Titolo originale | ZeroZeroZero |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 50 minuti |
Regia di | Janus Metz Pedersen, Pablo Trapero, Stefano Sollima |
Attori | Andrea Riseborough, Dane DeHaan, Gabriel Byrne, Érick Israel Consuelo, Giuseppe De Domenico Mauricio Méndez, Harold Torres, Diego Cataño, Jesús Lozano, Armando Comonfort Santiago, José Salof, Claudia Pineda, Antonino Paone, Julian Sedgwick, Pablo Abitia, Nika Perrone, Francesco Colella, Saverio Malara. |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | 3,81 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento giovedì 19 maggio 2022
Una spedizione di cocaina viene introdotta clandestinamente dal Sud America verso l'Europa. Dall'omonimo romanzo di Roberto Saviano. La serie ha ottenuto 1 candidatura a Spirit Awards,
CONSIGLIATO SÌ
|
Miguel è un carismatico e silenzioso sergente delle truppe speciali messicane, con nome di battaglia Vampiro, e ha piani ben più ambiziosi del semplice far carriera. Don Mino è un boss latitante della 'ndrangheta che, per riconquistare il suo ruolo tra le altre famiglie, ha organizzato l'arrivo di un enorme carico di cocaina dal Messico. Stefano è suo nipote e sa che se il carico non arrivasse Don Mino sarebbe spacciato, come vorrebbero i suoi rivali. La famiglia Lynwood, guidata dal padre e vedovo Edward, è l'intermediaria di questa spedizione di droga e si trovo sotto assalto da più parti. Toccherà ai figli Emma e Chris, malato del morbo di Huntington, cercare di fare arrivare la merce da New Orleans a Gioia Tauro.
L'odissea di una partita di coca connette le storie di tre gruppi di personaggi in un affresco sul Male, dove tutti sono in trappola, costretti ad azioni raccapriccianti o condannati a morte. Un girone infernale molto ben documentato, che fotografa il lato più nero del mondo in cui viviamo.
A Monterrey, centro della seconda area più produttiva del Messico, si consuma una guerra tra esercito e narcos che spazia dagli hotel di lusso per gli incontri d'affari fino ai vicoli e alle feste di barrio. Qui opera il Vampiro ossessionato dalla croce, che ascolta le registrazioni di un predicatore mentre i suoi commilitoni torturano un uomo. Una contraddizione vivente, che si giustifica convincendosi di operare secondo il volere di Dio, quasi fosse una incarnazione della Santa Muerte, che unisce la sacralità e la brutalità. Una commistione che potrebbe ricordare "l'alta sacerdota della muerte" di Too Old to Die Young, ma ZeroZeroZero non scivola nel misticismo e ha invece un tono realistico. Il Vampiro, interpretato dall'intenso Harold Torres, è il migliore personaggio della serie, il più sorprendente e misterioso, ma anche la scrittura di tutti gli altri è davvero ottima.
Chris afflitto dalla malattia degenerativa vive con l'idea che le sue potrebbero essere le ultime settimane di vita più o meno regolare. La malattia di Chris tempra sua sorella, l'ha obbligata a diventare quello che è, una gelida calcolatrice che naviga con la propria intelligenza un mondo popolato da bruti, che non si fanno problemi a ricorrere alla violenza. Anche il rapporto tra Don Mino e Stefano è ben costruito, attraversato da desideri in conflitto di rivalsa e perdono da entrambe le parti. E non sono da meno i personaggi che i protagonisti incontrano, come il capitano della nave interpretato da Tchéky Karyo, o gli ingegnosi banditi senegalesi e i jihadisti del Sahara. Tutti loro sono tratteggiati con poche pennellate, sufficienti però a definirli e a farci desiderare di saperne di più.
ZeroZeroZero però è una serie dalla logica ferrea: quella del denaro e della droga, che non prevede nello spazio di un viaggio tempi per ritratti famigliari. Il racconto avanza senza paura di lasciarsi presto alle spalle figure affascinanti né di ammazzare i propri protagonisti. Riesce insomma a far intravedere un mondo e un'umanità più ampie senza perdere la propria inflessibile concentrazione. In questo la regia di Stefano Sollima è più impeccabile che mai, senza movimenti di macchina superflui e allo stesso tempo capace di trasmettere un senso di incombenza. Lo aiutano le musiche dei Mogwai, tornati a firmare la colonna sonora di una serie dopo la splendida Les Revenants, e la fotografia di Paolo Carnera, ormai davvero magistrale nei campi lunghi di grande atmosfera e nelle luci notturne.
La sua collaborazione con Sollima è di lunga data e rodatissima, tanto da garantire la forte continuità stilistica della serie nonostante l'avvicendamento dietro la macchina da presa, dove al regista romano si succedono l'olandese Janus Metz e l'argentino Pablo Trapero. Tutti e tre si muovono a loro agio tanto negli ambienti freddi degli hotel di lusso, quanto nella vitalità delle strade africane o messicane e nel clima sospeso di una Calabria rurale.
