La bocca del lupo

Film 2009 | Documentario drammatico, 76 min.

Regia di Pietro Marcello. Un film Da vedere 2009 con Vincenzo Motta, Mary Monaco, Franco Leo. Genere Documentario drammatico, - Italia, 2009, durata 76 minuti. Uscita cinema venerdì 19 febbraio 2010 distribuito da Bim Distribuzione. - MYmonetro 3,45 su 33 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 15 aprile 2020

Vincitore del Torino Film Festival nel 2009, il toccante racconto di un amore vero tra due veri "irregolari". Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, ha vinto un premio ai David di Donatello, Il film è stato premiato al Festival di Berlino, Il film è stato premiato a Torino Film Festival, In Italia al Box Office La bocca del lupo ha incassato 166 mila euro .

2010
Consigliato sì!
3,45/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 3,96
PUBBLICO 3,39
CONSIGLIATO SÌ
Una storia di vinti e di ambizioni non soddisfabili, di gente destinata a finire sempre "nella bocca del lupo".
Recensione di Marianna Cappi
Recensione di Marianna Cappi

Prodotto dalla Indigo film di Nicola Giuliano e Francesca Cima, da L'Avventurosa di Dario Zonta e dai gesuiti della Fondazione San Marcellino La bocca del lupo racconta amore e miseria tra gli indigenti e gli emarginati di Genova. Ad "avventurarsi" è Pietro Marcello, che approda a Quarto dei Mille scortato dal ricordo del romanzo verista di Remigio Zena e poco a poco si addentra nei vicoli, osserva, non giudica, condivide e, con questo passo, lucido e discreto ma anche libero ed evocativo, arriverà fin dentro la casa dei suoi personaggi.
Il movimento della narrazione è lo stesso: dalla fotografia corale dei genovesi di ieri e di oggi si stringe su Enzo, emigrato siciliano, e Mary, conosciuta in carcere, nella sezione dei transessuali, alla quale Enzo si è legato da vent'anni, sostenuto dal sogno comune di una casetta in campagna. Per Mary, Enzo è apparso da subito una bellezza da cinema, uno che poteva fare l'attore, in quei film western -suggerisce il montaggio- che non solo non si fanno più ma dei quali è scomparso anche l'immaginario dedicato.
La verità, direbbe Zena, è che questa è una storia di vinti e di ambizioni non soddisfabili, di gente destinata a finire sempre "nella bocca del lupo": è così che, prima della casetta con l'orto e il camino, Enzo si è fatto quattordici anni di prigione e Mary lo ha aspettato e ora possono raccontarsi alla videocamera, come una vecchia coppia, dividendosi le frasi, dandosi ragione per amore e per pazienza.
Sale una grande malinconia da questo lieto fine, ma le vittime non sono i protagonisti quanto lo spettatore, che si scopre miope e si dà improvvisamente ragione delle immagini con cui Marcello lo ha portato fino lì, in questo film ibrido che non si cura della distinzione tra ciò che è finzione e ciò che è documento: immagini d'epoca dei cineamatori, di chi salpa per il mondo nuovo e di chi non esce mai da certe vecchie storie. Immagini di un tempo che non c'è più, apparentemente. Eppure, forse, le cose non ci sono (più) solo quando non le si vuole più guardare.
Sono pochissimi, in Italia, i registi che hanno la forza e il coraggio di battere sentieri nuovi, di aprire nuove strade, di affrontare, accettandole, asperità che hanno la potenzialità di farsi nuova narrazione, nuova estetica, nuovo cinema. Pietro Marcello è sicuramente tra questi: l'aveva dimostrato con il suo primo film, Il passaggio della linea, e lo ha ampiamente confermato con quest'opera seconda, scegliendo una forma che riesce ad essere tanto più sospesa e metafisica quanto più si aggrappa saldamente ai personaggi e ai luoghi fisici che vengono inquadrati e raccontati dall'occhio della videocamera.
Marcello raccoglie dunque l'eredità pasoliniana ma, quel che più conta, guarda ai margini del mondo da una posizione che non è mai pretestuosamente oggettiva e oggettivante, mai ipocritamente partecipe e manipolatrice; una posizione che gli evita la trappola del paternalismo intellettuale così come quella di un'adesione ingiusta e impossibile.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 5 marzo 2010
Ucciolibero

