loland10
|
martedì 10 ottobre 2017
|
...a(in)spirazione minima...
|
|
|
|
“Madre!” (Mother!, 2017) è il settimo lungometraggio del regista newyorkese Darren Aronofsky.
Film encefalo, barocco, dismesso, aggrovigliato, biblico, mortuario, vitale e ammucchiato: come in una scorribanda onnipresente ci aspetta il parto della messa in scena in sveglia (e ci sveglia) da un letto vuoto.
Opera (tale è) che non piace per quello che vuole e/o vorrebbe dire. Si esce dalla sala assopiti, esterrefatti e senza fiato! (il punto esclamativo è a iosa sul titolo e anche sullo spettatore che non riesce a sorbirsi una
Gli ammiccamenti, le ridondanze, i riferimenti e gli stili si mescolano continuamente in un pasticcio senza senso e senza gusto.
[+]
“Madre!” (Mother!, 2017) è il settimo lungometraggio del regista newyorkese Darren Aronofsky.
Film encefalo, barocco, dismesso, aggrovigliato, biblico, mortuario, vitale e ammucchiato: come in una scorribanda onnipresente ci aspetta il parto della messa in scena in sveglia (e ci sveglia) da un letto vuoto.
Opera (tale è) che non piace per quello che vuole e/o vorrebbe dire. Si esce dalla sala assopiti, esterrefatti e senza fiato! (il punto esclamativo è a iosa sul titolo e anche sullo spettatore che non riesce a sorbirsi una
Gli ammiccamenti, le ridondanze, i riferimenti e gli stili si mescolano continuamente in un pasticcio senza senso e senza gusto. L’entropia fisica e il caos filmico si incontrano (magari…) in un lezione inguardabile di centoventi minuti logorroici (visivamente) e disdicevoli.
Si trovano a ben guardare (con gli occhi da stropicciare e con una lente di ingrandimento nello stoppare i fotogrammi) delle indicazioni di cinema da espandere e da apprezzare ma sono talmente ‘inzuppati’ di tutto e di ogni altro sopra (d’altronde se il caffè è zuccherato non si può superare il limite della tazzina …) che difficilmente vien voglia di capire il perché di tanta roba e di eterogeneità a iosa
Una villa, una coppia, un ospite, la moglie, i figli, un testamento, pugni, il sangue e il pronto soccorso, una festa funerea, un sogno e una nuova idea, il libro e l’editore, la pubblicazione e i fan, una schiuma di rabbia e una folla distorta, spari e zombi, vita notturna, una nuova vita, il neonato come gingillo e l’oscuro intriso, il fuoco e la cenere, il sogno riapre e il risveglio di lei. Si ricomincia per fortuna … arriva la fine. E’ solo un incubo (sognato …) per cancellare e iniziare un nuovo film..
Tutto questo e molto altro succede tra la ‘madre’ e ‘lui’ per un figlio da avere e forse desiderare. Il trambusto è elevato. Bastavano gli ospiti (si fa per dire) della ‘bella famiglia’ con fratricide battaglie …
Il sangue (dis)perde la vita serena e ‘biblicamente’ l’approccio resta misero per poi sfociare in un fiume senza più argini. E la terra che resta inzuppata di ogni ‘bontà’ visiva…
Meta-cinema- kitsch e persuasivamente indigeribile; come sputarsi addosso ogni sorta di cibo;
Androide-moniaco come lavarsi le melme infauste di un horror dispersivo di un sorriso come sottofondo;
Disdicevole e arrogante: quando si pretende di saperne molte e di dirle tutte (malissimo);
Rombante e schizofrenico: riprese a go-go di generi riconoscibili e inguardabili;
Empaticamente futile e debordante: bastava il primo tempo dopo arrivano proprio tutti (umani, zombie, debosciati, incalliti, imbestialiti, nativi, furenti, fan, nascituro, punti interrogativi, pazzie e risvegli);
!come punto esclamativo in tono ottuso: è cinema di sfracelli di confusione (genialoide o visceralmente paranoico).
