flaw54
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domenica 18 ottobre 2015
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finalmente un film
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Basta con i f ilm pretenziosi filosofici e neo sessantottini! Apprezziamo finalmente un film potente, violento, crudo, affascinante. Grande recitazione da parte di tutti gliattori, tanto che sembra un film tipicamente americano. Una triste annotazione: forse tutto quello che viene mostrati è purtroppi vero! Grande Sollima: una rivelazione.
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brian77
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sabato 17 ottobre 2015
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finalmente
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che bello poter vedere un film italiano che non ha le solite ridicole e leziosissime pretenziosità autoriali, ma respira invece cinema dal primo minuto all'ultimo. Finita la noia dei film di Venezia, si comincia a vedere film veri! Dimostrando che anche in Italia si possono fare opere di questo tipo. Bravo Sollima. Alla faccia dei critici.
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maurizio meres
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sabato 17 ottobre 2015
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suburra,il malaffare
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Il cinema in questo film vuole ricordare e far presente soprattutto,quello che la politica alleata,anzi direi nella totale concussione, con una delinquenza ramificata nei vari livelli istituzionali Italiani e nei più miseri bassifondi criminali ,sa offrire al nostro paese,un espressione potrebbe essere "non si rendono conto di quello che fanno,ma sanno quello che vogliono"vedere anche se non c'era bisogno del film,la totale distruzione socio culturale del concetto di vita nella forma più anti democratica che mente umana possa concepire,in un orgia da regnanti del passato,nell'indifferenza di qualsiasi valore umano,dove ogni principio di vita diventa un utopia.
Sollima è abilissimo attraverso una fotografia severa,spontanea molto precisa nel cogliere i momenti giusti delle situazioni che s'intrecciano nella follia della lotta al potere.
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Il cinema in questo film vuole ricordare e far presente soprattutto,quello che la politica alleata,anzi direi nella totale concussione, con una delinquenza ramificata nei vari livelli istituzionali Italiani e nei più miseri bassifondi criminali ,sa offrire al nostro paese,un espressione potrebbe essere "non si rendono conto di quello che fanno,ma sanno quello che vogliono"vedere anche se non c'era bisogno del film,la totale distruzione socio culturale del concetto di vita nella forma più anti democratica che mente umana possa concepire,in un orgia da regnanti del passato,nell'indifferenza di qualsiasi valore umano,dove ogni principio di vita diventa un utopia.
Sollima è abilissimo attraverso una fotografia severa,spontanea molto precisa nel cogliere i momenti giusti delle situazioni che s'intrecciano nella follia della lotta al potere.
La sceneggiatura solida severa senza restrizioni anche perché riprende la realtà ,seppur romanzata e spesso solo illusoria dei fatti della quotidianità attuale.
La scelta degli attori risulta perfetta in ogni ruolo,sicuramente rispecchiando precedenti esperienze cinematografiche,ritengo quella di Favino una interpretazione superlativa,in quanto riesce da vero attore,senza togliere nulla agli altri,tutti bravissimi,ad imprimere un qualcosa di suo ,facendo diventare il personaggio vero,attraverso la sua voce intensa e profonda e un atteggiamento da vero padrone del set.
Il film diventa interessante anche se penso che sarà più completa la fiction ,e quindi da vedere,perché a sua volta diventerà una testimonianza credibile,attraverso i riscontri della carta stampata per gli anni futuri,quando qualcuno rimarrà stupefatto dalla realtà dei fatti.(anche se sarà fra mille anni la storia non perdona).
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hollyver
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sabato 17 ottobre 2015
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chiesa politica prostitute droga feste pistole
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Chiesa politica prostitute droga feste zingari mafia pistole e coltelli. Non manca nulla in questo film di Sollima che ci fa vedere tutto quello che non vorremmo vedere o che non vorremmo che accada nella Roma dei nostri giorni ma che ahimé sembra terribilmente credibile e verosimile.
Così la storia di un parlamentare nel periodo appena precedente la crisi di governo del 2011, si interseca con quella della malavita, partendo da una notte brava passata insieme a due giovani prostitute. Una di loro morirà e per disfarsi del corpo entrerà in gioco la malavita. Da questo momento in poi sarà la malavita con le sue leggi, i suoi schemi a comandare il gioco perché la vita del parlamentare verrà sconvolta e si troverà costretto a votare una legge a favore della mafia capitale (Amendola) .
