Advertisement
Oscar 2023, l’anno di Everything Everywhere All at Once. Un trionfo epocale che apre la strada al cinema del futuro

Non era mai successo nella storia dei Premi: con 6 statuette nelle categorie principali (7 totali, su 11 nomination), il film dei The Daniels entra negli annali. In Italia tornerà di nuovo al cinema.
di Simone Emiliani

lunedì 13 marzo 2023 - Oscar

Cronaca di un trionfo (quasi) annunciato. La direzione che avrebbe preso la 95.ma edizione degli Academy Awards si era già vista all’inizio con l’uno-due iniziale, con le vittorie di Jamie Lee Curtis e Ke Huy Quan, rispettivamente per l’attrice e l’attore non protagonista, che hanno suonato come i primi decisivi un colpo per un ko sul ring di boxe.

Poi è stato un crescendo: sceneggiatura originale, montaggio, regia, attrice protagonista e miglior film. Everything Everywhere All at Once vince 7 Oscar su 11 candidature di cui 6 nelle categorie principali. Non era mai successo nella storia degli Academy Awards. Al di là di chi è uscito fuori di testa per il film dei The Daniels e invece chi lo ha detestato, questa vittoria è comunque epocale di un titolo che apre il cinema verso il futuro.
 

Lo scorso 7 marzo Michelle Yeoh aveva pubblicato e poi cancellato un post in cui ha condiviso un articolo di Vogue intitolato “It’s Been Over Two Decades Since We’ve Had a Non-White Best Actress Winner. Will That Change in 2023?” che ha violato il regolamento dell’Academy in cui si vieta espressamente di fare riferimento agli altri candidati. Il passaggio incriminato è quello in cui si fa riferimento che Cate Blanchett ha già vinto due Oscar (uno come miglior attrice non protagonista per The Aviator e uno come protagonista per Blue Jasmine) mentre a Michelle Yeoh un'eventuale vittoria avrebbe cambiato la vita. Al di là della sua notevole performance però forse l’avrebbe meritato proprio la protagonista di Tár per la sua grandissima prova che unisce tecnica e intensità emotiva che le ha fatto già vincere la Coppa Volpi come miglior attrice alla Mostra di Venezia e il Golden Globe.

Resta invece a secco The Fabelmans che aveva avuto comunque sette nomination, tra cui quella a John Williams che fa ormai parte della storia. Il compositore ne ha infatti avute 53 nomination (48 per la miglior colonna sonora, 5 per la miglior canzone) ed è secondo solo a Walt Disney che ne ha avute 59. Non ce l’hanno fatta neanche Alice Rohrwacher con il suo bellissimo corto Le pupille e Aldo Signoretti, tra i truccatori di Elvis.

Si è parlato di boxe e rispetto lo scorso anno non ci sono stati pugni come quello di Will Smith a Chris Rock. La conduzione sobria di Jimmy Kimmel, alla sua terza volta dopo quelle del 2017 e 2018, aveva già fatto intuire la direzione di una serata dall’esito prevedibile, spesso monotona, che ha seguito abbastanza fedelmente un copione già scritto.

Certo, non sono mancati i momenti emozionanti. Il principale ha visto protagonista Brendan Fraser che è sembrato quasi stordito dopo la statuetta come miglior attore: “È così che è il multiverso probabilmente. Ringrazio Aronofsky per avermi dato la possibilità di salvarmi per The Whale”.

Il secondo riguarda la grandiosa performance Lady Gaga che ha cantato "Hold My Hand", il brano di Top Gun: Maverick che ha vinto per il miglior sonoro. L’ultimo riguarda la commozione di John Travolta che ha introdotto “In memoriam” sulle persone scomparse nel corso dell’anno che si è aperto proprio con Olivia Newton-John con cui l’attore, dopo La febbre del sabato sera, è entrato nella storia con il cult Grease (guarda la video recensione).

Non è mancato neanche l’atto politico con la vittoria di Navalny come miglior documentario, sul politico, blogger e attivista russo di origine ucraina che è tra i principali oppositori di Vladimir Putin e che è in carcere dal gennaio 2021. Sua moglie Julia, presente alla cerimonia, ha condiviso il suo più grande desiderio: “Sogno il giorno in cui sarai libero e in cui sarà libero il nostro paese”.

L’altro grande vincitore di quest’anno è il film Netflix tedesco Niente di nuovo sul fronte occidentale, tratto dal romanzo di Erich Maria Remarque che si è portato a casa quattro statuette: miglior film internazionale, fotografia, scenografia e colonna sonora. Il regista Edward Berger ha ringraziato il protagonista Felix Kammerer dicendogli: “Hai caricato tutto il film sulle tue spalle”.

Rispetta le previsioni anche la vittoria di Pinocchio di Guillermo del Toro come miglior film d’animazione, mentre poteva essere in dubbio quella, invece legittima, di Sarah Polley per la miglior sceneggiatura non originale per Women Talking. Il diritto di scegliere. Forse la sorpresa vera è la miglior canzone originale andato al film indiano RRR per il brano “Naatu Naatu”.

I 95° Academy Awards segnano comunque uno spartiacque. I premi non si sono divisi su più film come la scorsa edizione ma hanno privilegiato due titoli. E forse entrerà nella storia per l’esito e quello che rappresenterà negli anni a venire.


SCOPRI TUTTI I VINCITORI

{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati