Titolo originale | Evil Does Not Exist |
Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Giappone |
Durata | 106 minuti |
Al cinema | 1 sala cinematografica |
Regia di | Ryûsuke Hamaguchi |
Attori | Hitoshi Omika, Ryo Nishikawa, Ryûji Kosaka, Ayaka Shibutani, Hiroyuki Miura Taijirô Tamura. |
Uscita | mercoledì 6 dicembre 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Tucker Film, Teodora Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,33 su 35 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 30 novembre 2023
Takumi e sua figlia Hana vivono nel villaggio di Mizubiki, vicino a Tokyo. Come le generazioni che li hanno preceduti, conducono una vita modesta secondo i cicli e l'ordine della natura. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office Il male non esiste ha incassato 214 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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In una località boschiva non lontana da Tokyo, il tuttofare Takumi e sua figlia Hana, di otto anni, vivono in armonia con la natura e con i pochi abitanti del luogo. Una grande impresa dello spettacolo decide però di aprire un glamping, ovvero un camping con il glamour di un resort, proprio sulla strada che i cervi percorrono per abbeverarsi, minacciando oltretutto la pulizia dell'acqua di sorgente, della quale gli abitanti tutti, umani e animali, fanno un uso vitale. La comunità si preoccupa e domanda spiegazioni, così due impiegati della grande azienda vengono mandati sul posto per chiedere l'aiuto e l'intercessione di Takumi.
Evil does not exist ha avuto una genesi particolare e di questa particolarità ha mantenuto complessivamente traccia.
Dopo la fortunata collaborazione con Hamaguchi per la colonna sonora di Drive My Car, infatti, la musicista Eriko Ishibashi ha voluto nuovamente il regista giapponese per realizzare l'apparato visivo di una sua performance live, Gift, e dallo sviluppo successivo di questo lavoro è nato il film in oggetto.
Al centro del quadro c'è l'ambiente naturale, la cui complessità è paragonabile soltanto a quella della musica, unico mezzo artistico adatto a dargli voce. E poi c'è il modo in cui gli esseri umani si relazionano con la natura (quel rapporto che chiamiamo "ecologia"): un modo che passa anche dallo sguardo (quello "interno" di Takumi riconosce da lontano il wasabi selvatico), e che può essere più o meno rispettoso, a seconda della conoscenza che l'uomo ha del ritmo e delle leggi della natura.
Una di queste leggi, ricordata dal sindaco della piccola comunità a proposito della possibilità che la fossa settica del glamping possa inquinare l'acqua sorgente, è quella per cui quello che si fa a monte ha inevitabilmente delle conseguenze a valle, con il corollario che chi sta a monte ha l'obbligo morale di comportarsi in maniera responsabile. Un'altra, relativa al mondo animale, insegna che i cervi non attaccano gli uomini (ma li guardano, meravigliosamente immobili) a meno di non essere stati da loro feriti, o a meno che i loro figli non siano stati messi in pericolo.
Bastano forse queste due direttrici per raccontare i temi alla base di questa sinfonia visiva e sonora, e rappresentano i movimenti maggiori della scarna drammaturgia: le scelte che facciamo e che non riguardano mai solo i singoli, perché siamo parte di un (eco)sistema, e la violenza che ci appartiene forse naturalmente, come modalità di relazione. Grandi temi, ma sussurrati in maniera estremamente libera, persino ermetica, in un film che sfugge alla norma e resta aperto all'interpretazione.
IL MALE NON ESISTE disponibile in DVD o BluRay |
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In un villaggio non lontano da Tokyo immerso nella natura la vita degli abitanti scorre tranquilla fino alla notizia che un'azienda della capitale ha acquistato un terreno con lo scopo di costruirvi un glamping, un campeggio con servizi di lusso. Due rappresentanti dell'azienda si incontrano con la comunità del villaggio per illustrare il progetto (in realtà per crearsi l'alibi [...] Vai alla recensione »
Guardando il film è come fossi stato lì nel bosco con loro interpreti. Una delicatezza e una poesia unica con le musiche dolcissime.