"La bocca del lupo" è un film piccolo, a basso budget, che narra la storia di due persone ai margini. Al margine della società, al margine della storia e che si aggrappano con rabbia alla vita (o a quel che resta della vita) per dare significato alle loro esistenze, alle loro sofferenze, ai loro errori. Il regista Pietro Marcello focalizza l'attenzione dello spettatore su Enzo e Mary (uno sbandato [...] Vai alla recensione »

domenica 28 febbraio 2010
Roberto Simeoni

Una storia vera, una storia d'amore, raccontata attraverso i veri protagonisti che l'hanno vissuta. Lui, un emarginato, che ha vissuto ben quattordici anni in prigione, lei un transessuale, che ha trovato la forza di uscire dalla droga grazie all'amore per quest'uomo, duro, ma tenero dentro; infine Genova, la città dove la vicenda si svolge, la terza fondamentale protagonista. [...] Vai alla recensione »

sabato 20 febbraio 2010
Domenico A

Vedere questo docu-film è come essere folgorati sulla via di Damasco. E’ come entrare nelle viscere di un certo mondo sia esistenziale che culturale. Siamo nei carrugi di Genova, al termine del mondo perché un mondo esiste. Un viaggio al centro della Terra, fatto da esseri marginali, puri nella loro immediatezza senza alcun archetipo di sovrastruttura, bisognosi di quell’affetto e di quella solidarietà [...] Vai alla recensione »

domenica 12 dicembre 2010
Reservoir Dogs

Nella Genova più povera ed emarginata vivono due persone che condividono un unico sogno, quello di una casetta immersa nel verde; Enzo, ex carcerato siciliano e Mary, transessuale ed ex tossicodipendente. Ed è proprio in carcere che nasce il loro amore, un colpo di fulmine, un pò come un fiore tra le roccie, Amore che durerà anche quando Mary uscita allieterà le [...] Vai alla recensione »

martedì 16 febbraio 2010
laulilla

Queste sono le prime impressioni, dopo l'anteprima di questa sera su My movies, ma mi riprometto di vedere il film anche sul grande schermo, perché la visione al computer lo ha certamente penalizzato. E' davvero una "cronaca di poveri amanti", quella girata da Pietro Marcello in una Genova popolata da umilissimi personaggi,  uomini e donne marginali che prospettano l'altra [...] Vai alla recensione »

martedì 16 febbraio 2010
alespiri

Film documento suggestivo ed emozionante. Dal fondo di un'emarginazione che sembra inghiottire tutto, come la bocca di un vorace lupo, si erge un amore che attraversa le "miserie" del tempo. Coraggioso e diretto, costruisce la sua forza narrativa nel racconto verità di Enzo, pluriomicida e Mary, trans eroinomane. Un amore che nasce in carcere e vive di un sogno: un giorno abitare [...] Vai alla recensione »

domenica 21 febbraio 2010
Ondacinema

Il primo dei protagonisti della favola a lieto fine - questo, in fondo, è "La bocca del lupo" - ai chiama Enzo, il suo accento non può nascondere l'origine siciliana, le rughe sul volto tradiscono le difficoltà di un esistenza ai margini, lo sradicamento dalla propria terra, il duro lavoro manuale, soprattutto i lunghi anni trascorsi in carcere. E' qui che ha modo di conoscere Mary, rinchiusa in una [...] Vai alla recensione »

martedì 16 febbraio 2010
Giuseppe Marino - slowfilm

Come spesso succede, le storie più reali, a contatto con l’uomo e con la terra, col mare e con la strada, sono quelle che più chiamano alla sperimentazione. In questo modo si riconosce che la vita di ogni uomo, e al tempo stesso il sudore o la sofferenza di un popolo o di una classe, per essere raccontati hanno bisogno di vera passione, e della capacità del cinema di farsi linguaggio complesso, per [...] Vai alla recensione »

lunedì 15 febbraio 2010
Luca Scialo

Storia di Enzo, emigrato siciliano che come il padre ha vissuto di escamotage, finendo poi per ben 27 anni in carcere. Qui però ha conosciuto un trans, l'unica persona alla quale riesce a dare il proprio amore e ricevere rispetto, perchè è proprio lui ad essere l'unico a darne a lei. Hanno un sogno, semplice, ma per le proprie difficoltà, anche molto difficile: vivere [...] Vai alla recensione »

lunedì 15 febbraio 2010
Giorgio Postiglione Giorpost

La prima cosa che mi è balzata al cuore è stata il volto di Enzo, tipico uomo "vissuto", nativo del profondo Sud trapiantato in una Genova dal sapore burlesco, sporca bella e pericolosa come solo le città di mare sanno essere. E forse proprio lo sfondo del capoluogo ligure mi ha fatto rivalutare un certo malcostume presente ancora oggi nella mia città, [...] Vai alla recensione »

mercoledì 20 novembre 2013
ciboxgiallorosso

In un cinema che sempre più sta perdendo la sua natura ontologica(Ovvero quella che Pasolini negli "Scritti eretici" definiva come "Immagine") divenendo più mezzo per raccontare "storie" che per creare Bellezza in ogni angolo nascosto della realtà. Ecco quello che reputo più interessante di questo film: era facile cadere nella retorica della "storia", retorica invece superata da una grande capacità [...] Vai alla recensione »

domenica 24 ottobre 2010
Jayan

Film documentario un po' lento ma efficace nel rendere gli spazi dei personaggi, in primis il protagonista, che esce da tanti anni trascorsi in carcere e che non riesce a integrarsi con il mondo che lo circonda. Spesso si sente una vittima e reagisce con violenza... Ciò che annoia sono le lunghe interviste, forse le avrebbe potute accorciare per rendere il film meno documentario e più [...] Vai alla recensione »

