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In un'azione di pulizia etnica Diritti trova l'occasione per delineare con rigore un personaggio seducente e complesso. Drammatico, Italia, Germania2023. Durata 175 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia è incentrata su Lubo, un nomade costretto a trovare un nuovo senso di giustizia dopo che lo stato svizzero gli ha portato via i suoi bambini. Espandi ▽
Lubo Moser è un nomade del popolo Jenisch. Nella Confederazione Elvetica del 1939 gira di luogo in luogo esibendosi nelle piazze insieme alla moglie Mirana e ai loro bambini. Fino a quando la Seconda Guerra mondiale incombente fa sì che il governo dichiari la mobilitazione degli uomini per la difesa delle frontiere. Lubo, mentre è in servizio, viene a sapere che i figli sono stati prelevati e portati in un istituto mentre la moglie, nel tentativo di proteggerli, ha trovato la morte. Da quel momento il senso della vita per lui consiste nel conseguire un duplice obiettivo: ritrovarli e vendicarsi.
Diritti trova in un'azione di pulizia etnica, che si stenterebbe a credere che sia accaduta in Svizzera, l'occasione per delineare il personaggio più complesso della sua filmografia.
Franz Rogowski dà corpo, voce e inflessioni a un personaggio che la camera scruta seguendone e assecondandone l'azione. Diritti ci racconta un seduttore suo malgrado che, al contempo, non smette mai la ricerca dei propri figli anche se gli anni scorrono. Su tre di queste relazioni si sofferma e, in particolare, su quella di una cameriera d'albergo di origine italiana in cui Lubo vede qualcosa di più di un corpo che possa tenere viva la sua vendetta. Recensione ❯
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Winocour prova a mettere ordine nel ritratto collettivo di una tragedia che continua a scioccarci. Drammatico, Francia2022. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una donna rimane vittima di un attacco terroristico all'interno di un club. Dovrà fare i conti con il trauma per riabbracciare Parigi e se stessa. Espandi ▽
Traduttrice dal russo, Mia vive a Parigi con il fidanzato medico Vincent. La sera del 13 novembre 2015, Mia decide di fermarsi in un locale del centro: sarà una delle centinaia di persone ferite ma sopravvissute agli attentati terroristici di quella sera. Per reazione allo shock, nei mesi successivi l'attentato Mia dimentica tutto e nel tentativo di recuperare i ricordi di quella sera e di ridare un senso alla sua vita comincia a ricostruire ciò che ha vissuto, cercando in particolare la persona con la quale ha passato quei tragici momenti. Per Mia sarà l'inizio di un cammino doloroso.
La regista Alice Winocour ha vissuto l'orrore degli attentati di Parigi attraverso l'esperienza del fratello, anche lui miracolosamente scampato alla morte: da lì parte per raccontare l'indagine personale di una donna che ha perso tutto.
La cineasta prova dunque a mettere ordine nel caos interiore di una donna, misurando con fin troppo calcolo e controllo la sceneggiatura del suo film. Il film inserisce delle fratture, delle aperture improvvise, in cui le storie di altri sopravvissuti vanno a costruire il ritratto collettivo (purtroppo mancato) di una tragedia che continua a scioccarci e a riguardarci da vicino. Recensione ❯
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Un film ambientato in un universo immaginario ma dedicato a un soldato ungherese realmente esistito che si chiamava Peter Pan. Espandi ▽
1918, Altopiano di Asiago, pochi giorni prima della fine della Grande Guerra. Il giovane soldato austro-ungarico Peter Pan oltrepassa le linee nemiche. Solo, spaventato, in fuga, durante il suo percorso non incontra nessuno tranne una pattuglia di soldati italiani di cui fa parte il Capitano Don Chisciotte che però lo nota a malapena. Il paesaggio del territorio straniero gli fa tornare in mente alcuni nitidi ricordi d'infanzia dove ci sono la madre e il suo amico Maty morto in guerra. Sono i rari momenti di serenità. Poi Peter riprende il cammino. Il desiderio è quello di ritrovare un'isola in mezzo al mare che non esiste nel mondo reale.
