Titolo originale | Rabiye Kurnaz gegen George W. Bush |
Titolo internazionale | Rabiye Kurnaz Vs. George W. Bush |
Anno | 2022 |
Genere | Commedia drammatica, |
Produzione | Germania, Francia |
Durata | 119 minuti |
Regia di | Andreas Dresen |
Attori | Meltem Kaptan, Alexander Scheer, Cornell Adams, Henry Appiah, Devrim Deniz Aslan Yasar Cetin, Anthony Cook, Charly Hübner, Nazmî Kirik, Sevda Polat, Abdullah Emre Öztürk, Safak Sengül, Abak Safaei-Rad, Alexander Hörbe, Mert Dincer, Sonia Debreczeni, Jonathan Failla, Harvey Friedman, Christoph Jacobi, Nino Porzio, Bill Tomek, Ramin Yazdani. |
Uscita | giovedì 1 dicembre 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Wanted |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,29 su 17 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 4 dicembre 2022
La storia vera di una donna qualsiasi che sfidò il governo americano dopo l'arresto del figlio accusato di terrorismo. Il film è stato premiato al Festival di Berlino, ha ottenuto 1 candidatura agli European Film Awards, In Italia al Box Office Una mamma contro G.W. Bush ha incassato 21,5 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Rabiye Kurnaz è una signora tedesca di origini turche dalla vita tanto normale quanto frenetica: vive in una casetta a schiera di Brema, si occupa dei figli, è la vera anima della sua famiglia. Contro ogni previsione, dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 suo figlio Murat viene accusato di terrorismo ed è uno tra i primi a essere spedito nel campo di prigionia di Guantanamo. Per Rabiye è l'inizio di una battaglia che dal suo mondo la porterà a sfidare i potenti del mondo. La sua audacia e la sua parlantina convinceranno un po' alla volta tutti quelli attorno a lei, a cominciare dall'avvocato per i diritti umani Bernhard Docke, che la aiuterà a portare il suo caso fino alla Corte Suprema degli Stati Uniti.
La forza del film sta nella sua interprete, Meltem Kaptan, comica, conduttrice, autrice, vera e propria mattatrice: la sua figura apparentemente anonima genera un corto circuito tra realtà e finzione, performance e documento storico.
Diretto da Andreas Dresen, regista da sempre in equilibrio tra cinema d'autore e produzione commerciale, abile proprio nel gestire con la finzione eventi presi dalla vita vera (non si dimentica il suo Stopped on Track, resoconto in forma di diario filmato del decorso di un cancro al cervello), Una mamma contro G.W. Bush è un tipico esempio di cinema giudiziario, ricostruzione di un caso di cronaca come se ne vedono continuamente nel cinema americano.
Del genere possiede le premesse, la volontà cioè di mettere in scena fatti giudiziari documentati, e al tempo stesso ne rivede la forma, grazie alla prova della stessa Kaptan (premiata a Berlino con l'Orso per la Miglior Interpretazione) e alla forza insospettata - e furbamente innescata - di una donna la cui tenacia nasce dall'amore e travolge il mondo paludato in cui si muove (la cosa più divertente del film sono i duetti con l'austero Docke, che si scioglie col passare della vicenda).
La prova dell'attrice, a metà tra performance da stand-up, imitazione e appropriazione, finisce per mangiarsi tutto il film, sospeso per questo tra un andamento piatta da cronaca didascalica, commedia dei caratteri e dei costumi e riflessione sul rapporto fra individuo (donna, in particolare) e potere nella società mediatica contemporanea.
Rabiye Kurnaz vince - a prescindere dal risultato della sua battaglia - perché riesce a diventare personaggio in un mondo che nemmeno che la considererebbe come interlocutrice; impone la sua normalità e la sua fisicità prorompente come elementi disturbanti, distruttivi, affrontando i potenti con la sua ingenuità e ingegnosità. Non solo: la stessa Kaptan, forte della fama in patria, trasforma il dramma giudiziario in una commedia, sfidando la storia sul piano dello sberleffo e giocando con le attese dello spettatore che ne conosce la comicità.
Per questo motivo l'umorismo del film potrebbe essere difficile da comprendere per un pubblico non tedesco (che al contrario a Berlino, dove il film ha vinto anche il premio per la miglior sceneggiatura, ha dimostrato di ridere e apprezzare), anche se in definitiva è proprio l'approccio laterale alla vicenda - la scelta cioè di prendere il topos narrativo del Davide contro Golia, alla Erin Brockovich per intenderci, e smontarlo con le modalità dello sketch - a fare di Una mamma contro G.W. Bush un film prevedibile e al tempo stesso contemporaneo, interessante perché figlio di questi tempi.
