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Un racconto di storie, talvolta, difficili ma anche di riscatti, di sogni e di passioni; un viaggio privato nella vita delle protagoniste attraverso la loro voce. Espandi ▽
Um documentario prodotto e diretto da Yvonne Scio' che, dopo il successo del suo primo film da regista "Roxanne Lowit Magic Moments", continua il suo viaggio nel mondo delle donne. In questo nuovo progetto, si confessano all'obiettivo della regista sette donne tra giornaliste, costumiste, attrici e non solo; da Rosita Missoni fondatrice, con Ottavio, dell'azienda Missoni a Rula Jebreal, giornalista di origini palestinesi; da Patricia Field costumista di Sex and the City e de Il Diavolo veste Prada a Bethann Hardison, prima top model al mondo di colore e attivista per i diritti degli afroamericani; da Susanne Bartsch e Alba Clemente, artiste newyorkesi, fino a Fran Dresher icona della serie cult The Nanny. Recensione ❯
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Solo chi è armato di una tecnica perfetta e di un grande coraggio può giungere al termine della Streif, la pista della discesa libera di Hahnenkamm a Kitzbühel, probabilmente la pista più prestigiosa al mondo. Espandi ▽
Kitzbühel rappresenta per lo sci quello che Wimbledon rappresenta per il tennis, ciò che Monte Carlo è per la Formula 1 e l'Ironman delle Hawaii per il triathlon: un'epocale competizione che può consacrare o distruggere la carriera di uno sciatore, dare vita a trionfi e sconfitte indimenticabili. Tecniche cinematografiche di ultima generazione offrono una nuova e incredibile prospettiva sulle performance degli atleti e sullo stress al quale il loro corpo è sottoposto, durante una gara che prevede pendenze fino all'85% e una velocità che raggiunge addirittura i 142 km/h. Recensione ❯
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Un documentario che parte dalla tragedia operaia dell'incendio alla Triangle Waist Company di New York nel 1911, per arrivare alla morte di quattro operaie a Barletta, in Puglia, nel 2011. Espandi ▽
New York, 1911. La fabbrica tessile Triangle, situata all'ottavo piano di un grattacielo privo di scale e sistemi antincendio, prende fuoco, e perdono la vita più di 150 operaie, alcune buttandosi dalla finestra, altre soffocate, altre infine carbonizzate. L'incendio avviene di sabato, ma la fabbrica è affollata, giacchè le operaie sono abituate a lavorare sette giorni su sette. Barletta, 2011. Una palazzina crolla trascinando con sé le operaie di una fabbrica di confezioni, tutte precarie pagate "a cottimo", riunite in locali privi di norme di sicurezza. Restano sotto le macerie cinque vittime, una delle quali ha 14 anni ed è la figlia del titolare, lui stesso addetto ad uno dei macchinari dell'azienda. Recensione ❯
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Intervista all'icona della Swingin' London: in cerca della creatività di un'artista sopravvissuta a se stessa. Documentario, Biografico - Francia2017. Durata 61 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
L'attrice e regista Sandrine Bonnaire racconta una delle figure più importanti dello scenario musicale mondiale dagli anni Sessanta a oggi, le sue mille vite, gli incontri e la sua storia straordinaria. Espandi ▽
Nel corso della sua vita ha visto ogni genere di cosa: il successo e la celebrità a soli 17 anni nella mitica Swinging London, la vita con Mick Jagger, fianco a fianco per tutta la durata della tumultuosa epica dei Rolling Stones, gli scandali, le droghe, la dipendenza e il declino, la vita in strada e poi, finalmente, la rinascita e il meritato riconoscimento del suo talento e della sua arte. Il suo nome è leggenda: è Marianne Faithfull, attrice, cantante, cantautrice. L'attrice e regista Sandrine Bonnaire racconta una delle figure più importanti dello scenario musicale mondiale dagli anni Sessanta a oggi, le sue mille vite, gli incontri e la sua storia straordinaria. Dipingendo così il ritratto di una donna unica, leggendaria, fatale. Recensione ❯
