Anno | 2017 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Fabio Grassadonia, Antonio Piazza |
Attori | Julia Jedlikowska, Gaetano Fernandez, Corinne Musallari, Andrea Falzone Federico Finocchiaro, Lorenzo Curcio, Vincenzo Amato, Sabine Timoteo, Filippo Luna, Baldassare Tre Re, Rosario Terranova, Gabriele Falsetta, Vincenzo Crivello, Dino Santoro, Nino Prester. |
Uscita | giovedì 18 maggio 2017 |
Tag | Da vedere 2017 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,09 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 22 maggio 2017
Basato su una storia vera, il film racconta la vicenda di una giovane che non si arrende alla sparizione del ragazzo di cui è innamorata, il figlio di un boss della mafia locale che è stato rapito. Il film ha ottenuto 4 candidature e vinto un premio ai Nastri d'Argento, 4 candidature e vinto un premio ai David di Donatello, In Italia al Box Office Sicilian Ghost Story ha incassato 139 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Luna, una ragazzina siciliana con la passione per il disegno, frequenta un compagno di classe, Giuseppe, contro il volere dei suoi genitori, soprattutto della rigida madre che viene dalla Svizzera, perché il padre di lui è coinvolto con la malavita. Giuseppe porta lo stesso nome di Giuseppe Di Matteo e come lui scompare misteriosamente, al termine di un pomeriggio passato insieme a Luna. Lei non si dà pace, entrando in conflitto sia con la famiglia, sia con i compagni di classe e nel crescendo drammatico del film anche con la migliore amica. La certezza che Giuseppe si possa salvare le viene dai suoi strani sogni e da un terribile evento, in cui quasi annega in un lago e le sembra di ritrovare il ragazzo in una sorta di antro subacqueo. La realtà però è assai meno magica e molto più terribile.
Anche nell'opera seconda, Fabio Grassadonia e Antonio Piazza continuano a trasfigurare la tragedia senza fine della mafia in una chiave aperta al fantastico, ma se in Salvo interveniva un miracolo, qui si guarda piuttosto alla fiaba.
Il luogo più ricorrente del film è infatti un bosco, visto tanto nella realtà quanto nei sogni e dunque a suo modo incantato, inoltre la casa di Luna ha per cantina una caverna di roccia naturale, così come è rocciosa la prigione di Giuseppe. Luoghi primordiali cui va aggiunta la cameretta di Luna, che disegna sui muri come fosse la sua personale grotta di Lascaux. Anche la vita animale ha poi una presenza riccamente simbolica, a partire dal rapace che spesso appare nella cantina di Luna e dal minaccioso cane nero che sbrano lo zaino di Giuseppe all'inizio del film. Il fatto poi che il giovane faccia equitazione ne fa letteralmente un bel cavaliere, tanto che lo dice con sarcasmo anche la madre di Luna. Ovviamente infine i mafiosi sono gli orchi, mentre la madre di Giuseppe ha una presenza quasi spettrale, ed è a partire da qui (oltre non vogliamo rivelare) che il film si avvicina alla storia di fantasmi del titolo.
Non ingannino però i giovani protagonisti e gli elementi fiabeschi, perché non si tratta affatto di un film per ragazzi e il cuore di Sicilian Ghost Story è per esempio molto molto più nero di quello di Io non ho paura. Sia perché i personaggi sono meno giovani e vivono il dramma interiore con ben altra complessità, sia perché nonostante le deviazioni fantastiche la vicenda è comunque crudamente realistica, sia soprattutto per lo stile dei due registi. Come già in Salvo, Piazza e Grassadonia sono autori di poche parole, che prediligono al dialogo sequenze silenziose o accompagnate solo dalla musica, attentamente girate e qui spesso anche visionarie e inquietanti. Elementi che sfidano le convenzioni dei generi, e quindi anche lo sguardo sul mondo degli spettatori adulti, e che saranno particolarmente apprezzati dal pubblico più capace di cogliere la finezza della messa in scena, dei movimenti di macchina e del sound design dei due meticolosi autori.