lunedì 15 febbraio 2010
G. Romagna

La vera e tormentata storia di Vincenzo, catanese emigrato da piccolo a Genova, e Mary, sua amata compagna transessuale con un passato di tossicodipendenza. La vicenda è narrata/interpretata dagli stessi e dalle loro voci, ed alterna alle immagini cinematografiche scene di vita quotidiana del sottoproletariato genovese di ieri e di oggi, con una mirabile maestria che spesso non lascia distinguere [...] Vai alla recensione »

lunedì 15 febbraio 2010
lella53

Senza dubbio questo film può insegnare molto e far riflettere sulle esperienze della vita. Enzo e Mary possono essere due persone qualsiasi, che s'incontrano in situazioni particolari e drammatiche, ma decidono di percorrere insieme un cammino di speranza e serenità con tante piccole cose. Tutto è tremendamente reale ma, allo stesso tempo, struggente e pieno di malinconie [...] Vai alla recensione »

lunedì 15 febbraio 2010
chriss

Dopo quattordici anni di carcere, Enzo, emigrato siciliano trapiantato a Genova, torna per riabbracciare Mary, un travestito che si era fatto condannare per colpa dell' eroina. Enzo ha trascorso in totale ventisette anni in galera ( nove più quattro più quattordici) ed ora che sta fuori si sente confuso e smarrito.

lunedì 15 febbraio 2010
The Lady On The Hot Tin Roof

"La bocca del lupo" è, a dir poco, un film eclettico, imperfetto ma onesto. Le sequenze iniziali, nonché poche altre, sembrano rievocare quel legame quasi viscerale che unisce l'uomo e il mare, già esplorato nel capolavoro di R.J. Flaherty "L'uomo di Aran" (1934). Il sodalizio tra immagine e musica cattura l'immaginazione e il cuore dello spettatore [...] Vai alla recensione »

lunedì 15 febbraio 2010
IlPredicatore

Curioso e discreto film sperimentale, che mischia documentario e dramma senza puntare a farsi piacere, ma a catturare lo spettatore per poi addentrarlo nella vita malinconica e sfortunata dei due protagonisti. Buone le musiche che accompagnano il film, poetica e trascinante la voce narratrice, atmosfere di un'Italia grigia e realistica in modo del tutto paradossalmente surreale che ricorda alla [...] Vai alla recensione »

giovedì 18 febbraio 2010
Francesco2

Facendo un paragone(Gratuito?) tra questo filmetto, imperfettissimo ma viscerale e non privo di spunti di riflesione,e i "Giri di luna" di Gaudino, sarebbe interessante rilevare analogie e differenze tra due sguardi interessati a non perdere la memoria del(nostro)passato. Quanto sottolineavo poc'anzi è motivato dal fatto che le analogie tra i due film si esauriscono qui(Ma è così poco?).

giovedì 4 marzo 2010
stefano2012

Davvero un film particolare. Non da tutti eseguire tale opera. Speriamo che il Giovane regista possa crescere e continuare a regalarci film così intensi.

sabato 20 febbraio 2010
lella53

Davvero meritati questi premi per un film molto particolare e prezioso per il nostro cinema. Spero non siano finiti qui i riconoscimenti e ulteriori complimenti a tutta la troupe del film che ha saputo regalare immagini e momenti rari di cinematografia.

sabato 5 novembre 2011
chiarialessandro

Si può amare un ibrido che non è né un film né un documentario e che, apparentemente, non ha nemmeno una trama ben definita? Sì, se il titolo è “La bocca del lupo”; e la cosa (forse) non è poi nemmeno così sconcertante se si pensa che Vinc(enzo) si innamora di un trans (ovverosia di un ibrido per definizione). Enzo, il protagonista, non ha un semplicemente un viso ed un corpo: ha un viso ed un corpo [...] Vai alla recensione »

martedì 16 febbraio 2010
g_andrini

Descrive con ironia la vita. A tratti è suggestivo, bravissimo il protagonista. Molto bella la fotografia, e il dettaglio dei personaggi è reso bene. Consiglio personale, dateci una occhiata. 

sabato 7 novembre 2020
figliounico

 Il documentario, stilisticamente perfetto, preannuncia con circa dieci anni di anticipo, nel verismo di alcune immagini di repertorio di inizi novecento, nella fotografia nitida di paesaggi industrializzati di periferia, in marine solcate da portacontainer, come mostri fuoriusciti dal profondo a occupare minacciosi l’orizzonte, scorti quasi di nascosto da dietro uno scoglio, nella centralit&agra [...] Vai alla recensione »

martedì 7 dicembre 2010
astromelia

quanto può interessare una storia di emarginazione come tante altre? la risposta è soggettiva,in questo film corto più che altro si è v isto uno spaccato dei vicoli di genova,la storia dei due ex-carcerati l'ho trovata triste oltre che miserevole

