Tra slapstick, melodramma, noir e favola, una toccante storia di Natale nella Tokyo contemporanea. Animazione, Giappone2004. Durata 91 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Tokyo. A Natale, tre senzatetto accudiscono una neonata trovata nella spazzatura.Cambierà la loro vita. Espandi ▽
Le Anime che affrontano il genere commedia non sono frequenti. Satoshi Kon, autore di Perfect Blue e Millenium actress, realizza un film d'animazione denso di ironia e amore, che inizia il giorno di Natale.
Il 25 dicembre, Gin, un vecchio ubriacone, Hana, un travestito, Miyuki, una giovane scappata di casa, trovano una neonata nella spazzatura. Dopo aver tentato di rintracciare la madre, Hana, con il suo spirito "materno", vuole assolutamente tenere la bimba. Gli emarginati diventano così la famiglia di Kiyoko (questo è il nome dato alla piccola). Miyuki e Gin però, nonostante l'amore per la trovatella, sono convinti che sia necessario rintracciare a Tokyo, dove vivono, i genitori. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Una violenza del passato influenza la vita di una giovane ragazza ribelle. Espandi ▽
Giulia, giovane e ribelle, vive la sua adolescenza con spensieratezza. D'improvviso, però, qualcosa s'interrompe: un vuoto silente, una violenza senza scampo la legherà inconsapevolmente a un misterioso femminicidio, che la neve ha celato nel tempo. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Puro oggetto di fascinazione e favolosa esperienza cinematografica. Drammatico, Francia, USA2001. Durata 145 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una bruna che ha perso la memoria e non sa perchè è perseguitata, una bionda aspirante attrice che si innamora di lei: un noir così onirico e surreale non poteva che essere di David Lynch. Espandi ▽
Mulholland Drive è una lunga e vecchia strada di Los Angeles: nasce nel deserto, attraversa i quartieri ricchi e finisce a strapiombo sulla costa di Malibù. Bisognerebbe ricordarsi di questa simbologia per cercare di dare un senso all'ultimo onirico ed enigmatico film di David Lynch. Quella che il regista stesso ha definito come "una semplice storia d'amore nella città dei sogni" è in realtà un intricato enigma sospeso tra allucinazione e realtà, con un tocco di nostalgia per il noir degli anni '40 ed una aperta ostilità verso l'attuale star system. Rita è un'avvenente bruna sopravvissuta ad un incidente d'auto in seguito al quale ha però perso la memoria, Betty un'aspirante attrice di belle speranze che la ospita nel proprio appartamento e se ne innamora. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Harry ha scritto un libro autobiografico e ha messo in crisi tutti. Il mondo viene a sapere che seduce le pazienti della moglie, ha rapporti con la cognata, odia la sorella eccetera. Espandi ▽
Harry ha scritto un libro autobiografico e ha messo in crisi tutti. Il mondo viene a sapere che seduce le pazienti della moglie, ha rapporti con la cognata, odia la sorella eccetera. Tutti lo odiano. Fortuna che la sua vecchia università ha deciso di onorarlo. È una bella compensazione al blocco creativo che è sopraggiunto. E poi c'è la ragazzina che lo abbandona, gli analisti che lo vessano, e alla fine persino una visita all'inferno, perché Harry ritiene di meritarlo, essendo il peggiore di tutti gli esseri umani dopo Hitler, Goerings e Goebbels. Il regista ha dichiarato "è un momento felice della mia vita, non vado nemmeno dall'analista", in realtà questo film ha sostituito l'analista. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un viaggio nella vita e nell'opera di un artista che con ironia, sarcasmo e poesia ha fotografato le contraddizioni dell'Italia degli anni '70. Espandi ▽
Rino Gaetano è scomparso prematuramente ma le sue canzoni e la sua personalità sono ancora vive e stimolano riflessioni e confronti in chi si accosta alle sue produzioni. Il documentario ne propone anche gli aspetti meno noti grazie ad un amplissimo e talora inedito materiale.
Giorgio Verdelli ancora una volta centra l'obiettivo nel realizzare un ritratto che supera la definizione minimale di documentario riuscendo a mettere in luce lo spirito che animava il cantautore.