Poi i nomi dei partecipanti assenti, il corsivo d’obbligo, il maiuscolo bandito, la grafia nascosta e pare illeggibile, tutto un rimasuglio di film a pioggia (e forse una pellicola ‘inguardabile’ e da ‘scollare’ in migliaia di puzzle per molti quadri ancora da ideare …).
Jennifer Lawrence (madre) pare capitata lì per caso ad assecondare il ‘gran caos’ mentre Javier Bardem (lui) si sta ritaglia un personaggio sconnesso e privo di poetica filmica (nonostante il personaggio che dovrebbe interpretare); Ed Harris (uomo) fa per bene il ‘guastafeste’ familiare e facilmente accentra a se il poco da raccontare mentre Michelle Pfeiffer (la moglie) ci mette il pepe (demoniaca e provocante) per ricordarci come compiacersi (vedi altro film).
Regia allegoricamente debordante e fintamente saporosa.
Voto: 3/10 (*½).
[-]
[+] non ci ho capito un''acca...
(di lucyandkitten)
[ - ] non ci ho capito un''acca...
|
|
[+] lascia un commento a loland10 »
[ - ] lascia un commento a loland10 »
|
|
d'accordo? |
|
salsabeppe
|
martedì 10 ottobre 2017
|
tristissimo
|
|
|
|
Un film senza un capo ne coda. per una mezz'ora la storia potrebbe decollare, poi tutta una serie di situazioni senza senso e senza che, per quanto uno si sforzi, si riescano a legare gli avvenimenti. Siamo stati per tutto il film ad aspettare che venisse fuori un colpo di scena, una situazione che giustifichi tutto quello che accade lungo la storia. Alla fine il nulla. Qualcuno ha scritto che il film ha un significato metaforico riguardo alla religione cattolica. Io francamente ho visto di tutto e di più mischiato in scene senza significato che lasciano sbigottiti e confusi. Ora voler fare per forza i critici dicendo che per capire questi film bisogna essere speciali o che non sono per tutti.
[+]
Un film senza un capo ne coda. per una mezz'ora la storia potrebbe decollare, poi tutta una serie di situazioni senza senso e senza che, per quanto uno si sforzi, si riescano a legare gli avvenimenti. Siamo stati per tutto il film ad aspettare che venisse fuori un colpo di scena, una situazione che giustifichi tutto quello che accade lungo la storia. Alla fine il nulla. Qualcuno ha scritto che il film ha un significato metaforico riguardo alla religione cattolica. Io francamente ho visto di tutto e di più mischiato in scene senza significato che lasciano sbigottiti e confusi. Ora voler fare per forza i critici dicendo che per capire questi film bisogna essere speciali o che non sono per tutti..... be mi sembra una forzatura. Tutti quelli nel cinema alla fine si sono alzati, guardati e hanno commentato dicendo le stesse cose.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a salsabeppe »
[ - ] lascia un commento a salsabeppe »
|
|
d'accordo? |
|
m.cont
|
giovedì 5 ottobre 2017
|
film a dir poco osceno
|
|
|
|
Un film a mio parere privo di valore e di trama. Non riesco a intendere il motivo che ha spinto questi celebri attori a recitare in un film come questo , se non per rovinare la propria reputazione. Un film angosciante e con un significato pienamente maschilista , che non mi ha fatto altro che odiare dall'inizio alla fine javier bardem , forse volutamente. Buona la recitazione e la scelta di girare il film in un solo luogo , la casa , rendendolo quasi claustrofobico e sottolineando l'idea di quotidianità, ma questo non basta a rendere il film un bel film.
