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Un film sulla vita di Marlon Brando: il 'mostro' più grande

Brian Oliver porterà al cinema il libro sulla vita dell'attore: The Way It's Never Been Done Before.
di Pino Farinotti

Marlon Brando 2 aprile 1924, Omaha (Nebraska - USA) - 2 Luglio 2004, Los Angeles (California - USA).
mercoledì 18 luglio 2018 - Focus

Stava al cinema come l'ossigeno sta all'acqua. Ci sarà un po' di enfasi in questa definizione, ma per Brando (1924-2004) tutto è un'enfasi. Anche la frase che segue: come lui, nessuno. George Englund (1926-2017) era un regista-sceneggiatore americano che nel 1963 diresse l'attore nel film Missione in Oriente. I due divennero amici e Englund scrisse un libro di memorie con Brando protagonista, The Way It's Never Been Done Before. Il produttore Brian Oliver (Il cigno neroLa battaglia di Hacksaw Ridge) ne ha acquisito i diritti per farne un film. Non sarà facile, soprattutto trovare qualcuno che fa Marlon. Brando è talmente "tutto" che occorre procedere per sintesi e flash. "Il modo in cui non è mai stato fatto prima" è un codice decisivo che riguarda l'attore.

Ci sono delle regole, dei registri, nella recitazione, esatti, consolidati, ma se Brando li cambiava, magari stravolgendoli, valevano i suoi. Nella vita e nella carriera è morto e risorto più volte, sempre fedele al suo standard estremo e maledetto, sempre contro, con quella franchigia che tutto gli consentiva nella professione ma che nel privato era un disastro: mogli, compagne, figli sparsi qua e là, suicidi e delitti.
Pino Farinotti

E poi quel suo trasfigurarsi finale, come una sorta di Dorian Gray assecondato. Flash: nel 2000 la Telecom cercava un modello trasversale a tutte le generazioni. Scelsero Brando, che girò lo spot, lo ricordiamo, su quella montagna del deserto di Borrego Spings. Il tema era "come vorresti il tuo futuro". Il testimonial corresse il testo (glielo lasciarono fare) mettendoci qualcosa della sua vita privata. Tony Scott, il regista, disse che era il film più importante che avesse mai fatto. Story: l'incontro decisivo è con Elia Kazan, nel 1947, che dopo avergli soltanto parlato gli affida uno dei ruoli più importanti e difficili di tutto il teatro americano: il semiselvaggio Stanley Kowalski de Un tram che si chiama desiderio, da Tennessee Williams. Kazan lo introduce all'Actor's Studio, del quale l'attore diventa la bandiera. Hollywood è lo sbocco naturale nel 1950, quando B. è protagonista di Uomini-Il mio corpo ti appartiene di Zinneman. Da allora, ogni volta, lascia un segno profondo e per quattro anni consecutivi ottiene la nomination all'Oscar: Un tram che si chiama desiderio (1951), Viva Zapata! (1952), Giulio Cesare (1953), Fronte del porto (1954). Con quest'ultimo arriva il primo Oscar.


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