lunedì 8 marzo 2010
il caimano

Ho visto questo film senza sapere molto di più che sia stato particolarmente apprezzato nei vari festival in cui è passato, che sia costato pochi soldi e che sia un film di docu-fiction. Tutto questo in fondo bastava, non c'era molto altro da sapere. E' un affresco toccante di una realtà che sembra superare gli steccati del perbenismo, delle convenzioni e del machismo [...] Vai alla recensione »

venerdì 12 marzo 2010
serves

Da una parte abbiamo in Italia la produzione dozzinale e banalizzante della vita (senza fare nomi) dall'altra i tentativi pregievoli di fare cinema diversamente. Indubbiamente La bocca del lupo appartiene al secondo dei gruppi, però mi dispiace dirlo tentativo non riuscito. Il nostro personaggio è molto poco raccontato, sta lì tanto perché qualcuno gli ha chiesto di essere protagonista di un film, [...] Vai alla recensione »

FOCUS
INCONTRI
mercoledì 10 febbraio 2010
Marzia Gandolfi

Da dove arriva l'assoluta libertà del tuo sguardo? Qual è stato il tuo percorso formativo?
Ho iniziato curando piccole rassegne di cinema all'interno di un posto allora occupato, il Damm (Diego Armando Maradona Montesanto): un vero laboratorio di vita, dove ho imparato a fare tutto e dove mi occupavo di tutto, dalla ludoteca ai lavori di falegnameria, dalla programmazione dei film in sala, all'attività sociale nel quartiere. L'arrivo del Damm nella mia vita ha segnato la decisione di lasciare l'Accademia di Belle Arti, mi mancavano pochi esami ma sentivo di voler impegnarmi in qualcosa di diverso. Tra l'altro non ero neppure così bravo nella pittura.
Si può dire che il mio primo approccio al cinema sia stato da cinefilo. Solo successivamente mi sono avvicinato al documentario girando piccoli film come Il cantiere, che ho montato con Maurizio Braucci, mio compagno d'avventura, nonché scrittore e sceneggiatore di Gomorra, un vero grande talento. Era la prima volta che prendevo in mano una videocamera e facevo un'esperienza di montaggio. Il cantiere vinse il premio Libero Bizzarri . Decisi di continuare facendo dei radiodocumentari per Radio Tre, fino a quando non ebbi l'occasione di incontrare i miei produttori, Nicola Giuliano e Francesca Cima dell'Indigo Film, che mi offrirono la possibilità di realizzare Il passaggio della linea, presentato a Venezia nel 2007 nella sezione Orizzonti. Il passaggio della linea è stato il mio primo "lungo". È un film di sessanta minuti, non credo nel modello anglosassone che impone durate standard, diversamente penso che un film debba durare per il suo valore reale e concreto. Al momento del montaggio procedo per sottrazione, magari non sempre ci riesco, ma è mia intenzione abitualmente ridurre all'osso il film. Per partecipare alla sezione Orizzonti fui costretto ad allungare il mio documentario di qualche minuto e ancora oggi ci soffro.

Rimanendo in campo letterario, mi dicevi della tua passione per Georges Simenon, di cui citi un periodo nell'introduzione del documentario Il passaggio della linea. In molti suoi romanzi lo scrittore belga tratta il tema della libertà in opposizione alla vita e alla morale piccolo-borghese. Molti dei suoi personaggi a un certo punto della loro esistenza "deviano", rompendo improvvisamente con il passato e con un ambiente, alla ricerca dolorosa della libertà e dell'identità. I tuoi film sono in qualche modo racconti di "devianze", è sbagliato allora pensare che le sue pagine possono aver ispirato o anche solo suggestionato le tue immagini, le tue storie?
Amo molto Simenon, amo la forma cinematografica dei suoi romanzi. Per quanto riguarda, invece, la citazione del suo passo, l'ho scelta perché mi sembrava emblematica e in un certo senso funzionale al mio racconto. Il passaggio della linea è un ritratto del Paese visto dal finestrino di un treno espresso, un viaggio che va dalla notte al giorno, dal sud al nord della penisola. Ma il film racconta anche la storia di Arturo che dei treni espressi aveva fatto la propria dimora. Il passaggio della linea per lui è quel punto dell'esistenza in cui tutto cambia e da cui non si può tornare indietro.
La sua vicenda è in questo senso esemplare, nel '54 Arturo era tra i più ricchi cittadini di Bolzano, aveva alle spalle un grande bagaglio di vita, era stato addirittura prigioniero in Germania recluso insieme a Giovannino Guareschi. Era un uomo dal grande senso civico che dopo tante peripezie - il carcere, i processi, lo sciopero della fame - aveva deciso di vivere sui treni, una scelta forse estrema, lo spogliarsi di tutto per abbracciare una libertà assoluta. Quello è stato il suo passaggio della linea, la scelta di una vita diversa.
Quanto invece alla storia di Enzo e Mary, protagonisti de La Bocca del lupo, non parlerei di "devianza", piuttosto di "diversità". Mary è cresciuta in una famiglia della Roma bene, ha ricevuto un'educazione borghese e ha vissuto un'infanzia felice fino a quando ha scoperto la propria sessualità ed è stata costretta, per esprimerla pienamente, a fuggire a Genova poco più che maggiorenne. È lì che si sono formate già negli anni Sessanta le prime comunità di transessuali. Mary ha provato a costruirsi una vita nella diversità. Altra cosa è stata la vita e la storia di Enzo, arrivato a Genova a soli due anni, figlio di un contrabbandiere, cresciuto nei vicoli, per metà della sua vita in prigione sempre per lo stesso motivo, conflitti a fuoco con la polizia. Ha passato gran parte della sua vita in una cella angusta e per questo ha sviluppato un grande controllo sul suo corpo: se chiedi ad Enzo di restare fermo, di non muoversi per molti minuti, lui lo fa senza battere ciglio.
In prigione Enzo e Mary si sono incontrati, le loro esistenze difficili e dolorose si sono riconosciute, sostenute, amate. A Torino mi è capitato che alcuni giornalisti mi chiedessero un pensiero o una riflessione riguardo al caso Marrazzo, ma il mio documentario c'entra poco con questo, con la sessualità. Girando La bocca del lupo non ho mai pensato di raccontare una storia con tematiche di quel tipo, quello che davvero mi interessava dei personaggi e quello che i gesuiti sono stati capaci di vedere nel mio film è l'amore che esiste tra Enzo e Mary, un sentimento profondo che li riscatta da un passato fatto di solitudine e sofferenza. È nella diversità che nasce l'amore, questo sembrano dirci Enzo e Mary, due persone che si sono aiutate reciprocamente, proteggendosi dalle malvagità della vita.

