Anno | 1976 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 310 minuti |
Regia di | Bernardo Bertolucci |
Attori | Gérard Depardieu, Robert De Niro, Burt Lancaster, Sterling Hayden, José Quaglio Stefania Sandrelli, Dominique Sanda, Donald Sutherland, Romolo Valli, Alida Valli, Stefania Casini, Francesca Bertini, Paulo Branco, Anna Maria Gherardi, Paolo Pavesi, Tiziana Senatore, Liu Biosizio, Roberto Maccanti, Allen Midgette, Laura Betti, Ellen Schwiers, Maria Monti, Antonio Piovanelli, Anna Henkel, Werner Bruhns, Giacomo Rizzo. |
Uscita | lunedì 16 aprile 2018 |
Tag | Da vedere 1976 |
Distribuzione | Cineteca di Bologna |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,84 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 16 aprile 2018
Questo film di Bertolucci - una maratona complessiva di cinque ore - racconta la storia di tre generazioni, impegnata nella lotta di classe in Emilia, terra di forti contrasti e di robuste tradizioni, sullo sfondo di un secolo di politica italiana. In Italia al Box Office Novecento ha incassato 51,2 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Il 25 aprile del 1945 è il giorno della Liberazione dal nazifascismo ed è anche il giorno in cui le contadine catturano il fascista Attila e la sua compagna Regina e il giovanissimo Leonida tiene sotto il tiro di un fucile il padrone Alfredo Berlinghieri. Da qui ha inizio un flashback che ci porta alla nascita e successivamente all'infanzia e alla giovinezza di Alfredo e del coetaneo contadino Olmo fino a portarlia dopo la fine della Prima Guerra Mondiale.
Nell'Atto primo (come nel melodramma lirico) del film fiume di Bernardo Bertolucci assistiamo al getto delle basi delle fondamenta di una narrazione che si presentava come utopica all'epoca e che oggi non avrebbe più la possibilità di venir concepita.
Proprio in questo è rinvenibile la sua forza. Il regista ha più volte dichiarato di aver avuto l'idea di realizzare un film ponte tra il cinema hollywoodiano e il realismo socialista. Un film americano e sovietico al contempo. Le difficoltà frapposte al progetto dalla Mosfilm russa lo indussero a desistere. La spinta però veniva dalla società e dalla politica italiana del tempo.
Girato tra il 1974 e il 1975 il film si nutriva del punto più alto della visione politica promossa da Enrico Berlinguer che, con il cosiddetto 'compromesso storico', mirava a un accordo tra la base comunista e quella di matrice cattolica. Le cose andarono come la Storia ci insegna ma in quel momento le speranze erano molte e diffuse (così come gli ostacoli). Nella dissoluzione delle ideologie contemporanea (che non ha però portato con sé esiti indirizzati al miglioramento delle condizioni di vita delle fasce più deboli della società) un film come questo (o come il successivo L'albero degli zoccoli di Ermanno Olmi) non verrebbero nemmeno pensati.
Proprio per questo è interessante vedere come, sin dalla prima parte, Bertolucci (reduce dallo 'scandalo' di Ultimo tango a Parigi) cerchi di analizzare, utilizzando i codici di un cinema hollywoodiano trapiantato nella terra emiliana, le dinamiche della lotta di classe attraverso le vicende di due bambini destinati ad attrarsi e a scontrarsi perché la sorte ha fatto di uno il 'bastardo' dei campi e dell'altro il figlio del padrone.
Bertolucci non trascura di prendere parte in favore di chi è vessato ma offre i tratti della rapacità alla generazione dei padri (uno straordinario Romolo Valli nei panni di Giovanni Berlinghieri) lasciando le caratteristiche della dignità all'anziano Alfredo interpretato da Burt Lancaster. Già nella citazione di questi due attori si rivela presente e produttiva la presenza di scuole ed esperienze di recitazione totalmente diverse in un'opera che sin dalle prime battute non nasconde una molteplicità di citazioni colte che però non frenano didascalicamente lo sviluppo dell'azione. Un esempio? Chi 'sa' può leggere nel taglio volontario dell'orecchio da parte di un contadino che assomiglia ad Antonio Ligabue, un rimando a Van Gogh con una doppia citazione nell'ambito della storia dell'arte pittorica. Chi non 'sa' ci vede un uomo che, con un gesto forte, dice al padrone che ormai dai braccianti come lui si pretendono anche la carne e il sangue. Come accade ancora nell'Occidente 'civilizzato' che dei diritti dei lavoratori continua a pensare, come Giovanni Berlinghieri, che siano "contro ogni principio civile".
