samanta
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domenica 18 aprile 2021
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un intrigo un pò sconclusionato ...
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Il appartiene al genere poliziesco di azione poliziesco uscito nel 1996 è una versione gangster del film Per un pugno di dollari di Leone, a sua volta versione western del film di Kurosawa La sfida del Samurai quindi è sostanzialmente un remake. Siamo verso la fine del probizionismo (1932) a Gerico una cittadina del Texas, che è un centro di rifornimento di liquori provenienti dal vicino Messico. Il regista è Walter Hill specializzato in film di azione, thriller e western, di successo (I guerrieri della notte, Danko, I cavalieri dalle lunghe ombre, 48 ore), ma questo film fu un flop commerciale a fronte di un budget di 47 milioni di $ ne incassò solamenter 67.
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Il appartiene al genere poliziesco di azione poliziesco uscito nel 1996 è una versione gangster del film Per un pugno di dollari di Leone, a sua volta versione western del film di Kurosawa La sfida del Samurai quindi è sostanzialmente un remake. Siamo verso la fine del probizionismo (1932) a Gerico una cittadina del Texas, che è un centro di rifornimento di liquori provenienti dal vicino Messico. Il regista è Walter Hill specializzato in film di azione, thriller e western, di successo (I guerrieri della notte, Danko, I cavalieri dalle lunghe ombre, 48 ore), ma questo film fu un flop commerciale a fronte di un budget di 47 milioni di $ ne incassò solamenter 67.
L'attività di Gerico è gestita da 2 bande rivali: quella dell'irlandese Doyle (David Patrick Kelly noto attore: Commando, Flags our Fathers) e quella dell'italiano Strozzi (Ned Eisenberg: modesto caratterista: Limitless), in un'assolata giornata d'estate capita nella cittadina (non se ne comprenderà il motivo) un uomo misterioso e silenzioso John Smith (Bruce Willis), si scontra subito con gli sgherri di Doyle che gli sfasciano la macchina, l'uomo capisce che lo sceriffo Galt (Bruce Dern noto caratterista: Piano ... piano dolce Carlotta, Nebraska, Complotto di famiglia) non vuole avere grane e perciò fa finta di non vedere. Smith entra in azione e si fa rispettare come abile pistolero uccidendo a go-go, entra in confidenza con le donne dei boss, seduce Lucy (Alexandras Powers) una bionda polacca amante malmenata da Strozzi che per vendetta le taglia un orecchio, Smith le dà dei soldi e la fa fuggire, s'innamora anche di Felina (Karina Lombard: modesta attrice: Vento di passione, La giuria) una bella messicana che Doyle ha rapito e di cui è follemente innamorato, Smith le da dei soldi e la fa fuggire in Messico. Si ripete lo schema di Kurosawa e di Leone, Smith mette una contro l'altra le bande rivali che si sterminano a vicenda, nell'ultimo scontro aiutato da un barista amico e dallo sceriffo Galt che si ravvede, uccide Doyle e il suo terribile killer Hickey (Chistopher Walken). John riparte senza soldi malgrado le 2 bande gli avessero dato ingenti somme di denaro.
Il film subisce una fotografia rossastra-giallastra (altro che noir) causata dalla polvere del deserto, tanto che sembra uno di quei bianco neri colorizzato. La vicenda comunque appare lenta, con continue pause, con scene improbabili, con disattenzione nei particolari: ambientato in una calda estate che raggiunge i 40 gradi gli interpreti girano con completi pesanti di lana e pure con il cappotto. Le scene appaiono da Grand Guignol, è presente una violenza eccessiva e assurda, ad esempio quando viene annientata la banda Strozzi, il fratello più giovane del capobanda che si arrende viene ucciso da una quindicina di gangster armati di mitragliatori e pistole che sparano centinaia di colpi (!). Così quando Smith libera Felina esce indenne dai colpi ravvicinati da 7 sgherri che vengono uccisi da 2 pistole di John che hanno caricatori con colpi infiniti. Anche la recitazione è sfuggita al regista; Bruce Willis riesce a stento muovere le labbra o gli occhi, Chistopher Walken un bravo attore, appare ingessato, le 2 donne sono solo delle belle presenze e cosi modesta l'interpretazione degli altri comprimari. In conclusione un'occasione sprecata, anche per imitare Kusawa ci vuole un'altra classe.
