Titolo originale | Le Havre |
Anno | 2011 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Finlandia, Francia, Germania |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Aki Kaurismäki |
Attori | André Wilms, Kati Outinen, Jean-Pierre Darroussin, Blondin Miguel, Elina Salo Evelyne Didi, Quoc-Dung Nguyen, François Monnié, Roberto Piazza, Pierre Etaix, Jean-Pierre Léaud. |
Uscita | venerdì 25 novembre 2011 |
Tag | Da vedere 2011 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 4,02 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 11 febbraio 2015
Il regista Aki Kaurismäki racconta una storia toccante e sincera: un umile lustrascarpe aiuta un giovane clandestino a ritrovare la madre. Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, 4 candidature e vinto un premio ai European Film Awards, 2 candidature a Cesar, 1 candidatura a Critics Choice Award, In Italia al Box Office Miracolo a Le Havre ha incassato 1,5 milioni di euro .
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ASSOLUTAMENTE SÌ
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Il lustrascarpe Marcel Marx vive a Le Havre tra la casa che divide con la moglie Arletty e la cagnolina Laika, il bar del quartiere e la stazione dei treni, dove esercita di preferenza il proprio lavoro. Il caso lo mette contemporaneamente di fronte a due novità di segno opposto: la scoperta che Arletty è malata gravemente e l'incontro con Idrissa, un ragazzino immigrato dall'Africa, approdato in Francia in un container e sfuggito alla polizia. Con l'aiuto dei vicini di casa - la fornaia, il fruttivendolo, la barista - e la pazienza di un detective sospettoso ma non inflessibile, Marcel si prodiga per aiutare Idrissa a passare la Manica e raggiungere la madre in Inghilterra.
Un cast di attori franco-finlandesi, con le facce e le fogge da polar melvilliano, interagiscono in quel di Le Havre in un quartiere dove ancora "buongiorno vuol davvero dire buongiorno", per usare - assolutamente non a caso - una frase di Miracolo a Milano, di De Sica e Zavattini. Eppure, la battuta più bella ed emblematica del film è proprio: "restano i miracoli", dice il dottore, "non nel mio quartiere", chiosa Arletty. È tutto qui il miracoloso (questo sì) nodo di poesia e disincanto, ottimismo e amarezza di cui è fatto Le Havre , uno dei migliori Kaurismaki in assoluto. Il finale si preoccuperà poi di illuminare il concetto, con uno splendido e improbabile ciliegio in fiore: un altro mondo è possibile o ci vorrebbe davvero un miracolo perché una storia come quella di Idrissa accadesse nella realtà? Entrambe le cose, sembra dire il regista: il cancro che affligge il nostro modo di vivere e di agire è a un livello più che mai avanzato, ma "restano i miracoli".
D'altronde, il fondatore del Midnight Sun film festival, quando al suo meglio, non ha mai fatto altrimenti che promuovere ossimori - i Leningrad cowboys -, trovare ricchezza nella povertà, (far) reagire con straordinaria nonchalance di fronte all'incongruo (la scena dell'ananas, in questo film, è qualcosa che non si dimentica), mescolare magistralmente anacronismo e attualità. È un sognatore? Eppure il sole di mezzanotte è un fenomeno reale, astronomico, naturale.
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L’ultimo film di Kaurismäki è il seguito tecnico di “Vita da bohème” e lo ricorda molto: per l’ambientazione francese, reale e surreale al tempo stesso; per il quadro di miserie e squallori; per il tono agrodolce; lo stile poetico e nostalgico; per i personaggi credibili, emarginati e bisognosi d’aiuto. Ma se ne differenzia per ciò che maggiormente esprime: un intenso umanitarismo.