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Il regista Pippo Delbono fa visita a un centro profughi e raccoglie le drammatiche testimonianze dei migranti. Espandi ▽
Raccogliendo il suggerimento della madre, Pippo Delbono decide di mettere in scena un suo personalissimo Vangelo all'interno di una cornice particolare quanto importante: un centro di accoglienza astigiano per profughi e migranti che senza sosta giungono sulle coste italiane. La scelta di mescolarsi con gli "ultimi" della società appare a Delbono come il modo più plausibile per lui - ateo - di affrontare momenti dai testi evangelici perché "non si può camminare sull'acqua. Si può solo sprofondare nell'acqua, come sprofondano tutte queste persone che stanno arrivando qua e che cadono, come dei Cristi, in mezzo al mare". Recensione ❯
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Un racconto molto intimo di una tragedia personale del regista. Espandi ▽
Orlando von Einsiedel non si è mai tirato indietro davanti al pericolo. Al contrario, spingersi in situazioni rischiose lo ha sempre fatto sentire a suo agio, come dimostra l'Oscar vinto nel 2017 con The White Helmets, il cortometraggio sul gruppo volontario di protezione civile siriano. Ma quando si tratta di Evelyn, il fratello che si è tolto la vita a soli 22 anni, tutto cambia: a più di dieci anni dalla sua scomparsa, nessuno ha il coraggio di pronunciare il suo nome. Per superare il trauma, Orlando e la sua famiglia intraprendono un tour che li porta a rivedere tutti quei panorami che ne hanno reso insostituibile il ricordo. Nel tentativo di ritrovare la luce e stringersi in un unico, grande abbraccio che possa lenire quel dolore insopportabile. Recensione ❯
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Falchi e falconieri in competizione nel deserto del Qatar Espandi ▽
Il film si concentra su tre anni di osservazione della caccia col falco, antica tradizione medievale praticata ancora oggi dall'aristocrazia araba. La guida è un falconiere che sta portando ad un importante torneo in Qatar i suoi falchi da competizione. Recensione ❯
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Un'opera che ha il merito di riportare alla considerazione un dato cruciale: l'importanza della composizione di un cast. Documentario, USA2022. Durata 90 Minuti.
La carriera di Bonnie Timmermann, grande casting director. Espandi ▽
Intervista a, e ritratto di, Bonnie Timmermann, la casting director che dall’inizio degli anni ’80, grazie a un singolare dono demiurgico, ha scoperto moltissimi attori e sostenuto le loro carriere. Con un effetto sorprendente, i loro provini da semisconosciuti imbarazzati o sfacciati costellano questo film per addetti ai lavori e per chiunque apprezzi l’arte della recitazione. Timmermann è anche nota per aver sostenuto la diversità nei cast, soprattutto grazie alla solida, trentennale collaborazione con Michael Mann (preponderante, nel film), da Miami Vice a Blackhat. Diversità intesa come scelta alternativa a modelli di bellezza canonica ma anche come rispecchiamento, sugli schermi, della pluralità di corpi, provenienze, morfologie che abitano il mondo reale. Dal punto di vista della regia il film di Simon Wallon opta per un’esposizione piana, senza particolari climax: le considerazioni di Timmermann – e di alcuni degli attori da lei “individuati” — si avvicendano alle registrazioni d’archivio su nastro magnetico di molti provini. Eppure Bonnie, ha senz’altro il merito di riportare alla considerazione di tutti un dato che può sembrare ovvio ed è cruciale: l’importanza della composizione di un cast nella riuscita di un film e nel determinare non solo la carriera di un attore ma la direzione, lo sviluppo del cinema stesso. Recensione ❯
