Al Pacino è Lefty, mafioso di seconda schiera che si affeziona a Depp, agente FBI infiltrato. A Lefty, ovviamente, quell'amicizia costerà cara. Espandi ▽
Scritto da Paul Attanasio e basato sul libro My Undercover Life in the Mafia di Joseph D. Pistone. Pistone, agente dell'FBI si infiltra in un'organizzazione mafiosa di Little Italy come Donnie Brasco, ricettatore di gioielli, e conquista la fiducia di Lefty, anziano mafioso e manovale del crimine. Tra i due nasce un'amicizia impossibile, destinata a una tragica fine. Recensione ❯
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De Niro è il bandito Neil, Pacino il poliziotto Vincent. I due si conoscono da tempo. Neil, nevrotico, crudele, non vuol tornare in prigione. Espandi ▽
È la storia di una caccia: McCauley (De Niro), professionista del crimine, è la preda; Hanna (Pacino), professionista nella lotta contro il crimine, è il cacciatore. Per entrambi la professione è una vocazione, quasi un'ossessione. McCauley decide di fare un'ultima, clamorosa rapina a un furgone blindato. La prima parte - dove prevale la descrizione dei personaggi e del loro ambiente familiare - è notevole, nella seconda l'azione prende il sopravvento ma si complica, s'ingarbuglia, si ripete. Recensione ❯
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Romeo fa il cantante di piano bar in coppia con una fastidiosa compagna di mezza età (Ferreol). Siamo a Bruxelles. Conosce la bella Claudia e si mette... Espandi ▽
Romeo è un musicista pop in piena crisi. La sua compagna lo ha tradito con un amico che, per di più, fa parte della band in cui lui suona. Per cercare di mettere un po' d'ordine nella sua vita si rivolge a una santona napoletana la quale gli predice che una donna dal nome di un fiore, cantante e amante della poesia sarà il suo vero grande amore. Finisce col credere che sia così quando, ridottosi a fare il pianista entertainer in crociera, incontra la belga Marguerite, in là con gli anni e appassionata cantante dell'opera di Jacques Brel. Ma il 'vero' amore non sarà lei perché il caso gli farà incontrare Iris, cameriera (di origini italiane) in un fast food di Bruxelles. Le piace cantare, scrive poesie dozzinali e pota gli uomini come rami secchi. Recensione ❯
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Due coppie di studenti in macchina investono un uomo e per paura delle conseguenze ne gettano il corpo in un fiume. Qualche anno dopo qualcuno comincia misteriosamente a ricattarli. Espandi ▽
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Prodotto dall'attrice Demi Moore, il film vede come protagonista l'attore di Fusi di testa che ha scritto anche la sceneggiatura. È la storia ... Espandi ▽
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Il giovane Heinrich Herrer, scalatore austriaco adottato dal nazismo, nel 1939 si aggrega a una spedizione per scalare una montagna del Tibet. Espandi ▽
La storia vera dell'austriaco Heinrich Harrer (1912-2006), tratta dalla sua autobiografia: alpinista, campione di sci, attore di film di montagna, arruolato nelle SS, conquistatore della parete Nord dell'Eiger nel 1938, mancato scalatore nel 1939 del Nanga Parbat, uno degli 8000 della catena himalayana, prigioniero degli inglesi durante la guerra, evade dal campo di prigionia nel 1942 con un compagno. Giunto a Lhasa, città proibita del Tibet, diventa amico di un Dalai Lama adolescente, cinefilo e curioso dell'Occidente. Recensione ❯
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Semplice e chiaro, La vita è bella laicizza la memoria senza mai dimenticare. Drammatico, Italia1997. Durata 131 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Sei anni dopo il matrimonio di Guido e Dora, lui viene prelevato con lo zio Eliseo e il figlio Giosué e portato in un campo di concentramento. Lei, pur non essendo ebrea, decide di seguirli di sua iniziativa. Espandi ▽
Quando a Dumas père era mossa l'accusa di violentare la Storia, il sagace romanziere si scagionava obiettando che dai suoi atti di violenza nascevano dei bei bambini. Un'osservazione simile si potrebbe rivolgere ai puristi e a quanti storcono il naso di fronte a La vita è bella. Il film di Benigni infatti non è una pedante ricostruzione manualistica, ma una storia nella Storia, una favola moderna costruita sullo sfondo di una delle più drammatiche pagine che l'umanità ricordi. Recensione ❯
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Si chiama Piero, lo chiamano Ovosodo perché è nato nell'omonimo quartiere di Livorno. È curioso, bonario, un po' debole. Aderisce alle varie esperienz... Espandi ▽
Si chiama Piero, lo chiamano Ovosodo perché è nato nell'omonimo quartiere di Livorno. È curioso, bonario, un po' debole. Aderisce alle varie esperienze che gli propongono gli amici. Viene affascinato da un tipo bizzarro che è in realtà figlio di un ricco industriale. Comincia a legare con le donne, si fa una cultura e cerca di interpretare la politica. Il tutto è narrato con voce fuori campo, in idioma toscano: ormai il testo fuori campo è una moda ben precisa, ed è efficace nei diversi profili (da Jane Austen a Pieraccioni). Recensione ❯
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