Nuova serie originale italiana di Netflix tratta dall'omonimo romanzo di Marco Missiroli Espandi ▽
Finalmente. Dobbiamo iniziare con questa parola il commento alla nuova serie Netflix realizzata da un cast tecnico e artistico interamente italiano; finalmente una storia sull’amore e non d’amore; finalmente un ragionato impiego delle risorse, sia economiche ma anche e soprattutto attoriali, che il nostro paese ha, forti e concrete, lasciate in attesa da troppo tempo e troppo spesso in sospeso; e finalmente Milano, soprattutto Milano, che sorge più che in ogni altra (anche piuttosto recente) serie prodotta dai colossi dello streaming compulsivo. Scordatevi le classiche storie d’amore all’italiana e addentriamoci in una relazione stabile e (im)perfetta, dove sono i dettagli a fare la differenza. E scordatevi quella distraente necessità di trasferire l’eterogeneità linguistica tutta italiana in un chiassoso pot-pourri di dialetti e accenti, una “fonologia” troppo spesso confluente nel romano e oggi quasi sempre causa di facili stereotipizzazioni. Che siate voi in coppia, single o poliamorosi, che apprezziate o meno (come chi scrive) il soggetto narrativo dell’amore, Fedeltà è una serie riuscita da ogni punto di vista, che merita una visione attenta da parte di un pubblico esteso. Recensione ❯
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Un romanzo sentimentale imbevuto di musica e cultura in cui si avverte il tono della grande produzione europea. Drammatico, Repubblica Ceca, Italia, Slovacchia2022. Durata 140 Minuti.
Il film ricostruisce le avventure del grande compositore settecentesco Josef Myslivecek, al tempo più ricercato di Mozart da corti e teatri d'Italia. Espandi ▽
Vita, arte e amori di Josef Myslivecek, «il boemo», musicista del XVIII secolo, che da Praga, dove era nato da una famiglia di mugnai, arriva a Venezia nel 1763 e da lì, muovendosi abilmente nel mondo dell’aristocrazia italiana, tra l’amore di una giovane dama e il piacere offerto da una potente marchesa, si afferma come uno dei principali musicisti dell’epoca.Il film del boemo Petr Václav (selezionato per aprire il Trieste Film Festival), interpretato da un cast di attrici e attori italiani, tra cui Barbara Ronchi, Elena Radonicich, Lana Vladi, Lino Musella e Diego Pagotto, si sofferma sulle composizioni del protagonista e sulle esibizioni delle sue opere, mostra il lavoro di imprenditori, promotori delle arti e critici musicali del Settecento, provando a far comprendere la «lirica seria» allo spettatore non specializzato. Le fonti sulla personalità di Myslivecek, a differenza di quelle sulla produzione musicale, sono in realtà poche, ricavate da frammenti di lettere sopravvissute all’oblio. Per questo il regista e sceneggiatore sceglie di costruire il biopic su basi sostanzialmente apocrife, immaginando i passaggi perduti della vita del protagonista e dedicando buona parte del racconto alle sue avventure sentimentali ed erotiche. Recensione ❯
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Un conduttore radiofonico, durante una diretta, riceve la chiamata di un ascoltatore anonimo che minaccia di uccidere lui e la sua famiglia e lo catapulterà in una lotta adrenalinica per la sopravvivenza. Espandi ▽
Mel Gibson interpreta il conduttore radiofonico di successo Elvis Cooney. Durante una diretta, la chiamata di un ascoltatore anonimo minaccia di uccidere lui e la sua famiglia e lo catapulterà in una lotta adrenalinica per la sopravvivenza. Recensione ❯
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La parola ai bambini, nell'esercizio di dialogo di una classe elementare romana. Prove di socialità di un cinema 'della verità'. Documentario, Italia2022. Durata 108 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
Alcuni bambini ridono, discutono su delle domande universali, formando di volta in volta un cerchio dove insieme si relazionano, si ascoltano e scoprono qualcosa di nuovo, anche su loro stessi. In poche parole: crescono. Espandi ▽
Roma, 2015, quartiere Esquilino, scuola Daniele Manin. I genitori accompagnano i bambini al primo giorno di scuola elementare. Per i più piccoli della prima inizia un ciclo di apprendimento, ma oltre alle canoniche lezioni frontali previste dal programma, per loro è previsto un momento extra didattico, parimenti, se non più formativo: seduti a terra, in cerchio, in mezzo ai banchi, in presenza dell'insegnante, accettano di essere ripresi dalla regista Sophie Chiarello mentre ragionano su tante questioni, ponendosi domande molto diverse tra loro.
