rinaldo
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sabato 13 gennaio 2007
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"il" capolavoro...
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"Novecento" sta a tutto il resto del cinema italiano come la Cappella Sistina sta a tutto il resto della pittura mondiale. "Novecento" e' l'unico, vero, grande film "capolavoro" del nostro cinema, pur cosi' ricco di film meravigliosi...Gli interpreti, le musiche di Morricone, la tematica trattata, l'alternarsi delle stagioni, la crudezza della verita', l'angoscia e lo sgomento della crudelta' fascista, la violenza e l'efferatezza del crimine e ancora tutto l'insieme di emozioni e odii che il film suscita nello spettatore piu' attento, sono una esperienza visiva indimenticabile e infatti mai dimenticata. Ho visto "Novecento" sette volte e ancora oggi mi commuove in ogni suo fotogramma.
Non posso consigliarlo a tutti perche' non tutti lo apprezzerebbero come merita.
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"Novecento" sta a tutto il resto del cinema italiano come la Cappella Sistina sta a tutto il resto della pittura mondiale. "Novecento" e' l'unico, vero, grande film "capolavoro" del nostro cinema, pur cosi' ricco di film meravigliosi...Gli interpreti, le musiche di Morricone, la tematica trattata, l'alternarsi delle stagioni, la crudezza della verita', l'angoscia e lo sgomento della crudelta' fascista, la violenza e l'efferatezza del crimine e ancora tutto l'insieme di emozioni e odii che il film suscita nello spettatore piu' attento, sono una esperienza visiva indimenticabile e infatti mai dimenticata. Ho visto "Novecento" sette volte e ancora oggi mi commuove in ogni suo fotogramma.
Non posso consigliarlo a tutti perche' non tutti lo apprezzerebbero come merita. Posso solo dire che per me, che ho visto piu' di 10.000 film, questo e' il migliore di tutti.
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tony montana
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domenica 17 ottobre 2010
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intenso e brutale affresco storico
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Al ritiro del premio Oscar al miglior attore non protagonista, per la sua interpretazione del boss mafioso Don Vito Corleone, Robert De Niro, non è presente. Corre l’anno 1974, e il giovane attore italoamericano, fra la lavorazione del secondo episodio de Il padrino e quella di un altro capolavoro del cinema, Taxi Driver si pone un film più impegnativo, serio e difficile, ovvero 1900, del regista Bernardo Bertolucci, appena uscito dallo scandalo di Ultimo tango a Parigi con un magistrale Marlon Brando nei panni di un uomo di mezza età sessualmente frustrato. Le riprese di Novecento avvennero in Emilia Romagna, nello stesso periodo in cui Pier Paolo Pasolini stava girando Salò e le 120 giornate di Sodoma.
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Al ritiro del premio Oscar al miglior attore non protagonista, per la sua interpretazione del boss mafioso Don Vito Corleone, Robert De Niro, non è presente. Corre l’anno 1974, e il giovane attore italoamericano, fra la lavorazione del secondo episodio de Il padrino e quella di un altro capolavoro del cinema, Taxi Driver si pone un film più impegnativo, serio e difficile, ovvero 1900, del regista Bernardo Bertolucci, appena uscito dallo scandalo di Ultimo tango a Parigi con un magistrale Marlon Brando nei panni di un uomo di mezza età sessualmente frustrato. Le riprese di Novecento avvennero in Emilia Romagna, nello stesso periodo in cui Pier Paolo Pasolini stava girando Salò e le 120 giornate di Sodoma. L’impresa di Bertolucci era colossale, difficilissima, a tratti umanamente impossibile, centrata sul tentativo di raccontare cinquant’anni di storia italiana vista con gli occhi di due uomini, uno, Alfredo ( De Niro ), figlio di ricchi proprietari terrieri, e l’altro, Olmo ( Depardieu ), umile contadino, partigiano e infine liberatore comunista dei contadini. Il film, originariamente pensato per la televisione, raggiunse infine una durata eccessiva di oltre cinque ore e venti, proiettato in America in versione ridotta a tre ore e mezza e non ben accolto, e in Italia diviso di due puntate da due ore e quaranta ciascuna, con enormi consensi da parte di critica e pubblico. Il cast rende ancora più ambizioso il film, a parte Depardieu e De Niro si contano Stefania Sandrelli, Alida Valli, Donald Sutherland, Dominique Sanda e altri. I vari contrasti con il regista e la troupe, portarono De Niro ad una recitazione