Originaria del Guadalupe, l'isola francese nei Caraibi, Firmine Richard si é rivolta al cinema in tarda età, quasi per caso. Arrivata a Parigi a 18 anni ha lavorato alle Poste e poi alla RATP, l'azienda dei trasporti della capitale. Presa dallo sconforto torna in Guadalupe nel 1979. I viaggi in Europa sono comunque frequenti e un giorno viene notata in un ristorante dalla direttrice del casting di Coline Serreau. A 40 anni diventa dunque attrice, debuttando sul grande schermo in un ruolo principale al fianco di Daniel Auteuil in Romuald & Juliette (1989). Firmine interpreta la donna delle pulizie di una fabbrica di jogurt che salva il proprietario (Auteuil) da una congiura interna. Conquistato da questa interpretazione Dino Risi la vuole nella commedia, Tolgo il disturbo (1990), un mezzo fiasco al botteghino.
Una delle otto donne
Si susseguono dunque una serie di piccoli ruoli, come in Elisa (1995) di Jean Becker, Aiutate mio figlio (1996), Una per tutte (1999) di Claude Lelouch o Febbre da rigore (2002). Nel 2002 é dunque Madame Chanel in Otto donne e un mistero, la commedia musicale di François Ozon, accanto dunque a star del cinema d'oltralpe come Fanny Ardant, Catherine Deneuve e Isabelle Huppert ma anche giovani all'epoca emergenti come Virginie Ledoyen e Ludivine Sagnier. Attaccata alle sue radici comiche, pur non ottenendo mai dei ruoli di primo piano, diventa brevemente una figura costante di certa commedia francese. Appare in Pédale Dure (2004), Dans tes rêves (2005), Les parrains (2005) e Ensemble c'est tout (2007). Sarà inoltre nell'esordio di Sophie Marceau come regista, La disparue de Deauville (2007). Nel 2009 appare invece nella commedia sull'integrazione etnica, La première étoile - La prima stella, dove ottiene finalmente un ruolo da protagonista. Due anni dopo è nella commedia di Rémi Bezançon Travolti dalla cicogna. Nel 2021 fa parte del cast della commedia Il peggior lavoro della mia vita di Thomas Gilou.
Uno slalom fra classi sociali La “prima stella” è il riconoscimento conferito ai piccoli apprendisti dello sci, quello che in generale ricevono i bambini alla fine della loro prima settimana bianca. Nelle idee dell'attore e regista Lucien Jean-Baptiste, diviene metafora di un confine fra classi sociali, fra chi può permettersi le vacanze in montagna e l'onere di tutto ciò che esse includono (attrezzature sportive, baite, skipass, ecc