[+] non hai capito il significato
(di enterthematrix)
[ - ] non hai capito il significato
[+] senza la chiave di lettura è tempo perso
(di maxcorto)
[ - ] senza la chiave di lettura è tempo perso
|
|
[+] lascia un commento a m.cont »
[ - ] lascia un commento a m.cont »
|
|
d'accordo? |
|
|
giovedì 5 ottobre 2017
|
quando lo sceneggiatore è confuso
|
|
|
|
Il tema dell’invasione dello spazio domestico da parte di estranei che con una scusa banale si presentano alla porta di una casa qualsiasi, in cui vive una coppia qualsiasi, è stato già ampiamente sfruttato (da Uno sconosciuto alla porta a Funny Games, solo per citarne un paio). Tuttavia nel modo in cui gli ospiti arrivano nella casa abitata dalla coppia di coniugi, vi si insinuano, ne prendono possesso e la profanano sotto lo sguardo attonito e stupefatto della padrona di casa, c'è qualcosa di davvero coinvolgente e disturbante.
Grazie a una inquadratura che segue da vicino tutti i movimenti della protagonista assistiamo con lei all'arrivo di una serie di personaggi bizzarri, condividiamo il suo disagio per la loro invadenza, la sua incredulità per l’accondiscendenza che il marito dimostra loro e l’indifferenza che invece ostenta davanti alle sue proteste.
[+]
Il tema dell’invasione dello spazio domestico da parte di estranei che con una scusa banale si presentano alla porta di una casa qualsiasi, in cui vive una coppia qualsiasi, è stato già ampiamente sfruttato (da Uno sconosciuto alla porta a Funny Games, solo per citarne un paio). Tuttavia nel modo in cui gli ospiti arrivano nella casa abitata dalla coppia di coniugi, vi si insinuano, ne prendono possesso e la profanano sotto lo sguardo attonito e stupefatto della padrona di casa, c'è qualcosa di davvero coinvolgente e disturbante.
Grazie a una inquadratura che segue da vicino tutti i movimenti della protagonista assistiamo con lei all'arrivo di una serie di personaggi bizzarri, condividiamo il suo disagio per la loro invadenza, la sua incredulità per l’accondiscendenza che il marito dimostra loro e l’indifferenza che invece ostenta davanti alle sue proteste.
Questo se ci limitiamo alla prima parte del film. La seconda parte è tutta un’altra storia. In un crescendo di situazioni surreali, la casa sperduta e segregata dal resto del mondo diventa prima meta di pellegrinaggio di fan(atici) del Poeta, poi set di un film di guerra, fino alla svolta finale, quando la trama prende una piega metafisica decisamente troppo ambiziosa e che poco c’entra con le premesse iniziali.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
salsabeppe
|
mercoledì 11 ottobre 2017
|
incomprensibile
|
|
|
|
un film che vale la pena di esistere nella prima mezz'ora, dove ancora c'è una parvenza di storia. Dopodichè credo che tutto quello che viene rappresentato è solo una mistura di idee mal rappresentate e deliri senza senso. Se questo film lo avesse girato un regista qualunque di poca fama sarebbe stato bollato come frutto di una mente malata. Perchè cercare di trovare sempre il bello anche dove non c'è? Fino alla fine ci si aspetta un colpo di scena o qualcosa che giustifichi le due ore di pellicola. Alla fine resta solo una grossa delusione. Tutta la sala alla fine della proiezione si è guardata e i commenti sono stati tutti gli stessi. Due ore perdute per un film dalle grandi attese e che fallisce miseramente in una storia senza capo ne coda.
[+]
un film che vale la pena di esistere nella prima mezz'ora, dove ancora c'è una parvenza di storia. Dopodichè credo che tutto quello che viene rappresentato è solo una mistura di idee mal rappresentate e deliri senza senso. Se questo film lo avesse girato un regista qualunque di poca fama sarebbe stato bollato come frutto di una mente malata. Perchè cercare di trovare sempre il bello anche dove non c'è? Fino alla fine ci si aspetta un colpo di scena o qualcosa che giustifichi le due ore di pellicola. Alla fine resta solo una grossa delusione. Tutta la sala alla fine della proiezione si è guardata e i commenti sono stati tutti gli stessi. Due ore perdute per un film dalle grandi attese e che fallisce miseramente in una storia senza capo ne coda.