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Si può essere donne felici anche senza figli? E' quello che si sono chieste le autrici del progetto Lunadigas, raccolta di testimonianze di donne che, per scelta, non sono diventate madri. Incredibile ma vero: si può essere donne felici senza figli o, forse, è il caso di dire, "si potrebbe" essere donne felici anche senza avere un figlio, a patto che il mondo intero non cercasse di sostenere a tutti i costi il contrario. E' ciò di cui parlano le autrici del progetto web-documentario Lunadigas, in quanto raccolta di testimonianze vere di donne che hanno scelto di non diventare madri. Lunadigas, per la precisione, è un termine che in sardo significa "luna storta" e si riferisce a quelle pecore che non vogliono fare figli, perchè secondo la tradizione popolare, sarebbero nate, appunto, con la luna storta! Eppure, le donne che non vogliono avere figli sono sempre di più e, sembrerebbe, sempre più contente della loro scelta. Recensione ❯
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Un viaggio alla scoperta del mito dell'automobile e dell'amore-odio che, per più di un secolo, ha caratterizzato il rapporto che l'uomo ha avuto e continua ad avere con l'auto. Espandi ▽
Il XX secolo è stato il secolo dell'automobile. L'umanità in nemmeno cent'anni, ha adattato la propria esistenza alle esigenze dell'auto privata. Le città sono ormai il dominio delle macchine e si sono adattate ai modelli urbanistici che queste hanno imposto. Più di ogni altra invenzione dell'uomo, le automobili hanno antropologicamente modificato la natura umana, cambiandone la percezione del mondo. I nostri sensi, udito, gusto, olfatto, vista e tatto, sono stati ridefiniti dalla cultura dell'automobile. Il nostro immaginario ancora oggi viaggia sulle quattro ruote. Recensione ❯
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Proiezione sul tema dell'era del "dopo lavoro": molti spunti provocatori per un saggio suggestivo. Documentario, Svezia2023. Durata 81 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il doc di Gandini intercetta e diffonde un sentimento condiviso - il rifiuto del lavoro - e forse presagisce una rivoluzione umanista e antidogmatica in arrivo. Espandi ▽
Come sarà la vita nell'era del post-lavoro? Cioè: quando l'umanità avrà automatizzato così tanti processi da rendere inessenziale la prestazione lavorativa, l'uomo come impiegherà quel "tempo libero"? È pronto ad affrontare una routine in cui il tempo lavorativo sarà quanto meno ridimensionato? Sarà in grado di abituarsi e di conferirgli un valore per l'individuo e per la società?
L'autore Erik Gandini è concentrato sulla ricerca della felicità umana, con un gusto spiccato per il paradosso, il contrasto smaccato e splendente tra opposti, come nella vistosa immagine di locandina, nella quale un automa scintillante, seduto su una sdraio in spiaggia, sembra apprezzare la lettura di un libro di carta. Il tocco e le ottiche di Fredrik Wenzel, direttore della fotografia abituale di Ruben Östlund, conferiscono alla narrazione un aspetto affascinante, glaciale e misteriosamente sospeso.
After Work intercetta e diffonde un sentimento condiviso - il rifiuto del lavoro - e forse presagisce una rivoluzione umanista e antidogmatica in arrivo. Ne aspettiamo il seguito. Recensione ❯
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Un'autofiction rigorosa che riscrive e rimette a fuoco un decennio di conquiste sociali supersoniche. E altrettante contraddizioni. Documentario, Drammatico - 2022. Durata 61 Minuti.