La bocca del lupo è il titolo del romanzo ottocentesco di Remigio Zena. Ti sei ispirato ai suoi poveri e ai suoi diseredati e a quella che Montale chiamava la sua "pietà superiore e nascostamente sorridente"?
Il titolo vuole essere un omaggio a quel romanziere genovese che nell'Ottocento seppe raccontare in forma verista la città ed in particolar modo la vita quotidiana nella zona di Prè.
Io sono approdato a Genova senza conoscerla e l'impatto con la città è stato decisamente difficile, perché intorno a me non riuscivo a individuare un tessuto sociale. Nella mia città, Napoli, il tessuto sociale è più riconoscibile. Al mio arrivo a Genova ricordo di essermi sentito disorientato. Dal dopoguerra in poi l'area dell'angiporto è molto cambiata, nel corso degli anni alla presenza degli emigrati del sud si è sostituita, poi sovrapposta, quella degli extracomunitari. Il tessuto sociale ne risulta estremamente frammentato.

Frasi
I luoghi che attraversiamo sono archeologia di una memoria.
Una frase di Himself (Vincenzo Motta)
dal film La bocca del lupo - a cura di margherita
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
sabato 30 gennaio 2010
Jay Weissberg
Variety

Vintage images of a city on the decline are woven into the story of a couple separated for decades by prison bars in "The Mouth of the Wolf." This hauntingly beautiful, practically uncategorizable docu by Pietro Marcello takes the story of a jailbird and his transsexual partner and creates parallels with the life of their city, Genoa. Honest, unpretentious pic nabbed top prize at the recent Turin fest. [...] Vai alla recensione »

mercoledì 3 febbraio 2010
Lietta Tornabuoni
La Stampa

Tornano dopo anni gli italiani in concorso al Torino Film Festival, e il primo film nazionale La bocca del lupo, lungometraggio di debutto di Pietro Marcello, è una gran bella sorpresa per la novità di linguaggio e di sentimento. Niente storie patetiche, nessun conflitto di famiglia, buone volontà sociopolitiche zero, catastrofismi neppure l'ombra: il regista sovrappone due vicende, la storia d'un [...] Vai alla recensione »

venerdì 29 gennaio 2010
Fabio Ferzetti
Il Messaggero

È andata così. È andata che mentre il Papa convocava in Vaticano centinaia di star della cultura e dello spettacolo, un giovane filmmaker casertano di nome Pietro Marcello zitto zitto vinceva il primo premio del 27mo Torino Film Festival con La bocca del lupo. È andata che mentre il Vaticano predicava la necessità di riavvicinarsi al mondo della creazione, un piccolo grande film nato grazie a un'Opera [...] Vai alla recensione »

venerdì 22 gennaio 2010
Davide Turrini
Liberazione

Torino 27, versione fiction, spazietto Italia. Dopo anni di anteprime blasonate, scatta la versione minimale alla Amelio. Qualche titolo tristemente "politically correct" e, per ora, un paio di ottimi lavori. La straniera di Marco Turco e La cosa giusta di Marco Campogiani appartengono a quel cinema italiano odierno dove la film commission regionale mostra i segni del comando.

domenica 31 gennaio 2010
Roberto Silvestri
Il Manifesto

In concorso, e per ora vince, un duetto lirico, La bocca del lupo, opera seconda di Pietro Marcello. Un'esperienza di cinema unica e affascinante, come era stato il suo precedente gioiello, il giro dark d'Italia su un treno scassato, a lunga percorrenza, ormai fantasma, delle ferrovie dello stato. Il suo è un cinema unico e solitario, colto, triste ma di combattimento.

