Titolo originale | Sleuth |
Anno | 2007 |
Genere | Thriller, |
Produzione | USA |
Durata | 86 minuti |
Regia di | Kenneth Branagh |
Attori | Jude Law, Michael Caine, Harold Pinter, Kenneth Branagh, Carmel O'Sullivan . |
Uscita | venerdì 9 novembre 2007 |
Tag | Da vedere 2007 |
Distribuzione | Sony Pictures Italia |
MYmonetro | 3,29 su 23 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 23 agosto 2011
Uno scrittore di gialli riceve l'amante della moglie nella casa di campagna. Cosa accadrà tra i due avversari? In Italia al Box Office Sleuth - Gli insospettabili ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 460 mila euro e 160 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Portare sullo schermo un'opera scritta per il teatro può essere molto rischioso. Lo sa bene Kenneth Branagh, specializzatosi in adattamenti shakespeariani ma di recente anche autore di un'epica versione cinematografica de "Il Flauto magico". Con Sleuth, l'attore/autore britannico stupisce - e convince - grazie alla modernità, l'attualità e la sobrietà del testo trattato, originariamente scritto da Anthony Schaffer (e già portato sullo schermo da Mankiewicz nel '72 con il titolo Gli insospettabili), ma qui rinnovato dal premio Nobel per la letteratura Harold Pinter, che ha accettato immediatamente la proposta di Branagh per lavorare a quest'opera sull'egocentrismo maschile, "la storia di due uomini in una stanza, uno più vecchio e l'altro più giovane, che combattono fisicamente e psicologicamente per una donna che noi non vedremo mai". In sostanza, il prototipo delle storie scritte da Pinter per quarant'anni.
La vicenda ha inizio con l'incontro tra il celebre, egocentrico scrittore di gialli Andrew Wyke, e il giovane e affascinante amante di sua moglie, l'attore di origine italiana Milo (Tindolini) Tindle. L'immediata competizione retorica tra i due uomini si trasforma rapidamente in un gioco raffinato e pericoloso partorito dalla fantasiosa mente dello scrittore: Tindle dovrebbe rubare i preziosi gioielli della donna per poi rivenderli e poter vivere di rendita insieme all'amata. Un piano apparentemente impeccabile. Ma un uomo geloso ed egocentrico come Wyke potrebbe davvero aiutare l'uomo che fa l'amore con sua moglie?
Non è facile mantenere alti ritmo e tensione in un film dall'impianto teatrale, interamente girato in un interno. Se gli "uomini arrabbiati" chiusi in una stanza da Sidney Lumet nel '57 erano dodici, in Sleuth, con due soli uomini arrabbiati, la tensione si fa ancora più forte e pungente grazie alla capacità di Pinter di calibrare ogni battuta senza mai eccedere, di dosare il suo particolare umorismo nero con un senso di angoscia e d'inquietudine degni di un'altra sua eccellente sceneggiatura, quella di Il servo di Losey.
Ne deriva un thriller da camera che sfocia nella dark comedy, una raffinata e brillante partita all'ultimo sangue tra due uomini in lotta per il possesso di una donna, fantasma che aleggia continuamente nei discorsi dei due e ideale protagonista invisibile della storia. Inquietante e divertente, grazie anche alle brillanti interpretazioni di Michael Caine e Jude Law (che dopo Alfie eredita ancora una volta un ruolo che fu di Michael Caine, Tindle nel film di Mankiewicz), Sleuth trova la sua forza anche nella raffinata ambientazione, la dimora escheriana di Wyke, antica all'esterno e ipermoderna e tecnologica all'interno, un mondo chiuso fatto di ascensori, telecamere e scale senza via di uscita, perfetta incarnazione dell'animo ambiguo e imprevedibile del suo proprietario.
Andrew Wyke, un ricco e maturo scrittore di romanzi polizieschi, invita nella propria villa l'amante della moglie, Milo Tindle, un giovane attraente e spiantato. Tindle chiede a Wyke di concedere il divorzio a sua moglie, ma in cambio lo scrittore gli propone un patto: rubare i gioielli che lui stesso custodisce nella propria cassaforte per truffare l'assicurazione. Tindle accetta l'accordo, ma presto si renderà conto di essere stato ingannato...