Cinema documentario e scuola stanno in un rapporto estremamente fecondo, potenzialmente infinito, estremamente ricco di spunti narrativi e di occasioni di liberazione emotiva.
Chi guarda è catapultato, ma senza ricatti o facili strizzate d'occhio, nella condizione forse mai completamente abbandonata di avere dieci anni, come nella canzone di Alain Souchon. Un'esperienza di scoperte affascinanti. Recensione ❯
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Un omaggio inusuale, leggero e a tratti ironico, in cui si racconta la vita e il percorso artistico dell'attore napoletano Massimo Troisi, a quasi 70 anni dall'anniversario della nascita. Espandi ▽
Lello Arena inizia a parlare e noi lo stiamo a sentire. Racconta di un gruppo di ragazzi che giocano per le vie di San Giorgio a Cremano, poi di un altro che fa teatro in un garage, quindi di una comitiva che si ritrova sempre per giocare a calcio. Lello racconta e noi lo stiamo a sentire, perché quei ragazzi sono lui stesso, Enzo Decaro, Alfredo Cozzolino, Carmine Faraco. E, stella polare sopra tutti, Massimo Troisi. Ma non il Troisi degli incassi miliardari, della Coppa Volpi, della cultura di massa, no, piuttosto il Massimo vien 'cca, quello degli amici, dell'intimità, delle radici. E ad aprire e chiudere i ricordi, l'unica persona che ci ha fatto vedere com'era un tempo Massimo Troisi e come sarebbe potuto essere adesso: Gerardo Ferrara, la sua controfigura ne Il postino.
La cascata di ricordi, ma soprattutto, emozioni e sentimenti che ne consegue, è lasciata al puro fluire dei presenti, siano essi davanti alla cinepresa o di riporto tramite filmati di repertorio, spezzoni televisivi, interviste pregresse.
La scelta di non mostrare nessun fotogramma della filmografia di Troisi è un qualcosa che prima invispisce, a lungo andare perde mordente proprio perché non sostenuta da nessun'altra invenzione formale, colpo d'occhio, sterzata compositiva. Recensione ❯
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Tratto dalla vera storia di un uomo che escogitò un sistema per combattere vittoriosamente contro il nemico e difendere la patria ceca. Espandi ▽
La storia di un personaggio leggendario ceco del XIV secolo: il signore della guerra Jan Zizka, che sconfisse gli eserciti dell'Ordine Teutonico e del Sacro Romano Impero. Recensione ❯
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Un dramedy contemporaneo in equilibrio tra realtà e finzione, performance e documento storico. Con una straordinaria Meltem Kaptan. Commedia drammatica, Germania, Francia2022. Durata 119 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia vera di una donna qualsiasi che sfidò il governo americano dopo l'arresto del figlio accusato di terrorismo. Espandi ▽
Rabiye Kurnaz è una signora tedesca di origini turche dalla vita tanto normale quanto frenetica. Contro ogni previsione, dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 suo figlio Murat viene accusato di terrorismo ed è uno tra i primi a essere spedito nel campo di prigionia di Guantanamo. Per Rabiye è l’inizio di una battaglia che dal suo mondo la porterà a sfidare i potenti del mondo. La forza del film sta nella sua interprete, Meltem Kaptan, comica, conduttrice, autrice, vera e propria mattatrice: la sua figura apparentemente anonima genera un corto circuito tra realtà e finzione, performance e documento storico. Rabiye Kurnaz vince – a prescindere dal risultato della sua battaglia – perché riesce a diventare personaggio in un mondo che nemmeno che la considererebbe come interlocutrice; impone la sua normalità e la sua fisicità prorompente come elementi disturbanti, distruttivi, affrontando i potenti con la sua ingenuità e ingegnosità. Non solo: la stessa Kaptan, forte della fama in patria, trasforma il dramma giudiziario in una commedia, sfidando la storia sul piano dello sberleffo e giocando con le attese dello spettatore che ne conosce la comicità. Recensione ❯
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Una commedia generazionale - lieve e disimpegnata - che si fa portavoce di un momento storico delicato, dove l'ansia dilaga. Drammatico, Italia2022. Durata 88 Minuti.