media, che gli impedì di mostrare le sue doti attoriali al massimo livello. Caso diverso per Depardieu che si dimostra un’autentica rivelazione e firma così una delle migliori performance della sua carriera. Il film, in tutta la sua complessiva lunghezza, riesce tuttavia ad essere di grande e incisivo impatto. La trama, come già detto, ripercorre i primi cinquant’anni italiani del Novecento, raccontando le lotte proletarie, la Grande Guerra, il ventennio e la violenza fascista, la Seconda Guerra Mondiale, la Resistenza e la Liberazione. A questa trama complessa si intrecciano anche le storie personali dei personaggi a cui si legano anche le loro storie d’amore tra Olmo e Anita, Alfredo e la bellissima Ada, la perversa passione fra la cugina di Alfredo, Regina e il diabolico squadrista Attila, oltre che l’amore-odio fra i due protagonisti. Oltre che la lunghezza – però non si poteva raccontare una storia come questa senza sfiorare la durata da kolossal -, il film è ricordato per picchi di regia di altissimo livello, e le scene da antologia, come il ballo di Dominique Sanda che si finge cieca, il lavoro dei contadini, oppure il lunghissimo processo finale ( 15 minuti di pellicola! ), passando per scene emotivamente più cruente che fecero scattare l’occhio vigile della censura come quella in cui il fascista Attila, dopo aver violentato un bambino, lo scaraventa contro un muro spezzandogli la testa, la scena in cui il medesimo personaggio fa strage dei comunisti sotto una pioggia fangosa, passando per la scena quasi pasoliniana, in cui Depardieu e De Niro vengono masturbati da una prostituta epilettica, senza alcuna censura visiva oltre ad altre scene di violenza. Tutto il film è un affresco grandioso. Straordinario uso delle stagioni che accompagnano gli eventi storici in parallelo alle stagioni della vita: inverno, pioggia e gelo nel periodo del fascismo più torbido e ostile con i protagonisti in balìa dei problemi della vita adulta e una primavera solare e rigogliosa nel giorno della sospirata liberazione così come per la loro infanzia, e la colonna sonora di Ennio Morricone che con tratti da melodramma verdiano sottolinea i passaggi più drammatici della sceneggiatura, permette a Bertolucci di tratteggiare un film unico e per certi versi straordinario. Si rivela con forza espressiva il gusto del regista per l'immagine filmata su modello di opere pittoriche. Il fascismo per Bertolucci è la violenza al servizio dei padroni, una bestia feroce al guinzaglio della borghesia o -meglio ancora usando le parole con cui Regina presenta Attila -: "il cane da guardia" del padronato. Uno degli ultimi fuochi del cinema italiano che conta, troverà pochi anni dopo il suo doppio speculare nell'Albero degli zoccoli di Olmi. Lunghissimo (ma non poteva essere altrimenti), vale soprattutto per i momenti in cui racconta la storia attraverso la collettività; nei momenti intimi tende più al Bertolucci decadente, forse morboso, certamente borghesissimo. Oltre che grande rievocazione storica, comunque, è anche un ottimo esempio di come il cinema possa descrivere il suo tempo: nelle cornici iniziali e finali, se guardate con attenzione, si trovano tutti gli anni Settanta, e forse il finale conciliatorio è spiaciuto per questo. Al di là del discorso ideologico, c'è il miracoloso equilibrio tra la ricchezza spettacolare e quella ideologica, con buona pace di quelli che credono invano di capire qualcosa di cinema e poi si liquefanno per Fulci.
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(di coch_98)
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bruce harper
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mercoledì 4 ottobre 2006
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da qui'passo'la meglio gioventu'
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La narrazione prende il via dalla duplice e simultanea nascita di due bimbi predestinati, il primo è Alfredo Berlinghieri, rampollo della famiglia dei padroni, il secondo,ma primo in termini di tempismo a vedere la luce, è Olmo Dalcò, energico e coriaceo contadino. Tallonando la vicende esistenziali imbevute di amore e odio dei due protagonisti, Bertolucci ci traghetta lungo gli eventi sociali e politici, tragici e meno tragici che hanno contribuito a fare del nostro paes una nazione matura e consapevole del senso della propria unità: gli scioperi, i moti in piazza, la guerra,la nascita e la diffusione del socialismo, la nascita e la diffusione del fascismo, le prime ronde, il regime, la guerriglia partigiana, lo stato democristiano e tanto altro.
