Titolo originale | La Princesse de Montpensier |
Anno | 2010 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Regia di | Bertrand Tavernier |
Attori | Gaspard Ulliel, Mélanie Thierry, Lambert Wilson, Florence Thomassin, Michel Vuillermoz Raphaël Personnaz, Olivier Loustau, Philippe Magnan, Louis Leprince-Ringuet, Christine Brücher, Nathalie Krebs. |
Distribuzione | da definire |
MYmonetro | 2,78 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 16 novembre 2016
Nella Francia delle guerre di religione, la bella Marie de Mézières spasima per il duca di Guise ma si trova costretta a sposare il principe di Montpensier. Non riesce però a soffocare i suoi sentimenti. Il film ha ottenuto 6 candidature e vinto un premio ai Cesar, Al Box Office Usa The Princess of Montpensier ha incassato 73 mila dollari .
CONSIGLIATO SÌ
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1562, la Francia è attraversata dalle guerre di religione. La giovane e bellissima Marie de Mézières è innamorata corrisposta del duca di Guise, ma il padre la sposa, per maggior interesse, al principe di Montpensier, cugino del duca. Nonostante la gentilezza del principe e la cura con cui il suo amico, conte di Chabanne, a sua volta perdutamente innamorato, si occupa di farle compagnia e istruirla durante le lunghe assenze del consorte, Marie non si toglie dalla testa il duca e, una volta a corte, s'ingaggia senza cautele in un gioco di passioni e rivalità di cui finirà per restare vittima.
Tavernier torna dopo diversi anni al filmone in costume per raccontare una storia senza tempo -il conflitto di una donna tra passione e ragione- a partire dal primo romanzo moderno, "La principessa di Clèves" di Madame De La Fayette. Per muoversi nel modo più agile dentro questo triangolo temporale, si serve di alcuni tra i più amati e affascinanti giovani interpreti degli schermi francesi, del connubio tra le composizioni ad hoc di Philippe Sarde e un gruppo di strumenti barocchi, di un copione che individua una lingua ibrida, insieme antica e facilmente comprensibile, mai d'ostacolo alla sospensione dell'incredulità. Nonostante questo il giudizio critico ha invece ragione di restare sospeso: l'approccio ibrido permea non solo il dialogo ma il film intero, assicurandolo rispetto ai sinistri della noia ma anche macchiandosi di sospetto, nel momento in cui il regista ci induce a credere nella sua adesione totale ai modi e ai riti dell'epoca, ma non ci vuole uno storico ad appurare in fretta che così non è.
Gli astanti attorno al baldacchino nuziale che non conosce ancora privacy, un cavallo stremato che muore improvvisamente lungo la via, il convegno senza sfarzo ai piedi della regina, non sono note né nuove né sufficienti per far scendere il film dal palcoscenico a cui s'è inchiodato. La scena appare insomma estremamente ben confezionata, come è nello stile del decano francese, ma arroccata nella finzione, bastante a se stessa, simile ad un cavaliere che in battaglia si tiene dietro la prima linea e si prende la gloria senza aver veramente rischiato.
Au cinéma, l'adaptation littéraire procède souvent de l'élagage. Sachant qu'une page de scénario correspond en gros à une minute de film, il faut couper, couper et encore couper. Or, qu'elle fût lasse ou paresseuse, Mme de La Fayette a fait tenir les nombreuses tribulations de la princesse de Montpensier en quelques feuilles, dont Bertrand Tavernier a fait un film de 140 minutes.