Verdelli raccoglie innumerevoli testimonianze adottando un ritmo di montaggio che di volta in volta risulta diverso ma anche sapendo cogliere, quasi fosse un architetto o uno scenografo, i luoghi e le angolazioni giuste in cui catturare i ricordi e le riflessioni dei suoi interlocutori. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un documentario che racconta la Chiesa, la Misericordia e la Speranza attraverso parole, immagini e simboli potenti nell'anno del Giubileo. Espandi ▽
Asse portante del documentario è l’intervista a Mons. Rino Fisichella che, tra le altre cose, è il responsabile dell’organizzazione del Giubileo 2025 attorno al quale nasce questo progetto che unisce varie parti documentaristiche su quelli del recente passato, con un’altra di finzione per toccare temi profondi delle fede contemporanea. Diretto e fotografato da Daniele Ciprì, un documentario religioso sulla fede di oggi raccontata attraverso sia il Giubileo in corso che quelli del più recente passato.
Il titolo del film, esplicitato dal sottotitolo “Un ponte tra la Misericordia e la Speranza”, dà bene l’idea di un pontefice, Papa Francesco, che costruisce proprio un ponte tra questi due aspetti della Fede. L’aspetto un po’ paradossale del documentario è la sua capacità di raccontare bene, attraverso gli interessanti materiali d’archivio, il momento delle aperture, nei vari anni, della Porta Santa e il coinvolgimento dei fedeli anche alla morte di grandi papi come Giovanni XXIII. Mentre poi, la parte affidata ai tre interpreti sembra chiuderle quelle porte, rendendo un po’ meno accessibili i discorsi legati alla fede di oggi. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Molti anni dopo un'estate afosa andata fuori controllo, Eva torna al villaggio in cui è cresciuta con un blocco di ghiaccio nel retro della sua macchina. Nel cuore dell'inverno, si confronta con il suo passato e affronta i suoi aguzzini. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un doc su Mario Magnotta: analisi comunicativa di una serie di burle telefoniche realizzate nell'era pre-social. Documentario, Italia2025. Durata 59 Minuti.
La storia di Mario Magnotta, il bidello aquilano divenuto leggenda per uno scherzo telefonico destinato a entrare nella cultura popolare italiana. Espandi ▽
Nel 1987 Mario Magnotta, mite e buffo bidello di una scuola dell'Aquila, è oggetto di una serie di scherzi telefonici. Quando il contenuto delle telefonate finisce riversato su nastri, quegli audio molto rapidamente viaggiano in tutto il Paese, tra autoradio e stereo portatili, facendo di Magnotta "quello della lavatrice". Le sue reazioni ruspanti, arrabbiate e goffe diventano una specie di tormentone comico e Magnotta si ritrova "personaggio" suo malgrado, intercettato da tv locali e nazionali.
Nello scavare nelle peripezie di un uomo solo con la propria beffa si fanno avanti, forse non troppo consapevolmente, altre figure di nerd, e viene dato un vero e proprio ruolo drammaturgico in senso strappalacrime a Romina, la figlia di Magnotta, che soffrì dell'esposizione paterna e del suo essere stato deriso e vampirizzato mediaticamente senza trarne alcun beneficio.
Semplice cliente soffre di una vicinanza entusiasta al proprio irresistibile soggetto: affettuosa e retoricamente debordante. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Maxi processo di Palermo, 1987: otto giurati chiusi 36 giorni in camera di consiglio decidono su 470 imputati, tra tensioni, sorprese e conflitti. Espandi ▽
Dopo un anno e dieci mesi del Maxiprocesso per crimini di mafia che si è svolto a Palermo, dove per la prima volta lo Stato è riuscito a infliggere una condanna collettiva a Cosa Nostra, l’11 novembre 1987 la corte si riunisce in camera di consiglio. Otto giurati, blindati in un appartamento-bunker del carcere dell’Ucciardone, devono decidere condanne e assoluzione per oltre 460 imputati. “Il mondo resterà fuori da queste mura. Nessuno può uscire, nessuno può entrare”. Sono queste le parole che il presidente della giuria interpretato da Sergio Rubini dice a tutti gli altri componenti prima di iniziare a stabilire la colpevolezza o l’innocenza degli imputati. I materiali di repertorio della parte iniziale introducono la ricostruzione di quei 36 giorni d’isolamento, in un cinema di dichiarata impostazione teatrale basato soprattutto sulla forza della parola. Infascelli ritorna a un cinema di mafia a dieci anni da Era d’estate. L’impeto civile resta autentico e intatto, l’effetto claustrofobico e drammatico risulta invece più balbettante. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il braccio di ferro di una coppia disfunzionale che dice tanto anche del rapporto tra Stati Uniti e Messico. Drammatico, Messico2025. Durata 100 Minuti.
