario e ammaccato Virgil, nella splendida scena finale, immerso nello scandire inesorabile del tempo? Il regista della fiaba lo consegna giustamente alla mercè della fantasia degli spettatori. Ma come, “il Re è nudo?” come si può rivestirlo? Con la migliore offerta all’asta desideri?
Tornatore si riconferma, in modo diverso rispetto a “Nuovo Cinema Paradiso”, come un grande magistrale prestigiatore del cinema. Pur con qualche lungaggine, il film è sicuramente, per me , da
non perdere.
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[+] un film molto socratico
(di armonica)
[ - ] un film molto socratico
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noir
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lunedì 14 gennaio 2013
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la simulazione
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La verità, anche se una verità non c'è, è che tutto è relativo... guardi un'opera d'arte
pensando che sia meravigliosamente autentica, vivi un amore fatto di momenti reali e non ti rendi conto che tutto ciò che fai o ti circonda è un illusione concreta, ma pur sempre un'illusione.
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La verità, anche se una verità non c'è, è che tutto è relativo... guardi un'opera d'arte
pensando che sia meravigliosamente autentica, vivi un amore fatto di momenti reali e non ti rendi conto che tutto ciò che fai o ti circonda è un illusione concreta, ma pur sempre un'illusione... e questa atroce verità porta il protagonista alla follia: Per tutta la sua vita ha creduto di saper distinguere un falso da un vero, quando all'improvviso arriva lei e capisce che in realtà, i due non sono scindibili l'uno dall'altro perché in ogni falso c'è sempre qualcosa di autentico... Il loro amore, infatti, si scopre una triste finzione! Ma ripensando ai sentimentali attimi consumati insieme, occhi negli occhi, cuore a cuore, il protagonista si convince che l'ingannevole e teatrale "ti amo, qualsiasi cosa ci accada" della "sua" donna ha in sé, comunque, il dolce e rasserenante gusto della verità. Il compito di Claire era mentire, recitare, ingannare Oldman ma mentre lo faceva ha messo qualcosa di suo... Lo ha amato davvero. Perciò... tra le tante menzogne raccontante da lei, lui ne trova un'altra vera: Il posto, in cui è stata più felice...Oldman si siede in questo ristorante di Praga e lì, la vuole aspettare per tutta la vita.
C'è del pessimistico nell'arte, nell'amore come nella vita in generale ma il regista lascia intravvedere a noi, esseri sensibili, un briciolo di speranza: la simulazione non sarai perfettamente falsa! L'uomo è fragile e ogni suo falso prodotto rivelerà sempre la sua vera consistenza, un suo marchio.
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daf_ma
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giovedì 31 gennaio 2013
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la storia di una trasformazione
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Se si trattasse di un’asta, “la miglior offerta” potrebbe essere quella più alta, ma se l’oggetto in questione fosse l’amore, quale sarebbe la miglior offerta? Tornatore sviluppa la trama del film attorno alla figura di un uomo sessantenne, esperto antiquario e battitore d’aste, che ha saputo costruire la sua fortuna grazie alla grande esperienza accumulata negli anni, e all’astuzia con la quale ha portato avanti le aste, garantendosi , con l’aiuto dell’amico Billy, i quadri più belli. Oldman è un uomo solo, che ha dimenticato cosa significa relazionarsi agli altri o, forse, non l’ha mai saputo. Cresciuto in istituto, perché orfano di entrambi i genitori, ha sfruttato le punizioni infertegli per ritrovarsi nel laboratorio di antiquariato nel quale ha imparato a riconoscere in fretta un originale da un falso.
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Se si trattasse di un’asta, “la miglior offerta” potrebbe essere quella più alta, ma se l’oggetto in questione fosse l’amore, quale sarebbe la miglior offerta? Tornatore sviluppa la trama del film attorno alla figura di un uomo sessantenne, esperto antiquario e battitore d’aste, che ha saputo costruire la sua fortuna grazie alla grande esperienza accumulata negli anni, e all’astuzia con la quale ha portato avanti le aste, garantendosi , con l’aiuto dell’amico Billy, i quadri più belli. Oldman è un uomo solo, che ha dimenticato cosa significa relazionarsi agli altri o, forse, non l’ha mai saputo. Cresciuto in istituto, perché orfano di entrambi i genitori, ha sfruttato le punizioni infertegli per ritrovarsi nel laboratorio di antiquariato nel quale ha imparato a riconoscere in fretta un originale da un falso. Oldman ha puntato tutta la sua vita su una sola passione, ma la morbosità per le opere d’arte gli ha fatto perdere il senso della misura: le sole cose che tocca a mani nude sono proprio le opere che possiede, gelosamente, in una stanza segreta della sua casa nella quale, di tanto in tanto, si dirige per goderne pienamente. Amore, possesso e morbosità sono solo alcuni dei sentimenti che legano Oldman ai suoi ritratti di donne.
