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Festa del Cinema di Roma 2015, ritorno al futuro

Stasera l'inaugurazione con Truth. Quattro i film italiani.
di Giancarlo Zappoli

In foto Cate Blanchett, due volte premio Oscar, in una scena del film d'apertura, Truth.
Cate Blanchett (Catherine Elise Blanchett) (55 anni) 14 maggio 1969, Melbourne (Australia) - Toro. Interpreta Mary Mapes nel film di James Vanderbilt Truth - Il prezzo della verità.

venerdì 16 ottobre 2015 - News

Roma 2015 ritorno al futuro. Il nuovo direttore artistico Antonio Monda si è liberato delle lettere "ival" ed è tornato ad aggiungere una "a" a "fest" facendo così tornare la manifestazione capitolina alle origini che erano state dimenticate in favore del Concorso con tanto di giurie e premi. Quest'anno il premio rimane ma è affidato al pubblico. Grazie a questa, apparentemente semplice ma, come è facile immaginare, non facile decisione (chissà quanti all'interno della struttura avranno pensato che, togliendo i premi, si sarebbero persi i film) si sono liberate non poche energie. Perché non c'è più, ad esempio, il vincolo di non eccedere nel numero perché altrimenti la stampa non riesce a coprire un Concorso sovradimensionato. Quella stessa stampa potrà ora 'scegliere' tra le 37 opere proposte e forse anche i selezionati potranno permettersi di alleggerire un po' la tensione che porta di solito alle inevitabili polemiche, a chiusura di sipario, a proposito di winners e losers.

Avremo anche a Roma, come a Venezia, quattro film italiani e vedremo se, senza stress da premio, verranno letti con un'altra ottica. Si tratta di Alaska di Claudio Cupellini, di Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, di Dobbiamo parlare di Sergio Rubini e del documentario di Gianni Amelio Registro di classe - Parte prima 1900-1960. Opere che sulla carta si presentano come molto diverse tra loro e che, proprio per questa ragione, potrebbero riservare delle sorprese.

Gli highlights sono rappresentati da due opere. Una è il film scelto per l'apertura: Truth di James Vanderbilt che esordisce alla regia mettendo al centro della sua narrazione l'anchorman per eccellenza della televisione made in Usa: Dan Rather. L'altro è sicuramente The Walk di Robert Zemeckis, anch'esso dedicato a un personaggio reale: il funambolo Philippe Petit che compì l'impresa di percorrere il tratto tra le Twin Towers newyorchesi su una corda tesa nel vuoto. Ma un aggancio alle cosiddette 'storie vere' non mancherà neanche in Legend di Brian Helgeland che porta sullo schermo le imprese criminali dei gemelli Ronald e Reginald Kray. Sia Freeheld: Amore, giustizia, uguaglianza di Peter Sollett con Julianne Moore ed Ellen Page che Eva Doesn't Sleep di Pablo Agüero affrontano a loro volta due storie ispirate alla realtà. Una è la lotta che una coppia formata da due donne affronta per affermare i propri diritti e l'altra l'odissea della salma di Evita Peron.

Se poi Noah Baumbach e Greta Gerwig tornano a formare una coppia artistica per raccontare le vicende adolescenziali di una ragazza di New York in Mistress America sono una mamma e un bambino in Room di Lenny Abrahamson al centro dello schermo in una storia in cui una cella si trasforma in un mondo. Anche agli ambiti della letteratura e della musica viene dato risalto con The End of the Tour di James Ponsoldt su David Foster Wallace e il documentario Junundi una firma come Paul Thomas Anderson su Jonny Greenwood dei Radiohead e una sua esperienza artistica in India.
Per concludere vanno anche segnalate alcune opere presenti nella sezione Alice nella città che avranno poi un'uscita nelle sale. Si tratta di Iqbal -Bambini senza paura di Michel Fuzellier e Babak Payami, di Microbe et Gasoil firmato da Michel Gondry, del turco Mustang diretto da Deniz Gamze Ergüven e di Belle & Sebastien-L'avventura continua di Christian Duguay.

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