Ovvero come contribuire a tenere desto il grande problema del'ambiente con una storia molto lineare, garbata, immediata che sarebbe passata senza lasciare traccia significativa ? Con un colpo di genio narrativo proponendo un finale enigmatico, spiazzante che obbliga alla riflessione che perdura ben oltre l'uscita dalla sala alla ricerca di una spiegazione [...] Vai alla recensione »
Film poetico, arricchito dalle meravigliose musiche di Eiko Ishibashi. Ritmi lenti, la vita in un paese di montagna scandita da gesti lenti, inseriti nella Natura. Un padre e una figlia, una famiglia fuggita da Tokio per cucinare piatti semplici utilizzando erbe selvatiche e l'acqua direttamente presa dal ruscello con le taniche.
La lunghissima sequenza iniziale, una infinita panoramica degli alberi visti dal basso, mette subito in chiaro che si tratta di un cinema da approciare con parametri altri, rispetto ai soliti. Tempi dilatati, inquadrature statiche (e qualche piano sequenza), cinepresa a mano, silenzi : cinema poco suadente, o meglio, che ammalia seguendo percorsi diversi.
Drive my car mi era piaciuto, per cui sono venuto volentieri a vedere Il male non esiste. Il film inizia con una lunga inquadratura delle cime degli alberi, viste dal basso, che mi ha infastidito. Seguono altre scene che mi hanno fatto sprofondare in una sorta di dormiveglia. Poi il film parte. Dialoghi stringatamente giapponesi, essenziali, concisi ma gradevoli; la storia procede piacevole un pò [...] Vai alla recensione »
Un groviglio di rami ci invita e ci accoglie, dal basso scrutiamo una natura che è testimone del nostro dimenarci inquieto, sotto le sue immobili fronde, attenta a mantenere il suo equilibrio. Gli stessi rami che fanno capolino nelle opere precedenti e che sono ripresi, riflessi nell'acqua, nel trailer che ha realizzato in occasione della 60° edizione della Viennale, un'immagine che si accompagna [...] Vai alla recensione »
Per Hamaguchi - che quardi a Rivette o Cassavetes, Naruse o Rohmer - la questione è sempre il riflesso, il modo in cui l'uomo si traduce (o si tradisce?) nelle immagini, nelle parole. nell'espressione: dopo la fotografia (The Depths), il racconto orale (Storytellers). la danza (Touching The Skin Of Eeriness), il teatro (Intimacies e. naturalmente, Drive My Car), si giunge al grado zero, il rapporto [...] Vai alla recensione »
Glamping: camping glamour. Con il resort e tutte le comodità. Vogliono costruirne uno in un villaggio fra i boschi vicino Tokyo. Bisogna convincere i residenti. «Lo sviluppo del turismo porterà soldi anche nelle vostre tasche». Sì, ma la fossa settica progettata rischia di inquinare le acque. E i costruttori non hanno neanche tenuto conto dei cervi.
Hamaguchi si è fatto conoscere a livello internazionale con due film che hanno intercettato un ampio pubblico cinefilo, vincendo numerosi premi: «Il gioco del destino e della fantasia» e «Drive My Car» (dai racconti di Murakami, riletti alla luce di quanto Cechov scrisse sul «persistere del dolore umano e sulla sua necessaria consolazione»). Con «Il male non esiste» - stesso titolo di una magnifica [...] Vai alla recensione »
E 'il regista giapponese che con "Drive my Car" ha conquistato il cuore degli spettatori, vincendo un Golden Globe per il miglior film in lingua straniera. Pure gli italiani sempre piuttosto restii a uscite dalle mura di Roma (senza nulla togliere, ma proprio nulla - il film di Paola Cortellesi è fatto con molta bravura - l'aria di casa e dei film di una volta ha fortemente contribuito al successo [...] Vai alla recensione »
In un villaggio nei pressi di Tokyo, i pacifici abitanti, abituati a condurre un'esistenza minimalista respirando a pieni polmoni ciò che la natura dona loro, verranno scossi dalla decisione di una società esterna di realizzare un glamping (parola "macedonia" nata dalla fusione tra camping e glamour). Takumi, il tuttofare del paese, risentirà particolarmente di questa situazione e le sue certezze di [...] Vai alla recensione »
In un villaggio rurale e montano di Mizubiki, vicino a Tokyo, per ricevere sovvenzioni del governo concesse allo scopo di arginare la crisi economica scatenata dalla pandemia, un'azienda senza scrupoli vuole costruire un "glamping", ovvero un campeggio di lusso, rischiando di spezzare il fragile equilibrio ecologico del luogo, dove il tempo è ancora fondato sui cicli naturali.