La vita dell’esperto antiquario è fatta di ricerca e analisi alla scoperta dell’autenticità che tende sempre a manifestarsi anche quando l’opera è composta da un falsario. “In ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico” è una frase che Oldman ripete nel corso della narrazione per spiegare che il desiderio di autenticità ed originalità di ciascun essere umano si esplica, inconsciamente, in ogni azione, in questo caso, in ogni dipinto. Su questo punto Tornatore costruisce la trama del film che si sviluppa quando Claire, giovane erede di ricca famiglia, lo chiama per proporgli di valutare e mettere all’asta i suoi beni. L’incontro scontro con questa giovanissima erede, inizialmente difficile da rintracciare, porterà grandi cambiamenti nella vita di Oldman. Lui crederà nell’evoluzione della storia che andrà a svilupparsi tra i due, sulla base di apparenti somiglianze, che sembrano siano in grado di liberare entrambi dalle fobie che li perseguitano. La realtà però è un’altra e si nasconde agli occhi dell’amore, che non sono più in grado di riconoscere il vero dal falso.
Oldman è un uomo nuovo, cambiato, che crede negli altri a tal punto da arrivare a perdere tutta la sua ricchezza, nella convinzione di aver trovato qualcosa che va al di là del bene materiale e arriva nel profondo, dove le barriere sono ormai abbattute e resta solo l’amore e la speranza. Il finale, svelato presto allo spettatore, sta nel riconoscimento più profondo del dramma del protagonista, sconfitto dalla delusione e dalle false speranze. Simboli di autenticità sono rintracciabili in due scene: quando Oldman ritrova nell’auto un oggetto, messo presumibilmente dal custode della villa di Claire, e quando ritrova l’automa nella sua stanza che ripete continuamente: “In ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico”. Questa è la firma del falsario sul pezzo di automa ritrovato e la firma del furto e della menzogna a cui Oldman non si rassegnerà, vivendo nel dolore la fine della sua vita in una casa di riposo.
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madrigal
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domenica 3 febbraio 2013
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nabokov in salsa chabrol
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Tornatore abbandona la solita Siclia piena di bonone e baffetti, per approdare a una produzione internazionale con stile e sobrietà. La storia non è troppo originale e a metà film sai già dove si andrà a parare, ma tutto è confenzionato col tocco impeccabile di gradi attori e bagnato da una luce quasi teatrale.
Il soggetto riporta in auge la figura del sessantenne freddo e rupofobico che crolla di fronte alla giovane maliarda senza scrupoli. L'ossessione onanista per le donne dipinte lascia spazio ad una vera e propria mania per una bella agorafobica in carne e ossa che naturalmente si gabberà di lui con la complicità di tutti i suoi amici.
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Tornatore abbandona la solita Siclia piena di bonone e baffetti, per approdare a una produzione internazionale con stile e sobrietà. La storia non è troppo originale e a metà film sai già dove si andrà a parare, ma tutto è confenzionato col tocco impeccabile di gradi attori e bagnato da una luce quasi teatrale.
Il soggetto riporta in auge la figura del sessantenne freddo e rupofobico che crolla di fronte alla giovane maliarda senza scrupoli. L'ossessione onanista per le donne dipinte lascia spazio ad una vera e propria mania per una bella agorafobica in carne e ossa che naturalmente si gabberà di lui con la complicità di tutti i suoi amici. Beffato dai pochi affetti costruiti e derubato della sua preziosa collezione, il protagonista sceglierà di sopravvivere sperando nell' amore beffardo che non tornerà mai più, piuttosto che accettare una delusione dura come la pietra.
Un film che piace a tutti, perché a tutti dà qualcosa: l'arte che incanta tutte le scene, la fotografia morbida e avvolgente, il ritmo incalzante in salsa noir, una riflessione sulla distruttività dell'amore per uomini incantati da donne troppo giovani. Un film scaltro in sostanza, ma questo di Tornatore lo sapevamo già. Da vedere.
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piris
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martedì 12 febbraio 2013
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bello e finto
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Forse non è detto che tutto quello che è bello deve essere vero, ma certo l'implausibilità del film e dei personaggi non rende questo film meno affascinante.
Ma non per una disquisizione fra vero e falso. Per un disinteresse ad osservare il vero, e basta. Vero non inteso come reaismo ma come verità.
Un battitore di aste è anche un esperto d'arte di fama e ricchezza internazionale, come a dire un guidatore di ambulanza è un neurochirurgo di fama mondiale. Una agorafobica ricca si ammala di colpo dopo essere stata abbandonata dal fidanzato, vive da anni chiusa ma è sempre ventenne.
Se piove c'è sempre il controluce.
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Forse non è detto che tutto quello che è bello deve essere vero, ma certo l'implausibilità del film e dei personaggi non rende questo film meno affascinante.
Ma non per una disquisizione fra vero e falso. Per un disinteresse ad osservare il vero, e basta. Vero non inteso come reaismo ma come verità.
Un battitore di aste è anche un esperto d'arte di fama e ricchezza internazionale, come a dire un guidatore di ambulanza è un neurochirurgo di fama mondiale. Una agorafobica ricca si ammala di colpo dopo essere stata abbandonata dal fidanzato, vive da anni chiusa ma è sempre ventenne.
Se piove c'è sempre il controluce. Se c'è suspance Moricone ci va di scala minore. Eppure Tornatore il suo cinema lo sa fare e il film si fa vedere con interesse fino alla fine.
Ma la domanda è: è abile confezione o arte?
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