Il dramma di una giovane donna che scopre se stessa dopo un dolore indicibile. Espandi ▽
Sole Santoro ha 25 anni, è pugliese e soffre da sempre di disturbi di ansia. Quando perde la sua migliore amica scrive una lista di piccole grandi paure da affrontare.
Pochi film risultano più attuali di quello tratto dal romanzo "Per lanciarsi dalle stelle". Affrontare a viso aperto il tema dell'ansia delle nuove generazioni è una sfida narrativa in cui in pochissimi si cimentano.
Funziona la scelta narrativa di porre al centro della storia una protagonista niente affatto vincente, una ragazza con mille problemi con cui parte del pubblico potrà facilmente identificarsi, e parte finirà per tifare per lei. Perché il film si fa portavoce - lieve e disimpegnato - di un momento storico delicato, in cui gli adolescenti (spettatori) aggiungono alla 'tradizionale' ricerca dell'identità e tensione nel trovare un proprio posto nel mondo anche tutte le paure accumulate durante la pandemia. Recensione ❯
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Ruffini mostra con pacata ma ferma determinazione cosa significhi oggi per una famiglia il morbo di Alzheimer. Commedia, Italia2022. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
Ruffini si mette in viaggio per l'Italia alla ricerca di incontri, esperienze, confronti con persone affette dall'Alzheimer, e con chi se ne prende cura: parenti, amici, affetti. Espandi ▽
Paolo Ruffini, partendo da una richiesta postata su Instagram, incontra realtà familiari che, ad ogni latitudine del nostro Paese, hanno avuto o hanno tuttora la presenza di un congiunto affetto dal morbo di Alzheimer. In Italia circa 1 milione di persone lo vivono in prima persona e circa 3 ci entrano in contatto per l’assistenza. Con la delicatezza e leggerezza che in lui non è mai sinonimo di superficialità, Ruffini riesce a far emergere sia il dolore sia l’amore e la tenerezza che, tra mille ostacoli e difficoltà, si possono instaurare tra chi è affetto dal morbo e chi gli è vicino. Se l’Alzheimer per ora non si può guarire lo si può però curare e Ruffini, da sempre attento al sociale ce ne offre una molteplicità di testimonianze. Recensione ❯
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Questa storia epica è ambientata migliaia di anni prima degli eventi narrati da J.R.R. Tolkien ne Lo Hobbit e ne Il Signore degli Anelli, e porta gli spettatori in un'era in cui venivano forgiati grandi poteri. Espandi ▽
La guerra contro Morgoth è stata vinta, ma Galadriel non si rassegna all'idea che Sauron possa essere sfuggito, così continua a dargli la caccia. Non accetta di abbracciare la pace nemmeno quando il suo sovrano, Gil-galad, le offre di ritornare nella bucolica Valinor. I nani si sono fatti nel mentre sempre più ostili ai visitatori e solo Elrond, che è stato amico di Durin, può sperare di collaborare con loro.
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è la più costosa serie di sempre e i soldi li fa vedere tutti, in una ambiziosa e controversa epica fantasy sulle insidie del Male.