Un ballerino dovrà affrontare la vera natura della sua relazione amorosa. Espandi ▽
Il giovane Fernando, talentoso ballerino di Città del Messico, emerge dal deserto dopo un pericoloso viaggio oltre il confine americano. Il ragazzo è determinato a raggiungere San Francisco, dove si introduce nel lussuoso appartamento di Jennifer, una donna molto più grande di lui della quale da qualche tempo è amante. Profondamente attuale, il film è l’allegoria perversa di un braccio di ferro in una coppia disfunzionale, che dice tanto del rapporto tra Stati Uniti e Messico per quanto riguarda l’immigrazione, arrivando sugli schermi proprio al culmine della tensione politica sul tema. In un gioco diabolico di prigioni amorose e linee di demarcazione che vanno dal nazionale fino al domestico, Franco si fa tentare da una spirale risolutiva angosciante e brutale, nel pieno spirito delle opere che gli hanno dato il successo. Eppure rimane la sensazione che ci sia una dimensione nuova e inaspettata nella sua poetica. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
I fratelli Dardenne, scavando nell'umanità delle proprie protagoniste, offrono uno spazio a una speranza. Drammatico, Belgio, Francia2025. Durata 104 Minuti.
Le storie di cinque ragazze madri che si trovano ad affrontare difficoltà diverse ma solo apparentemente insuperabili. Espandi ▽
Jessica, Perla, Julie, Arianne e Naïma sono cinque adolescenti che hanno trovato rifugio ed assistenza, ognuna per motivi diversi, in una casa rifugio per ragazze madri. Se ne seguono i percorsi che le vedono rischiare di arrendersi o cercare di superare le difficoltà che stanno alla base della loro scelta di dare alla luce una creatura.
Il film trae origine da un’indagine che i due registi hanno compiuto in una ‘maison maternelle’ nella zona di Liegi avendo in mente di realizzare un film con al centro una sola giovane madre. Le storie che hanno potuto ascoltare nel corso di quella visita li hanno spinti a scrivere una sceneggiatura in cui si seguono cinque storie tenendo sempre come punto di riferimento il centro di assistenza al quale le giovanissime protagoniste finiscono con il fare ritorno.
I Dardenne si sono imposti, in questa occasione, di lasciare qualche spazio all’imperfezione in favore di una maggiore leggerezza. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Un emozionante ritratto di Nino D'Angelo, l'artista e l'uomo, e il confronto con le proprie origini e i legami familiari. Documentario, Italia2025. Durata 90 Minuti.
Nino D'Angelo saluta gli anni '80 con un concerto a Napoli, mentre il figlio Toni racconta la sua vita, dal successo alla fuga improvvisa dalla città. Espandi ▽
Toni D'Angelo racconta il padre Nino, dall'infanzia povera nel quartiere di San Pietro a Patierno nella periferia di Napoli allo straordinario successo musicale. Mentre Toni segue Nino durante i preparativi di un concerto, restituisce con la macchina da presa un ritratto intimo del genitore che intreccia vita privata e scena artistica. Il ritratto di un interprete amatissimo a Napoli e nel mondo, e insieme di un uomo che si confronta con il passare del tempo, con le proprie radici, con i propri legami familiari e con ciò che resta del cammino fatto.
In una sorta di personale ricerca del tempo perduto, Toni e il padre dialogano ripercorrendo l'incredibile storia di Nino.
Il documentario procede alternando i dialoghi tra i due con materiale d'archivio, dalle esibizioni a vecchie interviste o anche ospitate televisive, ripercorrendo la storia dello "scugnizzo" che ce l'ha fatta grazie al talento, all'ostinazione, a qualche incontro fortunato e a quell'intuizione tutta napoletana che ad esempio gli fa trasformare "Let it Be" dei Beatles nella cover "Gesù Cri". Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Due attori straordinari per una storia dalla consistente tenuta narrativa. Su una figura femminile che merita di essere incontrata. Drammatico, Spagna, Italia2024. Durata 112 Minuti.