Triste.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a salsabeppe »
[ - ] lascia un commento a salsabeppe »
|
|
d'accordo? |
|
arctor
|
lunedì 5 marzo 2018
|
mother!
|
|
|
|
Il film più bistrattato della stagione, una delle più geniali climax di regia concepite da anni. Ho idea che l'accoglienza di questo mother! sia stata in qualche modo sbagliata su tutta la linea, nel senso che in generale per prima cosa si è subito e solo pensato e voluto prefiggersi un significato di arrivo, una risposta, quando cercare un bandolo nella sua disperazione e sfacelo non è tutto in questo genere di esperienza cinematografica, è solo la punta, per assurdo solo la premessa; ricordiamoci che c'è Aronofsky dietro la cinepresa, dunque l'importanza per un film simile l'hanno intanto l'atmosfera, la quota visiva, questa sorta di dilatazione e contrazione nella sintassi filmica, l'ampiezza psicologica dei personaggi, la claustrofobia delle ambientazioni, l'ispirazione, la simbologia, la più totale deriva compositiva, ci sono una decina di aspetti più rilevanti di una semplice soluzione, una spiegazione.
[+]
Il film più bistrattato della stagione, una delle più geniali climax di regia concepite da anni. Ho idea che l'accoglienza di questo mother! sia stata in qualche modo sbagliata su tutta la linea, nel senso che in generale per prima cosa si è subito e solo pensato e voluto prefiggersi un significato di arrivo, una risposta, quando cercare un bandolo nella sua disperazione e sfacelo non è tutto in questo genere di esperienza cinematografica, è solo la punta, per assurdo solo la premessa; ricordiamoci che c'è Aronofsky dietro la cinepresa, dunque l'importanza per un film simile l'hanno intanto l'atmosfera, la quota visiva, questa sorta di dilatazione e contrazione nella sintassi filmica, l'ampiezza psicologica dei personaggi, la claustrofobia delle ambientazioni, l'ispirazione, la simbologia, la più totale deriva compositiva, ci sono una decina di aspetti più rilevanti di una semplice soluzione, una spiegazione. E' un'opera densissima, credo sarebbe presuntuoso liquidarla nei suoi difetti, a mio dire è sbagliato proprio tale approccio di fondo, anche perché avendo uno stile registico davvero unico nel suo genere, ha carattere, è controvoglia, certo, stomaca, disorienta, ma ha qualcosa di magnetico, vibrante. L'ho trovato stupendo, qualcosa che si avvicina alla settima arte più di moltissime pellicole meramente compiute ed esaurita secondo trama e narrazione lineare. Qui il caos regna anche nei rimandi, nei simboli e nella sfera della figurazione, il bello di questo capo d'opera è che mette alla prova la fruizione, ponendola a sistema con l'evolvere della sua materia e diatesi incandescente. Il bello è proprio che è carognesco, angosciante, psicotico, violento, metaforico, trascinante, astratto, parte come niente e diventa una lenta, grandiosa, inattesa, malefica discesa nella follia a-là Rosemary's Baby (chiarissimo come riferimento). Affascinante da morire, in due parole, quello che i registi oggi non osano più e molti non hanno mai dato: intensità ed involuzione. Nessuna banalità, dall'inizio alla fine, idee immaginifiche ma altrettanto sottilissime, come il tinteggio delle pareti (la tonalità dell'intonaco e l'intima violazione degli invasori secondari) o le 'viscere' della casa, l'anima nel suo rado intimismo, il 'cuore'-minerale in cui è calcificata tutta la devastazione interiore (muovendo le immagini a ritroso in una metafora fantastica, sontuosa). Questo film ha degli spunti e delle invenzioni sopraffine, subliminali