E per fortuna che ci sono ancora i film di Kaurismaki!! Nuvole dense color pastello mosse da un demone fantastico che irradia di strani verdi, rossi e azzurrini le piccole case da fiammiferaie, le radio squadrate, i tanti utensili del mestiere di vivere, come quel panchetto da lustrascarpe di Marcel. Stavolta è lui' l'antieroe che Kaurismaki ha scelto per la sua parabola poetica: ex bohemiem sulla [...] Vai alla recensione »
Marcel Marx è un ex scrittore che decide per qualche motivo di trasferirsi nella francese Le Havre, dove esercita con dignità il mestiere proletario di lustrascarpe ambulante, che lo mette quotidianamente in contatto con l’umanità più varia; vive in una modesta casa con la moglie Arletty (attenzione ai nomi!) ed il cane Laika, circondato da una rete di solidarietà [...] Vai alla recensione »
“Miracolo a Le Havre” è il film più risolto e umanista del regista finlandese. Con la sua storia toccante e universale, etica e poetica, riesce meglio delle altre volte adoffrire allo spettatore la forza di un cinema che sogna un mondo ideale, quello che ognuno di noi avrebbe voluto, quello che sarebbe dovuto essere. E che purtroppo non è.
Il film si svolge a Le Havre, città portuale dell’alta Normandia. E “Le Havre” sarebbe anche il titolo del film, se i traduttori italiani non avessero aggiunto quel “Miracolo” che, se pur attinente, si poteva tralasciare. Marcel Marx, un passato da scrittore bohemièn e da clochard, è un lustrascarpe che sbarca il lunario con difficoltà, [...] Vai alla recensione »
Le Havre,Francia.Marcel,un lustrascarpe che vive nei sobborghi in compagnia della moglie Arletty e del cane Laika,è il nuovo "eroe" made in Kaurismaki.La firma del regista finlandese la si riconosce già alla prima inquadratura.Il suo cinema fatto di immagini fisse,silenzi e battute spiazzanti al limite del demenziale è come sempre inconfondibile.
Ancora un film sull’immigrazione, in una località di mare. Dopo aver visto film come "Io sono Li" e “Terraferma” sembra difficile trovare un approccio originale ad un problema ineludibile del mondo occidentale attuale. Eppure il regista Kaurismäkisembra aver trovato una strada, che potremmo definire di realismo magico.
<Marcel Marx, ex scrittore e inguaribile bohemien, vive con il suo lavoro nella città portuale di Le Havre facendo il lustrascarpe, una vita modesta ma tranquilla e felice con la moglie Arletty , tra il bar e la stazione dei treni. E' un uomo semplice che si è ritirato in una sorte di esilio volontario.
Marcel Marx, un uomo di circa sessant’anni, fa il lustrascarpe a Le Havre. Sua moglie Arletty si ammala improvvisamente e deve essere ricoverata in ospedale. Durante la sua assenza Marcel incontra un ragazzo nero entrato illegalmente in Francia e decide di aiutarlo. Intorno a questi elementi ruota il soggetto del film Miracolo a Le Havre. Come al solito Kaurismaki ci porta dentro la vita di persone [...] Vai alla recensione »
Kaurismaki e il suo "malinconico ottimismo". Quasi un marchio di fabbrica per il regista finlandese, qua in azione in territorio francese. Un altro capolavoro dove i pochi personaggi ricordano molto un'altra sua pellicola, "L'uomo senza passato", anche quella arricchita dalla brava Kati Outinen. Si nota in ambedue i lavori la passione del regista per il rock melodico anni '60, e a noi sta bene così. [...] Vai alla recensione »
MIRACOLO A LE HAVRE (FINL/FR/GERM, 2011) diretto da AKI KAURISMAKI. Interpretato da ANDRé WILMS, KATI OUTINEN, JEAN-PIERRE DARROUSSIN, BLONDIN MIGUEL, ELINA SALO, EVELYNE DIDI, JEAN-PIERRE LéAUD, PIERRE éTAIX, FRANçOIS MONNIè, QUOC DUNG NGUYEN Marcel Marx ha abbandonato la sua carriera di scrittore bohémien per trasferirsi a Le Havre, dove lavora come [...] Vai alla recensione »
LE HAVRE La stagione del neorealismo è solo un ricordo, un momento importante e felice del cinema, italiano e non, che seguì la fine dell’ultima guerra mondiale. Oggi è molto più difficile realizzare un film ‘politico’, è più complicato addentrarsi per strade che percorrano i temi sociali.