Questo film di Bertolucci - una maratona complessiva di cinque ore - racconta la storia di tre generazioni, impegnata nella lotta di classe in Emilia, terra di forti contrasti e di robuste tradizioni, sullo sfondo di un secolo di politica italiana. Il 1 Gennaio del 1900, nello stesso latifondo, nascono due bambini, Olmo, figlio di contadini, e Alfredo, erede del padrone. Sul grande schermo si confrontano, dall'inizio del secolo fino al 1945, le vite parallele dei due ragazzi-uomini. Nella prima parte viene raccontata la vita dei due protagonisti sullo sfondo di fatti politici e sociali di quegli anni: primi scioperi nei campi, la guerra 1915-18, il fascismo agrario che aiuta i padroni. E poi i fatti privati: le frodi per l'eredità, gli amori leciti e non, fino al momento in cui i due giovani si sposano. Un grande affresco con una cura persino eccessiva per i particolari (per esempio uno studio molto approfondito su una certa "pittura contadina" da Miller a Van Gogh, a Pellizza da Volpedo). Il discorso sociale finisce comunque per essere un po' di parte; non è certo questo l'aspetto migliore del film.
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Questo film di Bernardo Bertolucci è una saga epica nel senso etimologico del termine. Attraverso la metafora di due bambini, Olmo (Gerard Depardieu) e Alfredo (Robert De Niro), nati lo stesso giorno di inizio Novecento (lo stesso della morte di Giuseppe Verdi), vengono mostrate le contraddizioni e le ambiguità di un secolo e di una terra particolari (il XX secolo in Emilia-Romagna).
Rivedere il Novecento di Bernardo Bertolucci il 25 aprile del 2020 ha un significato particolare; perché questo film dà un senso alla storia ed il 25 aprile del 2020 è un giorno storico per i cambiamenti che un piccolo virus ha imposto all’intera umanità. La storia di Olmo ed Alfredo è la storia dell’Italia del primo Novecento: è la storia delle [...] Vai alla recensione »
Scrivo la recensione del film completo, indipendente dagli "atti". Veramente un ottimo film che ho apprezzato molto di più adesso, vedendolo in DVD, che non alla sua uscita al cinema, diviso in due parti a tre mesi di distanza l'una dall'altra! Bertolucci ha saputo ricreare molto bene l'ambiante e la mentalità di quel tempo nella campagna emiliana! Partendo dai due bambini, nati lo stesso giorno, ma [...] Vai alla recensione »
Uh ottimo film relativamente all'epoca storica in cui è stato girato. Negli anni, il gusto è cambiato, diventando più raffinato, soprattutto per merito di molta produzione straniera e poca italiana. L'affresco popolare è ben riuscito per quello che riguarda le ambientazioni e i caratteri. Le vicenda storica relativa alla lotta di classe è ben rappresentata [...] Vai alla recensione »
Dopo averlo visto a scuola in uno spazio di tempo di qualche giorno, interrompendo sempre quando finiva l'ora di italiano, l'unica domanda che mi è balenata nella testa è stata quella che da il titolo alla mia recensione. Sì perché, nonostante io gradisca film di questo genere, qui non ho capito assolutamente niente di niente.
Bertolucci divide in questo film in modo chiaro i buoni dai cattivi...i cattivi e per di più i depravati sono naturalmente i fascisti..i meno cattivi ma comunque viziosi e decadenti i borghesi,,,i buoni e puri la classe proletaria contadina destinata a vincere e a far splendere il sol dell'avvenir...d'altra parte la storia su cui si fonde il film è l'impossibile fusione degli amici della pelle Depardieu [...] Vai alla recensione »
non sono d'accordo con la recensione; credo che neanche il film americano Reed sia a questi livelli. non è mai stato fatto un film così e credo sinceramente che non si potrà mai fare. non solo per il cast, azzeccatissimo, per la sceneggiatura e tutto il resto. è tutto l'insieme che funziona come l'ingranaggio di un motore.
Film unico nel suo genere con un bravissimo De Niro e un ottimo Depardieu. Penso sia un film molto lungo, che pero al termine ti lascia comunque qualcosa, inoltre il film viene accompagnato dall'immancabile e,ovviamente,grandissimo, Ennio Morricone. Non una pellicola per tutti ma merita davvero tanto.
Mediocre, insopportabile a tratti. C'è di molto meglio
La prima parte del racconto storico italiano di Bernardo Bertolucci sul nostro novecento, inizia nel 1945, il giorno della liberazione, per poi fare un lungo salto temporale all'indietro, partendo dal 1901, anno della morte di Giuseppe Verdi, anno in cui nascono due bambini, appartenenti a due classi sociali nettamente diverse. Ed è attraverso la loro strana amicizia che il film prende vita [...] Vai alla recensione »
Rivisto ora, fresco fresco da un vhs che gli dà a tratti un che di vagamente macchiaiolo...La mia, preciso, è un'opinione strettamente personale: il film ha una fotografia splendida, la regia è bella anche se in alcuni punti molto ridondante, troppo sottolineate alcune inquadrature e scene, sul finale soprattutto. Non mi piace il doppiaggio dei contadini, voci acerbe che risultano false.
Al cinema italiano mancava la saga e le due parti, i “due atti”, di Novecento di Bernardo Bertolucci, colmano la lacuna: nei momenti riusciti – quelli del “primo atto” – in modo splendido, in altri – soprattutto nel “secondo atto” – fra contraddizioni ed inciampi, con pesanti errori di gusto, equivoci drammatici e di stile. Una saga, dunque. Dal primo anno del 1900 alla primavera del 1945.