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La narrazione prende il via dalla duplice e simultanea nascita di due bimbi predestinati, il primo è Alfredo Berlinghieri, rampollo della famiglia dei padroni, il secondo,ma primo in termini di tempismo a vedere la luce, è Olmo Dalcò, energico e coriaceo contadino. Tallonando la vicende esistenziali imbevute di amore e odio dei due protagonisti, Bertolucci ci traghetta lungo gli eventi sociali e politici, tragici e meno tragici che hanno contribuito a fare del nostro paes una nazione matura e consapevole del senso della propria unità: gli scioperi, i moti in piazza, la guerra,la nascita e la diffusione del socialismo, la nascita e la diffusione del fascismo, le prime ronde, il regime, la guerriglia partigiana, lo stato democristiano e tanto altro. Nondimeno, alternerà tutti questi avvenimenti collettivi con una articolata e intercalata narrazione degli episodi individuali dei numerosi personaggi che popolano la scena. Lungi dall’essere un film corale, il film adempie a questa funzione con semplice ma energica funzionalità preferendo il montaggio contiguo ad un più facile ma artificioso ricorso sistematico al montaggio alternato, e lo fa raccontando tanto i personaggi, la loro vita e il loro interagire, quanto rendendoli in via del tutto arbitrari imprescindibili protagonisti delle vicende storiche del nostro paese.
Ora.
Per inciso. Trattasi di film di finzione. In quanto tale la definizione di film di finzione esclude a priori ed in manierA del tutto tassativa altre forme di intrattenimento colletiivo quali, documentari, cinegiornali, telegiornali, docu-fiction, soap-opera, audiobook e talk show. Questo puntualizzaione andava fatta in quanto le principali critiche mosse nei riguardi dell pellicola si appuntano in maggiorparte sulla dialettica innestata nella struuttura del film tra Storia con la S maiuscola e le storia con la S minuscola, e nell’ aver compiuto questa operazione con uno stile e dgli intenti spudoratamente manichei avendo in sintesi schierato il mondo popolano, patriarcale e contadino dei servi dalla parte del bene e quello liberista, arricchito, fascista e reazionario dei padroni dalla parte del male. In una maniera così lineare ed antitetica da fare invidia ai fumetti della Marvel e persino all'entourage di George W.Bush.
A tal proposito, a tutti i supporters della causa “io-boccio-questo-film-in-quanto-trattasi-di-film-rosso” volevamo solo dire che, trattandosi di film, beninteso, a sfondo- ambientazione storica, e non storico-punto, cerca di rappresentare gli individui dell’Italia che fù in tutto il loro candore, senza paraocchi, rappresentandoli come delle persone umili, povere, che vedevano nel socialismo l’unica alternativa possibile al loro miserrimo stato sociale, fatto di sfruttamento e soprusi, un nuovo modello, il solo diversivo allo status quo. E per questo riposero in quella ideologia tutte le loro speranze. Così come i padroni, ahinoi, videro nel fascismo, che fulgido pensiero, l’unica possibilità di contrastare le corazzate rosse, formate di ruggenti contadini armati di zappa carte da scopa, riunendosi risolutamente in gruppi e squadriglie impegnate a ruota libera nell’esercizio della violenza e del asservimento psicologico, e quindi via libera a punizioni corporali, sproporzionate rappresaglie, collette di padroni per il partito, identikit di sovversivi, torture psicologiche, roghi, infiltrati e mazzate, mazzate, mazzate. Punto.
Tutto il resto è dietrologia.
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jackiechan90
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sabato 11 luglio 2015
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un film popolare
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Questo film di Bernardo Bertolucci è una saga epica nel senso etimologico del termine. Attraverso la metafora di due bambini, Olmo (Gerard Depardieu) e Alfredo (Robert De Niro), nati lo stesso giorno di inizio Novecento (lo stesso della morte di Giuseppe Verdi), vengono mostrate le contraddizioni e le ambiguità di un secolo e di una terra particolari (il XX secolo in Emilia-Romagna). Si tratta di un film che esce dallo schermo finzionale del cinema per entrare direttamente nella Storia e ancora oggi mantiene una struttura e una forza visiva mai più raggiunti da un film italiano. La fotografia, infatti, è di Vittorio Storaro che mescola colori caldi (soprattutto rosso e giallo, quello della bandiera rossa e delle spighe di grano) e freddi sulla pellicola come un pittore , come i quadri a cui si ispirano i fotogrammi (Pellizza da Volpedo e Giovanni Fattori) e che raccontano l'avvicendarsi delle stagioni (la storia comincia e finisce in estate).