Hamaguchi (Oscar per Drive my car), ecologico ad ammonizione morale, alternativa zen al cinema di denuncia Usa con superstar. Nell'equilibrio di una comunità rurale piomba un progetto di glamping (camping resort glamour). Si oppone la ragione di una natura vitale interiorizzata dagli uomini, per primi il factotum Takumi e sua figlia, introdotti da una magistrale sequenza di incipit.
Avviso agli storici del dopo-catastrofe. Sara un caso. sarà un segno dei tempi. ma i tre film forse piu belli del 2023. "As Bestas di Rodrigo Sorogoyen. "Il cielo brucia" di Christian Petzold e ora Il male non esiste. hanno in comune una specie di scena primaria. C'è sempre una foresta selvaggia. ci sono animali in pericolo e umani alle prese con pericoli provocati da loro stessi.
«In questo film ho avuto l'opportunità meravigliosa di lavorare di nuovo con l'autrice delle musiche di Drive My Car, Ishibashi Eiko. Il progetto del film è nato, infatti, quando Eiko mi ha chiesto di creare delle immagini per la sua performance dal vivo e Il male non esiste è stato concepito inizialmente con questo scopo. Durante la lavorazione, però, mi sentivo sempre più coinvolto e il progetto [...] Vai alla recensione »
Hamaguchi come Spinoza: se tutto è natura, il male non esiste. O forse il male comincia quando l'uomo diventa una minaccia per la natura. Nell'atmosfera incantata delle musiche di Eiko lshibashi prende forma un'opera ipnotica e affascinante, inquietante e suggestiva, dal finale spiazzante. Nella campagna vicino Tokyo, una sorgente dove i cervi vanno a bere sarà inquinata dalla crea-zione di un divertimentif [...] Vai alla recensione »
Il male non esiste, recita il titolo. Ma forse sì, risponderà il pubblico dopo aver visto i soliti mezzucci del genere poco umano con i suoi simili e gli animali. In Giappone il solito spregiudicato tycoon decide di tentare la sorte con un glamping, orrendo neologismo per definire un campeggio lussuoso. Dopo scontati screzi tra abitanti e imprenditore, una bambina scompare.
In un villaggio nei pressi di Tokyo si vive ancora secondo i ritmi della ci- viltà rurale, tagliando la legna, attingendo acqua alla sorgente, raccogliendo wasabi selvatico. Finché la metropoli non arriva a turbarne gli equilibri antichi con un progetto di "glamping": evasione nella natura per cittadini frustrati dalla routine. Una specie di parco di divertimenti che, però, comprometterebbe l'equilibrio [...] Vai alla recensione »
La ecoparabola enigmatica e mistica di Ryusuke Hamaguchi sfugge alle facili spiegazioni, ma forse anche a quelle difficili. È un dramma complesso, realistico che tende al limite dell'inspiegabile. Anche il titolo sembra indicare che in ogni nostro giudizio si celano infinite sfumature. A prima vista sembrerebbe un classico film di denuncia del capitalismo che saccheggia l'ambiente: Takumi vive con [...] Vai alla recensione »
Ha un fascino, visivo e narrativo, complesso e ambiguo, e un finale in qualche modo aperto, come piace a molti sperimentatori del cinema, almeno da Rashomon e dalla Nouvelle Vague in poi, Il male non esiste, nuovo film del quasi 45enne Ryusuke Hamaguchi, rivelazione 2022 grazie all'Oscar vinto (più altre tre nomination e il Bafta inglese) con Drive my car, ma forse ancor più interessante, a mio personale [...] Vai alla recensione »
Il bosco scorre all'indietro, e si allontana, visto dal cruscotto dell'auto, mentre le chiome degli alberi sfiorano la cinepresa inquadrate dal basso. Un mondo che guarda l'essere umano e non è guardato, immerso in una foschia azzurra extra-terrena e nel bianco innocente della neve. Non è forse questa la dimensione spirituale di Ryûsuke Hamaguchi? Il film, vincitore del Leone d'argento all'80ª Mostra [...] Vai alla recensione »
Il male non esiste (Evil Does Not Exist) è tutto fuorché un titolo apodittico, nondimeno il giapponese Ryusuke Hamaguchi confida e conta di fare proseliti in sala. Invero, nel modo più ambiguo possibile, invitandoci ad assistere non senza sbigottimento a uno scontro tra natura e cultura, tradizione e contemporaneità, stato di grazia e ragion di Stato sapientemente coreografato.