Ci sono gli echi del cinema di Ermanno Olmi ma anche le tracce del documentarismo familiare di Alina Marazzi (di cui Pedote è produttore) nei ricordi d'infanzia che sono tra i momenti più coinvolgenti del film per il modo in cui dà forma al diario privato del protagonista.
Una lunga soggettiva, un viaggio prima della fine dove davanti agli occhi del protagonista, interpretato da Ondina Quadri, compaiono immagini del passato, visioni di un mondo incontaminato con echi che richiamano il cinema di Malick, in particolare The Tree of Life, proprio nello scarto tra il dramma che sta vivendo il soldato e la sua percezione individuale. Recensione ❯
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Un capolavoro leggero, ironico, illogico. Un film imperdibile che è la summa del cinema dei fratelli Coen. Commedia, USA, Gran Bretagna1997. Durata 117 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Drugo Lebowski (Bridges) è un originale che vivacchia senza impegnarsi, dormendo, fumando - moderatamente - marijuana, giocando a bowling coi suoi fidati amici (Goodman e Buscemi). Espandi ▽
Los Angeles Anni Novanta. Jeffrey Lebowski passa la giornata tra una partita di bowling con gli amici Donny e Walter, una visita al supermercato in accappatoio e uno spinello. Un giorno però due brutti ceffi gli orinano sull'unico tappeto del suo appartamento scambiandolo per un ricco omonimo. Lebowski va a cercarlo con l'unico scopo di farsi rimborsare la perdita e finisce invischiato come corriere di un ingente somma di denaro che il magnate,costretto su una sedia a rotelle, deve pagare per riavere la giovane ninfetta che esibisce come trofeo coniugale. Se si vuole assistere a una summa del cinema dei Coen non si può perdere Il grande Lebowski. Quando si dice 'cinema dei Coen' si intende Cinema tout court. Perché solo loro possono condensare in meno di due ore citazioni, riferimenti a generi, surrealismo e analisi della realtà senza un briciolo di quella supponenza cinefila che spesso caratterizza le opere di chi vuole dimostrarci di 'sapere tutto' sulla Settima arte. Le vicende in cui Dude viene coinvolto rotolano via con la leggerezza che è propria di chi sa scrivere e poi controllare e rendere visivamente caleidoscopica una sceneggiatura cinematografica. Recensione ❯
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Un film che entra a fondo nelle parole di Gaber e ci ricorda che ogni sua canzone trasformava la libertà in partecipazione. Documentario, Italia2023. Durata 135 Minuti.
Un percorso lungo la vita e la carriera di Giorgio Gaber. Espandi ▽
Chi è stato Giorgio Gaber, per la musica italiana ma soprattutto per noi, che magari “non ci sentiamo italiani, ma per fortuna o purtroppo lo siamo”? È forse da questa domanda che è partito Riccardo Milani per raccontare uno dei cantautori più originali del nostro Paese, ma anche un teatrante, un filosofo, un pensatore politico e un “operatore culturale” nel senso più alto e nobile del termine. Gaber era “un intellettuale promiscuo”, come lo descrive Serra, “raffinato e popolare, di popolo e di élite”. Perché Gaber è stato immerso nel suo tempo sapendo sempre prevederne uno futuro. Milani entra a fondo nell’utilizzo che faceva Gaber della parola, fondamentale quando “dentro c’è la nostra vita”, e del suo “corpo scenico” che in teatro “sembrava posseduto”, rendeva “la parola visibile” e si trasformava in “melodia cinetica”. Io, noi e Gaber ricorda che ogni sua canzone aveva “uno spazio di incidenza”, cioè una volontà di intervenire sul reale trasformando la sua libertà in partecipazione. Recensione ❯
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Un panorama su Napoli, partendo dal Rione Sanità: un doc ampio, ricco e capace di andare oltre gli stereotipi. Documentario, Italia2023. Durata 107 Minuti.