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Questo film di Bernardo Bertolucci è una saga epica nel senso etimologico del termine. Attraverso la metafora di due bambini, Olmo (Gerard Depardieu) e Alfredo (Robert De Niro), nati lo stesso giorno di inizio Novecento (lo stesso della morte di Giuseppe Verdi), vengono mostrate le contraddizioni e le ambiguità di un secolo e di una terra particolari (il XX secolo in Emilia-Romagna). Si tratta di un film che esce dallo schermo finzionale del cinema per entrare direttamente nella Storia e ancora oggi mantiene una struttura e una forza visiva mai più raggiunti da un film italiano. La fotografia, infatti, è di Vittorio Storaro che mescola colori caldi (soprattutto rosso e giallo, quello della bandiera rossa e delle spighe di grano) e freddi sulla pellicola come un pittore , come i quadri a cui si ispirano i fotogrammi (Pellizza da Volpedo e Giovanni Fattori) e che raccontano l'avvicendarsi delle stagioni (la storia comincia e finisce in estate). I due ragazzi una volta cresciuti sceglieranno strade opposte: Olmo abbraccia le idee comuniste e diventa capo-partigiano nella sua zona guidando la rivolta e la Liberazione; Alfredo, figlio del padrone, erediterà le sue terre e diventerà un latifondista con il favore dei fascisti subendo una sorte amara per questa sua scelta. nonostante le diverse vedute i due manterranno comunque una salda amicizia e un rispetto reciproco, tanto che il primo salverà il secondo dal linciaggio dei contadini alla fine della guerra. Il film si conclude con il gioco tra i due amici, simbolo della fine di un'epoca. il film di Bertolucci dunque si pone fin da subito come "epica" nel senso di narrazione popolare: la storia raccontata ha il sapore delle antiche saghe famigliari ma immerso in un'ambientazione storica e sociale di stampo popolare. non sono i protagonisti a emergere quanto le comparse, la popolazione (quella vera della bassa emiliana) con tutto il suo carico di tradizioni, vernacoli, musiche e balli. Numerose, infatti, nel film sono le scene dove si ballano e si cantano le musiche popolari contadine con uno stile che ricorda molto lo straniamento brechtiano. Il monologo finale di Depardieu, recitato con gli occhi rivolti alla telecamera è anche un omaggio a Godard e a Pasolini (a cui il regista dichiara di essersi ispirato per il film). Un omaggio dunque alla stessa storia del cinema che rende questo film, ancora di più, un film "popolare" nel senso che contiene riferimenti visivi, musicali e stilistici riconoscibili dalla massa in quanto pensato apposta per loro pur mantenendo comunque un'aura di capolavoro elevandosi da altre pellicole anche più recenti, le quali devono molto a questo film di Bertolucci.
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enzo70
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domenica 26 aprile 2020
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il denso ritratto di un secolo
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Rivedere il Novecento di Bernardo Bertolucci il 25 aprile del 2020 ha un significato particolare; perché questo film dà un senso alla storia ed il 25 aprile del 2020 è un giorno storico per i cambiamenti che un piccolo virus ha imposto all’intera umanità. La storia di Olmo ed Alfredo è la storia dell’Italia del primo Novecento: è la storia delle differenze sociali di un’Italia che andava verso una drammatica guerra; è la storia dell’amicizia di due ragazzi che nascono, nello stesso mondo, nello stesso giorno, ma con destini diversi: Alfredo è erede della famiglia Berlinghieri, i padroni, Olmo è il figlio del colono.