Aki Kaurismaki può essere definito il poeta nostalgico neorealista del 2000 vuoi per le tematiche sociali e quotidiane che per il tono crepuscolare e nostalgico, motivo narrativo (ma non descrittivo) delle sue pellicole da Calamari Union al recente Miracolo a Le Havre, ultimo suo film e ideale prosecuzione di Vita da Bohemè, oramai divenuto piccolo classico.
Film veramente di rara bellezza, questo"Le Havre"(2011 , Aki Kaurismaki), dove il"come"della e nella narrazione filmica è decisamente più importante del"che cosa"o meglio il"come"accompagna il"che cosa". Due vicende, dove il lustrascarpe ex-scrittore da un lato aiuta un ragazzino africano a raggiungere la madre a London, dall'altro [...] Vai alla recensione »
Tutti parlano di favole, di film sull’immigrazione. No! Secondo me non è così. Il regista ha preso solo spunto da alcuni fatti per spronarci e affrontare la realtà della vita e non sfuggire o indietreggiare quando si tratta di aiutare gli altri. Si nasce altruisti non si diventa, e l’altruismo fa parte del DNA di tutti.
Ce ne sono pochi di film belli in giro e questo lo è veramente ...è una favola moderna che fotografa la società mi è piaciuto il fatto che sia girato come se i protagonisti vivessero negli anni sessanta ma sottolineano sempre l'attualità dell'argomento facendoci ben notare che usano l'euro che contrasta non poco con i vestiti, le auto e il contesto [...] Vai alla recensione »
Il film si svolge a Le Havre, città portuale dell’alta Normandia. E “Le Havre” sarebbe anche il titolo del film, se i traduttori italiani non avessero aggiunto quel “Miracolo” che, se pur attinente, si poteva tralasciare. Marcel Marx, un passato da scrittore bohemièn e da clochard, è un lustrascarpe che sbarca il lunario con difficoltà, [...] Vai alla recensione »
Il film si svolge a Le Havre, città portuale dell’alta Normandia. E “Le Havre” sarebbe anche il titolo del film, se i traduttori italiani non avessero aggiunto quel “Miracolo” che, se pur attinente, si poteva tralasciare. Marcel Marx, un passato da scrittore bohemièn e da clochard, è un lustrascarpe che sbarca il lunario con difficoltà, [...] Vai alla recensione »
Marcel vive facendo il lustrascarpe alla stazione di Le Havre: ha una casetta nei bassifondi che divide con la moglie finlandese( la fiammiferaia di Kaurismaki) e una cagna, laika. Un giorno la sua vita cambia: la moglie è gravemente malata e si ritrova a far da tutore a un piccolo clandetino ricercato, il quale ha come unico desiderio raggiungere la madre a Londra; con la colaborazione di tutto il [...] Vai alla recensione »
Partito come un racconto dal fine etico sul problema immigrazione, l’ultimo film di Kaurismäki, assente dalle scene da quattro anni (Le luci della sera), prende nella seconda parte l’andamento di una favola cinematografica un po’ vintage. Si pensa subito, un po’ per il titolo un po’ per alcune somiglianze, al capolavoro di De Sica-Zavattini con gli indimenticabili [...] Vai alla recensione »
Marcel Marx (Andrè Wilms), elegante lustrascarpe con un passato da clochard parigino, vive con la moglie Arletty (Kati Outinen) in un quartiere di Le Havre. I pochi soldi che riesce a tirare su permettono ad entrambi di condurre una vita umile ai limiti della povertà. Quando all'improvviso Arletty si ammala, Marcel incontra Idrissa (Blondin Miguel), giovane clandestino scappato [...] Vai alla recensione »
Film concepito come una favola dove il protagonista assiste ad un miracolo dopo essersi a lungo adoperato per proteggere e far fuggire un clandestino. Delicato, sensibile e per chi ama il cinema di Kaurismaki fatto di situazioni ed atmosfere surreali. Molto suggestiva e malinconica la fotografia che ritrae il quartiere del porto di Le Havre.
Aki Kaurismaki viene annoverato tra i grandi registi e malgrado suoi criptici e lenti film su solitudini finlandesi è chiamato “pittore di cinema”. Nel caso di Le Havre o Miracolo a Le Havre egli ha scritto diretto e prodotto un quadretto ben disegnato, pare un set teatrale anche nelle scene da esterni; è una favola con ogni cosa al suo posto e nemmeno l’umorismo manca.