perfino, non immediate, è questo che lo rende tortuoso, difficile da vedere quanto da concepire, indigeribile. Aronofsky decostruisce stavolta, l'ho ritrovato ai massimi storici, miglior film e soggetto suo insieme al Cigno Nero, che lasciava un senso di ansia performativa tremenda, qualcosa che si ritrova spesso nei suoi inquietanti lavori. Sfavorito da ogni punto di vista perché da' la nausea, perché è imperniato sul disagio, perché se ne esce coi brividi a fior di pelle, ma è per questo che farà storia, è la sua cifra e il suo valore. Io l'ho apprezzato e dissento da chi lo vede in maniera superficiale; molto, ma molto superiore alle solite pellicole, partendo dal dato che quanto meno osa imprimere certe sensazioni quali tensione (alle stelle), fastidio, e ad un certo momento da' adito a una riflessione sull'ispirazione stessa e l'inizio della sua gravità, lo spirito materno e la sacralità della dimora e della gestazione introspettiva. "Dove mi stai portando?""Al Principio". La qualità più grande è riservata al fatto di essere inesausto tramicamente, circolare eppure con echi espressivi infiniti, rivolti al divino e alla profanazione. Aronofsky sta iniziando da solo un nuovo capitolo nella storia a breve termine del cinema contemporaneo, e nessuno se ne accorge forse. Regista estremo, odi et amo. Interpreti, neanche a dirlo, tagliati perfetti dal primo all'ultimo (J. Lawrence, Bardem, Harris tutti maiuscoli nei panni dei rispettivi personaggi). Darren non sarà per niente umile, lo aveva dimostrato già con 'The Fountain', ma va benissimo così. Disarmante, devastante, profondo, incompreso. Coperto di fischi e stroncato sia dalla critica, sia dalle tifoserie dei festival (vale dieci volte la maggior parte di altri film candidati a Venezia quest'anno, compreso il film di Del Toro che si pone forse agli antipodi come poetica, nel complesso, nel bene o nel male). Ossia dove Del Toro è artiginato, citazione, maniera e racconto, "mother" è astrattismo, l'action painting, auto-trasgressivo, deviante, ripido, complesso, fruibile a fatica. La tensione rara, innaturale, ecco cosa fa la differenza. La trama si dipana di poco, poi monta ai limiti della sopportazione e della concentrazione allegorica, di cui quasi ogni sequenza pullula. Decisamente un passo in avanti nell'essenza del cinema moderno, rende il sentimento di un'arte e una poesia lapidaria, senza minimi compromessi e dogmi che l'assorbano. Stroncatura a mio avviso assurda, ma infine più che prevedibile, ovvia, per ragioni di sopportazione. Fatto di un'intensità pazzesca, con un crescendo della regia e scenografico senza paragoni, ma troppo disturbante, capisco anche, per pochissimi palati; rasenta comunque il capolavoro, proprio nella sua degenerazione allegorica totale. Lawrence da Oscar per direttissima, una performance di cui, per merito sottesa, per immensa qualità, si può solo sfiorare il dolo e il potere, lo sgomento e l'effetto, la mortificazione. Da cineteca, tutto, così com'è. Merita tutte le sfumature interpretative possibili almeno fino a tempo debito. E' il classico caso di dire (pure se sempre più sporadico col passare degli anni) genio incompreso
[-]
[+] dimenticavo...
(di noillusions)
[ - ] dimenticavo...
|
|
[+] lascia un commento a arctor »
[ - ] lascia un commento a arctor »
|
|
d'accordo? |
|
gstazio
|
venerdì 29 settembre 2017
|
parte bene ma finisce malissimo
|
|
|
|
Un film sull'egoismo dell'artista che antepone il suo narcisismo e l'amore assurdo verso il fanatismo dei suoi lettori all'amore della moglie e della famiglia.
