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César 2011: vince Uomini di Dio

A Roman Polanski il César per la miglior regia. Premiati anche Elmosnino e Tarantino.
di Fiorella Taddeo

Xavier Beauvois (a destra), regista di Uomini di Dio, in compagnia di Lambert Wilson e Sabrina Ouazani.
Xavier Beauvois (57 anni) 20 marzo 1967, Bruay-en-Artois (Francia) - Pesci. Regista del film Uomini di Dio.

sabato 26 febbraio 2011 - Focus

Era il favorito della vigilia. E la conferma della serata. Uomini di Dio, il film di Xavier Beauvois ambientato in un monastero algerino nel 1996, si aggiudica il Prix César per il miglior film, raccogliendo il consenso dei 4 mila membri dell'accademia del cinema francese che, ieri sera, al Teatro di Chatelet di Parigi, hanno voluto consacrare vincitrice la pellicola già insignita del Premio della Giuria all'ultimo Festival di Cannes.

Il film di Beauvois porta a casa altri due premi, quello al miglior attore non protagonista, l'ottantaduenne Michael Lonsdale, e per la fotografia, senza dominare, però, la serata, presieduta da Jodie Foster. Quattro "oscar" francesi vanno, infatti, a L'uomo nell'ombra di Roman Polanski che, personalmente, fa suoi i premi per la migliore regia e per la sceneggiatura non originale, a braccetto con Robert Harris. Il thriller, che vede protagonisti Pierce Brosnan e Ewan McGregor, è stato premiato anche per la migliore colonna sonora e il montaggio. Il César per la migliore opera prima è andato, invece, a Gainsbourg - Vie héroïque di Joann Sfar (anche miglior suono), il racconto della vita del celebre chansonnier francese, scomparso nel 1991. Eric Elmosnino, che ha avuto il non facile compito di interpretare l'amato Serge, è stato premiato come migliore attore, superando Romain Duris per Il truffacuori e Gérard Depardieu per Mammuth. Niente da fare per la sua compagna di set, Laetitia Casta, che incarna la mitica Brigitte Bardot nel film. Ad aggiudicarsi il César come migliore attrice non protagonista è stata, infatti, Anne Alvaro per Le bruit des glaçons.

Il genere della commedia, vera sorpresa delle ultime stagioni cinematografiche francesi (per la prima volta nella storia dei Prix César le commedie sono state candidate tra i migliori film), è stato difeso da Le nom des gens di Michel Leclerc, la storia della giovane Bahia Benmahmoud (Sara Forestier, miglior attrice) che decide di andare a letto con i suoi nemici politici per convertirli alla sua causa. Nel film, premiato per la migliore sceneggiatura originale, fa capolino anche Lionel Jospin, ex leader e primo ministro socialista.

Ad essere consacrate come promesse del cinema transalpino sono stati, invece, Edgar Ramirez, protagonista di Carlos, il film inspirato alla vita del terrorista Ilich Ramírez Sánchez e Leïla Bekhti per Tout ce qui brille. Il César per la migliore scenografia è stato consegnato a Hugues Tissandier per Adèle e l'enigma del faraone, mentre i migliori costumi sono stati quelli ideati da Caroline de Vivaise per La princesse de Montpensier. Ed ancora miglior film straniero The Social Network di David Fincher miglior documentario Oceans di Jacques Perrin e Jacques Cluzaud, e miglior film d'animazione L'Illusionista di Sylvain Chomet. César d'honneur a Quentin Tarantino.

Il regista iraniano Jafar Panahi è stato ricordato con una poltrona vuota al centro del palco, nel corso di una serata elegante e sobria, ironica e sofisticata, presentata da Antoine de Caunes che non ha tralasciato numerosi cenni alle cronache di questi giorni che interessano il Mediterraneo ed in particolare l'Egitto, la Tunisia e la Libia.

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