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Film nelle sale: che fine hanno fatto i Morgan e il figlio più piccolo?

Un fine settimana che tocca tutti i generi.
di Valeria Filippi

Lupi mannari e matrimonio
Hugh Grant (63 anni) 9 settembre 1960, Londra (Gran Bretagna) - Vergine. Interpreta Paul nel film di Marc Lawrence (II) Che fine hanno fatto i Morgan?.

venerdì 19 febbraio 2010 - News

Lupi mannari e matrimonio
Il weekend si preannuncia ricchissimo di novità nel buio delle sale: dalla commedia all'horror, dall'avventura al dramma, il fine settimana offrirà divertimento e riflessione davvero a tutti.
Si comincia con la variazione sul tema dell'uomo lupo; è Wolfman, ultimo film sul mito del lupo mannaro che prese avvio nel 1941 con L'uomo lupo firmato da George Waggner. L'attore che ha assunto le sembianze del peloso mammifero risponde al nome di Benicio del Toro, ed è proprio il portoricano di recente visto nei panni del Che che ha avuto l'idea di fare un remake del classico degli anni '40. A curare la trasformazione del fascinoso attore nel lupo del titolo, il veterano Rick Baker (vincitore di ben sei Oscar), che prima di sottoporre Del Toro alle tre ore di trucco ha testato la trasformazione sulla sua pelle. A condire questo atteso sequel, le musiche del compositore sempre presente nei film di Tim Burton, Danny Elfman.
Per gli amanti della commedia romantica, è in arrivo Che fine hanno fatto i Morgan?, con due popolari attori come Hugh Grant e Sarah Jessica Parker nel ruolo dei coniugi del titolo. Durante i suoi precedenti lavori (Due settimane per innamorarsi e Scrivimi una canzone), Marc Lawrence ha maturato l'idea di un lavoro che parlasse del matrimonio, prendendo spunto dalla sua lunga vita matrimoniale. Il regista ha voluto con sé nuovamente Hugh Grant, che di lui ha detto "reputo Marc un genio della comicità". Ad impersonare una perfetta newyorkese sradicata dal suo habitat per un più selvaggio Wyoming, chi meglio della diva di Sex and the city, Sarah Jessica Parker?

Padri, figli e lunghe attese
Dalla Grande Mela si passa alla nostrana Bologna, per assistere alla storia de Il figlio più piccolo, interpretato dal giovane Nicola Nocella. Avati torna con un film corale dopo Gli amici del bar Margherita e questa volta le sue attenzioni sono rivolte al denaro e alla ricerca sfrenata del successo. Per l'immobiliarista in crisi Pupi Avati ha voluto Christian De Sica, confermando così la consuetudine di affidare ruoli impegnati ad attori di solito attivi su fronti più leggeri (prima di De Sica, ha ingaggiato Abatantuono, Albanese e, recentemente Ezio Greggio ne Il papà di Giovanna). Il figlio più piccolo conclude la trilogia dei padri che Avati iniziò con La cena per farli conoscere con l'assente padre interpretato da Abatantuono e proseguito poi con l'apprensivo Papà di Giovanna affidato a Silvio Orlando.
Nell' Italia di oggi è ambientata anche una piccola storia che ha per protagonisti Mary ed Enzo, compagni di una vita che si aspettano fedelmente durante gli anni in cui a separarli è il carcere. Lo sfondo di questa vicenda è una Genova livida, fatta di vicoli ed emarginati. A dirigere questo film a metà strada tra documentario e dramma è Pietro Marcello, che con La bocca del lupo si è aggiudicato il premio per il miglior film all'ultimo Torino Film Festival.
Cambiando genere e nazione si può gustare la nuova commedia di Emir Kusturica, Promettilo!, in cui un corteo di personaggi grotteschi si trova in Serbia e ruota intorno al protagonista, Tsane, che si trova ad affrontare varie avventure dopo aver fatto tre bizzarre promesse al nonno morente.

Classici rivisitati e storie d'attualità
Il weekend propone un nuovo film da vedere con gli occhialini indossati: è il caso de Il richiamo della foresta 3D, liberamente tratto dall'omonimo classico di Jack London, che tante volte ha dato spunto a film per il cinema e la televisione. A dirigere quest'avventura che strizza l'occhio ai più piccoli è Richard Gabai, che ha voluto Christopher Lloyd nel ruolo del nonno della bambina che si trasferisce da lui nel Montana (i più lo ricorderanno per il ruolo in Ritorno al futuro).
L'esordiente Roger Delattre propone il suo Mi$$ionario con il volto di Jean-Marie Bigard e offre così una commedia degli equivoci tutta giocata sull'opposizione tra mondi distanti (provinciale e metropolitano, laico e cattolico). Il film prende avvio dall'uscita di prigione di Mario Diccara, che avendo ancora dei conti in sospeso con la malavita, cerca un nascondiglio sicuro dove aspettare tempi migliori. A produrre il film l'acclamato regista di Leon e Nikita Luc Besson, recentemente dedicatosi all'animazione con la trilogia con protagonista Arthur.

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