La filastrocca degli Anelli, cantata da Fiona Apple sui titoli di coda dell'ultimo episodio, è la perfetta ciliegina sulla torta di una serie per molti aspetti impressionante. Recensione ❯
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Giornalismo serrato, in tempo reale. Un documento destinato a diventare riferimento per altri film a venire. Documentario, USA2022. Durata 98 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Alexei Navalny ripercorre la storia del suo avvelenamento in Russia. Espandi ▽
Agosto 2020. Dopo una trasferta in Siberia “per fare un bel film sulla corruzione locale”, Alexei Navalny, avvocato russo fondatore del movimento Russia del futuro e della Fondazione anti corruzione, aperto oppositore di Putin, si sente male mentre è sul volo con cui da Tomsk sta rientrando a Mosca. Qualche giorno poco emerge la causa: avvelenamento da Novichok, agente nervino, in uso nell’esercito russo. Approfittando della riabilitazione di Navalny in un paesino della Foresta nera, il regista Daniel Roher coglie l’occasione di intervistarlo. Apologia di un self made man, testimone di Chernobyl, eroe fin troppo solitario (lo suggerisce la sequenza nella neve, ripresa dall’alto), instant movie, inchiesta collaborativa, Navalny è documento destinato a diventare punto di riferimento per altri film a venire. Recensione ❯
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Una rivisitazione contemporanea dell'omonimo romanzo di Choderlos de Laclos. Espandi ▽
L'intellettuale Célène appena arrivata a Biarritz si innamora del ribelle Tristan, ignara di essere parte di una sua crudele scommessa con la regina dei social Vanessa. Recensione ❯
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Il tema della transizione di genere affrontato con sguardo affettuoso, indulgente, paterno. Documentario, Italia2022. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un gruppo di amici intraprende la transizione di genere da identità femminile a maschile. Espandi ▽
Nicolò Bassetti, esploratore di paesaggi e camminatore già all'origine di Sacro GRA di Gianfranco Rosi, affronta il passaggio della linea di quattro giovani che hanno preso in mano il proprio presente per allestire un futuro finalmente su misura. Di Nel mio nome, documentario che osserva e ascolta la difficoltà del cammino di transizione e la conquista a cui porta, colpisce la dolcezza di sguardo, la costruzione pacata, senza fretta o proclami, di un racconto corale fatto di parole, immagini, ricordi, riflessioni, pensieri. Il podcast a cui lavora uno dei protagonisti, Leo, funziona da collante delle singole storie, dall'uno al molteplice, ed è da lì che Bassetti, anche autore della sceneggiatura, nonché padre di un ragazzo che ha compiuto la transizione, parte per costruire il suo film. Recensione ❯
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Dal racconto di George Saunders, un film che spreca il suo enorme potenziale scivolando in situazioni tipicamente hollywoodiane. Azione, Fantascienza - USA2022. Durata 106 Minuti.
In un futuro prossimo, due detenuti vengono ospitati in una struttura gestita da un medico che sperimenta potenti farmaci sui detenuti, alterandone le emozioni. Espandi ▽
Mentre è ancora in sala Top Gun: Maverick, arriva su Netflix un altro nuovo film di Joseph Kosinski, tratto da un racconto di fantascienza di George Saunders che però gli rimane enormemente superiore. Kosinski, che ha diretto vari pasticci nella sua carriera, non era certo l'uomo giusto per raddrizzare le cose, dunque quello che inizia come un film dal soggetto brillante, con idee forti e un tono originale, finisce via via per scivolare in situazioni tipicamente hollywoodiane, come se da Saunders si passasse al Michael Bay di The Island. A scanso di equivoci non stiamo difendendo una presunta sacralità del testo originale, bensì critichiamo l'assoluta assenza di idee che siano allo stesso livello di quelle di Saunders. Così quando il materiale del racconto viene più o meno esaurito il film inizia ad annaspare in situazioni sempre più di routine. Recensione ❯
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Un action thriller su un uomo che perde la memoria ma deve combattere contro i nemici di sempre. Espandi ▽
Cain si sveglia in un ospedale messicano senza memoria. Dopo aver incontrato Anna (della Cornovaglia), scopre chi è, ma si ritrova presto a combattere per la sua vita mentre diverse fazioni del cartello in guerra lo attaccano, ognuna alla ricerca di qualcosa che ha rubato. Recensione ❯
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