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Chiesa politica prostitute droga feste zingari mafia pistole e coltelli. Non manca nulla in questo film di Sollima che ci fa vedere tutto quello che non vorremmo vedere o che non vorremmo che accada nella Roma dei nostri giorni ma che ahimé sembra terribilmente credibile e verosimile.
Così la storia di un parlamentare nel periodo appena precedente la crisi di governo del 2011, si interseca con quella della malavita, partendo da una notte brava passata insieme a due giovani prostitute. Una di loro morirà e per disfarsi del corpo entrerà in gioco la malavita. Da questo momento in poi sarà la malavita con le sue leggi, i suoi schemi a comandare il gioco perché la vita del parlamentare verrà sconvolta e si troverà costretto a votare una legge a favore della mafia capitale (Amendola) . Gli zingari invece ne sono coinvolti per caso perché la prostituta sopravvissuta chiamerà un suo amico rom per disfarsi del corpo. Così politica mafia e una potente famiglia rom si troveranno ognuna contro l'altra in una faida mortale.
Al di là della storia però, che é verosimile e ben narrata, mi sono piaciute alcune scelte del regista, come quella di suddividere il film in giorni (5 o 7) prima dell'apocalisse (la crisi di governo), la pioggia battente che apre e chiude il film, la musica che ci immerge in una torbida atmosfera.
Inoltre ci sono dei colpi di scena degni di nota, come la morte di un personaggio della malavita investito da un'auto, il suicidio del padre di Elio Germano che organizzava le feste della Roma bene buttatosi nel Tevere, e la rivalsa nel finale di Elio Germano che, apparentemente personaggio senza attributi, nel finale ammazzerà il boss dei Manfredi esasperato dall'essere costretto a fare tutto ciò che questi gli chiedeva. Anche la ragazza del boss di Ostia, tossicodipendente, porterà a termine la sua personale vendetta ammazzando il boss della mafia.
Un'elogio particolare merita la scena delle scale mobili del centro commerciale in cui con una magistrale ripresa dall'alto il regista inquadra contemporaneamente sia il boss di Ostia ferito che si trascina agonizzante da una scala, sia i due sicari rom che gli avevano sparato mentre lo cercano dall'altra.
Insomma un gran bel film!
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poupaud
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venerdì 16 ottobre 2015
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potente film con ottimi attori
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Finalmente un gran bel film italiano, grande prova di cinema popolare, con scene molto forti ma di effetto che ricorda il nostro buon bel cinema degli anni '70, quel cinema dei Damiano Damiani, dei Fernando di Leo e di tanti altri bravi artigiani del nostro cinema, non per ultimo dello stesso padre di Stefano Sollima, quel Sergio a cui il film è dedicato.
I critici hanno scritto che è un cinema di genere che non vuole essere grande. Per me è cinema punto e basta.
Ambientato nel 2011, Sollima con mano sicura da buon artigiano del cinema, dipinge una Roma tenebrosa e tetra e dintorni a pochi giorni dell'Apocalisse ( che nel finale corrisponde con l'ultimo giorno).
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Finalmente un gran bel film italiano, grande prova di cinema popolare, con scene molto forti ma di effetto che ricorda il nostro buon bel cinema degli anni '70, quel cinema dei Damiano Damiani, dei Fernando di Leo e di tanti altri bravi artigiani del nostro cinema, non per ultimo dello stesso padre di Stefano Sollima, quel Sergio a cui il film è dedicato.
I critici hanno scritto che è un cinema di genere che non vuole essere grande. Per me è cinema punto e basta.
Ambientato nel 2011, Sollima con mano sicura da buon artigiano del cinema, dipinge una Roma tenebrosa e tetra e dintorni a pochi giorni dell'Apocalisse ( che nel finale corrisponde con l'ultimo giorno). In questo scenario si incrociano vari personaggi uniti da storie di umana disperazione e poca importa se siano criminali, politici e esponenti della chiesa, il film non fa sconti a nessuno. Con un incalzare e progredire rossiniano la trama si snoda inesorabilmente verso il finale. Gli attori sono tutti credibili ma per almeno 3 di loro ci vuole una menzione speciale: straordinari Favino e Germano, come sempre, ma la vera rivelazione è Amendola, che senza strafare e con piglio sornione ci regala la sua migliore interpretazione dai tempi di Mery per sempre. State ancora leggendo??? Alzatevi e andate al cinema e vederlo se non lo avete già fatto!