L'inizio trasmette dalle prime scene paura e incomprensione ma costruisce una storia accettabile con una stupenda fotografia ed una brava Jennifer Lawrence. Poi nell'ultima parte si spinge in eccessi incomprensibili ed assurdi, arrivando a mettere sullo schermo scene pulp totalmente fini a se stesse.
Javier Bardem deludente e film da perdere
[+] ciò che non si comprende non andrebbe criticato.
(di kelevra)
[ - ] ciò che non si comprende non andrebbe criticato.
[+] parte bene ma pre poco
(di salsabeppe)
[ - ] parte bene ma pre poco
|
|
[+] lascia un commento a gstazio »
[ - ] lascia un commento a gstazio »
|
|
d'accordo? |
|
chry75
|
mercoledì 4 ottobre 2017
|
capolavoro o astuto mix?
|
|
|
|
A distanza di un giorno dalla visione di questo film, mi sto ancora chiedendo sé ho assistito ad un capolavoro o ad un astuto polpettone!
Mi astengo pertanto da un giudizio, ma mi limiterò ad alcune innegabili constatazioni:
La recitazione del protagonista Javier Bardem non è stata delle migliori
Molto curate la fotografia ed il montaggio
Il film non lascia indifferenti, ma suscita parecchie emozioni contrastanti
Non è un film destinato ad un pubblico di massa
La senzazione predominante durante tutta la visione del film è quella di un senso di disorientamento
È un film coraggioso...e molto personale!
[+] polpettone
(di salsabeppe)
[ - ] polpettone
|
|
[+] lascia un commento a chry75 »
[ - ] lascia un commento a chry75 »
|
|
d'accordo? |
|
tmpsvita
|
lunedì 28 maggio 2018
|
un'esperienza amabile o odiabile ma da vivere
|
|
|
|
Aronofsky realizza un altro dei suoi controversi film, nato per creare discussioni, speculazioni, indegno, ammirazione ma in ogni caso sui quali si riflette davvero molto, e probabilmente questo è uno dei più enigmatici ed introspettivi, alla sua conclusione lo si può odiare, lo si può amare e ci si può rimanere interdetti però una cosa è certa, è un film da vedere, ed in modo diverso da qualunque altro film abbiate mai visto, perché si tratta di un film diverso da qualunque altro, un esperienza unica, irripetibile e difficile da dimenticare.
Per tutto il film si prova una strana, quasi fastidiosa e profonda sensazione di disagio e smarrimento, sensazione condivisa con la protagonista attraverso gli occhi della quale si assiste ad eventi surreali, grotteschi, impossibili ed incoerenti (almeno apparentemente) legati tra loro in modo quasi frenetico, disorientato e confusionario e non si può far altro che assistere, inermi, impotenti, soffocando da emozioni e sensazioni difficili da reprimere ma che ci consumano e la consumano.
[+]
Aronofsky realizza un altro dei suoi controversi film, nato per creare discussioni, speculazioni, indegno, ammirazione ma in ogni caso sui quali si riflette davvero molto, e probabilmente questo è uno dei più enigmatici ed introspettivi, alla sua conclusione lo si può odiare, lo si può amare e ci si può rimanere interdetti però una cosa è certa, è un film da vedere, ed in modo diverso da qualunque altro film abbiate mai visto, perché si tratta di un film diverso da qualunque altro, un esperienza unica, irripetibile e difficile da dimenticare.
Per tutto il film si prova una strana, quasi fastidiosa e profonda sensazione di disagio e smarrimento, sensazione condivisa con la protagonista attraverso gli occhi della quale si assiste ad eventi surreali, grotteschi, impossibili ed incoerenti (almeno apparentemente) legati tra loro in modo quasi frenetico, disorientato e confusionario e non si può far altro che assistere, inermi, impotenti, soffocando da emozioni e sensazioni difficili da reprimere ma che ci consumano e la consumano.
