flavio micarelli
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giovedì 15 ottobre 2015
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suburra
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Sollima entra di diritto nella storia del cinema,film che diventerà culto generazionale
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il cinefilo
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giovedì 15 ottobre 2015
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uno dei film più disgustosi di sempre
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Tutto inizia quando il solito politicante di turno si fa una bella orgia a base di droga ed escort...peccato che vada a finir male e una delle due schiatta.
Da questo momento in poi avrà inizio la catastrofe, in uno dei peggiori film della storia di questo paese: pestaggi, uccisioni a raffica, cani che abbaiano e mordono, cocaina in bella vista qua e là, Pierfrancesco Favino che, ancora una volta, si riduce a raschiare il fondo del barile...assolutamente schifoso, immorale, putrido e rivoltante.
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(di magiciansofà)
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brian77
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giovedì 15 ottobre 2015
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finalmente cinema!
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mi sa che a suon di vedere il micro-cinema italiano da micro-autore per festival, c'eravamo un po' dimenticati di cosa può essere il cinema quando qualcuno sa farlo. Quello di Sollima sarà uno stile ruvido e da post-poliziotteschi, ma almeno guarda al di là degli orizzonti angusti in cui s'è rinchiusa la stragrande maggioranza delle produzioni italiane. Quest'anno finora ho visto o il vero cinema d'autore (Bellocchio) o il vero cinema-cinema (Sollima), che sono poi due facce di uno stesso schermo: due film che si staccano nettamente da tutto il rimanente, trito pigolare.
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nello2ivanovic
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giovedì 15 ottobre 2015
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vinti e...vinti!
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Piacevolmente sorprendente.
Si tratta di un film corale in cui tutti i personaggi si amalgamano alla perfezione, Borghi e Scarano. L'unico un pò fuori dal coro è Amendola, con un personaggio tanto importante quanto poco caratterizzato e deficiente di quell'aura peculiare da boss a cui ci hanno abituato i vari "Il Padrino", "Gomorra" o altri film di genere.
Inutile gridare al capolavoro perché non lo è. Non sconvolge, non presenta niente di nuovo (sarà facile fare paragoni con le serie dirette dallo stesso Sollima), ma la tensione narrativa e il ritmo incalzante ti prendono totalmente e sono tali da non concedere neanche un secondo di respiro. Dimenticate pure la Roma de “La Grande Bellezza”.
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Piacevolmente sorprendente.
Si tratta di un film corale in cui tutti i personaggi si amalgamano alla perfezione, Borghi e Scarano. L'unico un pò fuori dal coro è Amendola, con un personaggio tanto importante quanto poco caratterizzato e deficiente di quell'aura peculiare da boss a cui ci hanno abituato i vari "Il Padrino", "Gomorra" o altri film di genere.
Inutile gridare al capolavoro perché non lo è. Non sconvolge, non presenta niente di nuovo (sarà facile fare paragoni con le serie dirette dallo stesso Sollima), ma la tensione narrativa e il ritmo incalzante ti prendono totalmente e sono tali da non concedere neanche un secondo di respiro. Dimenticate pure la Roma de “La Grande Bellezza”. Questa capitale è lercia dalla testa ai piedi, sporca, corrotta, malata, martellata da un’incessante pioggia (prima dura, volta a presentare una città plumbea e cupa, e poi purificatrice). Regia impeccabile, fotografia ben congegnata e inquadrature sempre giuste e coerenti. Per quanto possa valere la mia opinione…io lo promuovo e lo consiglio vivamente.
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maynardi araldi
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giovedì 15 ottobre 2015
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piove
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La pioggia è la protagonista morale del film. Piove su tutto. Sulle tamerici sparse, sulle rupi salmastre. Piove governo ladro. Piove freddo come in Blade Runner, sulla corruzione umana e urbana. E piove anche quando è asciutto. Perché ogni realtà è fradicia. Roma è ancora ‘caput mundi.’ Ma capovolta. Come nella locandina. Sollima, in Suburra, ci racconta il countdown che precede l’apocalisse. Tutto inizia da una escort morta accidentalmente nel corso di un incontro sessuale col politico (Favino) e un’altra prostituta. Da quel momento in poi i personaggi del film saranno risucchiati in una furibonda spirale di vendette e d’interessi.
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La pioggia è la protagonista morale del film. Piove su tutto. Sulle tamerici sparse, sulle rupi salmastre. Piove governo ladro. Piove freddo come in Blade Runner, sulla corruzione umana e urbana. E piove anche quando è asciutto. Perché ogni realtà è fradicia. Roma è ancora ‘caput mundi.’ Ma capovolta. Come nella locandina. Sollima, in Suburra, ci racconta il countdown che precede l’apocalisse. Tutto inizia da una escort morta accidentalmente nel corso di un incontro sessuale col politico (Favino) e un’altra prostituta. Da quel momento in poi i personaggi del film saranno risucchiati in una furibonda spirale di vendette e d’interessi. Come venissero ingoiati dal Tevere. E risputati dalle sue fogne. Si mettono in moto tutti gli ingredienti del 'melodramma criminale' e del potere. Il Potere della Chiesa, il Potere dello Stato, il Potere della malavita. Il perno del film, dubito sia la progettazione di Ostia/Las Vegas. Soltanto il Potere è il centro di tutto. In tutte le sue forme. “tu sei robba mia” “quello è robba mia”… Favino interpreta quello che il pubblico si aspetta da un politico corrotto. Anche se il suo viso è talmente sensibile e disperato, da invocare una specie di perdono. Entra in scena anche il capo degli zingari, un fantastico attore decisamente azzeccato nella parte del troglodita e belluino al punto giusto. E con lui, un molle e impotente traffichino, (Elio Germano) che s’arrabatta sopravvivendo ad ogni ignominia. In un mondo che non gli appartiene, ma di cui ne è parte. E sarà proprio questo “omarino”, alla fine dei giochi, a far emergere “l’educazione compiuta” del suo lato oscuro, nell’ inaspettata rivalsa. “Numero otto” (Alessandro Borghi) è un malavitoso rampante, così bravo che gli appiopperei un “Numero nove”. E per finire, Amendola, alias “samurai”, il re di Roma. Il vero padre-padrone dei giochi. La sua faccia scolpita nel cuoio ha un impatto più violento delle parole che pronuncia a voce stanca. E’ anche l’ unico personaggio -in tutto il film (di 2 ore e passa)- che accenni un gesto di vera tenerezza. Accucciato presso la madre, la convince a mangiare una piccola briciola di dolce. Lo spettatore non s’immagina che quell’intimità sia il contraltare all’atto successivo. ‘Giusto’, nella politica dell’apocalisse. Perché nessuno si salva dall’apocalisse. Né esistono spiegazioni. Il ‘dopo’ come lascia detto la tossica: è “per la prossima volta”. Roma è splendida, tutta d’orata. Superiore e indifferente a ogni uomo. Solo il Potere rimane vivo! Ah…dimenticavo: eloquente la locandina. Da un cielo tormentato, una pallottola precipita, come un meteorite, sulla Suburra. E su Roma capovolta. Una Roma, le cui invisibili radici affondano nel buio dell’ imminente nubifragio. Non sarà un capolavoro ma è un film da vedere. (Con l’ombrello o senza…)
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[+] d'orata.
(di eusebio abbondanza )
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maggie69
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mercoledì 14 ottobre 2015
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personaggi verosimili
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Favino bravissimo, tutti davvero bravi, ma la storia e i personaggi fanno così schifo che il film lascia male... la colonna sonora é magistrale. 3 stelle. Non di più...
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