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Rivedere il Novecento di Bernardo Bertolucci il 25 aprile del 2020 ha un significato particolare; perché questo film dà un senso alla storia ed il 25 aprile del 2020 è un giorno storico per i cambiamenti che un piccolo virus ha imposto all’intera umanità. La storia di Olmo ed Alfredo è la storia dell’Italia del primo Novecento: è la storia delle differenze sociali di un’Italia che andava verso una drammatica guerra; è la storia dell’amicizia di due ragazzi che nascono, nello stesso mondo, nello stesso giorno, ma con destini diversi: Alfredo è erede della famiglia Berlinghieri, i padroni, Olmo è il figlio del colono. Il film inizia con la scena di un fascista catturato da un giovanissimo partigiano, Leonida; era il 25 aprile del 1945. E da lì inizia un lungo viaggio nel passato, con immagini che entrano nella storia dell’immaginario della nostra generazione, Olmo sul tavolo, per tutte. Robert De Niro, che interpreta Alfredo, e Gerard Depardieu erano ancora giovani, promesse del cinema internazionale. A quasi cinquanta anni dall’uscita nei cinema di questo film fondamentale del cinema di sempre, anche in questo Bertolucci dimostrò di essere un fenomeno. E’ un film denso, che riesce andare oltre il provincialismo della cultura italiana della liberazione con un respiro sicuramente internazionale. La lotta di classe viene portata ad un livello individuale, diventa un piccolo mondo antico, in cui la società è fatta di persone e non di categorie. Dalla notizia della morte di Verdi, annunciata dal gobbo della cascina, alla scena finale del funerale dei compagni uccisi, il filo conduttore è l’immensa qualità di questo film.
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renato c.
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sabato 19 luglio 2014
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ottimo affresco!
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Scrivo la recensione del film completo, indipendente dagli "atti". Veramente un ottimo film che ho apprezzato molto di più adesso, vedendolo in DVD, che non alla sua uscita al cinema, diviso in due parti a tre mesi di distanza l'una dall'altra! Bertolucci ha saputo ricreare molto bene l'ambiante e la mentalità di quel tempo nella campagna emiliana! Partendo dai due bambini, nati lo stesso giorno, ma di estrazione sociale opposta, ma che diventano amici, e lo resteranno per il resto della vita pur picchiandosi! Robert De Niro e Gérad Depardieu fanno un'interpretazione veramente ottima! Ed un'ottima interpretazione la fa anche Donald Sutherland, interpretando quel personaggio così mostruoso che peggio di così non si potrebbe! Nella prima parte c'è una buona dose di pornografia che forse non era necessaria, mi riferisco alla scena di Stefania Casini che fa la prostituta con i due protagonisti andando nei dettagli! Ma poi è bella la ricostruzione di tutto quel tempo, e si può capire, vedendo l'ambiente, perchè l'Emilia sia diventata la regione più rossa di tutte le regioni italiane! Mancava la via di mezzo tra il rosso ed il nero! Oltre i protagonisti c'è un cast di attori veramente formidabile a partire dai "mostri sacri" come Burt Lancaster e Alida Valli.
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Scrivo la recensione del film completo, indipendente dagli "atti". Veramente un ottimo film che ho apprezzato molto di più adesso, vedendolo in DVD, che non alla sua uscita al cinema, diviso in due parti a tre mesi di distanza l'una dall'altra! Bertolucci ha saputo ricreare molto bene l'ambiante e la mentalità di quel tempo nella campagna emiliana! Partendo dai due bambini, nati lo stesso giorno, ma di estrazione sociale opposta, ma che diventano amici, e lo resteranno per il resto della vita pur picchiandosi! Robert De Niro e Gérad Depardieu fanno un'interpretazione veramente ottima! Ed un'ottima interpretazione la fa anche Donald Sutherland, interpretando quel personaggio così mostruoso che peggio di così non si potrebbe! Nella prima parte c'è una buona dose di pornografia che forse non era necessaria, mi riferisco alla scena di Stefania Casini che fa la prostituta con i due protagonisti andando nei dettagli! Ma poi è bella la ricostruzione di tutto quel tempo, e si può capire, vedendo l'ambiente, perchè l'Emilia sia diventata la regione più rossa di tutte le regioni italiane! Mancava la via di mezzo tra il rosso ed il nero! Oltre i protagonisti c'è un cast di attori veramente formidabile a partire dai "mostri sacri" come Burt Lancaster e Alida Valli. Potrebbe sembrare un film di propaganda comunista, ma sinceramente io lo trovo un film descrittivo di quel tempo e luogo particolari! Un film comunque da vedere ed apprezzare! In ogni caso, tenere lontani i bambini!!