Nel 1972, Laurence Olivier e Michael Caine si sfidavano in una sottile gara d'intelligenza nel classico Gli insospettabili, l'ultimo film del grande Joseph L. Mankiewicz, tratto da un'apprezzata pièce teatrale scritta da Anthony Shaffer. A 35 anni di distanza, il regista Kenneth Branagh ha deciso di girarne un remake, Sleuth (termine inglese che significa "investigatore", "segugio"), presentato al Festival di Venezia 2007 e sceneggiato dal premio Nobel Harold Pinter. E se nel 1972 Caine vestiva i panni di Milo Tindle, in questa nuova versione il celebre attore interpreta invece l'astuto e perverso Andrew Wyke, mentre a succedergli nel ruolo del suo giovane rivale è il piacente Jude Law (anche produttore del film). Da parte sua, Pinter riadatta secondo un'ottica moderna la commedia di Shaffer, asciugando il testo e riducendolo a meno di un'ora e mezzo di durata (a fronte delle oltre due ore della versione di Mankiewicz), e vi introduce tutti quei temi tipici del "teatro della minaccia" che il famoso drammaturgo aveva già esplorato al cinema con Il servo di Joseph Losey.
Girato tutto in interni, Sleuth è costruito sul mortale duello fra i suoi due protagonisti: Wyke, un noto romanziere abbandonato dalla moglie, e Tindle, un modesto parrucchiere di origini italiane che cerca di sfondare come attore. Naturale, dunque, che l'incontro tra Wyke, raffinato, arrogante e vendicativo, e Tindle, sfrontato e un po' volgare, finirà per trasformarsi in breve tempo in un crudele gioco del gatto con il topo, che vedrà i due contendenti affrontarsi a colpi di inganni, lusinghe e raggiri via via più pericolosi. Ma fra colpi di scena, crimini quasi perfetti e tentativi di seduzione, quello che era iniziato come un gioco si concluderà inevitabilmente in una guerra spietata e dall'esito tragico. A fare da scenario a questo susseguirsi di trappole c'è la villa ipertecnologica di Wyke, con il suo arredamento freddo e ultramoderno ed una sovrabbondanza di specchi, vetrate, ascensori e scalinate, in cui ogni spazio è sorvegliato da una fitta rete di telecamere. In questa atmosfera angosciosa e claustrofobica, nella quale luci dai toni glaciali (il verde, il blu, il grigio) cambiano continuamente, due uomini combattono per una donna che non si vede mai, in un'ambigua partita nella quale ciascuno punta ad umiliare e soggiogare l'altro, e menzogna e realtà sono destinate a sovvertirsi in maniera imprevedibile.
La sceneggiatura di Pinter ci regala una serie di battute affilate e taglienti, inclusa una perfida annotazione sugli italiani ("la cultura non è il loro forte"), e rende esplicita quell'attrazione omoerotica soltanto accennata nella versione originale; ma dopo una formidabile prima parte, ironica, graffiante e ferocemente divertente, condita con un superbo humor nero, nella seconda il meccanismo narrativo rischia talvolta di mostrare un'eccessiva artificiosità. Ad ogni modo, il livello di tensione è mantenuto costante dalle eccellenti interpretazioni di un Michael Caine sadico e ghignante, che gode nell'ostentare la propria superiorità intellettuale e sociale, e di un altrettanto bravo Jude Law, il quale non esita a sfruttare il proprio fascino di stallone ("nessuno mi ama per il mio cervello") per denigrare la scarsa virilità del rivale.
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Un film instabile e statico al tempo stesso, regia e fotografia non hanno avuto un granché da fare, eppure il risultato è sbalorditivo. Un eccellente risultato che osccilla costantemente tra interpretazione teatrale e genialità cinematografica. Un risultato tenuto stretto per mano e accompagnato al successo dalle splendide interpretazioni di Michael Caine e Jude Law, pienamente all’altezza di un prodotto [...] Vai alla recensione »
Da Mankiewicz a Branagh, Sleuth compie un salto di ben 35 anni e si ripresenta come nuovo. Emblema di questa evoluzione è Micheal Caine, dall'altra parte della barricata rispetto al film del '72. Allievo già in grado di far penare l'Andrew Wyke interpretato da Olivier, ora Caine ne prende il ruolo senza volontà tributarie, mostrando un personaggio nuovo, che si attiene [...] Vai alla recensione »
Non aspettarti di vedere un film, preparati invece ad assistere ad uno spettacolo teatrale tra i più classici, condotto egregiamente dal regista Kenneth Branagh, che ci ha già regalato in passato, nel 1996, un grandissimo Hamlet. Un lavoro teatrale non ha bisogno di sceneggiatura, il dialogo è stato concepito dall’autore che sia Shakespeare o sia Anthony Shaffer non ha importanza.