Un film sulla solitudine e l'emarginazione, sulla solidarietà e sulla generosità. Lento e costellato di scene di squallida ambientazione, rivela anche qualche pecca nella regia e nella recitazione. Non entusiasma, non avvince, e l'elogio dei buoni sentimenti è soffocato dal grigiore e dalla labilità della trama.
Nei cinema italiani fanno film "se cosi si possono definire" di ogni tipo, film cosi inutili che non li vedrei nemmeno a pagamento. Poi esce un film che merita per storia,attori,bravura del regista, ecc... ma a loro non interessa perchè non ci sono attori famosissimi o effetti speciali da milioni di dollari. Risultato? L'ho dovuto vedere in francese.
In questo film ho ritrovato tutti i contenuti, la cifra stilistica del miglior Kaurismaki, già presenti ne "Le luci della sera" e, soprattutto, nell'ottimo "L'uomo senza passato". Vedere una pellicola del regista finlandese è un po' come prendere una macchina del tempo. Le vicende narrate sono ambientate nel presente, ma sono piene di dettagli che rimandano agli anni '50, '60 e '70: dai telefoni arcaici, [...] Vai alla recensione »
Lustratevi le scarpe prima di andare a vedere questo film, ovvero prima di entrare in questa favola di lustrascarpe e gente minuta dai grandi sentimenti. A che epoca si rifaceva il C'era una volta delle nostre vecchie favole ? A un'epoca indeterminata nel lontano passato. Quella di Kaurismaki, invece, oscilla tra il presente di bruciante attualità dell'immigrazione clandestina e [...] Vai alla recensione »
Bellissimo, raffinato, carico di umanità e buon senso, il biglietto ne vale la spesa, adatto ad un pubblico over 30. Grandi André Wilms Kati Outinen e Jean-Pierre Darroussin.
Io sono stato letteralmente conquistato da questo film. Amo l'essenzialità dei personaggi, da Marcel Marx, a Idrissa, all'Ispettore Monet, sono persone prive del superfluo, con il carattere scolpito nella concretezza dei sentimenti. Molto bella la regia, con tante inquadrature, quasi come quadri o foto, immobili come per trattenere per un attimo il concetto stesso delle cose per poi lasciar fluire [...] Vai alla recensione »
In tempi così neri in cui ci troviamo a vivere ho vissuto uno spiraglio di speranza e mi sono sentita sollevata dopo la visione di questo film di Kaurismaki. Certo può sembrare un pò troppo favolistico, ma sperare non ha mai danneggiato nessuno e credo che qualche iniezione di fiducia non può che giovare!
Classico Kaurismaki: divertente, surreale, dialoghi strampalati (cito una frase geniale nella sua follia: "lei è il manager della mia anima", situazioni inverosimili (la fuga del bambino dal container o la riappacificazione di Little Bob con la sua bella ne sono un esempio), recitazione piatta e senza emozioni (tanto che sembra di assistere ad un fumetto in movimento), espressioni facciali ridotte [...] Vai alla recensione »
Capolavoro.Ora o mai più.Durante tutta la visione del film,oltre a dimenticarti di essere davanti a uno schermo,riproduce in maniera...incredibile tutte le emozioni e le sensazioni della vita.Il film è da subito coinvolgente condito da personaggi teneri e irresistibili,interpretati da ottimi e bravissimi attori con una colonna sonora assolutamente adatta.
Emozionante,fin dalle prime immagini. I volti in primo piano,i luoghi, le musiche,le frasi,tutto rende il film unico, imperdibile! Vorrei che lo vedesse un gran numero di persone. Fa bene allo spirito.Si esce dal cinema come risanati, ricaricati con energie nuove. Grazie Aki Kaurismachi
Non capisco il tanto parlar bene di questo film che a mio avviso è a dir poco noioso e privo di spirito. Sceneggiatura scarsissima e attori incapaci. Sono certa che, nel nostro Paese, questo lungometraggio è riuscito a fare una (appena accennata) buona figura solo grazie agli ottimi doppiatori che hanno dato ai personaggi (nei limiti del possibile) un qualcosa di minimamente interessante. [...] Vai alla recensione »
In un tranquillo quartiere popolare di Le Havre vive Marcel Marx, lustrascarpe, con la moglie Arletty e la cagnolina Laika. Un giorno la sua vita viene sconvolta da due eventi: sua moglie scopre di avere una brutta malattia, sebbene a lui viene detto che è benigna, e finisce per dare rifugio a un ragazzo di colore immigrato clandestino ricercato dalla polizia.
