Titolo originale | Evil Does Not Exist |
Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Giappone |
Durata | 106 minuti |
Al cinema | 19 sale cinematografiche |
Regia di | Ryûsuke Hamaguchi |
Attori | Hitoshi Omika, Ryo Nishikawa, Ryûji Kosaka, Ayaka Shibutani, Hiroyuki Miura Taijirô Tamura. |
Uscita | mercoledì 6 dicembre 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Tucker Film, Teodora Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,50 su 20 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 30 novembre 2023
Takumi e sua figlia Hana vivono nel villaggio di Mizubiki, vicino a Tokyo. Come le generazioni che li hanno preceduti, conducono una vita modesta secondo i cicli e l'ordine della natura. In Italia al Box Office Il male non esiste ha incassato 4,2 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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In una località boschiva non lontana da Tokyo, il tuttofare Takumi e sua figlia Hana, di otto anni, vivono in armonia con la natura e con i pochi abitanti del luogo. Una grande impresa dello spettacolo decide però di aprire un glamping, ovvero un camping con il glamour di un resort, proprio sulla strada che i cervi percorrono per abbeverarsi, minacciando oltretutto la pulizia dell'acqua di sorgente, della quale gli abitanti tutti, umani e animali, fanno un uso vitale. La comunità si preoccupa e domanda spiegazioni, così due impiegati della grande azienda vengono mandati sul posto per chiedere l'aiuto e l'intercessione di Takumi.
Evil does not exist ha avuto una genesi particolare e di questa particolarità ha mantenuto complessivamente traccia.
Dopo la fortunata collaborazione con Hamaguchi per la colonna sonora di Drive My Car, infatti, la musicista Eriko Ishibashi ha voluto nuovamente il regista giapponese per realizzare l'apparato visivo di una sua performance live, Gift, e dallo sviluppo successivo di questo lavoro è nato il film in oggetto.
Al centro del quadro c'è l'ambiente naturale, la cui complessità è paragonabile soltanto a quella della musica, unico mezzo artistico adatto a dargli voce. E poi c'è il modo in cui gli esseri umani si relazionano con la natura (quel rapporto che chiamiamo "ecologia"): un modo che passa anche dallo sguardo (quello "interno" di Takumi riconosce da lontano il wasabi selvatico), e che può essere più o meno rispettoso, a seconda della conoscenza che l'uomo ha del ritmo e delle leggi della natura.
Una di queste leggi, ricordata dal sindaco della piccola comunità a proposito della possibilità che la fossa settica del glamping possa inquinare l'acqua sorgente, è quella per cui quello che si fa a monte ha inevitabilmente delle conseguenze a valle, con il corollario che chi sta a monte ha l'obbligo morale di comportarsi in maniera responsabile. Un'altra, relativa al mondo animale, insegna che i cervi non attaccano gli uomini (ma li guardano, meravigliosamente immobili) a meno di non essere stati da loro feriti, o a meno che i loro figli non siano stati messi in pericolo.
Bastano forse queste due direttrici per raccontare i temi alla base di questa sinfonia visiva e sonora, e rappresentano i movimenti maggiori della scarna drammaturgia: le scelte che facciamo e che non riguardano mai solo i singoli, perché siamo parte di un (eco)sistema, e la violenza che ci appartiene forse naturalmente, come modalità di relazione. Grandi temi, ma sussurrati in maniera estremamente libera, persino ermetica, in un film che sfugge alla norma e resta aperto all'interpretazione.
In un villaggio non lontano da Tokyo immerso nella natura la vita degli abitanti scorre tranquilla fino alla notizia che un'azienda della capitale ha acquistato un terreno con lo scopo di costruirvi un glamping, un campeggio con servizi di lusso. Due rappresentanti dell'azienda si incontrano con la comunità del villaggio per illustrare il progetto (in realtà per crearsi l'alibi [...] Vai alla recensione »
Il bosco scorre all'indietro, e si allontana, visto dal cruscotto dell'auto, mentre le chiome degli alberi sfiorano la cinepresa inquadrate dal basso. Un mondo che guarda l'essere umano e non è guardato, immerso in una foschia azzurra extra-terrena e nel bianco innocente della neve. Non è forse questa la dimensione spirituale di Ryûsuke Hamaguchi? Il film, vincitore del Leone d'argento all'80ª Mostra [...] Vai alla recensione »
Il male non esiste (Evil Does Not Exist) è tutto fuorché un titolo apodittico, nondimeno il giapponese Ryusuke Hamaguchi confida e conta di fare proseliti in sala. Invero, nel modo più ambiguo possibile, invitandoci ad assistere non senza sbigottimento a uno scontro tra natura e cultura, tradizione e contemporaneità, stato di grazia e ragion di Stato sapientemente coreografato.