Con la sceneggiatura di Harold Pinter (drammaturgo, attore e regista teatrale, scrittore e poeta, premio Nobel per la letteratura nel 2005) Kenneth Branagh ha avuto lavoro facile a proporci questa trasposizione cinematografica di una commedia teatrale di Anthony Schaffer. Certo ci ha messo del suo, nella scelta di due grandi attori e nella magnifica ambientazione della casa supertecnologica in cui [...] Vai alla recensione »
Film diverso,cupo,discreto,piatto,indeciso,lento,solitario,imprevedibile,interpretato in modo concreto da solo 2 attori all'nterno di una casa.Nel complesso un film piu' che discreto per l'interpretazione dei 2 interpreti principali ma con una trama cupa e indiscreta.Voto 6
attori bravissimi, film difficile poichè incentrato unicamente su 2 persone, alla lunga un po' pesante
Film concreto, pungente e senza fronzoli particolari, con una regia assolutamente pratica e convincente. Recitano due attori, la scena si svolge nell'arco di tre giorni esclusivamente all'interno di una casa, adattata perfettamente al carattere del padrone di casa, ma non annoia mai. Colpi di scena in successione con Caine vero cavallo di razza. Incisivo.
Film da tre stelle che motivo in questa maniera: 5 stelle per la bravura degli attori, tre per l'originalità della trama imperniata tutta sul duello psicologico, una stella per l'eccesiva pesantzza che contraddistingue quest'opera più taeatrale ch cinematorafca. Nel complesso in ogni caso è un fil più che accettabile.
Si salva per pochissimo... la storia è inverosimile e la sceneggiatura non regge. A parte un paio di colpi di scena non è nulla di ché. Però per essere una storia ambientata in una stanza con soli due attori è godibile
La critica l'ha applaudito a scena aperta ma forse fa molto intelletual-snob-chic apprezzare un film tratto da un'opera teatrale e come spesso accade per questo genere di esperimenti, c'e' "cascato" anche Al Pacino, il risultato è un prodotto, spesso, di una noia mortale. questo a mio avviso è uno di quelli.
Intrigante e gelido gioco di ruoli per due soli attori, Michael Caine e Jude Law, entrambi molto bravi. In alcuni momenti la sceneggiatura sembra girare a vuoto, aiutata anche dal non sempre comprensibile humour inglese; si tratta, tuttavia, di un film godibile e seducente, cerebrale fino al midollo.
Il teatro e' un conto,il cinema un altro. Questo film l'ho trovato solo noioso e privo di senso. Non e'un thriller ne una black commedy, solo un gioco di ruoli tra i due protagonisti e alla fine, prevedibilmente, qualcuno (milo) ci lascia la pelle sul serio. Ma comunque in giro c'e' molto meglio. A menoche' vi piacciano le piece teatrali basate sulla poca azione e sul molto dialogo.
non è male. alcune dinamiche non propriamente credibili, ma l'escamotage (furbissimo per altro) del ritmo serrato provvede egregiamente a distogliere l'attenzione dello spettatore da alcune falle contenutistiche, a monte dei dialoghi. il background volutamente scarno permea l'articolarsi di una plot intricata, dando vita ad un paradossale ma efficace ossimoro (la linearità degli ambienti vs la pretesa [...] Vai alla recensione »
non scherziamo, questo film è orribile, non ha nè capo nè coda. zero!
Sono veramente imbarazzato da questa media stelle che mi ha fatto perder un'ora e mezza della mia vita! Il film parte anche bene, ma il cinema non è il teatro, e non si può sorreggere una pellicola con solo due - e ripeto - due attori in un unico ambiente, seppur i due protagonisti siano bravi ed affermati. Stuzzicante il gioco a scacchi psicologico tra le parti, ma nulla di più, con un finale scellerato [...] Vai alla recensione »
Basato sull'opera teatrale di Anthony Shaffer - che era già stato adattato per il grande schermo nel 1972 - il nuovo film di Kenneth Branagh mette in luce l'animo umano di fronte al tradimento e all'umiliazione utilizzando il gioco come oggetto di rivalità fra uomini. Lo sceneggiatore Harold Pinter riprende in mano il lavoro di Shaffer per gettare le basi di un film - completamente diverso dall'originale - dove si esplora un nuovo mondo con nuove dinamiche, come ha spiegato Jude Law (co-produttore e interprete di Sleuth) nell'incontro che si è tenuto a poche ore dalla presentazione del film.
