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Narcos e Stranger Things. Perché abbiamo bisogno di 'Anni Ottanta'


di Lorenza Negri

venerdì 9 settembre 2016 - Netflix

I giovani protagonisti di Stranger Things (Guardalo subito ) che percorrono a piedi le rotaie (Stand by Me) lungo un tratto isolato; gli adulti che si avventurano nel Sottosopra colonizzato dal mostruoso Demogorgon mentre le sue vittime giacciono comatose in bozzoli (Aliens); l'inquietante Undici che si immerge nella camera di deprivazione sensoriale (Stati di allucinazione), sfoga i suoi letali poteri di Esper durante un esperimento (Fenomeni paranormali incontrollabili) e si agghinda da signorina per sfuggire a chi le dà la caccia (ET - L'extraterrestre): sono innumerevoli i momenti dello show di Netflix che si rifanno all'immaginario cinematografico degli Anni Ottanta, ogni volta strappando un sussulto nostalgico e appagante alla generazione cresciuta in quel decennio o investita dalla passione per quell'epoca.

Attraverso la ricreazione di atmosfere e situazioni iconiche del decennio di Stranger Things e tramite il biopic del narcotrafficante Pablo Escobar di Narcos (Guardalo subito ), gli Anni Ottanta spopolano, epoca bizzarra e patinata eletta da efferati criminali dalle chiome improbabili e da loro contemporanei persuasi che imbottirsi di cocaina non facesse poi tanto male.
Lorenza Negri

L'inebriante senso di libertà trasmesso da una serie (anche questa di Netflix) che ci riporta a un trascorso recente nel quale i folli, i poveri e gli spietati realizzavano i propri sogni a dispetto delle regole - e lo facevano ballando su note di hit intramontabili - è l'altra voce di un decennio che ci risucchia nel passato.


GUARDALO SUBITO: STRANGER THINGS
In foto una scena di Stranger Things.
In foto una scena di Narcos - Stagione 2.
In foto una scena di Narcos - Stagione 2.
Un decennio ricco di popculture cult

Capita sempre più spesso di ascoltare in tv o al cinema una battuta e ripeterla cantandola nella propria mente: è il verso di una canzone, diventata la frase di un film; altre volte, il personaggio di una serie declama un "Vieni con me se vuoi vivere", oppure solleva un enorme stereo oltre la testa per dedicare una canzone a una ragazza: sono citazioni di pellicole di trent'anni orsono, e i motivi per cui quel decennio è il più saccheggiato sono diversi: gli autori contemporanei sono per lo più quarantenni cresciuti a pane e Anni Ottanta, quello in oggetto è un periodo incredibilmente ricco di prodotti della popculture cult, e l'epoca in cui viviamo è la più incerta e in crisi identitaria a memoria d'uomo.

Un prodotto di per sè attraente e ben confezionato come i citati Stranger Things e Narcos offre un livello di interesse extra per chi gli Anni Ottanta li ha vissuti o apprezzati, riflesso nella soddisfazione implicita nel cogliere qualcosa di familiare e al contempo non accessibile a tutti.
Lorenza Negri

La nostalgia è un'arma potente in mano a chi produce film e serie, e il citazionismo una pratica inalienabile dell'ultimo decennio. Non sono solo gli autori che hanno vissuto la propria adolescenza in quegli anni a essere condizionati e formati intellettualmente dal cinema, dalla tv e dalla musica contingenti, lo è anche un'ampia fetta di pubblico, per inciso quella che alletta di più i produttori, assieme ai propri figli, cresciuta con I Goonies, ET, Incontri ravvicinati del terzo tipo, Shining, Terminator, Alien, Indiana Jones, pochi nomi in confronto all'enormità di pellicole iconiche sfornate dal decennio che, sebbene più vanesie e superficiali dei capolavori Made in New Hollywood, hanno influenzato enormemente la cultura dei decenni successivi.


GUARDALO SUBITO: NARCOS
In foto una scena di Stranger Things.
In foto una scena di Stranger Things.
In foto una scena di Stranger Things.
Il bisogno di un passato confortevole

Mentre da una parte i fratelli Duffer, creatori di Stranger Things, realizzano un prodotto originale scaturito dal passato e Narcos fa lo stesso partendo da una storia vera, dagli Anni Ottanta la nuova stagione televisiva (e cinematografica) non cita, rifà: risorgono McGyver e Arma letale, seguiti da altri remake/reboot.

Più che le idee a essere finite, sembra sia esaurita la voglia di esistere nel presente, un presente che non piace, che fa paura ed è informe: abbiamo sempre più bisogno di rifugiarci nel passato, preferibilmente uno, non importa se vissuto in prima persona o di riflesso.
Lorenza Negri

Ci si vorrebbe rifugiare in un passato dove si passa il pomeriggio a scuola con i liceali di Breakfast Club, si viaggia con Marty McFly di Ritorno al futuro, ci si lascia sedurre da Mickey Rourke e Kim Basinger di 9 settimane e ½ (al posto dei mesti Jamie Dornan e Dakota Johnson di 50 sfumature di grigio), i vampiri sono sporchi e cattivi come quelli di Il buio s'avvicina (e non brillano al sole) e i lupi mannari subiscono trasformazioni dilanianti (altro che Twilight). La nostalgia per un passato entusiasmante è più resiliente di un presente che non lo è affatto.


In foto una scena di Stranger Things.
In foto una scena di Stranger Things.
In foto una scena di Narcos - Stagione 2.

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