Un giro tra i vicoli di Napoli tra opere d'arte, musica e teatro. Espandi ▽
Innamorati dell'Italia, non solo della Toscana, ma anche di Napoli: Sting e la moglie Trudie Styler, attrice, produttrice e regista che ha realizzato proprio a Napoli il suo terzo lungometraggio. Girato tra i vicoli popolari e i quartieri borghesi, con Dante Spinotti alla fotografia, il film attraversa le anime della città, dal cibo al Vesuvio, dalle opere d'arte al teatro dell'arte messo sempre in scena nella vita quotidiana, facendo risaltare i contrasti che la rendono una città unica, fatta di "luce e oscurità, vita e morte". Al centro naturalmente la musica. Tra i collaboratori, il rapper Clementino e lo street artist Jorit. Recensione ❯
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La Callas al massimo del suo splendore, consegnata all'immortalità con questo un restauro che annulla il tempo. Documentario, Francia2023. Durata 90 Minuti.
A cento anni dalla nascita di Maria Callas, il film trasporterà il pubblico nel cuore di un evento straordinario, proponendo immagini meticolosamente restaurate in 4K HD e completamente rielaborate a colori da Composite Films. Espandi ▽
Tom Volf, a cento anni dalla nascita di Maria Callas, riporta al presente, con un eccezionale lavoro di restauro, un momento leggendario della lirica del Novecento: il suo esordio all’Opéra di Parigi, il 19 dicembre del 1958. Non occorre essere esperti o appassionati d’opera per venire investiti dalla sensazione di assistere a qualcosa di misterico, come se la Callas fosse lo strumento attraverso il quale passa un suono che proviene da un misterioso altrove. Ma al di là della varietà degli stili, dell’interpretazione personale, dell’agilità del canto, del talento come soprano lirico e soprano drammatico, le riprese del concerto di Parigi, quasi tutte a mezza figura, e dunque ravvicinate, ci restituiscono un’eccezionalità di atteggiamento. La Callas non si sbraccia, non si spoglia, non guarda in alto, non esibisce se stessa. Il risultato è di un’eleganza tale che la stacca dallo sfondo del coro d’altri tempi, agghindato in maniera punitiva, ma anche dalle logiche narcisiste dell’oggi, e le consegna l’immortalità. Recensione ❯
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Una salutare lezione di vita e di naturalezza. E una risposta a colpi di minimalismo alle inutili grandeur del mondo rock. Documentario, Italia2023. Durata 52 Minuti.
Il film segue la rock band Verdena nella loro vita privata e nella preparazione del tour di Volevo Magia, disco che segna il loro rientro sulle scene dopo sette anni di silenzio. Espandi ▽
Prima del tour 2022 di Volevo Magia, che segna il ritorno sul palco dopo sette anni, assistiamo a uno stralcio di vita privata dei Verdena, tra tradizioni famigliari, genitorialità e riflessioni su passato e presente.
Su un punto sia i fan che i detrattori dei Verdena non possono che trovarsi d'accordo: per il trio rock non è mai stato concepibile assumere un atteggiamento impostato, nemmeno con il sopravvento dei social. I Verdena sono rimasti quelli di sempre, nel bene e nel male: spigolosi, taciturni, pragmatici, disinteressati a tutto ciò che non sia suonare o comporre musica. Chiunque abbia intervistato i fratelli Ferrari si è scontrato con la loro ritrosia a concedere interviste e a parlare di sé. E il breve film di Francesco Fei spiega tutto senza ricorrere a molte parole, immortalando la band nella sua quotidianità.
Che siate fan o che non lo siate, i 50 minuti di X sempre assenti possono assomigliare molto a una salutare lezione di vita e di naturalezza, in tempi che virano in direzione opposta. Recensione ❯
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Un film dal fascino retrò dei b-movie anni '50. Divertente, intelligente con la voglia di approfondire senza senza nessuna spocchia. Drammatico, Italia2023. Durata 95 Minuti.