Può accadere che dopo aver vinto l'Oscar anche il regista più indie, sedotto dai fasti delle grandi produzioni, deragli non tanto dalla propria militanza autoriale (chi se ne importa se gira dei capolavori), quanto piuttosto realizzi film inutili. È successo a Hirokazu Kore-eda, che, lasciando i suoi tinelli sregolati (ma non disfunzionali) con Un affare di famiglia, è inciampato nell'esangue La verità [...] Vai alla recensione »
L'ultimo film del regista superstar giapponese Ryusuke Hamaguchi è una commovente parabola ecologica piena di false piste narrative. Proprio quando pensi che stia andando in una direzione, fugge altrove, come un cerbiatto in un bosco. In una foresta incontaminata, a poche ore di macchina da Tokyo, la giovane Hana insegue i cervi, mentre suo padre, il taciturno Takumi, taglia la legna e riempie taniche [...] Vai alla recensione »
In un villaggio montano, un «tuttofare» e la figlioletta rispettano le regole della natura, respirano al suo respiro, ne conoscono la lingua, i modi, le forme. L'acqua di sorgente è quel di cui sono fatti. Poi (eccolo!), il neoliberismo: un'ipotesi di glamping ("glamour" + "camping"), una riunione con attori per convincere il paesello ad aprirsi all'experience per chi è in cerca di greenwashing, cose [...] Vai alla recensione »
Il mondo non esiste nel cinema di Ryusuke Hamaguchi, o meglio esiste al di là dello spazio spirituale in cui i suoi personaggi si muovono. La sensazione di essere capitati in un a parte, dove vige una dimensione differente delle azioni e delle relazioni, è una costante dei suoi film. Che si offrono sempre con una quieta tensione interiore: qualcosa che smargina improvviso nella realtà degli eventi, [...] Vai alla recensione »
Prima di tutto, la musica: quella che in Evil Does Not Exist (Aku wa sonzai shinai) di Ryusuke Hamaguchi (Gran premio della giuria all'80ma Mostra del Cinema di Venezia) avvolge, da subito, lo spettatore, al pari (pochi istanti dopo) delle immagini di alberi tra cui ci muoviamo guardandoli dal basso. Le note sono di Eiko Ishibashi, come già in Drive My Car, con cui il regista nipponico vinse a Cannes [...] Vai alla recensione »
Forte dei recenti successi internazionali che l'hanno visto trionfare a Berlino, Cannes e infine agli Oscar, Hamaguchi Ryusuke si cimenta quest'anno al Lido nell'impresa di conquistare l'ambito Leone con Aku wa sonzai shinai - titolo internazionale Evil Does Not Exist -, opera che segna una parziale rottura con la filmografia precedente nel suo essere inaspettatamente rarefatto e votato alla potenza [...] Vai alla recensione »
L'acqua scorre da monte a valle. Sembra una banalità, un qualcosa che anche un bambino delle elementari dovrebbe sapere, per la semplice legge di gravità. Eppure, a questa obiezione degli abitanti del villaggio di campagna, nell'assemblea pubblica cittadina dove viene illustrato loro un pacchiano progetto turistico, i due impacciati funzionari che arrivano da Tokyo, non possono che trincerarsi di fronte [...] Vai alla recensione »
Cosa racconta Evil Does Not Exist, il nuovo film di Hamaguchi Ryusuke che arriva dopo la sorpresa e il successo di Drive My Car? Una storia di brusche virate, comunità e conflitti contemporanei, di improvvisi sussulti metafisici in cui balena il sentimento catastrofico del pianeta oggi. Le prime sequenze ci portano in un luogo del Giappone immerso nella natura, Mizubiki, un villaggio con pochi abitanti [...] Vai alla recensione »
«Il critico deve educare il pubblico, l'artista deve educare il critico». È quanto sosteneva Oscar Wilde a proposito del rapporto che si dovrebbe venire a instaurare tra le tre parti notoriamente chiamate in causa. Ryusuke Hamaguchi pare averlo preso in parola, dato che con i film da lui diretti sino ad oggi, compresi i pluridecorati Il gioco del destino e della fantasia e Drive My Car, è sempre riuscito [...] Vai alla recensione »
Ci risiamo: Ryusuke Hamaguchi firma una bomba che ti esplode delicatamente nel cervello dopo il magistrale Drive My Car (2021). Il male non esiste racconta di un Giappone in cui dei campagnoli vengono messi in crisi da una possibile speculazione edilizia ai danni della loro comunità. Soprattutto uno: l'enigmatico boscaiolo tuttofare Takumi (sublime Hitoshi Omika).