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elgatoloco
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lunedì 11 febbraio 2019
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oltremodo interessante
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Ispiratoda un romanzo di Dashiell Hammett, ma anche da un film di Akira Kurosawa e da un classico spaghetti.western di Sergio Leone, questo "Last Man Standig"di Walter Hill(1996)è opera interessante, anzi di e stremo interesse, perché fonde il western"metafisico"(la figura della india amata dal protagonista come dal gangster irlandese, che appare quasi come una presenza fantasmatica)e il film di gangster, con questo"last man", tuttora"standig", che a Jericho, piccola città"limimale"tra Texas e Mexico, insomma in un"No Man's Land", dove domina la lotta tra gangsterismo italiano e irlandese, da killer assoldato sopravvive anche per la fascinazione della donna quasi"fantasmatica"(e ciò in alcune sequenze è chiaramente accennato), in una dimensione che è sempre e solo(accentuoo volutamente la componente di"unicità")di"liminalità".
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Ispiratoda un romanzo di Dashiell Hammett, ma anche da un film di Akira Kurosawa e da un classico spaghetti.western di Sergio Leone, questo "Last Man Standig"di Walter Hill(1996)è opera interessante, anzi di e stremo interesse, perché fonde il western"metafisico"(la figura della india amata dal protagonista come dal gangster irlandese, che appare quasi come una presenza fantasmatica)e il film di gangster, con questo"last man", tuttora"standig", che a Jericho, piccola città"limimale"tra Texas e Mexico, insomma in un"No Man's Land", dove domina la lotta tra gangsterismo italiano e irlandese, da killer assoldato sopravvive anche per la fascinazione della donna quasi"fantasmatica"(e ciò in alcune sequenze è chiaramente accennato), in una dimensione che è sempre e solo(accentuoo volutamente la componente di"unicità")di"liminalità". Bruce Willis in una delle sue prove migliori, Bruce Dern, sceriffo"in exitu", benissimo Christopher Walken, Karina Lombard. Un film letteralmnete memorabile, con le musiche bellissime e "increedibili", evocatrici, piene di risonanze, di Ry Cooder, una garanzia di per sé, sempre confermata... El Gato
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fabio57
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martedì 29 settembre 2015
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non originale ma carino
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Sarà la presenza di Bruve Willis,sarà che l'eroe solitario,di poche parole,non senza peccato, ma fustigatore di codardi assassini,ha sempre il suo fascino,il film è piacevole.Niente di originale s'intende,tuttavia la sceneggiatura regge.
Da vedere
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sandy walsh
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martedì 20 agosto 2013
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mescolanza di generi ben riuscita
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Per chi è cresciuto nel mito di Clint Eastwood e Sergio Leone è difficile vedere "Ancora vivo" senza ricordare "Per un pugno di dollari". La vicenda dello straniero taciturno e pistolero, impersonato da un Bruce Willis più accigliato che mai, che regge il doppiogioco tra due bande di malavitosi, salva la malcapitata donna del boss e fa strage di gangsters, non tralascia niente dalla sceneggiatura del capolavoro western sopracitato, compresa la torchiatura a sangue di cui rimane vittima ma dalla quale si salva per compiere la sua ultima spietata vendetta. Ma le citazioni non sono finite. Infatti troviamo una location da gangster movie anni '20,quando il proibizionismo mieteva più vittime dell'alcol (impossibile non pensare a "Gli intoccabili"), i dialoghi tra boss e scagnozzi (purtroppo sempre di origine italiana) ci rimandano al Padrino dei primi tempi, mentre le spettacolari sparatorie e le scene di violenza estrema omaggiano in qualche modo lo stile tarantiniano di cui quasi tutta la pellicola è contornata.