Alberto Crespi
L'Unità

Anche se la caccia all'Orso d'oro non ci riguarda, c'è molta Italia in questa 60esima Berlinale. Vi abbiamo parlato nei giorni scorsi di Mine vaganti e di Cosa voglio di più, i nuovi film di Ferzan Ozpetek e di Silvio Soldini che usciranno nei prossimi mesi. Ieri Michele Riondino ha sfilato tra le «shooting stars», i giovani talenti della recitazione selezionati ogni anno dal festival (attori «emergenti» [...] Vai alla recensione »

Federico Pontiggia
Il Fatto Quotidiano

Il compromesso tra una piccola storia melodrammatica, quella di Enzo e Mary, che inquadro con lo sguardo sul presente di un forestiero, e una grande storia, quella della nostalgia per il Novecento, raccontata dai cineamatori dell'epoca". E' La bocca del lupo di Pietro Marcello, che dopo aver vinto il Festival di Torino arriva in sala il 19 febbraio con Bim: sarà un weekend affollato, ma non dimenticatelo. [...] Vai alla recensione »

martedì 26 gennaio 2010
Federico Pontiggia
Il Fatto Quotidiano

"Le macerie del Novecento, portate via dal mare". Sono i residui umani e ambientali de "La bocca del liipo", "uno strano film ibrido su Genova: il compromesso tra un piccolo melò, quello del carcerato Enzo e della trans Mary e una grande storia, quella della nostalgia per il Novecento, raccontata dalle immagini d'archivio dei cineamatori'. Primo italiano in competizione al 27° Festival di Torino, è [...] Vai alla recensione »

Piera Detassis
Panorama

Per chi cerca qualcosa di diverso arriva in sala il film di Pietro Marcello trionfatore al Torino film festival. Oggetto inusuale, sospeso tra documentario e melodramma senza mai cercare la scorciatoia della fiction, la pellicola racconta (ma il termine non rende l'intreccio ribollente di stili, suggestioni, materiali di repertorio e parole fuori campo) il mondo marginale assistito dalla Fondazione [...] Vai alla recensione »

Gabriella Gallozzi
L'Unità

Mancava da due anni il cinema italiano al Festival di Torino. E Gianni Amelio ha visto giusto: La bocca del lupo di Pietro Marcello, primo film made in Italy del concorso (l'altro è Santina di Gioberto Pignatelli), è una straordinaria sorpresa. O meglio, la riconferma di un giovane autore (è del'76) che aveva già dimostrato il suo «fiuto di cinema», nel precedente Il passaggio della linea, viaggio [...] Vai alla recensione »

Davide Turrini
Liberazione

Pietro Marcello ha rischiato di perdersi Berlino. Colpa della neve a Ciampino, dove è rimasto per ore, in attesa d'imbarcarsi. Roba d'altri tempi. Un po' come il suo secondo film, La bocca del lupo (produzione Indigo), che ha vinto il Torino Film Festival 2009 e che il Forum della Berlino numero sessanta ha fortemente voluto con proiezione domenicale.

lunedì 1 febbraio 2010
Paolo D'Agostini
La Repubblica

Che il 27esimo Torino Film Festival sia stato vinto da La bocca del lupo di Pietro Marcello non può che far piacere. Fa piacere che sia un film italiano (uno dei due in concorso). Ma soprattutto l'esito indica quell'attenzione alla novità e all'originalità che costituisce lo spirito fondante della manifestazione. Marcello è al suo primo lungometraggio narrativo ma si era già fatto conoscere per un [...] Vai alla recensione »

giovedì 28 gennaio 2010
Edoardo Meoli
Il Secolo XIX

«Una grande storia d'amore, quell'amore che nasce dalla diversità»: così il regista Pietro Marcello racconta il suo film "La bocca del lupo", primo italiano presentato ieri in competizione al Torino Film Festival, che ha riscosso il plauso anche del direttore Gianni Amelio. «Sono certo» ha detto «che avrà anche il successo della sala». Prodotto dalla Fondazione San Marcellino con la Indigo di Francesca [...] Vai alla recensione »

mercoledì 27 gennaio 2010
Claudia Ferrero
La Stampa

Se lo spirito del Torino Film Festival è quello dell'innovazione, non poteva finire meglio. La bocca del lupo, il film vincitore del giovane regista napoletano Pietro Marcello, porta con sé la carica di un genere tutto nuovo, quello del «cinema del reale», entrato un po' a sorpresa nella sezione competitiva della rassegna. Ma con la storia ambientata a Genova dell'amore tra Enzo, immigrato ex galeotto, [...] Vai alla recensione »

lunedì 25 gennaio 2010
Alessandra De Luca
Avvenire

L'Italia vince, per la prima volta in 27 anni, al Torino Film Festival. La giuria presieduta dallo sceneggiatore Sandro Petraglia ha assegnato il premio per il miglior film (25mila euro) al documentario «La bocca del lupo» di Pietro Marcello che, prodotto da Nicola Giuliano, Francesca Cima e Dario Zonta, racconta la drammatica storia d'amore tra un immigrato e un travestito conosciuto in carcere.