Sceneggiata seguendo un gioco di incastri tra linee geografiche e temporali, ZeroZeroZero vanta valori produttivi straordinari, superiori, per citare un prodotto dallo spirito affine, a quelli della pur buona McMafia. Il susseguirsi di location reali e molto varie immerge davvero in un mondo sterminato e il cast amalgama efficacemente attori locali e star internazionali. Le scene d'azione spaziano tra inseguimenti in auto e complesse sparatorie, tutte girate con una precisione lontanissima dalla confusione di tanto action televisivo (e cinematografico).
ZeroZeroZero non avrà rivali tra le produzioni italiane del 2020 e anche a livello internazionale sarà di certo fra le migliori serie dell'anno.
Il traffico di droga e l'economia globale si intrecciano in tre storie del giorno d'oggi unite dal viaggio di una nave che trasporta un carico di cocaina. Sull'Aspromonte, l'anziano boss Don Minu acquista la partita di droga per rinsaldare la sua leadership, ma è tradito dal giovane e ambizioso nipote Stefano. A New Orleans, il broker dell'affare, Edward Lynwood, si ritrova nei guai quando dall'Italia non arriva il pagamento pattuito, mettendo a rischio la sua compagnia navale presso cui lavorano i figli Emma e Chris. In Messico, le forze dell'esercito cercano di fermare l'avvio della spedizione, ma al comando della squadra designata c'è il soldato 'Vampiro', anche lui al soldo del Cartello.
Le opere di Roberto Saviano hanno sempre teso verso l'idea di una rete globale che lega le mafie contemporanee in operazioni finanziarie ai più alti livelli. Tensione che è stata poi incorporata anche nei vari adattamenti dei suoi scritti, pur rimanendo il focus centrale sulle questioni italiane.
Con ZeroZeroZero, l'industria dell'intrattenimento sorta attorno al modello Gomorra tenta un salto all'altezza della complessità del soggetto, con una co-produzione internazionale in varie lingue, che coinvolge giganti come Sky, Canal+ e Amazon, un cast variegato e un gruppo di creatori in cui oltre ai soliti Sollima e Fasoli figurano ottimi registi come Pablo Trapero e mani esperte di serialità come Mauricio Katz, Janus Metz e Max Hurwitz.
E dunque l'internazionalità stavolta viene per prima, con la maggior parte delle risorse narrative dedicate alla porzione di storia americana. La famiglia di imprenditori navali dei Lynwood beneficia del livello superiore del casting, in particolare Andrea Riseborough, una certezza in qualunque ruolo le venga richiesto ma davvero promettente come forza motrice biondo platino nel contesto di una dinastia patriarcale.
La ricetta di Sollima è però la stessa, con alcuni collaboratori mantenuti (Paki Meduri alla scenografia, così cruciale nel successo iniziale di Gomorra) e altri elevati alla loro ispirazione naturale (quella di Mogwai sembra la colonna sonora che Sollima ha sempre cercato). Non c'è dubbio che gli autori sappiano ormai sfornare produzioni di livello al di qua e al di là dell'oceano senza battere ciglio, ma la meccanicità dello stile da factory continua a essere un problema di fondo, in Italia come in America, in TV come al cinema.
Si può, del resto, inventare un'estetica senza poi sapere come abitarla e come svilupparla. Nel seguito di Sicario, Soldado, Sollima aveva il compito abbastanza esplicito di semplificare le paludi morali di Denis Villeneuve, e si è dimostrato la scelta giusta con un vigore perfetto per il cinema di genere. Sull'arco seriale, invece (per ora di otto episodi), la profondità della caratterizzazione rischia di soffrire come ha sempre fatto in passato, in mano ad autori che a volte sembrano scambiare complicazione per complessità, e che non hanno mai brillato nel creare psicologie che agiscano autonomamente dalle esigenze di trama.
La tipologia di serie "ammiraglia" di origine internazionale condivisa a cui ZeroZeroZero appartiene ha però raramente ambizioni superiori a quelle di benchmark produttivo, e c'è senza dubbio abbastanza materiale narrativo per affogare qualunque mancanza di sofisticazione. Sollima e il fidato direttore della fotografia Carnera continuano a eccellere nella messinscena d'azione, che è al tempo stesso muscolare ed estremamente precisa.
I primi due episodi si basano su una simultaneità di eventi in cui ogni singolo raccordo, grido o blocco è legato in modo soddisfacente, che ci si trovi su una montagna calabrese o in un inseguimento sulle strade di Monterrey. Anche questa è l'economia globale, di cui tanto parlano i personaggi nella serie e che vive della capacità di saper esportare un prodotto che sia sempre riconoscibile.
Gran bella serie intensa dalla prima puntata al ultima aspetto la seconda stagione se ci sara'
Fa schifo in tutto e per tutto, la trama, gli interpreti, la traduzione. Regia e produzione in caduta libera, pessima figura!