Può accadere che dopo aver vinto l'Oscar anche il regista più indie, sedotto dai fasti delle grandi produzioni, deragli non tanto dalla propria militanza autoriale (chi se ne importa se gira dei capolavori), quanto piuttosto realizzi film inutili. È successo a Hirokazu Kore-eda, che, lasciando i suoi tinelli sregolati (ma non disfunzionali) con Un affare di famiglia, è inciampato nell'esangue La verità [...] Vai alla recensione »
L'ultimo film del regista superstar giapponese Ryusuke Hamaguchi è una commovente parabola ecologica piena di false piste narrative. Proprio quando pensi che stia andando in una direzione, fugge altrove, come un cerbiatto in un bosco. In una foresta incontaminata, a poche ore di macchina da Tokyo, la giovane Hana insegue i cervi, mentre suo padre, il taciturno Takumi, taglia la legna e riempie taniche [...] Vai alla recensione »
In un villaggio montano, un «tuttofare» e la figlioletta rispettano le regole della natura, respirano al suo respiro, ne conoscono la lingua, i modi, le forme. L'acqua di sorgente è quel di cui sono fatti. Poi (eccolo!), il neoliberismo: un'ipotesi di glamping ("glamour" + "camping"), una riunione con attori per convincere il paesello ad aprirsi all'experience per chi è in cerca di greenwashing, cose [...] Vai alla recensione »
Il mondo non esiste nel cinema di Ryusuke Hamaguchi, o meglio esiste al di là dello spazio spirituale in cui i suoi personaggi si muovono. La sensazione di essere capitati in un a parte, dove vige una dimensione differente delle azioni e delle relazioni, è una costante dei suoi film. Che si offrono sempre con una quieta tensione interiore: qualcosa che smargina improvviso nella realtà degli eventi, [...] Vai alla recensione »
Prima di tutto, la musica: quella che in Evil Does Not Exist (Aku wa sonzai shinai) di Ryusuke Hamaguchi (Gran premio della giuria all'80ma Mostra del Cinema di Venezia) avvolge, da subito, lo spettatore, al pari (pochi istanti dopo) delle immagini di alberi tra cui ci muoviamo guardandoli dal basso. Le note sono di Eiko Ishibashi, come già in Drive My Car, con cui il regista nipponico vinse a Cannes [...] Vai alla recensione »
Forte dei recenti successi internazionali che l'hanno visto trionfare a Berlino, Cannes e infine agli Oscar, Hamaguchi Ryusuke si cimenta quest'anno al Lido nell'impresa di conquistare l'ambito Leone con Aku wa sonzai shinai - titolo internazionale Evil Does Not Exist -, opera che segna una parziale rottura con la filmografia precedente nel suo essere inaspettatamente rarefatto e votato alla potenza [...] Vai alla recensione »
L'acqua scorre da monte a valle. Sembra una banalità, un qualcosa che anche un bambino delle elementari dovrebbe sapere, per la semplice legge di gravità. Eppure, a questa obiezione degli abitanti del villaggio di campagna, nell'assemblea pubblica cittadina dove viene illustrato loro un pacchiano progetto turistico, i due impacciati funzionari che arrivano da Tokyo, non possono che trincerarsi di fronte [...] Vai alla recensione »
Cosa racconta Evil Does Not Exist, il nuovo film di Hamaguchi Ryusuke che arriva dopo la sorpresa e il successo di Drive My Car? Una storia di brusche virate, comunità e conflitti contemporanei, di improvvisi sussulti metafisici in cui balena il sentimento catastrofico del pianeta oggi. Le prime sequenze ci portano in un luogo del Giappone immerso nella natura, Mizubiki, un villaggio con pochi abitanti [...] Vai alla recensione »
«Il critico deve educare il pubblico, l'artista deve educare il critico». È quanto sosteneva Oscar Wilde a proposito del rapporto che si dovrebbe venire a instaurare tra le tre parti notoriamente chiamate in causa. Ryusuke Hamaguchi pare averlo preso in parola, dato che con i film da lui diretti sino ad oggi, compresi i pluridecorati Il gioco del destino e della fantasia e Drive My Car, è sempre riuscito [...] Vai alla recensione »
Ci risiamo: Ryusuke Hamaguchi firma una bomba che ti esplode delicatamente nel cervello dopo il magistrale Drive My Car (2021). Il male non esiste racconta di un Giappone in cui dei campagnoli vengono messi in crisi da una possibile speculazione edilizia ai danni della loro comunità. Soprattutto uno: l'enigmatico boscaiolo tuttofare Takumi (sublime Hitoshi Omika).