Nel quartiere "Tiburtino III", nella periferia di Roma, cade dal cielo un piccolo asteroide. Nei giorni successivi, quasi tutti gli abitanti del quartiere iniziano a comportarsi in modo inspiegabilmente strano. Espandi ▽
Tiburtino III, periferia di Roma. Una sera un meteorite arriva nel quartiere dal cielo e viene raccolto da Leonardo de Sanctis che lo porta a casa. Di notte però avviene qualcosa di strano: un verme esce dal meteorite ed entra nella narice di Leonardo. L’uomo diventa il leader di altri abitanti, anche loro invasati, e con loro decide di alzare le barricate e non far entrare più nessuno nel quartiere. La guerra del Tiburtino III ha il fascino retrò di un B-movie anni ’50 ma è anche un film coloratissimo: riesce a creare l’equilibrio giusto tra commedia e fantasy grazie a una cinefilia mai esasperata ma che diventa occasione per adeguarla a una storia che, come nel primo film della regista, parla di intolleranza, razzismo e degrado. Un cinema che ha voglia di giocare, raccontare, approfondire senza nessuna spocchia. Recensione ❯
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Un omaggio a Marcel Proust ed un particolare tributo a Luchino Visconti e al cinema italiano degli anni '70. Espandi ▽
Italia, 1974. Ariane, bella donna dell'aristocrazia francese e Pietro, uno sceneggiatore italiano di B movie, provengono da storie molto diverse ma li accomuna il fatto di trovarsi ad un punto di stallo della loro vita.
Molti dei loro sogni non si sono realizzati...
...si presenta loro l'occasione per riscattarsi: scrivere una sceneggiatura tratta dal romanzo "À la Recherche du Temps Perdu" di Marcel Proust da sottoporre a Luchino Visconti. Potrebbe essere la svolta definitiva. Il lavoro di scrittura insieme diventa uno scontro di caratteri, di cultura, di solitudini; sullo sfondo un'Italia dilaniata da profondi cambiamenti e conflitti sociali che non possono non avere ricadute sulla vita dei singoli. Recensione ❯
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L'irresistibile ritorno di Michel Gondry che dentro ad una commedia esilarante mette tutta la sua infanzia, intelligenza e depressione. Commedia, Francia2023. Durata 102 Minuti.
Un regista si rifugia nella casa di una vecchia zia per portare a termine un grande progetto. Espandi ▽
Dopo un silenzio di otto anni, Michel Gondry ritorna con un film ‘confidenziale’, un delirio autocentrato che fa il punto sugli anni di inattività. A immagine del suo personaggio, un autore in piena crisi esistenziale e creativa, si è rifugiato anni prima da sua zia, nella stessa casa ‘abitata’ dal suo film. Si è rinchiuso e isolato proprio come lui per concludere The Book of Solutions e prendere altrettante decisioni irrazionali. Con The Book of Solutions, Gondry ritorna alla commedia e fa centro. Il dolore stempera nelle immagini costantemente esilaranti, disegnando il profilo di un uomo e di un autore sopraffatto dalla vita e dal suo stesso progetto. Michel Gondry si spinge lontano con l’autoironia, offrendo al suo alter ego fittizio un incredibile terreno di gioco. Un playground che rivela una vocazione comica evidente e completamente sbrigliata. Vedere per credere. Recensione ❯
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Un'epopea romantica che mescola pathos e humor come atto di resistenza. Drammatico, Francia, Italia, Libano2022. Durata 83 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Due innamorati in difficoltà decidono di rischiare tutto e lasciare insieme Beirut. Espandi ▽
Beirut, i percorsi di due outsider si intrecciano in un amore reso difficile dalla città e dalle condizioni di vita. Ahmed è un rifugiato che viene dalla Siria, pieno di metallo in corpo e che cerca di sopravvivere come può rivendendo materiali di recupero. Mehdia è una ragazza etiope che lavora come badante presso una famiglia che la tratta da schiava. I due si incontrano in rapidi attimi rubati, si danno conforto e progettano una fuga insieme. Recensione ❯
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De Angelis rivendica con ambizione e coraggio il soccorso come valore fondante dell'identità italiana. Drammatico, Italia2023. Durata 120 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di Salvatore Todaro, comandante di sommergibili della Regia Marina che durante la Seconda Guerra Mondiale contravvenne agli ordini del suo comando per portare in salvo i 26 uomini che avevano provato ad affondarlo. Espandi ▽
1940, Seconda Guerra Mondiale. Salvatore Todaro è un comandante della Marina Militare con un destino inscritto nel nome, a capo del sommergibile Cappellini nonostante un incidente gli abbia provocato forti dolori alla schiena che lo autorizzerebbero ad accettare la pensione di invalidità (come la moglie Rina, stanca di saperlo lontano e in pericolo, vorrebbe che facesse). Ma il comandante Todaro non sa stare lontano dai flutti. Durante la sua ennesima missione avvista una nave belga che, malgrado il Belgio sia formalmente neutrale, attacca il sommergibile italiano. Il comandante e la sua squadra rispondono al fuoco e affondano la nave. Ma Todaro decide di mettere in salvo i naufraghi, agganciandoli al suo sommergibile per trascinarli verso il porto neutrale e sicuro di Santa Maria delle Azzorre, e accettando il rischio di navigare in emersione fino a destinazione: perché la legge del mare per lui conta di più della legge della guerra. Recensione ❯
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Fincher filma un thriller teso e geometrico. E con una geniale messa in scena nasconde una grande riflessione sulla contemporaneità. Azione, Avventura - USA2023. Durata 113 Minuti.