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[+] meno male
(di brando fioravanti)
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barbaram
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domenica 10 novembre 2019
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col senno cinematografico di poi
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Uh ottimo film relativamente all'epoca storica in cui è stato girato. Negli anni, il gusto è cambiato, diventando più raffinato, soprattutto per merito di molta produzione straniera e poca italiana.
L'affresco popolare è ben riuscito per quello che riguarda le ambientazioni e i caratteri. Le vicenda storica relativa alla lotta di classe è ben rappresentata ma Sutherland /Attila proprio non riesco a vederlo altro che una mal riuscita caricatura. Non ho apprezzato nemmeno la figura del patriarca Lancaster né quella di Sterling /Leo,: nonostante l'eccellente performance attoriale, poco credibili nel ruolo, o comunque meno autentici ..
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Uh ottimo film relativamente all'epoca storica in cui è stato girato. Negli anni, il gusto è cambiato, diventando più raffinato, soprattutto per merito di molta produzione straniera e poca italiana.
L'affresco popolare è ben riuscito per quello che riguarda le ambientazioni e i caratteri. Le vicenda storica relativa alla lotta di classe è ben rappresentata ma Sutherland /Attila proprio non riesco a vederlo altro che una mal riuscita caricatura. Non ho apprezzato nemmeno la figura del patriarca Lancaster né quella di Sterling /Leo,: nonostante l'eccellente performance attoriale, poco credibili nel ruolo, o comunque meno autentici ..
Alcune scene crudeli sull'uccisione degli animali sarebbero state da evitare: nulla aggiungevano alla storia e per fortuna la legge ora le vieta.
Alcune scene, troppo insistite, sui canti popolari e sulle brutte rappresentazioni del mondo contadino non hanno restituito un senso di dignità che invece in altri momenti è stato messo in risalto.
In definitiva l'ho apprezzato come documentario ma non come film.
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dragonia
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sabato 5 maggio 2012
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ehm...che diavolo è successo?
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Dopo averlo visto a scuola in uno spazio di tempo di qualche giorno, interrompendo sempre quando finiva l'ora di italiano, l'unica domanda che mi è balenata nella testa è stata quella che da il titolo alla mia recensione. Sì perché, nonostante io gradisca film di questo genere, qui non ho capito assolutamente niente di niente. Se non avessi letto i loro nomi sulla copertina del dvd, non avrei mai saputo che c'erano Depardieu o De Niro, tanto mi sembravao irriconoscibili. I personaggi messi in scena da Bertolucci sono così tanti che alla fine li ho confusi fra loro, fra salti temporali ed eventi storici appena accennati non ho compreso chi stesse facendo cosa, le azioni compiute dai personaggi (chiunque fossero) non avevano una motivazione precisa; e conseguenza di tutto questo è un'assoluta mancanza di coinvolgimento emotivo, ben traducibile in un senso di noia e nella voglia che il film finisse al più presto.
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Dopo averlo visto a scuola in uno spazio di tempo di qualche giorno, interrompendo sempre quando finiva l'ora di italiano, l'unica domanda che mi è balenata nella testa è stata quella che da il titolo alla mia recensione. Sì perché, nonostante io gradisca film di questo genere, qui non ho capito assolutamente niente di niente. Se non avessi letto i loro nomi sulla copertina del dvd, non avrei mai saputo che c'erano Depardieu o De Niro, tanto mi sembravao irriconoscibili. I personaggi messi in scena da Bertolucci sono così tanti che alla fine li ho confusi fra loro, fra salti temporali ed eventi storici appena accennati non ho compreso chi stesse facendo cosa, le azioni compiute dai personaggi (chiunque fossero) non avevano una motivazione precisa; e conseguenza di tutto questo è un'assoluta mancanza di coinvolgimento emotivo, ben traducibile in un senso di noia e nella voglia che il film finisse al più presto. Ecco perché mi sento di bocciare questo film: sarà anche un capolavoro, ma sicuramente è quello più incomprensibile di tutti i tempi (l'unica cosa che ho capito è chi era il cattivo).
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[+] ma conosci la storia italiana del primo 900?
(di remo valitutto)
[ - ] ma conosci la storia italiana del primo 900?
[+] guarda i cartoni animati.
(di castelmagno)
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