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Un film singolare e bello, vincitore dell'ultimo Torino Film Festival, presentato e premiato ad altri festival, dotato di una storia unica: i dirigenti della Fondazione San Marcellino dei gesuiti di Genova, organizzazione che da anni assiste emarginati, senzatetto, raminghi e poveri della città, visto un documentario di Pietro Marcello gli hanno commissionato un lavoro che consentisse dl far conoscere [...] Vai alla recensione »

Paolo D'Agostini
La Repubblica

Il festival di Berlino dopo Torino vinto tre mesi fa. Due vetrine di prestigio per i cineasti emergenti. Pietro Marcello, che il popolo cinefilo conosceva per Il passaggio della linea, documentario di spiccata personalità girato su e giù per l' Italia dei treni poveri, ha realizzato con La bocca del lupo un fertile e singolare ibrido. Non del tutto documentario né del tutto finzione.

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Un esperimento curioso, ma andato incontro a vari consensi. Due persone vere, nomi e cognomi autentici, pronte a esibire, anche nei titoli di testa, la loro identità. Sono Vincenzo, siciliano, che è stato in prigione per molti anni, e Mary, una ex prostituta, anche transessuale, che, dopo averlo conosciuto e amato in prigione, uscita molto prima, lo ha atteso tutto il tempo in una casupola nei bassifondi [...] Vai alla recensione »

Roberto Silvestri
Il Manifesto

Dopo Torino e il Forum di Berlino esce nelle sale La bocca del lupo, imperdibile opera seconda di Pietro Marcello, trentenne di Caserta. Un'esperienza di cinema unica e affascinante, degna dell'esordio, Il passaggio della linea (2007), giro dark d'Italia su un treno scassato delle FfSs a lunga percorrenza e ormai fantasma. Colta, meditabonda, ma di combattimento, la cinepresa di Marcello è solitaria [...] Vai alla recensione »

Paola Casella
Europa

Il problema del cinema italiano, dal punto di vista creativo, è soprattutto quello di non saper rinnovare il proprio linguaggio filmico. Se all'estero, quando parlano del nostro grande cinema, sono rimasti fermi al neorealismo il motivo è anche questo: che dal dopoguerra ad oggi sono stati pochi gli autori in grado di rivoluzionare la grammatica dell'immagine, e pochissimi l'hanno fatto dagli anni [...] Vai alla recensione »

Fabrizio Corallo
Il Mattino

Sta lavorando al progetto del film con Sean Penn e Toni Servillo annunciato a Cannes (titolo provvisorio «This Must Be the Place») e ha girato una parte del documentario «L'Aquila 2009. Cinque registi tra le macerie». Ma quello che Paolo Sorrentino vorrebbe, nemmeno tanto in segreto) è fare un film come «Roma», di Fellini, «un film senza storia, come peraltro molti altri suoi film che reinventano, [...] Vai alla recensione »

Mario Serenellini
Il Venerdì di Repubblica

È il film dei record. Primo titolo italiano, in 27 edizioni del Torino Film Festival, a vincere il Gran Premio (con aggiunta del Fipresci dell’entusiasta stampa internazionale). Primo titolo a partecipare a concorsi ora di fiction, ora di documentari. Dopo Torino, si è guadagnato il «Vittorio de Seta» per il miglior documentario al neofestival di Felice Laudadio a Bari e, in quanto documentario, concorrerà [...] Vai alla recensione »

Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Docufiction d'amor carcerario e «madeleine» genovesi, dal 30enne casertano Pietro Marcello. Impiegando documentari e filmini amatoriali del '900 di sottoripa, Genova sembra rivelare i personaggi, come aprendo uno scrigno segreto. Dagli scogli di Quarto e dell'angiporto ai caffè perenni, Marcello inserisce in un tempo da epifania la duratura passione tra due ex detenuti, l'introverso Enzo «faccia da [...] Vai alla recensione »

Ferdinando Cotugno
Vanity Fair

È uno di quei film poveri (costato 80 mila euro) che toccano corde universali. Al Festival di Torino La bocca del lupo ha commosso tutti, conquistato applausi e, a sorpresa, il primo premio. Ora partecipa alla Berlinale (11-21 febbraio), nella sezione Forum. Racconta la storia vera, interpretata dagli stessi protagonisti, del legame tra un uomo, Enzo, e una trans, Mary: si conoscono in carcere e non [...] Vai alla recensione »

Dina D'Isa
Il Tempo

Ha commosso anche il pubblico e la stampa berlinese il film «La bocca del lupo», presentato nella Sezione Forum dal 33en- ne regista casertano Pietro Marcello. La pellicola, prodotta dai Gesuiti della Fondazione San Marcellino (con Indigo e Avventurosa), sarà da venerdì nelle sale distribuita da Bim e ieri sera c'è stata sul web (Mymovies) la prima anteprima virtuale per 300 persone.

