Regista, sceneggiatore e attore sudafricano. Di formazione losangelina, ha saputo sfruttare la drammaturgia audiovisiva imparata negli States per applicarla con brio e intelligenza a Il suo nome è Tsotsi, ambientato nella sua terra d'origine, premio Oscar come miglior film straniero. Si è confrontato poi con il cinema impegnato prima di approdare all'azione con Wolverine, il 'graffiante' personaggio della Marvel Comics.
Il debutto nel mondo dello spettacolo
Nato e cresciuto a Johannesburg, si laurea in legge all'università del Witwatersrand, poi decide di trasferirsi negli Stati Uniti per approfondire gli studi sul cinema. I primi passi nel mondo della settima arte sono quelli di Hood attore: lo vediamo nel pessimo horror Curse III: Blood Sacrifice (1991) di Sean Barton, tra riti tribali e magie demoniache, nel primo e quinto episodio della saga American Kickboxer (1991 e 1995), nell'avventuroso The Sheltering Desert (1992) e nello sci-fi Project Shadowchaser II (1994). Viene poi chiamato per un ruolo nella serie televisiva Rhodes (1996) ma è il cinema ad attrarre le sue attenzioni, così si mette nuovamente alla prova con un ruolo in Human Timebomb (1996), seguito dal fantasy per famiglie Beings (1998), dove compare anche Malcolm McDowell. Tutti i film interpretati fino a questo momento vengono proiettati in sala senza clamori, richiamando un pubblico esiguo; così Hood non riesce a farsi conoscere dagli spettatori ma colleziona una galleria di personaggi che spaziano generi diversissimi, dallo sci-fi al thriller, dall'horror al dramma, mettendo a punto la sua formazione. Dopo Incubo in alto mare (1998) e l'insuccesso di Traitor's Heart (1999), prende la decisione di dedicarsi a tempo pieno alla regia cinematografica.
I primi cortometraggi e l'esperienza in Europa
Smessi i panni di interprete, dirige un cortometraggio commissionato dal dipartimento della salute del Sudafrica e nel 1998 il secondo corto The Storekeeper, riflessione amara sull'uso violento e prevaricatore delle armi, per il quale viene nominato all'Oscar. L'anno dopo realizza il suo primo lungometraggio, Reasonable Man - Verdetto bianco, legal thriller di cui è anche sceneggiatore e attore. Nel 2001 si imbatte in un progetto europeo, In Desert and Wilderness, tratto dal racconto dello scrittore Henryk Sienkiewicz, che Hood decide di girare interamente in lingua polacca. Nel frattempo riprende l'attività recitativa con una parte in U-429 senza via di fuga (2004) di Tony Giglio, nel film tv King Solomon's Mines. Il tesoro maledetto (2004) e in un episodio della prima stagione di Stargate (2004).
Il suo nome è Tsotsi
Nel 2005 arriva la svolta: Il suo nome è Tsotsi, film che scrive e dirige con grande passione, vince l'Oscar come miglior film straniero. Sfruttando uno stile narrativo audace e al tempo stesso estremamente patinato, Hood realizza una pellicola basata sul passaggio repentino da un punto di vista all'altro e su inquadrature estetizzanti che acquistano valore nel contrasto con la realtà degradata delle baraccopoli di Joahannesburg. L'altra forza del film sta nella storia, dura, tenera e ricca di contraddizioni, che racconta come un ragazzino destinato alla criminalità, si ritrova a dover accudire un neonato trovato per caso sul sedile posteriore della macchina che stava rubando; nel prendersi cura del piccolo, trova il modo per redimersi e salvarsi.
L'insuccesso di Rendition e le origini di Wolverine
Due anni dopo debutta ad Hollywood con Rendition - Detenzione illegale, sospeso tra il cinema d'inchiesta e gli stilemi del thriller classico, una riflessione lucida e militante (ma non priva di un'estetica fortemente evocativa) sulla pratica della 'consegna', ovvero l'arresto precipitoso di un sospettato terrorista da parte della Cia, a cui segue il trasferimento in un carcere segreto, dove il prigioniero viene interrogato e torturato. Malgrado la qualità del lavoro e il cast stellare (Meryl Streep, Jake Gyllenhaal e Reese Witherspoon), la pellicola risulta un flop al botteghino. Mettendo da parte i toni impegnati dei film precedenti, il regista decide allora di accostarsi ad un cinema molto diverso, surreale e fantasioso, come quello di X-Men le origini: Wolverine (2009). Sulla sceneggiatura di David Benioff, uno dei più importanti estimatori di comics americani, Hood dà vita al capitolo sulla nascita del personaggio interpretato da Hugh Jackman, Wolverine appunto, nato dalla penna creativa della Marvel. Nel 2013 esce invece il film di fantascienza Ender's Game, tratto dal romanzo vincitore dei premi Hugo e Nebula.