Davvero notevole poi la prova di direzione degli attori, con la scoperta di Gaetano Fernandez e soprattutto di Julia Jedlikowska che, nel ruolo di Luna, deve esprimere una maturità e una serietà in anticipo sui suoi anni senza però cancellare del tutto la vitalità della fanciullezza che la caratterizza, tanto nella gioia quanto nella disperazione. Come la loro tenace eroina, anche i due registi appaiono più che mai sicuri dei loro mezzi, forse anche un po' troppo dato che la durata di due ore, per una storia come si è detto fiabesca, rischia di risultare autoindulgente. Ciò nonostante il loro talento mantiene più o meno senza cedimenti il fascino di un film dal ritmo anomalo, anche grazie al montaggio dell'ottimo Cristiano Travaglioli (abituale collaboratore di Paolo Sorrentino e che ha intensamente voluto partecipare a Sicilian Ghost Story). Un'opera seconda che è dunque una benvenuta conferma per il cinema italiano, tributata dell'apertura della Semaine de la critique al Festival di Cannes.
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"Sicilian Ghost Story" è la storia "romanzata", di un fatto purtroppo realmente accaduto in Sicilia negli anni '90, di un ragazzino, figlio di un boss mafioso pentito, il quale viene rapito dagli ex-compari del padre al fine di far desistere quest'ultimo dal collaborare con la Polizia. Poichè la situazione rimane invece invariata, Il ragazzo rimarrà [...] Vai alla recensione »
Film decisamente bellissimo. Fiaba, dramma, thriller, biopic. C'è tutto per raccontare uno dei drammi della nostra "povera" Italia. Fa arrabbiare, piangere, ti deprime, ti nausea e decisamente NON ti può lasciare indifferente. Splendida la fotografia, bellissima la regia, decisamente non male nemmeno la recitazione, pur se gli attori non esperti.
L’attore Giuseppe Tantillo nella presentazione del film su mymovies dice che i registi Piazza e Grassadonia continuano a trasfigurare la tragedia senza fine della mafia in una fiaba aperta al fantastico. Il loro precedente film Salvo fu con temi e stile noir, sembrava di stare a diretto contatto con ambienti mafiosi; Sicilian Ghost Story invece sembra una fiaba oscura, finita male, interpretata [...] Vai alla recensione »
Uno dei più bei film che abbia mai visto, davvero un colpo di fulmine. Coraggio a vangate da tutti i punti di vista: figurativo, narrativo, di denuncia. Un discorso di corrispondenze sovrannaturali che si spinge in territori finora inesplorati, telepatie amorose e comunicazioni con la Natura al di là della vita, violenza bestiale in forma di favola nera in un remoto paese pervaso da omert&agra [...] Vai alla recensione »
Dedicato alla memoria di Giuseppe Di Matteo, giovane vittima della mafia. Sicilian Ghost Story ha come perno centrale l'adolescenziale storia d'amore fra Luna e Giuseppe, i due hanno modo di baciarsi appena una volta, prima che il loro amore verrà diviso per sempre. Giuseppe, figlio di un pentito sotto protezione, verrà rapinato e tenuto in ostaggio; una lunga agonia che coinvolge [...] Vai alla recensione »
Opera seconda di Grassadonia, Sicilian Ghost Story è un piccolo gioiello che dalla cronaca nera interiorizza un dramma rendendolo quasi fiabesco. Una Sicilia inedita, lontana dal mare, affascinante quanto inquietante fa da sfondo alle inquietudini d'amore di una protagonista, una giovane adulta, Luna, nome omen per il sogno, il coraggio, il candore di un mondo lirico.