La storia é molto bella, interessante e d attuale per completare la descrizione generale del successo del film. É inoltre anche molto instruttivo, d'altronde l'obiettivo principale del regista é stato principalmente quello di insegnare la bontà e l'aiuto comune che deve esserci tra ognuno di noi. Sono invece presenti delle scene troppo lunghe e delle musiche non proprio azzeccate, per il resto mi ha [...] Vai alla recensione »
Una storia semplice, ben racontata, quasi una poesia. Mi lascia stupito la dignità dei personaggi che vivono in un mondo difficile ma non ostile. Manca solo un sorriso, ma è nello stile del regista . Peccato che il titolo riveli la chisura del film. andrea un'osservazione : molti che commentano si limitano a raccontare il soggetto, la trama , le scene, ma non [...] Vai alla recensione »
Memore dell'uomo senza passato, mi sono avvicinato a questo film con spasimante attesa. Speravo di rivedere lo stile sobrio, acquerellato, caratteristico del maestro. E invece mi sono imbattuto nel museo delle cere: troppo lento, troppo statico, troppo prevedibile. Mika ogni tanto mette la sua firma con autentici colpi d'artista, quale egli indubbiamente è, ma il buonismo eccessivo e [...] Vai alla recensione »
Non è solo una questione di tecnica narrativa o cinematografica....è la capacità di immaginare e rendere credibile un mondo semplice : il sole, il mare, gli amici, le sigarette, le chiacchiere, i bambini, gli animali domestici. La vita, ci suggerisce il film, può essere piena, e bella, di queste cose. Film assolutamente bello, godibile e perdipiù pedagogico per [...] Vai alla recensione »
quando la grazia si coniuga ad attenzione quando l'amore fa rima con persone quando la fuga si confonde con congiunzioni quando la malattia è lo stesso che guarigione e i soldi hanno un valore
Miracolo a Le Havre mi ha dato tutto quello che, entrando nella sala di un cinema , vorrei sempre vedere.
Una favoletta con lieto fine forzato, dove sono buoni tutti: dall'assiduo frequentatore del bar (alcolista?) agli scafisti. Ho aspettato fino alla fine un colpo di scena, anche minimo, ma nulla, calma piatta. Neanche la soddisfazione di assistere al trionfo del Bene, visto che del Male c'e' solo qualche sbiadita traccia.
Non leggendo presentazioni o critiche dei film, rischio di trovarmi spiazzata ad una proiezione. Così è successo con questo film. Subissata quotidianamente da immagini complesse o tecnicamente elaborate o appositamente traballanti, come gran parte dei film oggigiorno usano per dare corpo al loro racconto, non riuscivo a capire davanti a che cosa mi trovavo.
Per la serie: come dire cose pesanti con mano leggera, Kaurismaki affronta una piaga del nostro tempo con la maestria che gli è propria. Un film dove la grandezza va ricercata nelle piccole cose, nei dettagli, negli sguardi di intesa, nelle facce dei personaggi. Gente che ha sedimentato valori di solidarietà autentici come autentici sono i rapporti che legano le loro quot [...] Vai alla recensione »
Inutile accennare alla trama, ormai raccontata da tutti e che in sintesi è la parte meno importante del film. Tutta la vicenda si svolge, praticamente, in un quartiere periferico e decadente di le Havre, il particolare viraggio dei colori contribuisce a dare quel tono di serena dimestichezza di un periodo d'antan, ma a giudicare dalle auto che si vedono (una vetusta Renault 16 od una Peugeot [...] Vai alla recensione »
Il primo film che vedo di Kaurismaki e devo dire che mi sono innamorato del regista.in questo film che per me e' un opera d'arte ,Personaggi di un passato dove ancora la dignita',la morale,l'onesta'intellettuale ,si mescolano ai problemi di una societa' moderna ,che,senza piu i valori prima citati ,non riesce ad affrontare nessun problema si presenti davanti.