La scrittrice francese Annie Ernaux, Premio Nobel 2022 per la Letteratura, ci apre il baule dei ricordi, tirando fuori video amatoriali girati tra il 1972 e il 1981. Espandi ▽
Nel 1972 Annie Ernaux e suo marito Philippe, rispettivamente insegnante (non ancora scrittrice) e segretario comunale, vivono ad Annecy. Quando acquistano una cinepresa Super 8, tra le novità tecnologiche portatili di quegli anni, a filmare è quasi sempre Philippe. Dopo la separazione tra i due, nei primi anni '80, quelle immagini rimangono a lungo non viste, finché non vengono riportate alla luce dal figlio David. Si tratta di istantanee di vita familiare, ricorrenze, escursioni all'aperto e di alcuni viaggi compiuti dai quattro tra il 1972 e il 1981. Il figlio David (1968) ne immagina un nuovo assemblaggio, se pure osservando l'ordine cronologico e propone alla madre di apporre ad esse un commento critico, antidescrittivo, da incidere con la propria voce narrante.
Una nuova narrazione, con l'occhio dell'autrice riconosciuta, che ha il lusso e l'onere di potersi riguardare con la distanza non solo temporale ma emotiva con cui scrive i propri libri.
Una autofiction rigorosa, quasi un documentario naturalista, scientifico, non privo di punti di tensione, che sul piano della colonna audio non lascia spazio a facili commozioni - moderati gli interventi sonori e rumoristici sulle immagini altrimenti mute (ma la playlist di riferimento è nominata, a favore di chi vuole recuperarla). Recensione ❯
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Pennetta trova la magia a metà tra documentario e finzione e tra due vite sacrificate nella Sicilia di oggi. Documentario, Italia, Svizzera2020. Durata 82 Minuti.
Due ragazzi devono confrontarsi con le loro diverse solitudini in un paese della Sicilia. Espandi ▽
Due storie e due corpi nella Sicilia contemporanea, che in parallelo lavorano per sopravvivere e forse sognare di scappare altrove. Il piccolo Oscar, adolescente, vive con il padre e lo segue nei campi assieme al fratello maggiore, dove la piccola impresa familiare recupera oggetti abbandonati e rivende materiali a peso. Il rapporto tra padre e figli è fatto di poche e spesso brusche parole, che fanno però scorgere le cicatrici del passato. Non lontano, Stanley è un ragazzo più grande, e almeno teoricamente più libero. Viene dalla Nigeria, ha ricevuto un permesso di soggiorno, ma esita ad abbandonare l’isola e i piccoli lavoretti con cui sbarca il lunario, dalle pulizie in una chiesa alla raccolta nei campi. Recensione ❯
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Un lavoro maniacale che restituisce i colori al primo conflitto mondiale, in tutta la loro drammatica vividezza. Documentario, USA2018. Durata 99 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
In occasione del centenario della fine della guerra, il regista Peter Jackson racconta il conflitto ai giovani. Espandi ▽
Come si può raccontare in forma di documentario la Prima Guerra Mondiale al pubblico contemporaneo partendo dal dato concreto che tutte le immagini dell'epoca sono in bianco e nero? Peter Jackson risponde montando insieme le sequenze più significative di oltre 600 filmati girati durante quel conflitto e, dopo circa mezz'ora, trasformandole in immagini a colori, accompagnate dalle testimonianze audio di decine e decine di ex combattenti britannici recuperate dagli archivi della BBC e dell'Imperial War Museum. Recensione ❯
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La canzone più famosa nel mondo diventa un documentario diretto da Giulia Giapponesi Espandi ▽
Con oltre un miliardo di visualizzazioni online, Bella Ciao è la canzone italiana più ascoltata nel mondo negli ultimi anni. Come canzone di lotta e resistenza è stata recuperata nell'ultimo quarto di secolo da decine di realtà di protesta, dalla primavera araba alle proteste #occupy Usa e #occupy Mumbai, dalla lotta alla globalizzazione alla lotta ai cambiamenti climatici, dai funerali dei vignettisti di Charles Hebdo alle rivolte in Sudan e ai movimenti di piazza in Libano, in Cile, in Turchia. Ma è anche diventata un fenomeno tipico della globalizzazione: canzone simbolo della serie Casa di carta, jingle per vendere un prodotto in Messico, musica per promuovere Netflix in Arabia Saudita. Recensione ❯
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