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solma
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venerdì 16 ottobre 2015
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da vedere.
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e non solo per l’impatto sonoro-visivo di una realtà violenta, qual è quella romana di questi anni con intreccio di mafia e politica ma anche per aver saputo rappresentare i caratteri che si muovono nelle trame del potere, dall’ambiguità di Sebastiano alla follia di Numero Otto. Complimenti a Sollima, De Cataldo, Bonini e altri.
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supremo2000
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venerdì 16 ottobre 2015
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suburra
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Che dire un film ottimo sia per regia e per la trama ve lo consiglio!.
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tool27
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venerdì 16 ottobre 2015
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suburra fa rima con gomorra(la serie)
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La "Suburra", come ci ricordano teaser e trailer del film, era un quartiere dell'antica Roma in cui criminalità e politica si incontravano segretamente. Partendo dall'omonimo romanzo e da freschi fatti di cronaca, (il libro preveggente di Bonini e De Cataldo è uscito prima dell’inchiesta di Mafia Capitale) Sollima ci conduce in quell’intercapedine oscura in cui politici e criminali sono seduti ancora allo stesso tavolo. Al centro della vicenda c’è il progetto di alcune famiglie del malaffare romano di trasformare Ostia in Las Vegas con annessi grattacieli, casinò e locali notturni.
La Suburra/Gomorra di Sollima è popolata da personaggi cinici e violenti senza moralità e senza spiragli di redenzione, che si muovono in una Roma piovosa e inestricabile, in cui ogni situazione sembra affogare nelle pozzanghere e i politici urinano letteralmente sulle persone (una delle migliori scene del film).
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La "Suburra", come ci ricordano teaser e trailer del film, era un quartiere dell'antica Roma in cui criminalità e politica si incontravano segretamente. Partendo dall'omonimo romanzo e da freschi fatti di cronaca, (il libro preveggente di Bonini e De Cataldo è uscito prima dell’inchiesta di Mafia Capitale) Sollima ci conduce in quell’intercapedine oscura in cui politici e criminali sono seduti ancora allo stesso tavolo. Al centro della vicenda c’è il progetto di alcune famiglie del malaffare romano di trasformare Ostia in Las Vegas con annessi grattacieli, casinò e locali notturni.
La Suburra/Gomorra di Sollima è popolata da personaggi cinici e violenti senza moralità e senza spiragli di redenzione, che si muovono in una Roma piovosa e inestricabile, in cui ogni situazione sembra affogare nelle pozzanghere e i politici urinano letteralmente sulle persone (una delle migliori scene del film). Siamo lontani dall’Urbe meravigliosa e decadente di Sorrentino, qui non c’è bellezza, non c’è sacralità (tranne che per l' accenno alle dimissioni di Papa Ratzinger, sinceramente posticcio).
Il ritmo delle vicende è sostenuto e la trama avvincente grazie anche a ottime scene d’azione cariche di tensione in cui Sollima è maestro (una rarità per il cinema nostrano).
Purtroppo però il regista romano non riesce ad emanciparsi da una dimensione seriale, in cui trama intricata e personaggi ben caratterizzati possono bastare, e a rivolgersi piuttosto verso un registro CINEMAtograficamente autoriale che avrebbe richiesto una riflessione soprattutto politica.
Il film infatti, funziona molto bene fin quando scorre nel sottobosco criminale con la sua fauna malvagia (i personaggi cattivi di Sollima sono sempre meravigliosi), un po’ meno quando si avventura in ambienti politici, che come il deputato corrotto interpretato da Favino, risultano avulsi dal contesto. A Roma tutto ha a che fare con la politica. Per capire la sua criminalità, la chiesa, il calcio, i suoi quartieri e i suoi locali occorre avventurarsi nelle sottili connessioni che questi ambiti hanno con la politica, quella alta e quella bassa. Per questo Suburra è un ottimo film ma non un capolavoro. Piacevolissima sorpresa Numero 8, criminale spaccone e violento di Ostia interpretato dall’ottimo Alessandro Borghi. (guardate qualche sua intervista “in borghese” e stenterete a credere che sia Numero 8). Non male Amendola che interpreta il boss Samurai, anche se cucita addosso ha l'ombra pesantissima di Giulio Cesaroni e anche quando si esibisce in ruoli drammatici fa abbastanza ridere.
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[+] che recensione calibrata!
