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Totopalma, il festival al bilancio

Malick e Kaurismaki i principali favoriti per la Palma d'Oro.
di Ilaria Ravarino

Brad Pitt (William Bradley Pitt) (60 anni) 18 dicembre 1963, Shawnee (Oklahoma - USA) - Sagittario. Interpreta Il signor O'Brien nel film di Terrence Malick The Tree of Life.

domenica 22 maggio 2011 - News

Vittoria ex aequo per "Un Certain Regard", salgono sul gradino più alto del podio il maestro coreano Kim Ki-Duk con l'autobiografico Arirang e il tedesco Andreas Dresen con il doloroso stop in corsa su un malato terminale di tumore. Intanto Malick, Kaurismaki, Refn, Hazanavicius sono i quattro nomi dati per vincitori a poche ore dal Palmares ufficiale, che sarà rivelato questa sera a Cannes durante la cerimonia di premiazione in sala Debussy. Favoriti per la Palma d’Oro The tree of life di Terrence Malick, film atteso e molto amato nonostante la spiazzante deriva metafisica, e Le Havre di Aki Kaurismaki, capace di riscuotere un più largo spettro di consensi senza tuttavia accendere identiche passioni. In lizza per i premi maggiori anche il Tarantino danese Nicolas Winding Refn, che con i virtuosismi del pirotecnico Drive ha preso alle spalle il pubblico cannense candidandosi (almeno) al premio per la regia, e The Artist di Michel Hazanavicius, oggetto misterioso che per il coraggio di mostrarsi deliziosamente muto, e in bianco e nero, potrebbe accaparrarsi il Grand Prix o il Premio della Giuria. Sul premio all'interpretazione femminile pesa l'interrogativo Von Trier, che, espulso dal concorso per le arcinote esternazioni filonaziste, potrebbe pregiudicare la vittoria dell'ottima Kirsten Dunst di Melancholia, a favore della Tilda Swinton di We Need to Talk About Kevin. Per l'attrice inglese, già Coppa Volpi a Venezia nel 1992 e Oscar nel 2008, sarebbe il primo premio a Cannes. Gioca in casa l'Italia per il premio alla migliore interpretazione maschile, dove il mostro sacro di Francia Michel Piccoli con Habemus Papam di Nanni Moretti rivaleggia contro il solo Sean Penn, ex Presidente di giuria a Cannes, in una sorprendente performance per This must be the place di Paolo Sorrentino. A mezza voce si fanno anche i nomi di Pedro Almodovar, in concorso con l'horror thriller La piel que habito, e dei francofoni Dardenne e Le Besco: papabili per premi minori, difficilmente lasceranno la Croisette a mani vuote.

Momenti cult
Una giovane ragazza che si offre per una fellatio in cambio di uno smartphone in Poliss, i pranzi cifrati di Sarkozy con De Villepin ne La conquête, la partita a ping pong di Sean Penn in This must be the place: tante le sequenze cult e scult di questo festival di Cannes, e non tutte sono da ridere. Tra le scene più gore un posto a parte merita l'aggressione nell'ascensore di Drive, uno dei pestaggi più sanguinari della storia del cinema, e l'imprevisto momento splatter di Mr. Beaver, sangue a fiumi là dove nessuno se l'aspetterebbe mai. E se la visita ginecologica de l'Apollonide riesce a far dimenticare anche le nudità artistiche di Melancholia e gli eccessi shoccanti di Poliss, la palma hard se l'aggiudica il manifesto de L'exercice de l'Etat: una donna nuda che carponi si immerge nelle fauci di un coccodrillo, e pazienza se poi il film, serissima indagine sulla politica francese, non c'entra niente. Molti i deliri metafisici che a lungo rimarranno nella memoria del festival, da i dinosauri di The tree of life alla sequenza trash della fine del mondo secondo von Trier, con tanto di collisione fra pianeti. Tra i casting imperdibili, l'immenso Adrien Brody nei panni di Salvador Dalì per Woody Allen e Laetitia Casta, credibile inquilina nella casa del Grande Fratello in The Island.

Verba (Non) volant
Chi ha parlato poco. Chi troppo. Chi non si è proprio presentato e chi è venuto di nascosto. Le migliori e le peggiori dichiarazioni del festival nelle voci dei protagonisti: qualsiasi cosa, purché se ne parli.

Lars Von Trier/1: «Capisco Hitler, capisco il male in quell'uomo. Sono contrario alla seconda guerra mondiale e non sono contro gli ebrei, ma in realtà Israele è un problema. Le mie origini sono tedesche: forse sono un po' nazista, ma non mi dispiace».

Aki Kaurismaki: «Occhei, è Le Havre, ma potrebbe essere qualsiasi paese europeo. Qualsiasi paese tranne Finlandia e Svezia: nessuno è così disperato da andarci».

Roger Corman: «Di cose folli ne ho fatte tante, ma quando proposi questa mi presero per matto. E invece fu un grandissimo successo commerciale. Prima di me nessuno aveva pensato di proiettare Ingmar Bergman nei Drive-In del Texas».

Lars Von Trier/2: «Sono stato frainteso: intendevo dire che capisco cosa fu per Hitler stare nel bunker e non ho detto che vorrei fare quel che Hitler ha fatto».

Paolo Sorrentino: «Dove girerei se mi regalassero un milione di euro? America o Italia non importa, quello che conta è quanti di quei soldi finirebbero nelle mie tasche».

Alice Rohrwacher:rwacher: «Spero che nel mio film si senta anche la meravigliosa poesia che c'è nel sud dell'Italia. Là è tutto fresco. Anche il cemento».

Lars Von Trier/3: «Quello che ho detto è completamente stupido».

Brad Pitt: «Mio padre non era assolutamente cattivo. Quanto a me, io i miei figli li picchio regolarmente. E se posso li mando a letto senza cena».

Bernardo Bertolucci: «Dopo aver visto Avatar mi sono innamorato del 3D. Perché deve essere appannaggio esclusivo di fantascienza e horror? 8 ½ di Fellini, in 3D, sarebbe stato ancora più bello».

Lars Von Trier/4: «Sono solo un piccolo superbo, non sono Mel Gibson».

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