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I grandi film non li fanno più

A dirlo sono proprio le classifiche del cinema: è da decenni ormai che il cinema non produce capolavori. Ma è davvero così?
di Pino Farinotti

lunedì 19 novembre 2018 - Focus

La BBC, il network inglese, ha una sezione "Culture", che periodicamente stila classifiche di cinema. È recente quella riferita ai film in lingua non inglese. Attraverso le valutazioni di 209 specialisti di 43 nazioni ha prodotto una lista di 100 titoli. Sono troppi per un ragionamento in questo spazio, mi limito ai primi dieci, che già configurano modelli indicativi. Ecco i titoli, in rigorosa classifica di merito:

1. I sette samurai (Akira Kurosawa, 1954);
2. Ladri di biciclette (guarda la video recensione) (Vittorio de Sica,1948);
3. Viaggio a Tokyo (Yasujirô Ozu, 1953);
4. Rashomon (Akira Kurosawa, 1950);
5. La regola del gioco (Jean Renoir, 1939);
6. Persona (Ingmar Bergman, 1966);
7. 8 ½ (Federico Fellini, 1963);
8. I quattrocento colpi (François Truffaut, 1959);
9. In the Mood for Love (Wong Kar-wai, 2000);
10. La Dolce Vita (Federico Fellini, 1960).

Prima di tutto, i Paesi. Ci sono 3 italiani, 2 francesi, 2 giapponesi, 1 svedese, 1 cinese, 1 giapponese. Sono numeri che non rispettano in assoluto il merito delle nazioni.
Pino Farinotti

In questa chiave è bene sapere che nella classifica completa dei 100 è la Francia a prevalere, con 27 titoli, seguono l'Italia e il Giappone con 11. Sono d'accordo sulla leadership della Francia, ma noi non siamo così lontani, e certo il nostro cinema "pesa" più di quello giapponese.

La mia personale revisione: Rashomon è certo un grande film e aprì, nel 1950 a Venezia, la via dell'oriente, ma forse sarebbero bastati i "Samurai". Nulla da dire su De Sica. Viaggio a Tokyo è un titolo beatificato, ne comprendo il rigore e l'umanità ma credo che... non bastino. Renoir è maestro massimo e La regola del gioco è presente in tutte le classifiche, personalmente gli preferisco La grande illusione. Per i "Colpi" di Truffaut devo confessare la mia scarsa propensione verso la Nouvelle Vague Il posto delle fragole e Il settimo sigillo, hanno maggiore potenza, e vedibilità di Persona. 8 ½: ineccepibile. Mentre La dolce vita, che ho rivisto di recente, in questa epoca... fatica. In the Mood for Love: credo sia una compensazione rispetto al tempo. Prima del titolo di Wong Kar-wai, certo autore di qualità, il più recente è il "Bergman" del 1966.

Occorreva un segnale che indicasse il terzo millennio. Risultato: da decenni il cinema non produce capolavori. Oppure i 209 sono... passatisti. Una definizione che spesso mi sono sentito attribuire.


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