La migliore offerta |
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Un film di Giuseppe Tornatore.
Con Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Sylvia Hoeks, Donald Sutherland, Philip Jackson.
continua»
Titolo originale The Best Offer.
Drammatico,
durata 124 min.
- Italia 2012.
- Warner Bros Italia
uscita martedì 1 gennaio 2013.
MYMONETRO
La migliore offerta
valutazione media:
3,57
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Quando l'amore inganna l'artedi GiorpostFeedback: 16209 | altri commenti e recensioni di Giorpost |
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venerdì 15 luglio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
In una non meglio definita città europea assistiamo alla storia di Virgil Oldman, famoso direttore di una rinomata casa d' aste e ricco mercante d'arte; quando non impegnato in sale strapiene di facoltosi individui intenti ad accaparrarsi opere di valore, Virgil trascorre il suo tempo in perfetta solitudine, senza unioni sentimentali, frequentazioni occasionali nè legami di sangue. Una scena che spiega esattamente lo status del protagonista è quella all'interno di un ristorante nel quale cena tutto solo alla vigilia del suo compleanno. Poco avvezzo ai sorrisi e poco incline al contatto, l'eccentrico battitore indossa perennemente guanti e non si azzarda a toccare telefoni altrui se non con l'ausilio di fazzoletti; non usa cellulari e vive in un lussuoso attico che potrebbe accogliere feste piene di gente, in verità frequentato soltanto dalla sua servitù. Un giorno riceve una telefonata in ufficio da parte di una giovane donna, appena rimasta orfana, che gli chiede un sopralluogo presso la sua immensa residenza di famiglia, nella quale sono presenti numerose opere antiche da sottoporre a valutazione (e successiva vendita) da parte del noto battitore ed esperto di antiquariato. Questi, dopo un iniziale diniego dovuto allo strano comportamento della giovane (chiusa in casa da 12 anni, a suo dire, a causa dell' agorafobia), accetta l'incarico che durerà diverse settimane. Durante il lungo arco temporale nel quale farà sovente visita alla villa per inventariare le opere, trova degli strani oggetti meccanici semi arrugginiti (appartenenti ad un antico automa) che porterà all'attenzione di un esperto aggiustatore suo amico; Virgil farà anche la conoscenza, lenta ma approfondita, di Claire, la misteriosa abitante della villa dal triste passato, inizialmente attraverso una porta, poi in prima persona. Ma anche Oldman ha un segreto che, apparentemente, nessuno conosce: possiede centinaia di quadri raffiguranti ritratti di donna, all'interno di un'immensa cripta ricavata nel suo appartamento... Giuseppe Tornatore ci regala un'opera dal sapore classico nella quale si respira un'aria internazionale, con un cast di un certo calibro che dona al lavoro efficacia ed un'impronta inaspettata. La migliore offerta (ITA, 2013) è una pellicola di rimando al quel Cinema d'illusione proposto da Leone dopo i western, e non solo per la colonna sonora curata da Morricone (forse, in questo caso, un po' ripetitivo); The best offer ricalca anche i thriller alla Pollack ma con la “mano” vellutata del regista siciliano, aiutato dalla bella fotografia che molto si avvicina a quella de La leggenda del pianista sull'oceano. Geoffrey Rush risulta interessante in un ruolo dal fascino antiquato e la sua mimica facciale, in alcune sequenze, mi ha ricordato sia il James Woods invecchiato in C'era una volta in America, sia il Tony Servillo di Le conseguenze dell'amore. Bravi anche gli altri, ma a guidare il lavoro è sopratutto la poetica, la storia che cresce di minuto in minuto e incuriosisce nonostante si prolunghi oltre il necessario e malgrado il ripetersi di alcune situazioni (la rabbia di Virgil a seguito di un mal torto subito da parte di Claire). E proprio nel nome del personaggio sta anche la verità del racconto: Virgil in inglese è quasi virgin, vergine, ed è proprio questa una delle caratteristiche che fanno scattare in lui la molla dell'amore e dell'attrazione. Il cognome Oldman, invece, si allaccia a quell'automa che poco per volta viene riassemblato e riportato in vita, pezzo dopo pezzo, alla stregua di Virgil che (passo dopo passo) rinnega il suo status, iniziando una lenta ma inesorabile trasformazione che lo porta ad accettare i capelli bianchi e ad allentare la morbosità per il suo lavoro, scoprendo, nonostante il colpo di scena, l'esistenza dell'amore carnale e reale, diverso da quello rappresentato da donne immaginarie. Una pellicola che resisterà al tempo, un film che ci riporta ai fasti del grande Cinema italiano. Non amo le etichette e quando leggo di un Tornatore “troppo siciliano” mi arrabbio: cosa vorrebbe significare? La classe ed il gusto presenti in quest'opera (ed in altri suoi lavori) sono frutto proprio della grande tradizione degli uomini di cultura delle nostre terre del Sud. Bravo Tornatore! Voto: 8.5
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