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Film nelle sale: insospettabili follie d'amore e d'orgoglio

Numerose nuove uscite settimanali tra film festivalieri e kolossal extra-americani.
di Edoardo Becattini

Conflitti tra Festival

venerdì 9 novembre 2007 - Rubriche

Conflitti tra Festival
Di fronte a un largo panorama di ben otto nuove uscite settimanali, riconosciamo opere passate attraverso un primo esame festivaliero, successi popolari dalla Russia e made in USA e qualche film in più del solito vestito del tricolore nostrano. Pellicole insomma ad ampio raggio di generi e gusti, fra i quali si distingue il freddo e cerebrale thriller dalla forte impronta autoriale Sleuth – Gli insospettabili. Accolto da critiche dissonanti all'ultimo Festival di Venezia, Sleuth è la versione filmica di un testo teatrale (nonché remake dell'ultimo film diretto da Joseph L. Mankiewicz, Gli insospettabili) che Kenneth Branagh ha affidato ad Harold Pinter per riadattarne la storia della sfida al massacro fra ego maschili, quello di un famoso scrittore di romanzi gialli contro quello del giovane affascinante amante della di lui moglie. Il premio Nobel ha mantenuto l'impianto teatrale della pièce originale e adattato i taglienti dialoghi marcandone l'umorismo nero e la crudeltà parossistica dei due protagonisti che, attraverso le strabilianti interpretazioni di Michael Caine e Jude Law, risultano essere il vero cardine del film. Da un conflitto di superiorità superomistica al conflitto politico e culturale che muove la storia di Ai confini del paradiso. Fatih Akin è regista molto attento a quel ponte culturale (e non solo) che lega le sue duplici origini fra Turchia e Germania (come ha dimostrato in La sposa turca, Orso d'Oro a Berlino 2004 e nel bel documentario musicale Crossing the bridge – The sound of Istanbul): in quest'ultima opera mette in scena con un distaccato realismo i percorsi di vita intrecciati di Nejat, giovane professore turco alla ricerca della figlia della defunta compagna del padre, di Ayten, attivista politica fuggita in Germania, e di Lotte, amica e ospite di Ayten che viaggia fino in Turchia dopo che quest'ultima è stata fatta rimpatriare dalla polizia tedesca. Il film è stato molto apprezzato dalla giuria presieduta da Stephen Frears all'ultimo Festival di Cannes, dove Akin ha ottenuto il premio per la miglior sceneggiatura.

Film come arte, film come business
Il regista Roberto Faenza è noto per la sua devozione a non facili trasposizioni letterarie e così, dopo aver adattato per lo schermo Sostiene Pereira di Tabucchi, Marianna Ucrìa di Dacia Maraini e L'amante di Yehoshua (solo per citarne alcuni), ha deciso di mettere in scena l'ostico materiale di un romanzo di fine Ottocento scritto dal verista Federico De Roberto. I Viceré narra l'epopea della famiglia degli Uzeda di Francalanza, aristocratica famiglia siciliana discendente da nobile sangue spagnolo, che, nel periodo che va dalla caduta dei Borboni all'Unità d'Italia, vede i propri membri vivere di gretti espedienti e continui voltafaccia solo ed unicamente col fine di conservare il proprio prestigio e adattarsi meschinamente alle nuove situazioni. Il film, che annovera nel proprio cast, oltre ai più giovani Alessandro Preziosi e Cristiana Capotondi, anche "vecchie glorie" come Lando Buzzanca e Lucia Bosè, ha già suscitato numerose polemiche in merito a una sua esclusione dalla Festa del Cinema di Roma e agli impliciti riferimenti al trasformismo della politica contemporanea. Implicazioni molto più leggere e vivaci quelle della commedia sportiva The Minis... Nani a canestro!, storia di un gruppo di quattro giocatori di pallacanestro affetti da nanismo e dalla volontà di vincere un importante torneo californiano. Il film si distingue dalla consueta commedia per famiglie americana perché annovera dietro la macchina da presa l'italiano Valerio Zanoli, formatosi alle scuole di cinema statunitensi e capace di allestire attorno al suo piccolo film un'operazione di marketing e una quantità di sponsor da grande produzione, oltre a coinvolgere nel progetto il famoso cestista Dennis Rodman.

I generi globalizzati
Ultimo film della settimana a battere bandiera tricolore è Come tu mi vuoi, anch'esso primo lungometraggio di un regista nostrano formatosi all'estero. Il film di Volfango De Biasi rientra perfettamente nel prototipo che la contemporanea commedia italiana sta generando in risposta al cosiddetto "teen movie" americano, quindi storie di genere a soggetto adolescenziale in cui si riconoscono specifici tratti standardizzati. Protagonisti, fra l'altro, i due giovani attori del primo Notte prima degli esami, Nicolas Vaporidis e Cristiana Capotondi, qui passati alle aule universitarie e ai tentativi di modificare il proprio carattere e la propria apparenza. Ma sempre nel nome dell'amore.
Che sia un fenomeno della globalizzazione o meno, sta di fatto che anche il cinema russo contemporaneo sfrutta la standardizzazione dei generi e dei filoni americani. I guardiani del giorno è il secondo capitolo (dopo I guardiani della notte del 2004) tratto da una trilogia di racconti fra fantasy, azione e fantascienza dello scrittore kazako Sergei Lukyanenko. La storia della battaglia soprannaturale fra le Forze della Luce e le Forze dell'Oscurità è stato uno dei maggiori successi popolari nella Russia odierna, tanto che è in fase di produzione il terzo e ultimo I guardiani del crepuscolo - Twilight Watch, sempre diretto da Timur Bekmambetov, che nell'intermezzo è riuscito a concedersi la regia del blockbuster americano di prossima uscita con James McAvoy e Angelina Jolie Wanted, a riconferma di una globalizzazione degli stili cinematografici.

Le conseguenze dell'amore
A quasi dieci anni di distanza da Tutti pazzi per Mary, Ben Stiller e i fratelli Farrelly tornano a lavorare insieme in un nuovo film. Il primo negli anni si è specializzato in questo tipo di commedie fra il romantico e il demenziale, detenendo un primato ineguagliabile per i ruoli di "sfigato"; i due registi hanno a loro volta diretto con successo discontinuo un discreto numero di pellicole più o meno "sgarbate". Prevedibile quindi la riunione raggiunta con questo Lo spaccacuori, dove un quarantenne sposa frettolosamente una donna che crede perfetta per poi innamorarsi di un'altra mentre è ancora in viaggio di nozze. Se il tono con cui i fratelli Farrelly creano e distruggono storie d'amore è faceto e superficiale, decisamente non lo è quello con cui Hector Babenco narra la storia di Rímini e Sofía ne Il passato. In questo film visto in concorso alla Festa di Roma, Gael Garcia Bernal è un traduttore e interprete il cui presente diviso fra donne e insofferenza per la solitudine è ossessivamente minacciato dalla donna con cui ha diviso affetti e sentimenti per dodici anni. Il film affronta con risvolti inquietanti quella fase terminale dell'amore in cui si può combattere con la propria nostalgia oppure sconfinare nell'irrazionalità del sentirsi abbandonati.

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