Un dramma ambientato nella Hollywood degli anni '20. Espandi ▽
Chazelle racconta le origini del cinema hollywoodiano con un progetto faraonico, che ha l'ambizione e le dimensioni di un film del periodo classico. La storia dei primi anni di Hollywood, tra documentazione, semplificazioni e mitologia, viene sostanzialmente suddivisa in tre fasi: le origini avventurose, l’esplosione del cinema come pozzo senza fondo di visioni, sogni, fantasie, ma anche guadagni ed eccessi; il passaggio dal muto al sonoro tra la fine degli anni 20 e l’inizio dei 30. Nelle sue tre ore di durata,
Babylon racconta gli ultimi anni del muto a Hollywood come un cabaret, un baccanale di cocaina, sesso, vomito e merda, in cui attrici, attori, registi, produttori, musicisti e agenti delle case di produzione creano un po' alla volta un sistema di cui saranno le prime vittime. Il problema di Chazelle non è solo che la sua versione dei fatti non è tanto più credibile o realistica di quella di Gene Kelly e Stanley Donen, ma anche che, a differenza di quanto fa lo stesso
Cantando sotto la pioggia, non riesce nemmeno a creare un immaginario. Il suo unico interesse sembra essere aggiungere piani sequenza ad altri piani sequenza, carrellate ad altre carrellate, limitandosi a sovrapporre movimenti su movimenti.