Ci saranno finalmente, tra fazioni cinefile, modeste discussioni se non addirittura scontri sapienti, del tipo che un tempo animavano la Mostra e che si sono quasi del tutto perduti anche tra i più volonterosi antagonisti? A parte i pensosi ricami attorno a Lust, caution del taiwanese-americano Ang Lee (quei due divini attori fanno l'amore per davvero si o no?), arriva l'inglese Sleuth a promettere [...] Vai alla recensione »
Grande non-film: due uomini dialogano in una casa elettronica alla moda il cui gelo contrasta con le loro passioni. All'origine c'è il testo teatrale di Anthony Shaffer, riscritto da Harold Pinter; già filmato da Joseph L.Mankiewicz nel 1972 con il titolo italiano "Gli insospettabili", con Lawrence Olivier e Michael Caine nei ruoli affidati ora a Michael Caine e Jude Law.
Il regista è Kenneth Branagh, reduce da Shakespeare, lo sceneggiatore è il Premio Nobel Harold Pinter, i protagonisti, sempre soli in scena, sono Michael Caine e Jude Law, quest'ultimo anche produttore, il testo teatrale alla base è firmato da Anthony Shaffer, lo sceneggiatore di "Frenzy" ed anche, cosa che non guasta, fratello di Peter Shaffer, il celebre autore di "Equus".
Un thriller da camera sardonico, ben congegnato e superbamente recitato; un prodotto, insomma, che abbina la qualità dello stile all'originalità del contenuto: per una volta al critico non sembra di giudicare in nome e per conto di un cenacolo esclusivo. Conciso, serrato e teatrale in senso alto, «Sleuth» è firmato dallo scespiriano Kenneth Branagh che è riuscito a fare qualcosa di più di un semplice [...] Vai alla recensione »
Sleuth è termine gergale per «investigatore». Titolo abbastanza misterioso, anche per anglofoni. È stranamente bello il titolo italiano, Gli insospettabili, affibbiato sia al vecchio film di Joseph L. Mankiewicz (1972) sia a questo remake di Kenneth Branagh visto in concorso a Venezia. Andrew Wyke, uno scrittore di gialli ricchissimo e dissoluto, convoca nella propria villa-castello nella campagna [...] Vai alla recensione »
Il secondo film in gara racconta, in tre fasi, il gioco mortale tra un ricchissimo marito tradito infuriato e l'amante giovane della moglie. Prima fase, la vendetta. Il vecchio umilia il giovane. Seconda fase. Il giovane, che è attore, beffa il ricco. Terza fase. I due hanno cominciato a conoscersi, apprezzarsi e amarsi. Perché non si mettono insieme, lasciando quell'insulsa donna senza uomini e senza [...] Vai alla recensione »
Scegliete voi a chi concedere la vostra simpatia. Al fascinoso, anziano scrittore di successo, interpretato da Michael Caine. Oppure al rivale in amore, un giovane e bell'attore di origine italiana senza il becco di un quattrino (gli dà volto e corpo l'intrigante Jude Law;35 anni fa, nella versione diretta da Joseph L. Mankiewicz, il ruolo era curiosamente sostenuto proprio da Caine).
A 34 anni Jude Lain perde capelli e fan. Ospite, appena un paio di settimane fa, al Late Show di David Letterman, l'attore è apparso sciupato, con la barba incolta e una stempiatura incipiente, provocando un vero dibattito in Rete tra le ammiratrici preoccupate. La pressione mediatica e la vicenda sentimentale con Sienna Miller hanno messo in crisi il protagonista di Closer e Ritorno a Cold Mountain: [...] Vai alla recensione »
Sono in pochi a saperlo, ma nel 1999 lo scrittore francese Tanguy Viel pubblicò un romanzo, "Cinéma", tutto dedicato alla prima versione di Sleuth (quella diretta da Mankiewicz nel 1972). Un vero film di culto che ora Kenneth Branagh ripropone con un remake, dove Harold Pinter rielabora secondo le regole del proprio universo il testo originario di Anthony Shaffer.
Scontro fra il ricco e anziano scrittore di gialli Andrew (Caine) e il giovane e povero aspirante attore Milo (Law). All'apparenza c'è in palio una donna (che non vedremo mai), moglie del primo e amante del secondo. In realtà, si tratta di una sfida fra maschi dal sapore primordiale. Il "nonremake" del giallo da camera Anni '70 Gli insospettabili (Harold Pinter ha riscritto totalmente il testo di Shaffer, [...] Vai alla recensione »
L'anno scorso l'ovazione era toccata a una «Dame», Helen Mirren, che iniziò da Venezia la collezione di premi per The Queen; quest'anno tutti in piedi ad applaudire un «Sir», il grande Michael Caine. Ma l'incontro per Sleuth («Investigatore»), più che una conferenza stampa, è una lezione universitaria sulla recitazione britannica (che è, come noto, la migliore del mondo): accanto a Caine c'è il regista [...] Vai alla recensione »
Ancora un film inglese, Sleuth. Anche questo con tutte le carte in regola, e probabilmente perfino più salde che non in "Espiazione", visto il primo giorno. Il regista, difatti, è Kenneth Branagh, lo sceneggiatore è Harold Pinter, il testo teatrale alla base di Anthony Shaffer, i protagonisti sono Michael Caine e Jude Law, quest'ultimo anche in veste di produttore.
