Attrice francese, ma di origini inglesi, Stacy Martin ha esordito dopo una lunga carriera da fotomodella, venendo scelta come protagonista di uno dei più scandalosi film di Lars von Trier. Dopo questa fatica, si è confermata un'ottima e naturale attrice per molti registi europei e americani, imponendosi all'attenzione dell'industria cinematografica hollywoodiana, ma soprattutto europea.

Gli inizi da modella
Nata nel 1990, da madre inglese e padre francese, Stacy Martin cresce come figlia unica a Parigi.
Entrata come modella e fin da adolescente nel mondo dell'alta moda, vive per lungo tempo in giro per il mondo, stabilendosi, di volta in volta, in nazioni diverse: Regno Unito, Giappone e Italia. Solo con il compimento dei diciotto anni, si trasferirà definitivamente a Londra.

L'esordio con Nymphomaniac
Nel 2013, si presenta per un'audizione davanti al Maestro del cinema danese Lars von Trier che la sceglie per il ruolo della protagonista, Joe, nella sua pellicola Nymphomaniac. Personaggio che sarà poi interpretato nella sua versione adulta da Charlotte Gainsbourg.
Il film è disturbante, ma questo suo volto inedito incarna alla perfezione una perversa e non meno erotica moderna Lolita, riuscendo a farsi notare, nonostante le ottime e potenti performance di attori del calibro di Stellan Skarsgård, Shia LaBeouf, Jamie Bell, Uma Thurman, Christian Slater e Willem Dafoe.
I critici la adorano da subito. Si parla di "appagante godimento estetico" nel guardarla fare il muso in alcuni primi piani, anche lì dove le scene si fanno più spinte, senza che però risulti mai volgare nei suoi gesti sessuali. Anzi, qualcuno scrive che riesce a conservare quella grazia verginale che evidentemente von Trier aveva inteso possedesse quando l'ha scelta.
Ma c'è il pericolo che questo lungo viaggio nel sesso che ha compiuto così precocemente sul grande schermo possa inficiare la sua carriera, relegandola a ruoli simili e meno forti di questo. Un copione che si è visto spesso in attrici che hanno debuttato in questo modo. Ma la giovanissima attrice si sdogana molto facilmente da questo rischio e usa il suo volto e il fisico da cerbiatta androgina, quel suo sguardo capace di esprimere le più differenti sottigliezze della psiche del personaggio, per pellicole molto diverse da Nymphomaniac.

Regina per Garrone
Quindi, dopo questo fulminante esordio e dopo aver recitato in Winter (2015) di Heidi Greensmith, si mette a servizio di Matteo Garrone per diventare la tintora Dora in una delle tre fiabe che compongono Il racconto dei racconti - Tale of Tales.
Lo stesso personaggio, nella sua versione anziana, è interpretato da Hayley Carmichael che, dopo aver subito un incantesimo da una vecchia strega (Kathryn Hunter), si vede trasformata in una giovane donna (per l'appunto la Martin), colpendo il re (Vincent Cassel) per la sua bellezza, che poi la sposerà.
Garrone, come von Trier, ha capito subito che, oltre l'immagine di sfrenata sessualità che fa da barriera al suo nome, si nasconde una professionista capace di mostrare dolore e piacere, ambiguità e tristezza, e la sfrutta per una dark fairy tale di enorme potenza visiva.
Sempre nel 2015, arricchisce la sua filmografia coi film francesi La Dame dans l'auto avec des lunettes et un fusil (dove è Anita) e Taj Mahal. In quest'ultimo titolo, ispirato agli attacchi di Mumbai che hanno insanguinato la città nel novembre 2008, è Louise, una giovane donna coinvolta in un attacco terroristico in India. Viene poi scelta da Ben Wheatley per un piccolo ruolo nel distopico thriller High-Rise - La rivolta, basato sul romanzo "Il condominio" di J. G. Ballard.

Il sodalizio artistico con Brady Corbet
È di questi anni il primo contatto con il regista americano Brady Corbet che le proporrà il ruolo dell'insegnante di francese Ada nell'adattamento dei libri "Infanzia di un capo" di Jean-Paul Sartre e "Il mago" di John Fowles, L'infanzia di un capo.
La Martin è perfetta per il ruolo e si inserisce con grazia e sensualità in un grande cast che include Robert Pattinson, Bérénice Bejo, Liam Cunningham e Yolande Moreau.
Da quel momento, instaurerà un lungo rapporto di amicizia e collaborazione con Corbet, che la imporrà anche nel 2018 in Vox Lux, accanto a Natalie Portman, nella parte della conflittuale Eleanor, sorella della protagonista, e nel 2024 in The Brutalist (2024), dove è Maggie Lee Van Buren, figlia del ricco industriale Harrison Lee Van Buren.

La sua Anne Wiazemsky
Tra questi film, si introduce Michel Hazanavicius che sfrutta la sua somiglianza con Anne Wiazemsky per trasformarla proprio nell'attrice all'interno del biopic Il mio Godard (2017). Con fulminante bellezza e con una leggerezza pragmatica, la Martin diventa una delle icone sessantottine che iconograficamente accompagnarono Jean-Luc Godard nei suoi film socialpolitici, intimisti e interiorizzati, ma anche nella sua vita privata nelle vesti di moglie per oltre dodici anni.
La Martin ci mette passione in questa sua metamorfosi e riesce nell'intento non tanto di somigliare, ma di evocare la collega defunta, restituendole grazia, fragilità e dolore.

Altre pellicole
Scelta da Ridley Scott per un piccolissimo ruolo nel suo Tutti i soldi del mondo (2017), è invece protagonista o co-protagonista in pellicole come Rosy (2018), Quel giorno d'estate (2018), L'ultimo amore di Casanova (2019) con Vincent Lindon e Amanti (2020) di Nicole Garcia, frapponendosi tra Pierre Niney e Benoît Magimel.
Dopo Archive (2020) e Il visionario mondo di Louis Wain (2021), entra nel cast dell'horror The Night House - La casa oscura (2021) di David Bruckner, dove è Madelyne, una delle donne che la protagonista scopre essere inquietantemente legata al marito defunto suicida. Ma reciterà anche in Il seme (2023) di Éloïse Lang e Ritratto di un amore (2023) di Martin Provost.

Esperienze televisive
Anche interprete televisiva, la Martin è nel cast di The Serpent (2021), miniserie televisiva britannica che racconta la vita e i crimini dell'assassino seriale Charles Sobhraj, dove veste i panni della prima moglie di Sobhraj.

Vita privata
Stacy Martin è la compagna del musicista britannico Daniel Blumberg.