Giornata contradditoria. Hamaguchi mantiene le promesse, Sofia Coppola ahimè anche, Woody Allen nella sua leggerezza fa centro. E intanto siamo a metà strada. In Concorso è passato il giapponese "Evil does not exist", dove in un villaggio tra i boschi, con la vita che scorre placidamente e con i ritmi della natura, arriva la notizia che è stata stanziata la costruzione di un glamping (un campeggio [...] Vai alla recensione »
Il giapponese Ryusuke Hamaguchi si è fatto conoscere a livello internazionale negli ultimi due anni. Lo ha fatto intercettando un pubblico (cinefilo) più ampio del previsto, vincendo inoltre numerosi premi con «Il gioco del destino e della fantasia» (sull'impasto tra caso e immaginazione, fissato in chiave amorosa) e «Drive My Car» (ispirato dai racconti di Haruki Murakami, riletti alla luce di quanto [...] Vai alla recensione »
Ma se il film, seppure ben centrato, resta un po' piatto, non così si può dire dell'altra pellicola ieri in concorso, il poetico e minimalista «Il male non esiste», il «De rerum natura» del giapponese Hamaguchi (premio Oscar per «Drive my car») che stabilisce un'originale e imprevista connessione con l'ambiente girando con grande delicatezza un film anche emotivamente «sostenibile», nel confronto attualissi [...] Vai alla recensione »
Le folte chiome degli alberi viste dal basso, prima all'alba e poi al crepuscolo, aprono e chiudono Aku wa sonzai shinai (titolo internazionale: Evil Does Not Exist, cioè Il male non esiste), splendido apologo teorico con cui Ryusuke Hamaguchi approda in Concorso a Venezia 80 dopo il successo internazionale di Drive my Car. È il dramma di una comunità - un villaggio nei pressi di Tokyo, emblematico [...] Vai alla recensione »
Il cinema di Ryusuke Hamaguchi vive da sempre di polarizzazioni dialettiche: la città e la campagna, il silenzio e la parola, la realtà e la finzione, il destino e il caso, la periferia e i centri urbani, la perdita e il riscatto, la prossimità e la distanza. Spesso e volentieri, mediatore o detonatore di queste contrapposizioni, solo apparentemente inconciliabili, è il movimento.
"Occorre equilibrio", insiste Takumi, con pacata consapevolezza. Del resto nel significato del suo nome è implicita un'inclinazione a far bene le cose, con cura e attenzione. Vivere nella natura significa rispettarne i ritmi e i cicli vitali, ma anche le segrete forze, quelle che possono liberarsi e ribellarsi da un momento all'altro. Ed è ciò che, con fermezza, cercano di ribadire gli abitanti del [...] Vai alla recensione »
Dopo la riflessione sul tempo e sull'arte dell'apprezzato Drive My Car, il cinema di Ryûsuke Hamaguchi cambia parzialmente temi e ambientazioni, spostandosi nei territori rurali di un villaggio poco fuori Tokyo, e caricandosi di suggestioni ambientaliste. Era un film particolarmente atteso, Evil Does Not Exist, nel cartellone di questa 80a edizione della Mostra del Cinema di Venezia; ciò sia per la [...] Vai alla recensione »