Viva la faccia di Kitano, che fa dei filmetti divertenti e non ce li vende per capolavori. «Forse mi state sopravvalutando», dichiara infatti tra il lucido e l'ironico ai giornalisti del festival. Qualità che qui al Lido scarseggiano - per ora - in modo vergognoso, in un'apoteosi autocelebrativa che farebbe arrossire anche un pavone. E' il caso del sopravvalutatissimo, ma inconsapevole, Kenneth Branagh, [...] Vai alla recensione »
Branagh lavora di sottrazione, anche perché il testo del giallo da camera firmato da Anthony Shaffer risulta reinventato dalla penna acuminata di Harold Pinter. Il remake appare subito differente, del resto, per la costruzione drammaturgica che, dall'originale gioco un po' snob, si è trasformata nel corpo a corpo tra due presenze diaboliche: un formidabile Jude Law nel ruolo che era stato di Caine [...] Vai alla recensione »
Due soli personaggi in scena, che a un certo punto diventano tre ma poi si riducono di nuovo a due: sveliamo così, ovvero a carte coperte, il meccanismo di Sleuth, fortunatissima commedia di Anthony Shaffer portata sullo schermo per la seconda volta da Kenneth Branagh. La prima fu nel 1972, a cura di Joseph L. Mankiewicz, con una coppia di attori del calibro di Laurence Olivier e Michael Caine in un [...] Vai alla recensione »
Kenneth Branagh e Ang Lee sono registi che sanno cosa vogliono ottenere. Non dispongono magari di quello che un tempo si chiamava «mondo poetico». Passano con disinvoltura da un genere all'altro, da un carattere amabile a un altro risentito, da un secolo lontano ai successivi. E quasi ogni volta fanno bella figura come qui m Lust, Caution di Lee e Sleuth di Branagh.
«Strana gente, gli italiani. La cultura non è il loro forte, ma il loro salame è ottimo». Oppure: «Mi sento un coglione», «Lo sei». Il film inglese in concorso di Kenneth Branagh, Sleuth, scritto dal Premio Nobel Harold Pinter dal testo teatrale di Anthony Shaffer, è una potente competizione tra due uomini, un vecchio e un giovane, in una gelata casa elettronica alla moda, per una donna che non si [...] Vai alla recensione »
«Il nostro Sleuth non rifà lo Sleuth di Mankiewicz», diceva alla Mostra di Venezia il regista Kenneth Branagh. Michael Caine e Jude Law, gli davano ragione. Ma lo Sleuth (Investigatore) di Mankiewicz, uscito nel 1972 in Italia col titolo Gli insospettabili, era interpretato sempre da Caine (nel ruolo di oggi di Law) ed era sempre ispirato alla commedia di Anthony Sheffer.
Due attori che fanno scintille per un testo "a porte chiuse" firmato Anthony Shaffer, l'autore di Equus. E' Sleuth - Gli insospettabili, remake dell'ultimo film diretto da J.L. Mankiewicz, grande maestro del cinema di parola, nel 1972. Molte e notevoli le differenze. Là il giovane Michael Caine affrontava il vecchio Laurence Olivier. Qui invece Caine è l'anziano giallista di successo mentre Jude Law [...] Vai alla recensione »
Due uomini litigano per una donna che non si vede mai. Non ho fatto altro negli ultimi quarant'anni." Ecco le credenziali vantate da Harold Pinter, a un giornalista che gli chiedeva cosa avesse in comune un premio Nobel con il dramma di Anthony Shaffer. Gran successo teatrale, portato sullo schermo nel 1972 da Joseph Mankievicz, "Sleuth" era un perfetto meccanismo in tre atti, dove uno scrittore di [...] Vai alla recensione »
Joseph L. Mankiewicz è uno dei più grandi registi mai esistiti. Gli insospettabili, il suo ultimo film, da una commedia di Anthony Shaffer, non era affatto un divertissement, o almeno non solo: fungeva da iscrizione sepolcrale ghignante su un mondo ridotto metaforicamente a due soli uomini. Harold Pinter si assume l'incarico di adattare quel testo a una "nuova" contemporaneità, mentre Branagh si serve [...] Vai alla recensione »