Cinema per sottrazione, scarno nella sua luminosa bellezza, di una purezza stilistica cristallina, che parla direttamente al cuore delle persone. Aki Kaurismaki per me è uno dei massimi cineasti contemporanei: qui ancora una volta ci parla di emarginazione, per contrasto, seme indispensabile per far germogliare l'alimento principale di una communitas: la solidarietà umana.
Un film intenso che fa riflettere sui valori buoni, spesso affondati o dimenticati da questa nostra società consumistica. Primo fra tutti la solidarietà umana, e quindi l'aiuto dell'altro che è in difficoltà. E l'altro nel nostro tempo è soprattutto l'africano che non riesce ad andare avanti nel suo paese e tenta la sorte nei nostri ricchi paesi occidentali [...] Vai alla recensione »
Aki Kaurismäki è un piccolo miracolo del cinema. Con un paradosso felice, virtuoso, perché "piccolo" si coniuga con grande. Perché lui non ha bisogno di 3D, effetti speciali, impatti di horror, animazione, violenza, battute da (pseudo) commedia italiana. Semplicemente gli bastano esseri umani che fanno piccole cose, che con lui diventano grandi cose. Il concetto vale anche per le storie, che da piccole diventano grandi.
Tra i tanti grandi autori «abbonati» al Festival di Cannes, uno dei pochi ancora misteriosamente mai premiati con la palma d’oro è Aki Kaurismäki. Eppure il grande finlandese di «Nuvole in viaggio», «L’uomo senza passato», «Le luci della sera», è uno di quei registi che fanno sempre lo stesso film ma ogni volta ci incanta. Non è ancora un aggettivo perché il nome non si presta.
Contro «chi guarda ma non vede», Aki Kaurismaki esercita il suo occhio allo stupore, popola il suo cinema di figurine pietrificate di fronte a un mondo capovolto. Non fa il poeta che orchestra una sinfonia irreale, semplicemente indica l'essenza delle cose, l'incanto dei dettagli. Inquadrature limpide, fermo-immagine sul «nulla». Un po' Marcel Carné nel Porto delle nebbie, ed è proprio a Le Havre che [...] Vai alla recensione »
Aki Kaurismaki era l’altro ieri a Roma e sarà da oggi a Torino, dove il festival diretto da Gianni Amelio gli consegnerà un premio prestigioso. Ma il suo film, Miracolo a Le Havre, è nei cinema di tutta Italia e non dovete perderlo. È un ordine! Con il più semplice titolo di Le Havre, il film era in concorso a Cannes dove avrebbe meritato un premio importante (a costo di far arrabbiare Terry Malick, [...] Vai alla recensione »
Aki Kaurismaki festeggia il ritorno al festival di Cannes con i suoi attori più affezionati (André Wilms e Kati Outinen), espatriati provvisoriamente in Alta Normandia. E mette in scena una piccola meraviglia di intelligenza, ispirazione formale e spiazzante umorismo. Senz’altro uno dei suoi film migliori. Un aspirante scrittore s’improvvisa lustrascarpe e riesce a condurre un’esistenza a suo modo [...] Vai alla recensione »
Esistono autori cinematografici in grado di creare un universo visivo coerente con se stesso e allo stesso tempo di rinnovarsi continuamente nei contenuti. Uno di questi è Aki Kaurismäki, il regista (ma anche sceneggiatore e produttore) finlandese che ha saputo raccontare per primo la crisi del lavoro in Europa con il suo Nuvole in viaggio (era il 1996) e che ha proseguito ad esplorare il tema del [...] Vai alla recensione »
Una grande quanto studiata semplicità caratterizza il nuovo film di Kaurismaki. Calatosi tra le brume poetiche e le architetture démodé di Le Havre, il dolce comunista finlandese si esprime con i toni favolistici che fecero la fortuna di De Sica, Tati o Carné: «Miracolo a Le Havre» è, in effetti, un film straordinariamente fedele ai propri istinti, realistico e insieme allegorico, tanto povero di svolazzi [...] Vai alla recensione »