Gerry
La Padania

È arrivato alla 60° Berlinale La bocca del lupo di Pietro Marcello che ha vinto il 27° Torino Film Festival. Il film è un documentario sui generis che prosegue il primo lavoro di Pietro Marcello, presentato a Venezia nel 2007, Il passaggio della linea, un po' sopravvalutato... La bocca del lupo è un documentario anomalo per la sua struttura, diverso dal film-documentario tradizionale.

Alberto Castellano
Il Mattino

È già un caso, «La bocca del lupo», che dopo aver conquistato alcuni importanti festival internazionali e il consenso unanime della critica, fa centro anche sul pubblico: nel circuito italiano intasato di cinema a stelle e strisce, quindi, c'è ancora spazio per il docufilm d'autore. «Fiction o non fiction, se il cinema italiano è di qualità ed è sostenuto adeguatamente può trovare spazio nelle sale», [...] Vai alla recensione »

Mauro Gervasini
Film TV

«Dopo il pasto viene il guasto, dopo il canto viene il pianto». Così Gaspare Invrea, con lo pseudonimo di Remigio Zena, scriveva nel romanzo La bocca del lupo (1890). Bocca nella quale finiscono i reietti della sua storia, costretti a battersi tra le avversità senza alcuna speranza di riscatto. Un romanzo verista dove la lingua, un misto tra italiano e genovese, si inerpica per i caruggi come la macchina [...] Vai alla recensione »

Paola Casella
Europa

Il vincitore del Festival di Torino (primo italiano in 27 anni) mescola narrazione documentaria a un intervento registico che trasforma il doc in fiction. La bocca del lupo si apre con un montaggio di immagini girate con grande rigore e senso della composizione scenica a Genova, mescolate con immagini d'archivio – compresi gli home movies dei genovesi stessi.

Jean-Luc Douin
Le Monde

Enzo et Mary. Ils se sont rencontrés il y a vingt ans et vivent depuis le plus tendre des amours. Ils cohabitent dans un logis miséreux, enfin unis après des décennies de galère, une trop longue séparation. C'est d'abord Enzo que l'on voit hanter l'image de ce documentaire dont les accents corsaires pourraient être qualifiés de pasoliniens. Belle gueule de Sicilien que les carabiniers trouveraient [...] Vai alla recensione »

Pietro Cheli
Gioia

C'è anche la storia, quella di Enzo che dopo 14 anni di carcere torna a casa e trova Mary, il trans conosciuto oltre le sbarre, che lo aspetta. Rude, aspra e piena di tenerezza, come quella parte di Genova che li circonda. Con immagini molto seppiate girate oggi, alternate ad altre prese da archivi pubblici e privati che raccontano la storia della città, Pietro Marcello (che dopo aver vinto il festival [...] Vai alla recensione »

domenica 24 gennaio 2010
Lidia Ravera
L'Unità

Due passioni ha Gianni Amelio: il cinema e i giovani. Per capirlo basta aver visto i suoi film, così palesemente nutriti dalla lezione dei grandi maestri (Roberto Rossellini, Robert Bresson) e così capaci di raccontare ragazzi e bambini, la grazia selvatica degli ultimi, la commovente avventura dei principianti. Basta averlo ascoltato parlare dei suoi protetti, dei suoi allievi (ha insegnato regia [...] Vai alla recensione »

NEWS
NEWS
domenica 1 agosto 2010
 

Un ritratto di infinita dolcezza Mary Monaco, interprete del film La bocca del lupo, si è spenta ieri dopo un improvviso aggravarsi del male che già da tempo la provava. Il documentario di Pietro Marcello, pluripremiato ai festival italiani e all'estero [...]

NEWS
giovedì 4 febbraio 2010
Gabriele Niola

Uno sguardo sul futuro del cinema in casa In Italia ancora non l'ha fatto nessuno a questo livello, ci sembrava quindi doveroso dare un ideale calcio d'inizio alla trasmissione di film in streaming proprio con La bocca del lupo, il primo film italiano [...]

NEWS
lunedì 1 febbraio 2010
 

Una platea virtuale di 300 invitati potrà vedere lunedì 15 febbraio alle ore 21.10 in anteprima su Internet il film La bocca del lupo di Pietro Marcello. Il lungometraggio vincitore del Torino Film Festival 2009 - primo film italiano ad aggiudicarsi [...]

NEWS
sabato 21 novembre 2009
 

I vincitori La 27° edizione del Torino Film Festival si è conclusa con la vittoria di La bocca del lupo di Pietro Marcello. È la prima volta che un italiano si aggiudica il premio come miglior film. Prodotto dalla Indigo, l'opera di Marcello si addentra [...]

winner
miglior doc.
Nastri d'Argento
2010
winner
miglior doc.
David di Donatello
2010
winner
caligari film prize
Festival di Berlino
2010
winner
teddy awards - miglior doc.
Festival di Berlino
2010
winner
premio fipresci
Torino Film Festival
2009
winner
miglior film
Torino Film Festival
2009
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