Giornata contradditoria. Hamaguchi mantiene le promesse, Sofia Coppola ahimè anche, Woody Allen nella sua leggerezza fa centro. E intanto siamo a metà strada. In Concorso è passato il giapponese "Evil does not exist", dove in un villaggio tra i boschi, con la vita che scorre placidamente e con i ritmi della natura, arriva la notizia che è stata stanziata la costruzione di un glamping (un campeggio [...] Vai alla recensione »
Il giapponese Ryusuke Hamaguchi si è fatto conoscere a livello internazionale negli ultimi due anni. Lo ha fatto intercettando un pubblico (cinefilo) più ampio del previsto, vincendo inoltre numerosi premi con «Il gioco del destino e della fantasia» (sull'impasto tra caso e immaginazione, fissato in chiave amorosa) e «Drive My Car» (ispirato dai racconti di Haruki Murakami, riletti alla luce di quanto [...] Vai alla recensione »
Ma se il film, seppure ben centrato, resta un po' piatto, non così si può dire dell'altra pellicola ieri in concorso, il poetico e minimalista «Il male non esiste», il «De rerum natura» del giapponese Hamaguchi (premio Oscar per «Drive my car») che stabilisce un'originale e imprevista connessione con l'ambiente girando con grande delicatezza un film anche emotivamente «sostenibile», nel confronto attualissi [...] Vai alla recensione »
Le folte chiome degli alberi viste dal basso, prima all'alba e poi al crepuscolo, aprono e chiudono Aku wa sonzai shinai (titolo internazionale: Evil Does Not Exist, cioè Il male non esiste), splendido apologo teorico con cui Ryusuke Hamaguchi approda in Concorso a Venezia 80 dopo il successo internazionale di Drive my Car. È il dramma di una comunità - un villaggio nei pressi di Tokyo, emblematico [...] Vai alla recensione »
Il cinema di Ryusuke Hamaguchi vive da sempre di polarizzazioni dialettiche: la città e la campagna, il silenzio e la parola, la realtà e la finzione, il destino e il caso, la periferia e i centri urbani, la perdita e il riscatto, la prossimità e la distanza. Spesso e volentieri, mediatore o detonatore di queste contrapposizioni, solo apparentemente inconciliabili, è il movimento.
"Occorre equilibrio", insiste Takumi, con pacata consapevolezza. Del resto nel significato del suo nome è implicita un'inclinazione a far bene le cose, con cura e attenzione. Vivere nella natura significa rispettarne i ritmi e i cicli vitali, ma anche le segrete forze, quelle che possono liberarsi e ribellarsi da un momento all'altro. Ed è ciò che, con fermezza, cercano di ribadire gli abitanti del [...] Vai alla recensione »
Dopo la riflessione sul tempo e sull'arte dell'apprezzato Drive My Car, il cinema di Ryûsuke Hamaguchi cambia parzialmente temi e ambientazioni, spostandosi nei territori rurali di un villaggio poco fuori Tokyo, e caricandosi di suggestioni ambientaliste. Era un film particolarmente atteso, Evil Does Not Exist, nel cartellone di questa 80a edizione della Mostra del Cinema di Venezia; ciò sia per la [...] Vai alla recensione »