Non è un caso, del resto, che Dresen abbia scelto di girare con uno stile piatto, con la fotografia digitale sovraesposta e il trucco degli interpreti piuttosto visibile, come se stessimo vedendo una fiction tv da prima serata più che un film da concorso di un grande festival. In fondo è lo stesso 11 settembre ad essere stato considerato l'evento mediatico capace di mettere definitivamente in crisi le forme di rappresentazione del presente: la storia minima di Rabiye Kurnaz è dunque l'ennesimo tassello di quella tragedia collettiva, la parte per il tutto che ci ricorda come quell'evento ha cambiato ogni caso, compreso il modo in cui il cinema - non solo quello americano - prova a raccontare la storia.
UNA MAMMA CONTRO G.W. BUSH disponibile in DVD o BluRay |
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E' possibile raccontare i campi di sterminio nazisti come una favola che ti strappa qualche sorriso? Prima de "La vita è bella" di Roberto Benigni avremmo risposto di no. Poi lui l'ha fatto e ha vinto pure gli oscar. La stessa formula, o stesso delicato equilibrio di elementi narrativi è ora utilizzata dalla sceneggiatrice Laila Stieler nello script di "Rabyie Kurnaz Vs George W.
Un film da vedere: una storia vera straordinaria raccontata in un modo che fa sorridere e riflettere
Le storie vere sono sempre rischiose per chi ne ricava una sceneggiatura e un film. Studiato per bene il caso, con tutti i dettagli e le informazioni necessarie, è difficile staccarsi dalla lettera e conservare lo spirito. Perlomeno, fare i tagli indispensabili per trasformare la vita vissuta in un film. Il tedesco Andreas Dresen (regista di "Settimo cielo", una passione adulterina oltre l'età della [...] Vai alla recensione »
Andreas Dresen firma una commedia ispirata alla storia di Rabiye Kurnaz, tedesca di origini turche, che sfidò il go- verno degli Stati Uniti dopo l'arresto del figlio, sospettato di terrorismo e deportato nel carcere di Guantánamo. La riuscita della commedia sui taliban di Brema deve molto al personaggio di Kurnaz e della sua interprete Meltem Kaptan.
Il 3 ottobre 2001, poco dopo l'attentato alle Torri gemelle, il diciannovenne Murat parte con un amico da Brema per recarsi in Pakistan a studiare il Corano. Il compagno è trattenuto all'aeroporto a causa di debiti pregressi, mentre il giovane raggiunge il Paese asiatico, dove poco dopo è arrestato dagli americani con l'accusa di essere un talebano e trasferito nella prigione di Guantanamo.
Tra fiction tv da prima serata e un classico court-movie all'americana, "Una mamma contro George Bush" mette alla berlina le follie delle detenzioni di Guantanamo e la sottile linea di demarcazione tra religione e integralismo, con uno stile divertente e altrettanto folle, che ha nella sua protagonista Melten Kaptan (non a caso Orso d'oro per la sua interpretazione a Berlino) il punto di forza.
