sorvolando su tutti gli apprezzamenti che potrei fare sul film che per me rappresenta una sorta di pietra miliare quasi degna di venerazione, cercherò di esprimere in modo semplice il mio punto di vista. Secondo me questo film, come quasi tutti quelli di Kubrick, va preso così com'è senza porsi troppe domande sui vari significati più o meno celati dietro ai vari simbolismi. Fermo restando che gli spunti di discussione che innesca sono molti e che tutte le teorie e le domande filosofiche religiose esistenziali che suggerisce, accendono la fantasia e la riflessione profonda, ribadisco che secondo me in realtà non c'è nessun bisogno di farlo. Il romanzo di A.Clarke "La sentinella" che lo ha ispirato è un breve racconto che non si spertica in questioni amletiche esistenziali o teologiche. Credo che vada accettato quello che si vede così com'è, neanche Kubrick stesso era in grado di dare risposte alle inevitabili domande che gli venivano poste.
Il monolito, da dove arriva? Perchè Hal9000 impazzisce? Chi è il supremo architetto di tutta la vicenda? Boh!! Il bello è proprio questo, senza fare del qualunquismo, credo che in realtà nel film non si chieda di cercare di capire quello che viene proposto. Si presenta semplicemente una realtà, degli eventi che si susseguono senza preoccuparsi troppo delle cause scientifiche o religiose che li hanno procurati. E' la metafisica. Qualcuno più preparato di me mi dica se sto bestemmiando. Inutile negare che anche io ho cercato di interpretare, di provare a teorizzare sulle intenzioni dell'autore. Mi sono reso conto che è perfettamente inutile. Le simbologie sono suggestive, intriganti e stimolanti, ma in realtà sono un pò fini a se stesse. La bellezza della pellicola è il come ti cattura, la bellezza delle immagini, le musiche, l'assoluta verosimiglianza tecnologica. E' tutto perfetto. Se si cerca di dare una spiegazione ci si infila in un labirinto intricato come un dipinto di Bosch, non se ne viene fuori. Solo sulla sequenza di apertura ci sarebbe da parlare per ore. Lo schermo nero con quella frequenza sonora. Se lo si osserva attentamente non è esattamente nero e oscuro, è come se ci fosse una tensione luminosa che cerca di liberarsi. A me è venuto in mente l'universo prima del big bang...Quello che mi riempie di rabbia sorda e sgomento è sentire molte persone descriverlo come una rottura di palle, un film senza trama dove vengono dette dieci parole. Addirittura un mio collega ha definito "banalotta" la sequenza della scimmia che lancia in aria l'osso che cadendo ci proietta nel futuro trasformandosi nell'astronave. Personalmente quello che mi affascina di più di 2001, più che la componente filosofica trascendentale è la componente tecnologica e scientifica. Sembra impossibile che quello che si vede sia un set cinematografico ed eravamo nel 1968...L'unico neo secondo me è quando David Bowman si lancia dalla capsula dentro il Discovery senza l'elmetto rimanendo per qualche secondo nel vuoto dello spazio ormai in prossimità di Giove. Dubito che in quelle regioni il nostro corpo possa resistere alla temperatura che credo cominci ad avvicinarsi allo zero assoluto (-273°c) senza una protezione neanche per una frazione di secondo.
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luc
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giovedì 15 novembre 2007
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la tua è una posizione leggittima
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pure io spesso vedo i film per il puro piacere della contemplazione sensoriale. però, scoperto per caso questo forum mi è venuta la voglia di sfruttare i film per stuzzicare gli italiani con le mie idee spesso poco ortodosse e anche questo è leggittimo. dello stesso kubrick ma su argomenti diversi (e più succulenti) ci stiamo scannando su "eyes wide shut". se l'hai visto e vuoi dire la tua...
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andrea
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venerdì 16 novembre 2007
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simbolismi di domande
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Paleutta, tutto quello che dici è pienamente condivisibile, ma voglio fare una precisazione. I simbolismi del film non sono fini a se stessi. Tu forse intendevi parlare, ritenendoli "fini a se stessi", del fatto che non rimandano ad una soluzione. Questo è vero, ma i simbolismi di questo film non sono stati creati per portare o meno ad una soluzione, ma per PORSI LA DOMANDA di una soluzione. Sono simboli di domande, in poche parole, alle quali non c'è risposta, ma libera interpretazione; le domande, però, sono decifrabili. Per esempio, se ci si chiede cosa rappresenti il monolito, sappiamo rispondere che rappresenta l'Ignoto-Dio-Sapere, e anche la ragione con la coscienza che ne deriva, ma non sappiamo dire, però, da dove venga e perché.
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