Realizzando i migliori adattamenti cinematografici delle opere shakespeariane, Kenneth Branagh ha costruito, negli anni, un legame speciale con il mondo della drammaturgia (anche il suo ultimo Sleuth – Gli insospettabili è tratto da un testo di Anthony Schaffer, rinnovato dal premio Nobel Harold Pinter). Aperto a sperimentazioni stilistiche di diverso genere (musical, commedie, dramma da camera), domani mercoledì 27 aprile uscirà nelle sale italiane con Thor, opera che lo inserisce nel filone, finora mai toccato, di un cinema d'intrattenimento più commerciale che guarda all'epica di un fantastico passato mitologico e al futuro delle tecnologie al servizio della settima arte. Nell'intervista in esclusiva su MYmovies il cineasta inglese racconta come sia rimasto piacevolmente sorpreso all'idea di affrontare un progetto che traesse spunto da un fumetto della Marvel, e delle difficoltà di selezionare un cast all'altezza della storia. Natalie Portman e Anthony Hopkins saranno i principali interlocutori dell'enorme Thor interpretato dal muscoloso Chris Hemsworth, qui incontrastato protagonista, dopo aver affrontato un ruolo ben minore in Star Trek – Il futuro ha inizio di J.J. Abrams. Il suo percorso umano esemplare, cominciato nel mondo di Asgard e cresciuto in quello terreno, dove viene cacciato dal padre dopo aver abusato dei suoi incredibili poteri, è una storia potente che Branagh ha voluto raccontare con un inaspettato senso dell'umorismo. Anche una roccia fisica come Thor può conoscere l'ironia?