Tra l'inizio e la fine di Una mamma contro G.W. Bush si posizionano un paio di momenti significativi, contrassegnati entrambi dai volti di due capi di Stato di stampo conservatore, visibili sullo schermo del televisore. Il primo è quello di Bush Jr., all'indomani dell'attacco alle Torri Gemelle. Il secondo è quello di Angela Merkel, al momento della sua elezione a Cancelliere Federale della Germania. [...] Vai alla recensione »
Ovviamente madre-coraggio, la tedesca-turca Rabiye vuole liberare il figlio che, forse radicalizzato in Afghanistan, forse no, è finito nel carcere di torture e illegalità di Guantanamo. Storia vera, ma nel farne un dramedy domestico di Davide e Golia, tra vita familiare e causa al presidente Usa davanti alla Corte Suprema, strizza l'occhio alla simpatia e alla tenacia di mammà, attenuando in po' la [...] Vai alla recensione »
Un ragazzo turco-tedesco scappa di casa la- sciando sgomenta la famiglia. La notizia del suo arresto non tarda ad arrivare: Murat è accusato di terrorismo ed è recluso a Guantanamo. L'energica madre ingaggia un avvocato per tirarlo fuori dai guai. Un duo spasso- so: lui sottile e meticoloso, lei rotonda e pasticciona. Dresen utilizza i toni leggeri della commedia per narrare eventi estremamente delicati [...] Vai alla recensione »
Poche settimane dopo l'attacco terroristico alle Torri Gemelle, il giovane turco Murat Kurnaz, che vive in Germania, raggiunge il Pakistan insieme a un amico. Confuse le motivazioni, che vanno dal desiderio di studiare il Corano a quello di unirsi ai talebani nella lotta contro gli americani. Quando nel gennaio del 2002, arrestato in Afganistan, il ragazzo finisce a Guantanamo senza un vero capo di [...] Vai alla recensione »
Di ritorno a casa, alla guida (grintosa) della sua Mercedes, Rabiye Kurnaz comprende che qualcosa di insolito sta accadendo di fronte alla sua abitazione: un folto gruppo di reporter è impaziente di intervistarla convinti che lei sia la madre di un talebano. Inizialmente frastornata dall'imprevedibile presenza, la donna accetta di rispondere alle domande incalzanti dei giornalisti non prima però di [...] Vai alla recensione »
È già pomeriggio e vostro figlio non si è ancora alzato. Allora cominciate a bussare alla porta della sua stanza: niente. Bussate sempre più forte, cominciate a chiamarlo ad alta voce e quindi, spazientiti, spalancate la porta: la stanza è vuota. È questa la scena che ha vissuto Rabiye Kurnaz, una casalinga tedesca di origine turca che, da quella mattina, rivedrà il figlio Murat, allora diciannovenne, [...] Vai alla recensione »
Le torture di Guantanamo sono una ferita che ancora non si è rimarginata. A soccombere è stata l'identità nazionale, il mito del salvatore che si è fatto carnefice. La banalità del male è diventata contemporanea. Come diceva Clint Eastwood in Gran Torino: "La cosa che tormenta di più un uomo è ciò che non gli hanno ordinato di fare". Fino a che punto si sono davvero spinti i governanti? Forse tutta [...] Vai alla recensione »
All'indomani dell'11 settembre 2001, poche settimane dopo l'attacco terroristico alle Torri Gemelle, il giovane turco Murat Kurnaz, che vive con i genitori e i fratelli più piccoli in una modesta abitazione di Brema, in Germania, raggiunge il Pakistan insieme a un amico. Confuse le motivazioni, che vanno dal desiderio di studiare bene il Corano a quello di unirsi ai talebani nella lotta contro gli [...] Vai alla recensione »
Il 3 ottobre 2001 Rabiye Karnaz bussa alla porta della camera di suo figlio diciannovenne Murat. Lui, però, non c'è: non è più in casa, e nemmeno nello stesso paese (la Germania). Volato in Pakistan per studiare il Corano, dal momento che corrisponde all'identikit del perfetto emulo di Mohamed Atta, il dirottatore dell'11/9, è finito vittima del delirio d'onnipotenza giustizialista del governo americano [...] Vai alla recensione »
Andreas Dresen, classe 1963, dalla ex Germania Est, è uno dei più importanti registi tedeschi contemporanei. Con questo film si è cimentato in una commedia politica di grande interesse, tratta da una storia vera e con personaggi veramente esistiti, che hanno dato il proprio contributo alla realizzazione della trama del film. Se Murat Kurnaz, un giovane turco di Brema va alla moschea, i genitori non [...] Vai alla recensione »
Rabiye è una mamma turca come tante, la cucina sempre accesa, una torta sempre in forno, un'inattesa predilezione per la guida delle Mercedes, tre figli di età diverse; il più grande, Murat, ha 19 anni e si allontana di casa per andare in Pakistan, solo un mese dopo l'attentato delle Twin Towers. Finisce a Guantanamo, senza processo. Andreas Dresen, nel ricostruire fedelmente la battaglia di Rabiye [...] Vai alla recensione »
Con Rabyie Kurnaz vs George W. Bush, il regista tedesco Andreas Dresen (per la quarta volta in Concorso alla Berlinale) non è il primo ad avvicinarsi a una delle macchie politico-giuridico-umanitarie più indecenti dell'ultimo ventennio, ossia la scandalosa sospensione dei più elementari diritti civili e giudiziari costituiti dalla base di Guantanamo all'indomani dell'11 settembre del 2001.