Aronofsky dirige con molta presunzione, va detto, ma anche ambizione e astuzia un film complesso sia da vedere, capire e assorbire ma anche da realizzare; attraverso i suoi primi piani claustrofobici e la camera a mano in continuo movimento crea un'insaziabile puzzle di idee ed immagini che si collega con difficoltà ma che una volta completato riesce a regalare gratificazione e soddisfazione, grazie anche a delle sequenze davvero straordinarie e coraggiose.
Inspiegabile la nomination ai Razzie Awards di questo anno per Jennifer Lawrence (così come quella per la regia e per Javier Bardem) che riesce a calarsi nei panni di un ruolo estremamente difficile da interpretare perché fragile, perso, confuso, ma con il suo ipnotico sguardo riesce ad esprimere una moltitudine di emozioni allo stesso tempo e riesce a creare un forte legame tra lei e lo spettatore che rimane immobilizzato ad osservarla provando esattamente ciò che prova lei.
Ognuno può ricavare significati completamente diversi tra di loro e pensare opinioni del tutto contrastanti tra di loro perché ognuno ci vede qualcosa di suo e di personale è di certo non sarò io ad imporvi il mio ma posso dire di averlo trovato geniale, anche se non perfetto, ed è facile odiarlo tanto quanto amarlo perciò non vi dirò che vi piacerà sicuramente ma vi consiglio vivamente di vederlo per capire davvero di cosa sto parlando e magari lo adorerete.
Voto: 8+/10
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tmpsvita »
[ - ] lascia un commento a tmpsvita »
|
|
d'accordo? |
|
greenriver10
|
lunedì 18 giugno 2018
|
non avete capito il film! spoiler
|
|
|
|
Il film è un allegoria della Bibbia, narra dalla creazione all apocalisse (dal punto di vista di madre natura), con un finale che ci fa riflettere sulla nostra condizione odierna. La Lawrence è madre natura, la casa è la Terra, Bardem è il dio creatore e i primi intrusi sono rispettivamente Adamo ed Eva e i figli Abele e Caino. Inseguito dopo che “il poeta” scrive un nuovo libro, non che il nuovo testamento, un orda di gente inizia ad arrivare e a venerare il poeta (nasce la religione).Si scatena la guerra,iniziano a saccheggiare la casa. Il figlio che nasce è Gesù che viene accolto e venerato dopodiché ucciso e mangiato (il corpo di cristo per eliminare i vostri peccati).
[+]
Il film è un allegoria della Bibbia, narra dalla creazione all apocalisse (dal punto di vista di madre natura), con un finale che ci fa riflettere sulla nostra condizione odierna. La Lawrence è madre natura, la casa è la Terra, Bardem è il dio creatore e i primi intrusi sono rispettivamente Adamo ed Eva e i figli Abele e Caino. Inseguito dopo che “il poeta” scrive un nuovo libro, non che il nuovo testamento, un orda di gente inizia ad arrivare e a venerare il poeta (nasce la religione).Si scatena la guerra,iniziano a saccheggiare la casa. Il figlio che nasce è Gesù che viene accolto e venerato dopodiché ucciso e mangiato (il corpo di cristo per eliminare i vostri peccati). E la madre si scatena e uccide tutti (tutta l umanità) dando fuoco a una bombola di cherosene (simbolo dell industria). Una critica all uomo moderno al mondo che stiamo vivendo e a come lo stiamo distruggendo. Raccontato in questo modo forse ci è più facile capire che la terra è casa nostra e noi dovremmo prendercene cura, non distruggerla.
[-]
[+] se nessuno l'ha capito a tuo parere cosa significa
(di noillusions)
[ - ] se nessuno l'ha capito a tuo parere cosa significa
|
|
[+] lascia un commento a greenriver10 »
[ - ] lascia un commento a greenriver10 »
|
|
d'accordo? |
|
|