(di maynardi araldi)
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simianrogue
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venerdì 16 ottobre 2015
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tutta colpa della politica
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Appena finito il film, quando appare la scritto Suburra sullo schermo, ho sentito un brivido percorrermi tutta la schiena. Mi è capitato con pochissimi altri film.
Suburra l'ho apprezzato per la sua coralità, per la sua violenza, per la trama, per la critica alla politica italiana, per la sua musica, per la sua fotografia, per la tecnica registica. Un film eccezionale, magniloquente ma MAI troppo ostentato. E gli attori? Gli attori sono stati tutti S-T-R-E-P-I-T-O-S-I! Amendola, Favino, Germano e Borghi favolosi, sempre sul pezzo, sempre da brividi. Indubbiamente uno dei migliori film di tutta la stagione cinematografica.
Questo è cinema, questo è IL vero cinema italiano, signori miei.
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Appena finito il film, quando appare la scritto Suburra sullo schermo, ho sentito un brivido percorrermi tutta la schiena. Mi è capitato con pochissimi altri film.
Suburra l'ho apprezzato per la sua coralità, per la sua violenza, per la trama, per la critica alla politica italiana, per la sua musica, per la sua fotografia, per la tecnica registica. Un film eccezionale, magniloquente ma MAI troppo ostentato. E gli attori? Gli attori sono stati tutti S-T-R-E-P-I-T-O-S-I! Amendola, Favino, Germano e Borghi favolosi, sempre sul pezzo, sempre da brividi. Indubbiamente uno dei migliori film di tutta la stagione cinematografica.
Questo è cinema, questo è IL vero cinema italiano, signori miei. E ora di dire: BASTA ai Cinepanettoni, BASTA a Frank Matano e le sue commedie da Serie B, BASTA con queste commedie insulse, BASTA con questi film pseudo-intellettuali ma che di intellettuale non hanno nulla, BASTA. Grazie Sollima.
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andrea buono
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venerdì 16 ottobre 2015
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degrado e speranza in una superba istantanea
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Ero scettico, non volevo "fare veleno" (missione incompiuta), ma Suburra si è rivelato un filmone, drammaticamente lucido nel tessere le fila di una trama che sconcerta per realismo (Amendola-Carminati? Manfredi-Casamonica?). Crudo, forte, di grande impatto, difficile da digerire - per oltre mezz'ora mi ha fatto venire voglia di alzarmi e andarmene per la febbre da eversione/evasione che fa salire a chi come me prova disgusto per la capillarità e la portata devastante della corruzione - ma davvero di superba fattura (regia, sceneggiatura, fotografia, musica, recitazione, con due dei migliori attori italiani in assoluto, Germano e Favino).
Con un sottile ma nemmeno troppo timido segnale di speranza: ci vuole tanto a costruire un sistema di marciume permeabile a praticamente qualunque infiltrazione (compresa la magistratura), ma basta poco - magari due "inutili" mine vaganti, che per un motivo o per un altro non obbediscono a certe logiche - per mandarlo in frantumi facendo crollare certo ignobile potere su se stesso.
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Ero scettico, non volevo "fare veleno" (missione incompiuta), ma Suburra si è rivelato un filmone, drammaticamente lucido nel tessere le fila di una trama che sconcerta per realismo (Amendola-Carminati? Manfredi-Casamonica?). Crudo, forte, di grande impatto, difficile da digerire - per oltre mezz'ora mi ha fatto venire voglia di alzarmi e andarmene per la febbre da eversione/evasione che fa salire a chi come me prova disgusto per la capillarità e la portata devastante della corruzione - ma davvero di superba fattura (regia, sceneggiatura, fotografia, musica, recitazione, con due dei migliori attori italiani in assoluto, Germano e Favino).
Con un sottile ma nemmeno troppo timido segnale di speranza: ci vuole tanto a costruire un sistema di marciume permeabile a praticamente qualunque infiltrazione (compresa la magistratura), ma basta poco - magari due "inutili" mine vaganti, che per un motivo o per un altro non obbediscono a certe logiche - per mandarlo in frantumi facendo crollare certo ignobile potere su se stesso. Figurarsi se ad esso si dovesse opporre una forza positiva, altrettanto radicata, motivata e determinata a cercare il bene comune, anziché la privatizzazione (spartizione tra poche fecce) di marci profitti a spese di tanti e in primis della collettività.
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[+] l'intuizione di andrea buono
(di maynardi araldi)
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