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Per chi è cresciuto nel mito di Clint Eastwood e Sergio Leone è difficile vedere "Ancora vivo" senza ricordare "Per un pugno di dollari". La vicenda dello straniero taciturno e pistolero, impersonato da un Bruce Willis più accigliato che mai, che regge il doppiogioco tra due bande di malavitosi, salva la malcapitata donna del boss e fa strage di gangsters, non tralascia niente dalla sceneggiatura del capolavoro western sopracitato, compresa la torchiatura a sangue di cui rimane vittima ma dalla quale si salva per compiere la sua ultima spietata vendetta. Ma le citazioni non sono finite. Infatti troviamo una location da gangster movie anni '20,quando il proibizionismo mieteva più vittime dell'alcol (impossibile non pensare a "Gli intoccabili"), i dialoghi tra boss e scagnozzi (purtroppo sempre di origine italiana) ci rimandano al Padrino dei primi tempi, mentre le spettacolari sparatorie e le scene di violenza estrema omaggiano in qualche modo lo stile tarantiniano di cui quasi tutta la pellicola è contornata. Fa piacere notare tra i protagonisti (naturalmente cattivi) alcuni dei volti più "odiosi", come l'inconfondibile Christopher Walken e il meno noto, ma indimenticabile per i cinefili, David Patrick Kelly, ex guerriero della notte e cattivo per eccellenza.
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[+] dashiell hammett
(di brian77)
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nigel mansell
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mercoledì 2 gennaio 2013
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ottimo
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Ottimo nel suo genere, la versione da gangstory di Per un pugno di dollari.
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spartaco18
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giovedì 17 novembre 2011
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gran bel film
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stefano burini
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martedì 14 giugno 2011
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die hard and still alive
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Violento e avvincente, seppur annacquato dall’ironia del solito, ciondolante, Bruce Willis, è un remake di Per un pugno di dollari (a sua volta una rivisitazione di "Yōjinbō" di Kurosawa), rivisitato secondo l’estetica nichilista di Walter Hilll e trasformato, grazie ai cambi di location e d’epoca, (qualche decennio più avanti: abbiamo le auto e i mitra), in un ibrido tra western e gangster movie dalla trama non priva di forzature (possibile che Doyle sia così stupido da fidarsi del primo che passa per strada, e che è pure palesemente un doppiogiochista, per l’incarico più importante?) in cui i continui pestaggi e scontri a fuoco, vengono valorizzati dall’epicità dalla narrazione hard boiled e da una fotografia “polverosa” e vissuta come si conviene al genere.
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Violento e avvincente, seppur annacquato dall’ironia del solito, ciondolante, Bruce Willis, è un remake di Per un pugno di dollari (a sua volta una rivisitazione di "Yōjinbō" di Kurosawa), rivisitato secondo l’estetica nichilista di Walter Hilll e trasformato, grazie ai cambi di location e d’epoca, (qualche decennio più avanti: abbiamo le auto e i mitra), in un ibrido tra western e gangster movie dalla trama non priva di forzature (possibile che Doyle sia così stupido da fidarsi del primo che passa per strada, e che è pure palesemente un doppiogiochista, per l’incarico più importante?) in cui i continui pestaggi e scontri a fuoco, vengono valorizzati dall’epicità dalla narrazione hard boiled e da una fotografia “polverosa” e vissuta come si conviene al genere.
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[+] leone non c'entra
(di brian77)
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giovanni natoli
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sabato 4 ottobre 2008
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ma leone era romano
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leone era romano non napoletano
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ely
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domenica 17 agosto 2008
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ancora vivo
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Meraviglioso film con un Bruce Willis bravissimo... da vedere assolutamente
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werner
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mercoledì 5 settembre 2001
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grande hill
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Si entono gli echi del grande Sergio Leone,in un grande film d'azione in grande stile,un film imperdibile,con tutti gli attributi per entrare nella storia del cinema.
[+] adirittura
(di sim_one)
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