Le prime immagini della serie forse sono le più belle mai viste in questi anni quantomeno per una serie Tv . L'ambientazione la fotografia ti fanno immergere nella Calabria quella arcaica ,distese di aree brulle dov'è la roccia delle montagne ha lo stesso colore delle rughe del viso del capo della nandragheda . Legami di sangue forti dove l'onore e la fratellanza [...] Vai alla recensione »
Credo che trattare temi così delicati, con la disinvoltura tipica delle sceneggiature di Saviano, sua solo un pericolo per i giovanissimi che già oggi, hanno droga a portata di mano e ovunque si girano. Il fatto di non farne uso, oggi, dipende solo ed esclusivamente da loro. E dalle loro scelte e dall'educazione ricevuta. Mettere sotto il naso ( metaforicamente ma non troppo.
È arrivata l’ora di ZeroZeroZero: venerdì 14 febbraio prende il via la serie Sky Original tratta dal libro di Roberto Saviano, prodotta con Cattleya e già presentata alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia.
Diretta da Stefano Sollima, Janus Metz e Pablo Trapero e sceneggiata dallo stesso Sollima con Leonardo Fasoli e Mauricio Katz, ZeroZeroZero racconta il viaggio di una grossa partita di cocaina che dal Messico deve arrivare in Italia, ma qualcosa va storto e la rotta deve deviare in Africa. Il tutto è raccontato in un incastro continuo fra i tre lati del triangolo composto da venditori, compratori e intermediari, questi ultimi interpretati da star internazionali come Andrea Riseborough, Gabriel Byrne e Dane DeHaan, mentre tra i compratori italiani spiccano Giuseppe De Domenico nei panni del giovane ambizioso e Adriano Chiaramida in quelli di Don Mino, un boss latitante della ‘ndrangheta.
Abbiamo incontrato Sollima, Fasoli e la producer Gina Gardini, che con il regista collabora da Romanzo Criminale e che ci ha spiegato le impressionanti difficoltà di questa produzione: «Negli Stati Uniti ci dicevano che eravamo pazzi perché nelle serie di solito si va in un posto e si fanno i set, che lì rimangono per anni, come per esempio quelli di Breaking Bad ad Albuquerque. Noi invece già da Romanzo Criminale, e poi Gomorra e Suburra, giriamo in 'practical location': ossia dove la serie viene ambientata. Non avremmo mai fatto ZeroZeroZero in modo diverso, anche se produttivamente è stata un'impresa colossale: 3 continenti, 5 paesi, una troupe fissa di cento persone, più altre cento in ogni paese. Oltretutto non avevamo intenzione di girare “crossboarding”, ossia facendo tutte le riprese previste in una location con registi in rotazione, bensì abbiamo prima completato le puntate di Stefano, poi quelle di Janus Metz e infine quelle di Pablo Trapero».
A parlarci dell’evoluzione del progetto è stato invece Stefano Sollima: «Abbiamo preso uno spunto dal libro di Saviano e da quello abbiamo scritto centinaia di pagine di script, abbiamo costruito un intero mondo, dove ogni personaggio cambia in contatto con la cocaina. Il senso del racconto è quanto questo traffico trasformi realtà sociali ed economiche, si diffonde come una sorta di contagio. Inizialmente ci siamo dati il limite temporale del viaggio ma poi abbiamo capito che le storie dei singoli mondi non riuscivano a rientrare nei 21 giorni della tratta. A quel punto, dopo aver guardato i muri per qualche settimana, abbiamo pensato a raccontare in modo non lineare». Secondo una struttura che ha così sintetizzato Gina Gardini: «Teaser, sigla, storyline A e storyline B, in modo da tenere in movimento in ogni puntata tutte e tre le storie di venditori, compratori e intermediari».
Zerozerozero ***/* La «via della coca» dentro la trama mondiale del narcotraffico ZeroZeroZero aveva all'origine una scommessa: tradurre in formato serie tv il libro di Saviano (Feltrinelli) sull'impero del narcotraffico, dai cartelli sudamericani al resto del mondo, Italia in prima linea, attraverso gli accordi ferrei tra 'ndranghete e mafie varie.
L'Aspromonte, Polsi, San Luca, Bova, Bovalino, Samo e Reggio Calabria. Poi Monterey, in Messico. E New Orleans, in Louisiana. Sono lo sfondo delle prime due puntate di ZeroZeroZero, presentate come Evento speciale alla Mostra di Venezia. Le firma Stefano Sollima (sua la serie tv Romanzo criminale). Janus Metz (suo il film BorgMcEnroe) e Pablo Trapero (The Clan) si dividono le altre sei puntate, sempre [...] Vai alla recensione »
L'Aspromonte, New Orleans e Monterrey. I tre vertici del triangolo su cui si concentra il mercato mondiale della cocaina diventano gli scenari dei protagonisti di ZeroZeroZero, la nuova serie Sky Atlantic, tratta dall'omonimo libro inchiesta di Roberto Saviano. Nei primi due episodi, diretti da Stefano Sollima, ci sono introdotti tutti i personaggi e le situazioni che condurranno il pubblico dentro [...] Vai alla recensione »