Un noir brutale, elegante e sanguinario che segue un assassino professionista in un mondo che ha perso la bussola morale. Espandi ▽
In cinque capitoli e altrettanti luoghi (Parigi, Santo Domingo, New Orleans, New York, Chicago), più un epilogo ancora nella Repubblica Dominicana, Fincher costruisce un revenge movie dalla precisione geometrica. E dietro la produzione Netflix si nasconde una riflessione sulla società contemporanea. The Killer è un thriller, ovviamente, facile da vedere e digerire per qualsiasi spettatore da piattaforma, con una tensione costante e almeno un momento in cui lo stile controllato si frantuma in una devastante lotta corpo a corpo; ma nell’andamento “a ritroso” della trama diventa poco alla volta una geniale messa in scena dei processi di produzione della società contemporanea, nel corpo vivo del capitalismo. Implacabile e senza emozioni («I don’t give a fuck», è il suo motto), il killer anonimo vendica l’estrema e asfissiante visibilità del mondo, la sua costante tracciabilità (come tutti anche lui usa Amazon, carte di credito e puntatori digitali), ripercorrendo il tragitto inviolabile della committenza e muovendosi con precisione tecnologica, intrappolato in un processo continuo di clienti ed esecutori a cui non è possibile mettere fine. Recensione ❯
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Un esordio autoriale e divulgativo che è pura emanazione dei codici etici ed estetici della sua autrice. Drammatico, Italia2023. Durata 118 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Paola Cortellesi fa il suo esordio alla regia con un originale dramedy in bianco e nero ambientato nel Secondo Dopoguerra. Espandi ▽
Delia è “una brava donna di casa” nella Roma del dopoguerra: tiene il suo sottoscala pulito, prepara i pasti al marito Ivano e ai tre figli, accudisce il suocero scorbutico e guadagna qualche soldo rammendando biancheria, riparando ombrelli e facendo iniezioni a domicilio. Secondo il suocero però “ha il difetto che risponde”, in un’epoca in cui alle donne toccava tenere la bocca ben chiusa. E Ivano ritiene sacrosanto riempirla di botte e umiliarla per ogni sua “mancanza”. Per fortuna fuori casa Delia ha qualche alleato. E soprattutto, ha un sogno nel cassetto, sbocciato da una lettera ricevuta a sorpresa. C’è ancora domani è l’esordio alla regia di Paola Cortellesi, ed è una pura emanazione della sua persona. Il tono è divulgativo, pensato per raggiungere il più ampio pubblico possibile, ma questo non va a scapito della sua vocazione autoriale. L’aspetto più sorprendente del film è che, di fatto, è un horror, ma raccontato attraverso il filtro gentile della sensibilità di Paola Cortellesi, nel suo stile riconoscibilmente “leggero” che riassume ciò che abbiamo finora appreso di lei: la capacità di parlare di cose serissime rendendole appetibili, il rispetto della propria e altrui dignità. Recensione ❯
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