La storia vera della prima donna spagnola ad aver denunciato un uomo politico per molestie sessuali sul lavoro. Espandi ▽
1999. Nevenka Fernandéz, laureata in Economia, accetta di tornare al paese di origine in seguito all'offerta di entrare in lista per il Consiglio Comunale della cittadina di Ponferrada. Il sindaco, Ismael Álvarez, pur avendo una fama di donnaiolo, si presenta come affidabile anche perché conosce la sua famiglia. Ben presto però manifesta un'attenzione particolare nei suoi confronti alla quale inizialmente Nevenka corrisponde, ritraendosene non appena comprende di trovarsi in grande disagio.
Iciar Bollain prosegue il suo percorso di messa in rilievo di figure femminili che meritano di essere incontrate sullo schermo anche da chi non ha conosciuto la loro storia. Grazie a due attori straordinari e a una regia che sa come trasmettere la tensione nessuno che abbia ancora un minimo di coscienza etica e civile può riuscire a sottrarsi a una voglia di ribellione nei confronti di quanto sta accadendo sullo schermo.
Film dalla consistente tenuta narrativa Il mio nome è Nevenka ci ricorda ancora una volta che il facile e superficiale giudizio (non solo maschile) di fronte a questi casi necessita ogni volta di azzeramento. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il film prende il titolo dal termine VAS (Visual Analogue Scale), un parametro visivo usato in medicina affinché i pazienti possano indicare l'entità del dolore che provano. Espandi ▽
Camilla, venticinquenne, si è trasferita a Milano da circa un anno e progressivamente si è sempre più chiusa in casa affidando ai social i suoi contatti con il mondo. Ha iniziato anche a scrivere un romanzo a puntate, a mezza via tra eros e sentimento, su una app per nuovi scrittori. Ha un amico, Adriano, che vorrebbe stanarla ma senza esito. Un giorno incontra casualmente Matteo on line. Lui è un autore di fumetti che vive a Napoli, a sua volta totalmente restio ad uscire di casa e legato soltanto a contatti in rete. I due iniziano un gioco a distanza che potrebbe diventare pericoloso.
Camilla e Matteo (interpretati con grande aderenza da Demetra Bellina e Eduardo Scarpetta) sono due hikikomori che avvertono la solitudine e pensano di superarla con i 'non contatti' che in rete garantiscono dialogo e, al contempo, protezione dalla presenza fisica dell'altro. Ma la psiche e il corpo pretendono comunque la loro parte, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Gianmaria Fiorillo, alla sua opera prima, si dimostra un regista consapevole dei propri mezzi in grado di controllare una materia non facile grazie anche ad un'ottima scelta di casting. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.
Il viaggio dalla Francia alla Svizzera di una famiglia disfunzionale ma umanissima, tra la forza dei sentimenti e la necessità di accettare la morte. Drammatico, Francia2025. Durata 97 Minuti.
Un viaggio inaspettato riunisce una famiglia disfunzionale per un ultimo viaggio con l'anziano, dando vita a momenti di connessione, gioia e riconciliazione Espandi ▽
.Marie, 80 anni, e` sfinita dalla sua malattia. Ha un piano: andare in Svizzera per porre fine alla sua vita. Ma quando deve dirlo a Bruno, suo figlio irresponsabile, e ad Anna, sua nipote in crisi adolescenziale, va nel panico e inventa una bugia enorme. Accampando la scusa di una misteriosa eredita` da riscattare in una banca svizzera, propone loro di fare un viaggio tutti insieme. Complice involontario di questa farsa e` Rudy, un assistente sanitario conosciuto solo il giorno prima, che si mettera` al volante del vecchio camper di famiglia e condurra` questa famiglia in un viaggio inaspettato. Recensione ❯
La tua recensione è stata registrata. Convalida adesso la tua preferenza.
Ti abbiamo appena inviato un messaggio al tuo indirizzo di posta elettronica. Accedi alla tua posta e fai click sul link per convalidare il tuo commento.
La tua preferenza è stata registrata. Grazie.