Ci sono tutti gli elementi della fiaba: un eroe senza macchia e senza paura, la sua donzella solo apparentemente indifesa, un lupo cattivo personificazione del male incombente, un bosco intricato come le emozioni adolescenti, un re-padre buono e sottomesso ad una madre-matrigna anaffettiva e scostante; non manca la costante di ogni fiaba... L'allontanamento-assenza dell'eroe che affronta i [...] Vai alla recensione »
Gran bel film. Magico e terribile ci accompagna come si può nel renderci conto di una storia tremenda. Non soltanto renderci conto: ci aiuta a liberare le emozioni ed i pensieri per questa storia mitica come la nostra terra; non soltanto un aiuto, ci assiste! Non è lento, ci aiuta a capire cosa è successo, nell'immaginario, nel mito, nello sconforto di una mitologia mafiosa che non mostra confini. Vai alla recensione »
Film in primis"fantasmatico", questo"Siclian Ghost Story"(2017, Fabio Grassadonia, Antonio Piazza; da un raccontro, "il cavliere bianco"di Marco Mancassola è da leggere su tre livelli: A)il fatto reale di Giuseppe Di Matteo, figlio di un mafioso, che mafiosi reali avevano sciolto nell'acido(non ho seguito il fatto, mi sono documentato un po'dopo la visione [...] Vai alla recensione »
Sicilian Ghost Story continua una personale ricerca, da parte dei registi Grassadonia e Piazza, per una nuova forma di racconto, a partire dal tema che evidentemente sta a loro più a cuore: il problema mafioso. Se "Salvo" rescriveva le regole del racconto filmico sul tema (spesso molto sacrificato rispetto all'aspetto documentaristico e biografico) con una chiave noir-western, [...] Vai alla recensione »
L'assassinio di Giuseppe Di Matteo è stato uno dei tanti atti crudeli della mafia e questo film rende onore alla sua memoria. Lo fa costruendo una storia di amore su una trama già nota di cui conosciamo il tragico finale. Una storia di amore che vira nella pazzia, nella disperazione di una ragazza, Luna, che ha sentito il cuore battere più forte per un compagno di classe, per [...] Vai alla recensione »
Un film che dura due ore piene e che in varie sequenze cede il passo a situazioni claustrofobiche, dovrebbe risultare difficile da digerire. Dovrebbe. E invece no, invece il film inchioda lo spettatore davanti allo schermo, lo invita ad accogliere inaspettati intermezzi fantasiosi e fiabeschi e, complice anche la variegata bellezza della Sicilia, gli riempie gli occhi con una fotografia da applausi. [...] Vai alla recensione »
Interessante film dedicato alla memoria di Giuseppe Di Matteo, ucciso giovanissimo dalla mafia in quanto figlio del collaboratore di giustizia Di Matteo. Un film che mescola il fantasy con la cronaca terribile di un omicidio, che richiama molto alla memoria il ''Labirinto del Fauno'' di Del Toro, soprattutto per la scelta di pullulare il film di presenze animali più o meno simboliche. [...] Vai alla recensione »
Francamente non so se le forme del gotico siano le più adatte per narrare il raccapriccio di una delle più orribili storie di mafia, quella di Giuseppe Di Matteo, sciolto nell'acido. Quel che mi pare indubbio è però che tali stilemi conferiscono una straordinaria forza espressiva alle immagini, una bellezza, anche se l'uso di tale termine può risultare quantomeno [...] Vai alla recensione »
Visto ieri, a Palermo, in sala eravamo in tutto 7. Per fortuna tre erano delle giovani ragazze ! Avere aggiunto "sicilian" al titolo è stata una iattura, il pubblico generalista, forse si aspettava chissà che intreccio alla commissario Maltese e/o Montalbano, mentre di fatto è un film sulla crescita civile di una giovane ragazza del Sud Italia. I registi hanno dimostrato molta maestria nella gestione [...] Vai alla recensione »
Credo che i due registi, Fabio Grassadonia, Antonio Piazza, abbiano davvero fatto un lavoro splendido, restituendo a una tragedia, intrisa di crudeltà, una dimensione che va al di là della violenza, dell'omertà, della corruzione. C'è una forza che nasce dalle idee e ce n'è una che scaturisce dal cuore, e quest'ultima ha un'innocenza, una purezza, [...] Vai alla recensione »
Molti indizi fanno una prova. Il cinema d'autore italiano contemporaneo, quello in grado di competere all'estero nell'universo del film artistico e da festival, è profondamente sudista. Il meridione continua ad essere - per Alice Rohrwacher, Francesco Munzi, Pietro Marcello, Matteo Garrone, Leonardo Di Costanzo, Daniele Ciprì, Franco Maresco, Edoardo De Angelis, Gianfranco Rosi e i protagonisti del cinema del reale, oltre che molti altri autori - il territorio più fertile per operazioni poetiche di tutti i tipi. E se è vero che talvolta il timbro del realismo magico o la facile contrapposizione tra arcaismo popolare e modernità sono apparsi un po' meccanici, appare chiaro che quel serbatoio di miti e racconti, letteratura e iconografia, folclore e tessuto sociale, hanno finito col rivelarsi ricchissimi.
