Al cinema dal 20 aprile, Famiglia all'improvviso si inserisce nel filone comico della paternità a sorpresa. Ma la figura paterna è stata oggetto anche di approfondimenti drammatici. Ecco alcuni indimenticabili padri cinematografici.
di Emanuele Sacchi
Dopo il successo di Quasi amici, in cui formava una stranissima coppia con François Cluzet, Omar Sy è diventato un volto ricorrente del cinema popolare d'oltralpe. Rassicurante, dal sorriso irresistibile, la sua presenza transita di commedia in commedia, talvolta accompagnata da una punta di agrodolce. Come nel caso di Famiglia all'improvviso - Istruzioni non incluse, in sala dal 20 aprile, che mescola risate e lacrime in un film per tutte le famiglie. Una situazione imprevista - Samuel, viveur della Costa Azzurra, scopre di essere padre - che porta a una svolta (in)attesa, quando il single incallito scopre che il ruolo a lungo temuto gli si confà.
Il film di Hugo Gélin potenzialmente è un dominatore del box office, remake a sua volta di un campione di incassi, il messicano No se aceptan devoluciones (Instructions Not Included).
Il tema della paternità a sorpresa nasconde da sempre un notevole potenziale comico. Ma sono altrettanti i casi in cui la figura paterna, o la sua assenza, sono stati oggetto di un approfondimento drammatico: padri disposti all'estremo sacrificio per i propri figli, o padri-aguzzini che riversano sulla prole le frustrazioni di una vita intera.
Da Famiglia all'improvviso un breve excursus tra figure di padri indimenticabili del cinema recente.
È eccentrico, è avventuroso, è inaffidabile. Ma ha dei figli speciali, anche se li ha abbandonati troppo spesso. Lui è Royal Tenenbaum, uno straordinario Gene Hackman che rivela al mondo, dopo l'exploit indie di Rushmore, il talento unico di Wes Anderson. Quasi ogni film del regista texano è caratterizzato da una figura paterna, memorabile tanto nei suoi pregi che nei suoi difetti, dall'ostinato Steve Zissou all'astuto Fantastic Mr. Fox, ma Royal che scorrazza sulle note di Paul Simon è difficilmente battibile.
Pur trattandosi di spoiler, è uno di quelli che non rappresenta una rivelazione per nessuno. Il sacrificio di Harry Stamper, che in un colpo solo salva il mondo e la propria figlia (oltre al futuro genero) è Michael Bay all'ultimo stadio, con Bruce Willis più che mai summa di sani valori americani. Bay riproporrà una dinamica simile, ma senza sacrificio, in Transformers 4 - L'era dell'estinzione.
Il sacrificio può assumere varie forme, anche quelle più curiose e coraggiose. Come rinunciare a prendere atto di una realtà impossibile da accettare e trasformare il male in un gioco, pur di illudere, e salvare da una prematura consapevolezza, il proprio figlio. Un inganno discusso, forse discutibile, ma certamente entrato nella storia del cinema, Oscar a parte.
Tra rivelazioni scioccanti e pregiudizi destinati a crollare, il rapporto tra Matt King e le figlie, Alexandra e Scottie, si evolve dopo la tragedia che colpisce Elizabeth, moglie di Matt. Una riflessione mai banale sui disegni oscuri del fato, sulle miserie umane e sulla complessità delle relazioni familiari, "complicata" dal legame anomalo con i reali hawaiiani. Un sorprendente George Clooney incarna una figura drammatica e fragile di padre, in un contesto peculiare e simbolico. Payne regalerà un altro padre indimenticabile con il Bruce Dern di Nebraska, due anni dopo.
Quando "papà" significa innanzitutto "eroe", portatore di un po' di quella magia che il resto del mondo nasconde. Raccontare storie per rendere la vita migliore, per lasciare spazio al sogno, per donare un senso, anche il più bizzarro, dove di senso non ce n'è. Uno dei più personali e riusciti tra i film di Burton, specie retrospettivamente.
A crederci sono solo un padre e una figlia, ma il loro legame può superare ogni ostacolo. Inseguirsi attraverso lo spazio o il tempo, ribaltare i ruoli naturali, in uno dei pochi film di fantascienza degli ultimi anni a proporre qualcosa di nuovo e ad accettare sfide - l'attinenza alle leggi scientifiche, a prescindere dagli impatti sulla narrazione - sin qui ritenute impossibili da affrontare.
Quando la paternità non è una faccenda biologica. Chi scegliereste tra il vostro figlio biologico e quello che avete cresciuto per 6 anni pensando fosse vostro? Il cattivo tiro giocato anni prima all'ambizioso Ryota Nonomiya - il cui figlio è stato scambiato con quello di un altro genitore - appartiene a un passato che l'uomo tenta ostinatamente di riordinare, schiavo della propria natura di control freak. Come se l'empirismo di Locke avesse la meglio sulle idee chiare e distinte di Cartesio: siamo ciò che conosciamo nel mondo, non ciò che è stabilito a priori.