Al secondo film, i talentuosi Grassadonia e Piazza lavorano ancora sulla regione se possibile più incline a questo tipo di trattamento, la Sicilia, che però deve anche fare in conti con la cronaca, la criminalità organizzata e decenni di rappresentazione realista del fenomeno.
Giocare "contro" l'immaginario di mafia non è cosa nuova - basti pensare all'operazione La mafia uccide solo d'estate, film e serie televisiva, o allo stesso Salvo - ma i due registi riescono a trovare un registro fiabesco e visionario molto compatto e coerente, dove gli echi di Guillermo Del Toro si mescolano con interessanti riferimenti alla pittura romantica tedesca.
Alice nel paese dell'abominio. Una favola in nero, crudele, onirica, realistica e di suggestioni fantasmatiche ha aperto, sotto bandiera italiana, la sezione più dura e pura di Cannes, "La Semaine de la Critique". "Sicilian Ghost Story" (da ieri subito nelle sale) e firmato da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza (già applauditi ospiti del Festival, quattro anni fa, con "Salvo") non ha un titolo inglese [...] Vai alla recensione »
Presentato alla Semaine de la Critique Salvo era diventato subito un evento, premiato col Grand Prix, pubblico e critica unanimi (o quasi) nell'entusiasmo del tutto imprevedibile per un'opera prima di due giovani sconosciuti che parlavano di mafia, di cecità, della conquista faticosa di una consapevolezza contro il silenzio criminale. Quattro anni dopo Fabio Grassadonia e Antonio Piazza tornano alla [...] Vai alla recensione »
Fiocchi simili a bambagia, lattiginosi, fluttuano in un'acqua melmosa, mefitica. Ma non è cotone, sono carne, ossa e tutto quel che resta di un ragazzino. Il gennaio 1996, dopo 779 giorni di prigionia il quattordicenne Giuseppe Di Matteo, figlio del "pentito" Santino, viene strangolato e dissolto nell'acido dal capomafia Giovanni Brusca e i suoi uomini.
Presentato in apertura della Semaine de la critique, il secondo film di Piazza e Grassadonia dopo Salvo (che aveva vinto la stessa sezione) lascia perplessi. Alcuni difetti del lavoro precedente esplodono alle prese con il progetto ambiziosissimo di raccontare come una fiaba nera una delle imprese più agghiaccianti di Cosa Nostra: il rapimento del tredicenne Giuseppe Di Matteo, figlio di un pentito, [...] Vai alla recensione »
La vicenda drammatica del piccolo Giuseppe Di Matteo è una delle più tremende nell'intera storia di Cosa Nostra. Figlio di un pentito, Santino, il ragazzino tredicenne fu rapito dalla fazione dei corleonesi capitanati da Giovanni Brusca, nella speranza che il padre ritrattasse: tenuto prigioniero per 779 giorni, fu infine strangolato e sciolto nell'acido.